LE NUOVE NEUROSCIENZE DELLA - Ernest Rossi

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L’istituto Milton H. Erickson della Costa Centrale della CaliforniaLE NUOVE NEUROSCIENZE DELLAPSICOTERAPIA, DELL’IPNOSI TERAPEUTICA EDELLARIABILITAZIONE:UN DIALOGO CREATIVO CON I NOSTRI GENIErnest Lawrence Rossi, Ph.D. & Kathryn Lane Rossi, Ph.D.1

Copyright 2008byErnest Lawrence Rossi, Ph.D. & Kathryn Lane Rossi, Ph.D.Si riservano tutti i diritti. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in alcunamaniera, in tutto od in parte senza il permesso scritto degli autori (con l’eccezione di brevicitazioni e per articoli critici o revisioni).Pubblicato da:Ernest Lawrence Rossi, Ph.D. and Kathryn Lane Rossi, Ph.D.125 Howard AvenueLos Osos CA 93402USAWWW.ErnestRossi.comEmail: Ernest@ErnestRossi.comEmail: Kathryn@ErnestRossi.comVersione 2.1, November 2008Edizione Italiana (2009) Tradotta e Curata daSalvatore Iannotti, M.D.(Istituto Mente-Corpo – sito web: www.genomicamente.com)2

Tavola dei contenutiIntroduzione alla edizione italiana – Salvatore Iannotti M.D. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5CAPITOLO 1Un‘introduzione a Milton H Erickson,M.D. (1901-1980) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9CAPITOLO 2Fonti storiche delle nostre nuove neuroscienze,della psicoterapia, dell’ipnosi terapeutica e della riabilitazione. . . . . . . . . . . . . . . . 13CAPITOLO 3Un nuovo modello neuro-scientifico dei quattro stadi del processo creativonegli studi umanistici, scientifici e nella psicoterapia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16CAPITOLO 4Espressione genica, plasticità cerebrale e tempo nella psicoterapia . . . . . . . . . . . 24CAPITOLO 5Momenti cruciali della vita: una prospettiva evolutiva della creazione del sé,del sogno e della mente costruttiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30CAPITOLO 6Neuroni specchio, empatia e conflittoArte, verità e bellezza attraverso l’espressione genica e la plasticità cerebrale . . 36CAPITOLO 7Un intermezzo musicaleLa forma suonata dei 4 stadi del processo creativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44CAPITOLO 8I quattro stadi creativi della psicoterapia: la costruzione della mente futura . . . . . 49CAPITOLO 9Processo terapeutico #1I quattro stadi del processo creativo con la “mano specchio“ . . . . . . . . . . . . . . . . 58CAPITOLO 10Processo terapeutico #2La facilitazione psicoterapeutica della chiarezza e della forza . . . . . . . . . . . . . . . 61CAPITOLO 11Processo terapeutico #3La facilitazione della coscienza e della creatività con l’integrazione degli opposti . 643

CAPITOLO 12Processo terapeutico #4L’allegra caccia al sintomo per la guarigione mente-corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68CAPITOLO 13EpigeneticaLa genomica psicosociale dell’espressione genica e della plasticità cerebrale . . 71CAPITOLO 14La valutazione del workshop e sistemi di ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76Referenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77Tavola delle immagini & tavoleFigura 1: vignetta dei 4 classici stadi del processo creativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16Figura 2: un profilo del cervello umano durante i periodi di sonno “offline” . . . . . . . . 18Figura 3: L’homunculus mente corpo e senso motorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19Figura 4: I quattro livelli del dominio psicobiologico della psicoterapia . . . . . . . . . . . . 20Figura 5: L’illustrazione nel neurone dei parametri temporali del BRAC ultradiano . 22Figura 6: parametri temporali della divisione delle cellule . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Figura 7: Un profilo (90-120 minuti) dei 4 stadi del processo creativo . . . . . . . . . . . . 26Tavola 1: comparazione della guarigione ultradiana e delle risposte allo stress . . . . 27Figura 8: dominio del lavoro ipnoterapeutico: fasi alte e basse . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Figura 9: dinamiche adattive durante i cambiamenti di vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30Figura 10: neuroni specchio nelle dinamiche adattive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41Figura 11: Il profilo a 4 stadi della forma musicale suonata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46Figura12: Il processo terapeutico -1: la mano specchio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61-62Figura13: il processo terapeutico -2: La beneficenza del Budda – Niente paura . 64-65Figura14: il processo terapeutico -3: l’integrazione degli opposti . . . . . . . . . . . . . 67-68Figura15: il processo terapeutico -4: la trasformazione dei sintomi in segnali . . . 71-72Figura 16: l’influenza del gruppo sociale nell’espressione genica/plasticità cerebrale 73Tavola 2: la modulazione della mente dell’espressione genica nei leucociti umani . . 764

Introduzionealla edizione italianaSalvatore Iannotti, M.D.Gli studi sulla comunicazione MENTE-CORPO, oggi, ci insegnano che noi siamo in gradodi influenzare i nostri organi attraverso l’attività della nostra mente e viceversa.Il grande problema fino ad ora è stato dato dal fatto che le scuole di medicina e quelle dispecializzazione, pur essendo state eccellenti dal punto di vista medico- chirurgico, sonostate molto carenti dal punto di vista dell’insegnamento psicologico, almeno fino a tempirecenti.Sembra paradossale, ma, per molti secoli, la mente è stata oggetto di studio della filosofiae della religione e non della medicina o della biologia che, pur occupandosi della fisiologiae della patologia, hanno completamente messo da parte la mente. Anche quando lapsicologia è diventata scienza a sé stante, è stata sottovalutata, se non proprioridicolizzata dalla medicina classica organicistica.Cartesio, con le sue idee sul corpo e sulla mente, ha avuto un’influenza molto forte edaltrettanto negativa per secoli essendo stato il “simbolo di una serie di idee sul corpo, sulcervello e sulla mente che in un modo o nell’altro continuano [ancora oggi] ad influenzare[erroneamente] la scienza e la cultura occidentali. A me provocano disagio , sia laconcezione dualistica per la quale Cartesio scinde la mente dal cervello e dal corpo (eche, nella versione estrema, è meno dominante), sia le variazioni moderne di essa: l’idea,per dirne una, che mente e cervello siano sì in relazione, ma solo nel senso che la menteè il programma (il software) che gira in un pezzo di hardware di un calcolatore chiamatocervello; oppure che il cervello ed il corpo siano sì in relazione, ma solo nel senso che ilprimo non può sopravvivere senza il supporto vitale del secondo”. ( Damasio, 1995).La medicina occidentale è ancor oggi, purtroppo, permeata da questa scissione sia nellapratica che nella ricerca con conseguente trascuratezza delle malattie psicologicheoppure, nel miglior dei casi, proponendole in una categoria di secondo ordine.5

Per più di tre secoli la nostra cultura scientifica è stata dominata dalla “DicotomiaCartesiana” caratterizzata, appunto,dallo storico “Gap” tra Mente e Corpo per cuiDamasio può asserire con accuratezza che “[tradizionalmente] la mente come funzionedell’organismo è stata vistosamente trascurata.Ancora oggi sono poche le scuole di medicina che offrono ai loro studenti una precisaformazione sulla mente normale - il che implicherebbe una forte presenza, nel piano deglistudi, di psicologia, di neuro-psicologia e di neuroscienze”.Damasio si chiede:”qual era l’errore di Cartesio? O meglio QUALE errore di Cartesio, senza rispetto négratitudine? Si potrebbe iniziare con una rimostranza : rimproverargli di aver convinto ibiologi ad adottare(fino ai nostri giorni) meccanismi simili a orologi come modelli per iprocessi della vita.Ma questo forse non sarebbe proprio corretto: e allora si potrebbe continuare con il“Penso, dunque sono”. L’enunciato, il più famoso di tutta la storia della filosofia, appareper la prima volta in francese( Je pense donc Je suis”) .nel 1637 e poi inlatino(“Cogito ergo sum”). .Preso alla lettera, esso esprime esattamente il contrario diciò che io credo vero riguardo alle origini della mente e riguardo alla relazione tra mentee corpo; esso suggerisce che il pensare, e la consapevolezza di pensare, siano i verisubstrati dell’essere. E siccome sappiamo che Cartesio immaginava il pensare comeun’attività [totalmente] separata dal corpo, esso celebra la separazione della mente, la“cosa pensante” (res cogitans”) dal corpo non pensante, dotato di estensione e di partimeccaniche (res extensa). L’errore di Cartesio: “ Io sono una sostanza, la cui interaessenza o natura, consiste nel pensare e che per esistere non ha bisogno di alcun luogo,né dipende da alcuna cosa materiale”.Eccolo l’errore di Cartesio: ecco l’abissale separazione tra corpo e mente‐ tra la materiadel corpo, dotata di dimensioni, mossa meccanicamente, infinitamente divisibile, da unlato, e la “stoffa” della mente, non misurabile, priva di dimensioni, non attivabile con uncomando meccanico, non divisibile; ecco il suggerimento che il giudizio morale e ilragionamento e la sofferenza che viene dal dolore fisico o da turbamento emotivopossano esistere separati dal corpo.In particolare: la separazione delle più elaborate attività della mente dalla struttura edal funzionamento di un organismo biologico”.Noi siamo, però, fortunati perché viviamo in questa “Nostra Nuova Era” in cui lasecolare dicotomia cartesiana è stata finalmente e completamente eliminata.La rimozione di questo dualismo è l’essenza base delle nuove teorie che, grazie al cielo ealle scienze Neuro-Psico-Fisiologiche, non sono più teorie, ma nuove realtà.6

L’eliminazione della Dicotomia Cartesiana rappresenta il “sine qua non” nellaComunicazione e concezione della nostra “Medicina Integrata Mente Corpo”.E’ proprio su questo principio che si basano i più importanti ed efficaci novelli metodipsicoterapeutici applicabili a svariate situazioni e condizioni.Ben vengano la Nuova Genomica Psicosociale introdotta dal Rossi (2002), laPsicologia Positiva, gli approcci novelli sviluppati dal Rossi in Ipnoterapia come , peresempio, il “Processo Creativo a Quattro Stadi con la Mano Specchio, laFocalizzazione Psicoterapeutica per Chiarezza & Forza, la Breve Soluzione del Problemacon la Integrazione degli Opposti e la Felice Caccia al Sintomo per la Guarigione MenteCorpo”, nonchè le nostre progettazioni di Medicina Integrata Mente-Corpo.I suddetti modelli psicoterapeutici del Rossi qui elencati e chiaramente delineati in questolibro hanno avuto non solo molti risultati clinicamente manifesti, ma anche una confermascientifica attraverso il nostro progetto pilota di ricerca genomica come riportato dal Rossinella Tavola 1 del capitolo tredici.[Perciò questo] “errore di Cartesio.[questa] “abissale separazione tra corpo e mente,tra la materia del corpo, dotata di dimensioni, mossa meccanicamente, infinitamentedivisibile, da un lato, e la “stoffa” della mente, non misurabile, priva di dimensioni, nonattivabile con un comando meccanico, non divisibile” e .in particolare: la separazionedelle più elaborate attività della mente dalla struttura e dal funzionamento di un organismobiologico”. (Cartesio) non ha aluna ragione scientifica di esistere nella realtà.Si manifesta in modo chiaro ed evidente la necessità da parte nostra di risolvere “nelmodo più soddisfacente, da non richiedere più riesame,( Damasio.1995)” la questionedella dicotomia Mente Corpo una volta per sempre, per poter dare un soffio vitale allenuove modalità psico-terapeutiche evolutesi, dignitose e valide di questo nostro NuovoMillennio.”L’eliminazione della Dicotomia Cartesiana” rappresenta il “sine qua non” nellacomunicazione e concezione Medica Integrata Mente – Corpo.Attualmente, attraverso la genomica psicosociale e le ricerche sull’espressione genica, èstato dimostrato scientificamente come possiamo risolvere, anzi come abbiamo risoltoil dualismo secolare.7

Il vuoto è stato colmato in quanto “la mente, la quale attiva l’espressione genica attivitàdipendente e la plasticità cerebrale, diviene una Attività, una “Energia” checongiunge il cosiddetto “gap” Cartesiano tra l’informazione della mente e la massa delcorpo” (Rossi, 2008).Una conferma brillante, ancora una volta, della obiettività del paradigma dell’uguaglianzapotenziale tra E.M.I.Questo “little book”, come lo definisce il Rossi, è semplicemente un capolavoro diaggiornamento scientifico-terapeutico realizzato in una sintesi stupefacente. Anche iprocessi terapeutici creativi sono espressi in un modo ancora più chiaro e possono essereeffettuati, almeno all’inizio, con più facilità. Riteniamo che, partendo dalle metodiche piùavanti delineate, il terapeuta possa raggiungere con maggiore rapidità la capacità di poter,eventualmente, formulare ed utilizzare tecniche terapeutiche proprie specifiche, adeguatead ogni singolo caso, senza prendere in prestito quelle degli altri.Buona lettura e, soprattutto, Buon Apprendimento!Salvatore Iannotti, M.D.8

CAPITOLO 1Una introduzione aMilton H. Erickson, M.D. (1901-1980)Milton H. Erickson, in una recente indagine di Psychoterapy Networker (marzo 2006), èstato descritto come “uno degli psicoterapeuti più influenti di tutti i tempi”. In psicoterapiaMilton H. Ericksonsi colloca tra i primi dieci insieme a Sigmund Freud, Carl Jung edaltri. Ecco una breve descrizione di Erickson scritta una generazione dopo la suascomparsa.“Nonostante tutto quello che è stato scritto su Milton Erickson e gli sforzidiligenti di così tanti di capire quello che lui faceva in terapia e perché hafunzionato così straordinariamente bene, un'aria di mistero circonda ilsuo lavoro ancora adesso. Subito dopo la morte di Erickson, il suostudente da 20 anni Jay Haley ha detto, “Non passa un giorno che io nonusi qualche cosa che ho imparato da Erickson nel mio lavoro. Tuttoracomprendo solo in parte le sue idee di base.” L'immagine di Erickson cheè emersa nel campo è quella di un mago della terapia in possesso di unoschiacciante potere personale.“Egli non era quel tipo di persona con cui [semplicemente] ti siederestisolo per chiacchierare ,” richiama Jeffrey Zeig. “Egli lavoravacostantemente, essendo costantemente Milton Erickson e questopermetteva di poter vivere l'esperienza più profonda a chiunque fosseseduto con lui. In quel senso, lui era continuamenteipnotico,continuamente terapeutico, continuamente didattico .”Forse questo avvenne perché lo stato fisico di Erickson rese necessario ilfocus completo di tutte le sue facoltà. Dislessico, di tono sordo, cieco alcolore [daltonico], incline alla vertigine e al disorientamento, colpito dallapolio a 17 e di nuovo a 51 anni, egli passò gli ultimi 13 anni della sua vita(il periodo durante il quale molti dei suoi studenti famosi lo incontraronoper la prima volta ) dolorosamente confinato su una sedia a rotelle.Quando tentava di modellare la flessibilità ed i metodi verbali sottili cheaveva impiegato una vita a sviluppare, egli operava con labbra in parteparalizzate e lingua dislocata [distorta].9

Nonostante ciò, come disse Haley, “l’uomo lavorò per 10 ore al giorno,facendo terapia sei o sette giorni la settimana . . . . Ogni fine-settimana,vedeva pazienti o insegnava .” Zeig aggiunge: “La cosa che era cosìimpressionante su Erickson era il tempo ed energia che gli piacevaemanare. Una volta preso qualcuno come paziente, egli avrebbeletteralmente fatto qualsiasi cosa possibile per aiutare quella persona.Quando eri un cliente di Erickson, provavi la sensazione che sifocalizzasse completamente su di te.Erickson passò un mezzo-secolo a sviluppare una terapia estremamentesottile attraverso modelli di identificazione a più livelli che era quasitotalmente in disaccordo con le terapie delle principali correnti del suotempo. “Le malattie,” disse Erickson, “sia psicogene che organiche ,seguono modelli definiti di qualche genere, particolarmente nel campodei disturbi psicogeni. Un disturbo di questo modello può essere unamisura molto terapeutica, e spesso importa poco quanto piccola sia ladisgregazione, purché introdotta subito.”Egli scoprì che la maggior parte delle” regole” di vita che prescrivonolimitazioni umane erano credenze arbitrarie, non i fatti. Il suo studio e lapadronanza dell’ ipnosi gli insegnarono che quello stato mentale alteratoe la trance erano una parte molto importante del funzionamento di ognigiorno. “Questa comprensione,” scrisse Ernest Rossi, “formò i principifondamentali dei suoi studi successivi di psicopatologia così come il suosviluppo degli approcci naturalistico e pratico per l’ ipnosi terapeutica.”Tali insights erano fondamentali all'approccio di Erickson, ma lui non cercòuna teoria definita da trasmettere come un’eredità . “Erickson non ha unmetodo fisso,” Haley notò. “Se una procedura non funziona, lui ne provaaltre finché una funziona. E’ questo ciò che lui enfatizzò ai suoi studenti,consigliando un posizionamento di elevata ricettività incontaminata dapreconcetti formulati.” Erickson lo formulò così: “Io non tento di strutturarela mia psicoterapia eccetto che in un modo vago, generale. Ed in quelmodo generale e vago, il paziente la struttura in concordanza con le sueproprie necessità La prima considerazione nel trattare i pazienti ècomprendere che ognuno di loro è un individuo Così nel trattare lepersone, non tenti di strutturarli come tu vorresti che loro dovrebberoessere Dovresti tentare di scoprire quello che è il concetto di se stessi Non è la quantità di tempo. Non è la teoria della terapia. È comeapprocci la personalità dicendo la cosa giusta (corretta) al tempo giusto.” Ulteriori parole di saggezza da Erickson: “ Fidati del tuo inconscio. È unmodo molto delizioso di vivere, un modo molto delizioso di portare atermine le cose.” E “Non tentare di usare la tecnica di qualcun altro devi scoprire la tua.10

Noi crediamo che queste parole, “non tentare di usare la tecnica di qualcun altro deviscoprire la tua”, siano molto importanti per i terapeuti che desiderano conoscere sia sestessi che Erickson. I Terapeuti di solito imparano attraversoprove ed errori i modi neiquali la loro personalità unica può essere molto efficiente nell'aiutare gli altri . Questorichiede il coraggio, la persistenza e l'onestà da parte di ogni psicoterapeuta. Può essereun compito solitario imparare come fare ciò.Chi possibilmente può sapere meglio di te , di te stesso quando sei al massimo e piùefficiente nell’ aiutare gli altri? Questo richiede un’accurata e continua riflessione su testesso e su cosa si sta facendo. Non ci sono due persone che sono esattamente simili.Due sessioni terapeutiche non possono essere precisamente le stesse. Ogni sessioneterapeutica è una creazione unica, un pezzo unico dello sviluppo di se stesso nella genesidi una coscienza nuova della propria identità e nel paziente e nel terapeuta. Noi ciauguriamo che la nostra empatia, la comprensione e l'efficacia terapeutica cresceranno digiorno in giorno con ogni incontro umano.Questo concetto presenta per i professionisti legittimati una nuovaprospettivaneuroscientifica sulla psicoterapia, sull’ipnosi terapeutica e sulla riabilitazione attraversodialoghi estremamente personali e creativi con i nostri geni. Mentre questa presentazioneè avvertita in molta della ricerca che noi citeremo, una grande quantità di ricerca ulterioreavrà la necessitàdi stabilire la sua validità scientifica e l'efficaciaterapeutica. Noidelineiamo un numero di “processi esperienziali ” come guida euristica per il lavoroterapeutico. Essi non sono, tuttavia, metodi convalidati per cambiare il comportamento aquesto punto. Piuttosto, i nostri approcci dovrebbero essere considerati come formepersonali di sviluppo di se stessinelle arti umanistiche, nell’ autobiografia enellameditazione. Essi possono essere utili nella creazione di una coscienza nuova, dellaconoscenza di se stesso , e della cura di se stesso che sono di [alto] valore per gliindividui che li praticano, ma non sono prescrizioni mediche o psicologiche per ognuno.Noi cominciamo con una breve veduta d'insiem

1 L’istituto Milton H. Erickson della Costa Centrale della California . LE NUOVE NEUROSCIENZE DELLA PSICOTERAPIA, DELL’IPNOSI TERAPEUTICA E DELLA RIABILITAZIONE: . UN DIALOGO CREATIVO CON I NOSTRI GENI. Ern

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