«La Normalità è Il Problema»

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NOTIZIARIODELLA DIOCESIDI S. MINIATO26 aprile 2020Piazza del Seminario,1356028 San Miniato (Pisa)tel. e fax io localeDirettore responsabile:Domenico MugnainiCoordinatore diocesano: Francesco RicciarelliReg. Tribunale Firenze n. 3184del 21/12/1983LA SOLITUDINEDI QUESTOTEMPO COMEVIAGGIOINTERIOREDIIl CORSIVOdesso ho fatto tutto ciò ch’era in«Amio potere, la mia coscienza è inpace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, tipermette di fare progetti, ti dà energia evita. Poi, quando credi di esserenecessario e indispensabile, ti toglietutto improvvisamente. Ti fa capire chesei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoiandare. E tu non vuoi, vorrestipresentarti al di là col tuo compito benfinito e preciso. La nostra piccola menteumana non si rassegna a lasciare adaltri l’oggetto della propria passioneincompiuto». Sono le parole di ungigante, Alcide De Gasperi,pronunciate in prossimità della morte.Un uomo che con umiltà, tenacia ecoraggio seppe prendere in mano unPaese in macerie per restituirgli ladignità e l’alto profilo morale che glispettavano. A noi oggi è chiesto diriconoscere che uomini di tale tempra efede non sono solo il prodotto fortuitodegli imprevedibili incroci della storia,ma sono anche e soprattutto doni diDio, e come doni vanno innanzituttochiesti a Lui in preghiera.GIULIA TADDEIn questo tempo storico didistanziamento sociale e pericoloIpandemico,molto frequentemente,stiamo sperimentando sulla nostrapelle la solitudine e la finitudine.La solitudine è vuoto spaziale,mentre la finitudine è vuototemporale. Come reagire a tuttoquesto che ci fa paura e ci portaangoscia e smarrimento?Forse una risposta e una possibilitàesistono e vanno ricercate oltre lanostra dimensione umana e terrenaperché il vuoto non è il nulla. Ilvuoto è la possibilità dell’incontrocon la pienezza di Dio.Santa Elisabetta della Trinità,monaca carmelitana e mistica,proclamata santa da papa Francesconel 2016, amava ripetere che occorre«fare spazio a Dio», dimenticarsi dinoi, uscire da se stessi per poter fareesperienza di Dio.Il vuoto crea il taglio da noi stessi, èil vero confine che va attraversatoperché la voce intima dello Spiritopossa iniziare a parlare. Il silenzio èla condizione che apre all’ascoltodella vita dal di dentro.La solitudine e la finitudineconducono al silenzio, all’abbracciodel Creatore con la sua creatura, lìdove nasce la voglia di ascolto, diaccoglienza, dove si assaporano ilflusso della vita e l’ordine del cosmo.Il silenzio educa, orienta, istruisce epiano piano assorbe il nostrodisordine, la nostra pesantezza, lanostra vita psichica e ci liberaaccompagnandoci nella verità.Il silenzio toglie le maschere, cidenuda, ci fa entrare in contatto conla parte spirituale, dove l’animagioisce e si sente leggera.L’uomo come diceva la stessaElisabetta della Trinità «appartieneall’eterno fluire della vita trinitaria eha bisogno di silenzio per adorare».Questo tempo fatto di vuotitemporali e spaziali potrebbe esseredunque un’ottima e provvidenzialeoccasione per ricondurci ad unaessenzialità originaria dicontemplazione e risveglio di unaspiritualità perduta, o quantomeno,assopita.Anche Adriana Zarri, teologa, eremitae scrittrice era molto convinta diquesto, alla pagina 28 del suobellissimo libro Un eremo non è unguscio di lumaca, scrive: «L’isolamentoè un tagliarsi fuori ma la solitudine èun vivere dentro. La solitudine non èuna fuga: è un incontro, così come ilsilenzio è un continuo, ininterrottodialogo. Si potrebbe dire che lasolitudine è la forma eremiticadell’incontro».Mi auguro che la solitudine e lafinitudine di questo tempo possanoessere fecondate dalla grazia e daldesiderio del viaggio verso la nostrainteriorità.Il direttore della nostra Caritas sul dopo coronavirus«La normalità è il problema»DI DON ARMANDOZAPPOLINI*n un murales in linguacatalana girato nei social inqueste settimane dicoronavirus ho letto una fraseche ho condiviso con tanti amicie che riassume bene il miopensiero su come sarà il dopo:«No podem tornar a la normalitat,perqué la normalitat era elproblema». Questa emergenza hainfatti reso evidente una fragilitàstrutturale della nostra società cheera conosciuta soltanto aglioperatori sociali o alla parte piùattenta e sensibile della politica edelle istituzioni: quanta povertàin progressivo aumento, quantaprecarietà in lavori non tutelati enon sufficienti a garantire untenore dignitoso di vita.I centri di ascolto e soprattuttoquelli di distribuzione alimentaredelle nostre Caritas hannoincrociato il bisogno di tantepersone e famiglie che mai primasi erano presentate.Se la “normalità” che hapreceduto il coronavirus eraquesta dovremo davverocambiare qualcosa, iniziandoproprio dal contrasto allapovertà. In questi ultimi anni sisono attivate per la prima voltamisure indirizzate a questoobbiettivo. Occorre rafforzarle,con una attenzione particolarealle possibilità di accesso allavoro e ad un lavoro dignitoso etutelato.Non è infatti solo questione dirisorse economiche, ma diaccompagnamento e sostegnoalla dignità delle persone, di darea ciascuno la possibilità di trovareIuna propria dimensione di vita.Il quadro si allarga perciò nellaricerca delle risorse necessarie enella questione tutta politica didefinire le priorità. Quali sarannodopo il coronavirus? Speriamonon le stesse di prima.Continueremo nella dimensionedel lavoro e della economia aprivilegiare il maggior guadagnopossibile oppure ci faremo caricoanche della busta paga di chilavora? Continueremo a spenderecifre inimmaginabili nelle armi oapriremo spazi di economiasostenibile e indirizzata allosviluppo? Sarebbe davveroassurdo e incomprensibileriprendere tutto come primacome se non fosse accadutoniente. Speriamo davvero che lamemoria non ci tradisca, comepurtroppo sta avvenendo daqualche tempo per altre tragediedel secolo passato.Quali iniziative potremmocercare di intraprendere?La prima potrebbe esserericostruire una grande rete socialefra tutti i soggetti: istituzioni,agenzia educative, realtàproduttive, terzo settore. «Se neesce insieme» ci ricordava papaFrancesco prima di Pasqua:dobbiamo ripensare un mondodove nessun settore fa a menodegli altri, dove economia eambiente, istituzioni e organiintermedi rafforzanocollaborazione e attenzionereciproca. L’economia non potràpiù produrre ricchezza per pochie povertà per molti.Questo porterà anche un diversocriterio di valutazione dellosviluppo, che non potrà esserepiù misurato soltanto sullaquantità di merce prodotta oconsumata, ma sulla reale qualitàdella vita delle persone: gli spazidi vita, di riposo, i servizi, lerelazioni, tutto quel mondo chenon è quantificabile nel consumoo nel possesso dei beni. In questesettimane nelle quali siamo statiprivati di questi beni nonmateriali spero che ne abbiamoriscoperto il valore e l’importanzaper la nostra vita.Questa crisi ci lascia però anche laconsolazione di tanta generosità:nelle nostre Caritas riceviamotanti contributi e la disponibilitàdi molti giovani al volontariato.Anche questo resterà dopo ilCoronavirus e sarà un patrimoniodi consapevolezza che ci aiuterà anon tornare a quella “normalità”che sta producendo in questotempo tanta sofferenza.*Direttore Caritas diocesidi San Miniato

IITOSCANA OGGI26 aprile 2020LA DOMENICA

TOSCANA OGGILA DOMENICA26 aprile 2020«Il cavallo rosso» una storiatra guerra e ResistenzaDI DON FRANCESCORICCIARELLIhi ama leggere,in questo tempodi forzatoisolamento, hapieno agio di dedicarsi aquelle opere che, per laloro mole, l’impegnomentale che richiedonoo per qualche altromotivo, sono rimaste alungo sugli scaffali dicasa a prendere polvere.È il momento giusto peraffrontare Guerra e pace oper dare l’ultimo assaltoallaRecherche. Se nonora, quando?A me è capitato, all’avviodi questi giorni di“quarantena”, di metterea frutto un bel po’ ditempo libero gustando latrilogia del Cavallo rossodi Eugenio Corti. Unromanzo misconosciuto,ignorato dalla grandedistribuzione, ma cheoffre forti emozioni espunti di riflessione a chiè disposto ad accordargliun po’ fiducia.Eugenio Corti (Besana diBrianza, 1921-2014) èuno scrittore che saraccontaremagnificamente l’amoree la guerra, gliingredienti perfetti perun romanzo avvincente.A questo si unisce lapassione civile, la vogliadi narrare e di salvaredall’oblio il sacrificio diun’intera generazionetravolta dall’ecatombedella seconda guerramondiale.I protagonisti delCromanzo sono ungruppo di amici, nati ecresciuti in un paesinodella Brianza che ricordail luogo nataledell’autore. È un gruppoeterogeneo ma affiatatodi ragazzi, con i loroprogetti, i loro amori, laloro giovanile ingenuità.Lungo le primecentocinquanta paginela tensione crescelentamente mainesorabilmente: unodopo l’altro quei giovanipartono per una guerradi cui ancora nonpercepiscono gli esatticontorni. La partecentrale del romanzo celi fa rincontrare sulfronte russo, coinvoltinei combattimenti, nelladrammatica ritiratadell’Armir. Alcunifiniscono prigionieri neigulag, per altri inizia unfortunoso ritorno inpatria. In parallelo, unodegli amici che hacombattuto nei desertidel Nord Africa riesce atornare in Italiaattraversando ilMediterraneo in barca.Richiamato in Grecia,vive il dramma deisoldati italianiabbandonati a se stessidopo l’armistizio, mariesce a raggiungere dinuovo l’Italia e si uniscea quel che rimane delRegio esercito percombattere a fianco degliangloamericani nellaguerra di Liberazione.Nel frattempo, il fratellopiù giovane di uno deiprotagonisti si unisce auna brigata di partigianiazzurri (monarchici) epartecipa ai quarantagiorni della Repubblicapartigiana dell’Ossola.Il racconto prosegueconcentrandosi sullevicende dei sopravvissutifino agli inizi degli anni’70. Attraversol’esperienza di questipersonaggi, EugenioCorti fa trasparire lapropria autobiografia ele proprie idee, permeateda una profonda fedecattolica e da un anticomunismo a trattiferoce.Corti infatti partecipòalla campagna di Russiae, una volta rientrato inItalia, combatté contro inazifascisti. A guerrafinita, denunciò nei suoiscritti gli orrori delcomunismo sovietico, dicui era stato testimoneoculare. Pubblicò ildiario di guerra I più nonritornano e l’operateatrale Processo e morte diStalin, ma proprio acausa delle sue ideedovette scontrarsi conl’ostracismo di unaclasse intellettualesempre più schierata asinistra, che lo emarginò.Il cavallo rosso è statopubblicato nel 1983 dauna casa editriced’ispirazione cattolica, laAres. Nonostante questauscita in sordina, latrilogia ha ottenuto unnotevole successo,attualmente haraggiunto latrentunesima edizioneed è stata tradotta in ottolingue.I tre volumi che lacompongono portanotitoli biblici, ispiratiall’Apocalisse di SanGiovanni: Il cavallo rosso,Il cavallo livido e L’alberodella vita. Benché leultime pagine lascinotrasparire un senso didelusione e di amarezzaper come sono andate lecose, a livello sociale eculturale, nell’Italia delsecondo dopoguerra,Eugenio Corti aprespiragli alla speranza checambiano le prospettive.In modo sorprendente,nei punti emotivamentepiù forti della trilogia,quando uno deipersonaggi a cui ci siamoaffezionati muore, ilnarratore ci prende permano e ci porta oltrel’ultima soglia, là dove ilmondo si capovolge e sipercepisce il battito delleali degli angeli.Covid-19: Pasqua blindata ma cuori apertiiamo rimasti sconcertati daun fatto che nessuno potevaSimmaginareche avvenisse(eccetto i “profeti di sciagure”che vedono l’anno bisestileresponsabile di eventi maleficidi ampia portata): un virus,invisibile è stato capace dimettere in ginocchio il mondo!(In barba a quelli che dicono dicredere solo a quello chevedono!). Gli scienziatidiscuteranno a lungo da dovesia venuto, come si siapropagato. Intanto lui, il viruscontinua la sua corsaseminando morte e terrore. E difronte all’imprevedibile ci siamoattrezzati e ci stiamoattrezzando con tutti i mezzi chela scienza, la tecnica e il buonsenso suggeriscono nel pienorispetto delle norme disicurezza.Una Pasqua blindata. Lecelebrazioni della Settimanasanta sono state fatte a portechiuse con in chiesa le solepersone previste dalledisposizioni ministeriali. Conl’ausilio dei moderni strumentitecnologici siamo potuti entrarein punta di piedi nelle case dimolte persone, che così hannopotuto seguire i sacri riti insiemealle loro famiglie.È sorprendente come nel giro dipochi giorni una grandequantità di Parrocchie abbianosaputo organizzarsi per farpartecipare i fedeli allecelebrazioni pasquali con questimezzi tecnologici che abbiamoa disposizione. Siamo sicuri chequesta esperienza, che ha varatouna didattica on-line da un capoall’altro dell’Italia, ha inventatolo smart working, sarà utile per ilprossimo futuro anche incampo ecclesiale, sia per lacatechesi che per la liturgia.Un’ultima considerazione dicarattere socio-economico.Questa pandemia ci ha fattotoccare con mano che il sistemaeconomico che ha guidatofinora la vita degli Stati nonregge più. Non ci può essere ilpiù bravo della classe chemangia lo spazio vitale di tuttoil resto della classe. Occorre chepopoli e governanti, economistie politici, banchieri e poveracci,capiscano che il genere umano èuno, e tutti hanno gli stessi dirittie doveri e soprattutto la stessadignità. Ma ci voleva il“coronavirus” per farci capirequesto? Non era già stato dettotanto tempo fa da un certo Gesùdi Nazaret, insegnamento fattorimbalzare dalla Dottrinasociale della Chiesa e recepito intante Dichiarazioni solenni alivello mondiale? Tant’è!Purtroppo a volte le cose piùovvie sono ritenute di pocovalore finché, venendo amancare, non si avverte tutta laloro importanza e assolutanecessità. Vedi l’aria pulita el’acqua potabile.Pasqua blindata, ma cuoreaperto. L’emergenza in cuinavighiamo, ci ha fattoriscoprire valori che, se nonerano spariti, si eranoprofondamente addormentati,come la solidarietà, lapercezione di essere tutti sullastessa barca, la sensazione chenessuno si salva da solo. Tuttoquesto ha fatto scattare un sensodi responsabilità nei confrontidegli altri, un’attenzionemaggiore verso i più disagiati.Ne è prova il crescente numerodi donazioni che la Caritas haricevuto e continua a ricevere inquesti giorni, sia in generialimentari, che in denaro. Senon ci fosse la lunga lista dimorti che si allunga tutti igiorni, verrebbe da dire «o felixculpa», come si canta nella nottepasquale. Ma anche senzaarrivare a tanto, possiamo essercerti che Dio sa ricavare il beneanche dal male e non ci castigaper il male fatto, ma ci scuoteperché facciamo il bene, Lui che«non turba mai la gioia dei suoifigli se non per prepararne lorouna più certa e più grande»,come scriveva Manzoni.Don Angelo FalchiIIIAgenda delVESCOVODomenica 26 aprile - ore 10.00: S. Messain diretta Facebook dalla chiesa delmonastero di Santa Cristiana in Santa Crocesull’Arno.Domenica 3 maggio - ore 11.00: S. Messain diretta Facebook da Casciana Terme.GLI ORARI DELLEMESSE ONLINEi seguito pubblichiamo l’elenco delleMesse diocesane trasmesse in direttaDstreaming su Facebook e attraverso altricanali di comunicazione con l’indicazionedella pagina su cui è possibile seguirle.Messe ferialiAlle ore 8 sulla pagina Fb di «ComunitàCristiana di Santa Croce sull’Arno» oppuresu Clivo tv (canale 680 del digitale terrestre).Inoltre, sul canale Youtube «Parrocchia SanPietro Apostolo CastelfrancodiSotto» (dalmartedì al venerdì)Subito dopo il Rosario delle ore 17,30 sullapagina Fb «Parrocchia Collegiata SanGiovanni Battista».Il lunedì alle 18 sul canale Youtube«Parrocchia San Pietro ApostoloCastelfrancodiSotto».Dal lunedì al venerdì alle 18 sul profilo Fb di«Armando Zappolini».Dal lunedì al venerdì alle 18,30 sulle pagineFb di «Parrocchia Cuore Immacolato diMaria - Cerretti», «Parrocchia Santa Mariadelle Vedute e San Rocco - Fucecchio» e«Unità Pastorale di Santa Maria a Monte,Cerretti, Montecalvoli, San Donato».Alle ore 19 sul profilo Fb di «AntonioVelotto».Messa prefestivaDopo il Rosario delle 17,30 sulla pagina Fbdi «Parrocchia Collegiata San GiovanniBattista».Alle ore 18 sulle pagine «Parrocchie di BassaGavena Pieve a Ripoli», «Unità Pastorale diCasciana Terme, Sant’Ermo,Collemontanino e Parlascio», «UnitàPastorale di Santa Maria a Monte, Cerretti,Montecalvoli, San Donato», sul canaleYoutube «Parrocchia San Pietro ApostoloCastelfrancodiSotto» e sul profilo Fb di«Armando Zappolini».Alle ore 18,30 sulle pagine Fb «Comunitàpastorale di Capanne - Marti - Montopoli»(preceduta dal Santo Rosario delle 18),«Parrocchia Cuore Immacolato di Maria Cerretti», «Parrocchia Santa Maria delleVedute e San Rocco - Fucecchio», «Parrocchiadei Santi Giuseppe ed Anna».Alle ore 19 sul profilo Fb di «AntonioVelotto».Messa domenicaleAlle ore 10 sulle pagine Fb di «Parrocchie diBassa Gavena Pieve a Ripoli», «San Brunone(parrocchia)», «Santuario Madre dei Bimbi»,«Parrocchia Collegiata San GiovanniBattista», «Comunità parrocchiali GallenoPinete-Querce», «Parrocchia "San LorenzoMartire" di Orentano», «Parrocchia dei SantiGiuseppe e Anna», «Parrocchia dei santiMartino e Stefano in San Miniato Basso»,«Comunità Cristiana di Santa Crocesull’Arno» oppure su Clivo tv (canale 680 deldigitale terrestre),sul profilo Fb di «Armando Zappolini» e sulcanale Youtube «Parrocchia San PietroApostolo CastelfrancodiSotto»Alle ore 10,30 sulle pagine «Parrocchia diCapannoli», «Unità Pastorale di Lari» esul profilo Fb di «Antonio Velotto»Alle ore 11 sulla pagina «Andrea MigliavaccaVescovo» e su «Comunità pastorale diCapanne - Marti - Montopoli», «UnitàPastorale di Casciana Terme, Sant’Ermo,Collemontanino e Parlascio», «ParrocchiaSanta Maria delle Vedute e San Rocco Fucecchio», «Parrocchia Cuore Immacolatodi Maria - Cerretti», «Parrocchia San RoccoLarciano» (26 aprile), «Parrocchia SanNiccolò Cecina di Larciano» (3 maggio) e«Unità Pastorale di Santa Maria a Monte,Cerretti, Montecalvoli, San Donato».Alle ore 18,30 sulla pagina Fb «ParrocchiaCuore Immacolato di Maria - Cerretti».Gli orari aggiornati delle Sante Messe e dellealtre celebrazioni liturgiche online sonodisponibili sulla pagina Fb «Diocesi di SanMiniato - Comunicazioni».

IVTOSCANA OGGIIsolamentosociale, dieciconsigli peri genitoridi bambinicon autismon questi giorni così difficili per tutti,stare a casa è ancora più difficile peri genitori con figli piccoli conautismo. Ecco i dieci consigli che ildottor Narzisi della Fondazione StellaMaris offre per aiutare le famiglie alleprese con le misure restrittive dicontenimento del Covid-19. Sono isuggerimenti da lui pubblicati in unrecente editoriale sulla rivistainternazionale BrainSciences.(https://www.mdpi.com/680164):1. Spiega a tuo figlio cos’è il COVID19 in modo semplice e concreto.2. Organizza la giornata in una seriedi attività. Sarebbe utile suddividerleassegnando una stanza diversa perognuna di esse.3. Gestisci le attività di gioco semistrutturate. Le attività possono essereindividuali e/o condivise. Scegli leattività che tuo figlio preferisce.4. Usa giochi di apprendimento(serious games) che contengonoelementi educativi. È possibilescaricare dalla rete giochi che nonsiano solo di intrattenimento ma cheabbiano elementi educativi. Molti diquesti giochi sono scaricabili in modogratuito sotto forma di App per tablete/o PC da siti specializzati.5. Gioca con tuo figlio ai videogiochio condividi l’interesse per internet.Questi possono diventare un interesseche assorbe troppo i bambini. Non èpossibile evitare che i bambinigiochino con il computer, ma igenitori possono condividere questigiochi con loro.6. Condividi e implementa gliinteressi speciali di tuo figlio. Treni,mappe, animali, fumetti, geografia,elettronica e storia possono esseresolo alcuni dei potenziali interessispeciali. In questo periodo in cuigenitori e figli rimangono a casa,possono pianificare alcune attivitàcondividendo questi interessi speciali.7. Terapia e psicoterapia online perbambini.Se prima dell’emergenzaCovid-19, il bambino era impegnatonella psicoterapia, è moltoimportante che essa continui inmodalità video o audio online con glistessi appuntamenti settimanali. Lapsicoterapia potrebbe ridurre l’ansia econsentire un maggiore controllo dieventuali

della vita dal di dentro. La solitudine e la finitudine conducono al silenzio, all’abbraccio del Creatore con la sua creatura, lì dove nasce la voglia di ascolto, di accoglienza, dove si assaporano il flusso della vita e l’ordine del cosmo. Il silenzio educa, orienta, istruisce e piano piano assorbe il nostro disordine, la nostra .

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