EDUCAZIONE FISICA E GINNASTICA POSTURALE

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LAVORO DI DIPLOMA DICHIARA RÈMASTER OF ARTS SUPSI IN INSEGNAMENTO PER IL LIVELLOSECONDARIO IANNO ACCADEMICO 2018/2019EDUCAZIONE FISICA E GINNASTICAPOSTURALECORE TRAINING IN AMBITO SCOLASTICORELATOREGIACOMO CRIVELLI

Ringrazio Giacomo Crivelli per avermi accompagnato in questa ricerca, e ringrazio i miei allievidelle SE di Olivone che hanno partecipato con entusiasmo e grande impegno alla partesperimentale.I

I

AbstractChiara RèMaster of arts SUPSI in Secondary EducationEducazione fisica e ginnastica posturale.CORE training in ambito scolastico.Relatore: Giacomo CrivelliIl presente lavoro di ricerca si è focalizzato sull’analisi degli effetti di un breve interventosettimanale di CORE training, come attività legata alla tematica dell’educazione al portamento, cheal giorno d’oggi è di competenza del docente di educazione fisica. L’obiettivo era quello diverificare se un momento di attività breve (10 minuti), quindi conciliabile con tutte le esigenze diprogrammazione annuali, avesse un effetto sugli allievi per quanto riguarda la resistenza deimuscoli del tronco e per una maggiore consapevolezza posturale negli allievi. Altra particolarità erail tipo di attività prevista: non le tipiche postazioni psicomotorie, ma un lavoro cooperativo a piccoligruppi (mantenimento delle varie posizioni di esercizio passandosi un pallone medicinale incerchio, 1 minuto di lavoro, 30 secondi di pausa). Per verificare queste ipotesi sono stati confrontatii risultati a tre test di resistenza del tronco effettuati prima e dopo gli interventi. I risultati mostranoche due dei tre test di resistenza del CORE (Plank e Flexion test) hanno avuto delle performancesignificativamente migliori nel Post-test (circa 50% rispetto al gruppo controllo) solamente dalgruppo allenamento, che ha eseguito durante tre settimane tre brevi interventi di CORE training;mentre per l’Extension test non ci sono state differenze significative tra i due gruppi di test, maentrambi sono risultati migliori nel Post-test. Per quanto riguarda la verifica della consapevolezzaposturale dell’allievo nello svolgere questi esercizi (domanda a scelta multipla per tutti gli allievi eintervista finale ad alcuni allievi), gli allievi risultano poco consapevoli di sé. In conclusione, valela pena lavorare per brevi momenti sull’educazione al portamento, anche se auspicabile continuareper più tempo. Il tema della consapevolezza va trattato, sì per brevi momenti, ma molto piùcostantemente per ottenere dei risultati duraturi.II

II

Chiara RèSommarioRingraziamenti .IAbstract IISommario .III1. Introduzione .12. Quadro teorico. 3-132.1. Realtà ticinese - Dalla ginnastica correttiva all’educazione al portamento . 3-52.1.1. Evoluzione storica . 32.1.2. Evoluzione concettuale . 4-52.2. Alterazioni posturali legate all'età evolutiva . 52.3. Concetto di postura . 5-92.3.1. Modello neurofisiologico . 6-72.3.2. Modello biomeccanico . 72.3.3. Modello psicosomatico . 7-82.3.4. Postura scorretta . 82.3.5. Meccanismo di regolazione della postura . 8-92.4. Attività motoria preventiva . 9-102.5. I muscoli posturali del CORE . 10-132.5.1. Dynamic stabilization . 112.5.2. Force transfer . 11-122.5.3. Allenamento della stabilizzazione del tronco . 12-132.5.4. Effetto di un allenamento CORE sulla resistenza della muscolatura del tronco in bambini inetà scolare .133. Domande di ricerca ed obiettivi . 154. Quadro metodologico . 17-25III

Educazione fisica e ginnastica posturale – CORE training in ambito scolastico4.1. Design sperimentale . 174.2. Campione di riferimento: gruppo controllo e gruppo allenamento. 184.3. Fasi sperimentali . 18-214.3.1. Fase 0 184.3.2. Fase 1 e fase 3, i test posturali . 18-194.3.3. Fase 2, gli interventi . 19-214.4. Test posturali . 21-234.4.1. The prone bridge test. 224.4.2. The flexor endurance test . 224.4.3. The extensor endurance test . 234.5. Variabili misurate . 23-244.5.1. Prestazioni posturali . 234.5.2. Fatica percepita . 244.5.3. Motivazione . 244.5.4. Autovalutazione posture . 244.5.5. Interviste finali . 244.6. Analisi dati .255. Risultati .27-335.1. Flexion test .275.2. Plank test .285.3. Extension test . 295.4. Fatica .305.5. Motivazione . 315.6. Autovalutazione posture . 325.7. Intervista finale . 32-336. Discussione .35-436.1. Interpretazione dei risultati e risposta alle domande di ricerca . 35-39III

Chiara Rè6.1.1. Effetto di un allenamento breve di CORE training sulla resistenza del tronco . 35-366.1.2. Carico di lavoro . 36-376.1.3. Motivazione . 376.1.4. Effetto di un allenamento breve di CORE training sulla consapevolezza della postura . 37-396.2. Limiti .39-406.3. Prospettive future . 40-416.4. Implicazioni pratiche nel contesto scolastico. 41-436.4.1. Metodologie per l’insegnamento dell’educazione posturale alle SE . 416.4.2. Raccomandazioni pratiche . 41-426.4.3. Ricerca sperimentale parallela alle SM . 42-437. Conclusione .45-468. Bibliografia .47-499. Allegati .51-57III

Educazione fisica e ginnastica posturale – CORE training in ambito scolasticoIII

Chiara Rè1. IntroduzioneDal 2007 il Dipartimento della cultura e dello sport (DECS) ha deciso di intervenire al taglio dellaginnastica correttiva per motivi finanziari; questo compito spetta dal 2008 all’educazione fisica (EF)scolastica. L’EF offre la possibilità di sviluppare delle competenze nella sfera del portamentoattraverso le cinque dimensioni della personalità: affettiva, relazionale, cognitiva, espressiva ebiologica, in linea con i principi del nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese(Repubblica e Cantone Ticino, Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, Divisionedella scuola, 2015) ma in modo “libero”. È difatti discrezione di ogni docente scegliere cosa, comee quando proporre questi momenti. L’educazione al portamento, oltre alle competenze disciplinari,è anche riconducibile ad un ambito della formazione generale del Piano di studio (DECS, 2015):Salute e benessere. “Responsabilizzare l’allievo nell’adozione di sane abitudini sul piano dellasalute” (p. 46) è l’obiettivo che la scuola deve promuovere e direi che l’educare a delle abitudiniposturali corrette e funzionali centri in pieno il segno; soprattutto al giorno d’oggi, in cui moltibambini e adolescenti sono in sovrappeso/obesi o hanno degli squilibri emozionali - espressivi(iperattività, stati d’ansia, ecc.). È dunque compito del docente di EF, “a piccole dosi”, proporredegli esercizi/attività sul portamento, anche attraverso l’aiuto di uno strumento didattico cantonale(di cui parleremo in seguito) che dovrebbe essere presente in tutte le sedi di tutti gli ordinamentidella scuola dell’obbligo.L’obiettivo di questo lavoro di ricerca è quello di investigare su come strutturare l’educazione alportamento all’interno delle lezioni di EF, in modo che si abbiano dei risultati efficaci e non soloapparenti. La metodologia vuole essere uno spunto di cosa e come fare, mentre i risultati voglionofungere da indicazioni per i colleghi di EF che in futuro vorranno testare un protocollo simile sulleloro classi.Il presente lavoro di ricerca si articola nel seguente modo: dopo aver dato il quadro teorico delle duetematiche principali (educazione al portamento in Ticino e muscoli del CORE), che permetterà diformulare le domande di ricerca (ipotesi da verificare), si passerà alla parte sperimentale, in cui èdescritta la metodologia utilizzata per verificare le ipotesi formulate. In seguito sono riportati irisultati e la discussione dei risultati con relativa risposta alle domande di ricerca poste inizialmente.Si termina con una conclusione e un’apertura su future ricerche nello stesso ambito.1

Educazione fisica e ginnastica posturale – CORE training in ambito scolastico2

Chiara Rè2. Quadro teorico2.1. Realtà ticinese - Dalla ginnastica correttiva all’educazione alportamento2.1.1. Evoluzione storicaÈ l’inizio degli anni ’70 (Robbiani & Mini, 2011) quando l’ordine dei medici del cantone Ticinopropone al Consiglio di Stato di adottare dei provvedimenti per quanto riguarda la problematicadella postura, visto il notevole aumento delle patologie associate all’apparato locomotorioriscontrato nei bambini e negli adolescenti negli ultimi anni. Nel 1971 nasce il servizio cantonaledella ginnastica correttiva guidato da docenti formati in fisioterapia, che effettuavano controlliannuali del portamento di tutti gli allievi della scuola dell’obbligo, come pure delle lezioniterapeutiche con gli allievi problematici e delle lezioni di educazione al portamento a classe intera.Questo servizio è stato attivo fino al 2007, quando il DECS è stato costretto a sopprimerlo a seguitodi tagli a livello finanziario. Essendo una tematica importante e indispensabile per assicurare lasalute dell’apparato locomotorio dei bambini e dei ragazzi nella scuola dell’obbligo, il DECS haaffidato questo specifico compito e responsabilità all’EF scolastica. Sono stati selezionati gli aspettipiù pertinenti della ginnastica posturale, attuabili all’interno dei programmi didattici svolti daidocenti di EF. Concettualmente, questo cambiamento ha implicato una modifica di paradigma,passando dalla ginnastica correttiva basata su degli interventi diagnostico-terapeutici,all’educazione posturale incentrata su un’azione preventiva.Nel 2008, per dare seguito a quanto deciso dal DECS, viene costituito il gruppo di lavoro perl’implementazione dell’educazione al portamento (GLIEP, attualmente sciolto). Gruppo, formato daalcuni docenti di EF (scuole elementari e medie), un fisioterapista e coordinato dall’ex responsabiledel servizio cantonale della ginnastica correttiva, che ha elaborato il Manuale di educazione alportamento, intitolato Seminar crescendo (Gruppo di lavoro per l’implementazionedell’educazione al portamento, 2010), con le principali linee guida da seguire e utilizzabile anchecome strumento didattico per spunti di attività da integrare nei programmi di EF (Robbiani & Mini,2011).3

Educazione fisica e ginnastica posturale – CORE training in ambito scolastico2.1.2. Evoluzione concettualeSe inizialmente la si chiamava comunemente “ginnastica correttiva”, proprio perché aveva comeintento la correzione di problemi legati alla postura (solo di alcuni allievi); ora viene denominata“educazione al portamento” in quanto gli obiettivi principali sono la prevenzione e la creazione diuna consapevolezza posturale nel soggetto (con tutti gli allievi). Come spiega Martinelli (2012) nelsuo libro Rieducazione posturale, quando le sinergie muscolari equilibratrici vengono a mancareemergono delle alterazioni posturali che creano un nuovo equilibrio chiamato adattativo, che a suavolta altera le funzioni cinestesiche e quindi la corretta percezione di sé. Il soggetto si ritrova in uncircolo vizioso. Educare alla postura significa dunque portare l’allievo a rompere questo circolo,aiutandolo ad avere una migliore propriocezione e a creare un modello ideale dentro di sé a cuiispirarsi durante la fase di “correzione”. Operazione che dovrebbe essere a questo puntoconsapevole e duratura, diventando dunque un’abitudine più che una correzione (Martinelli, 2012).Robbiani1 & Mini2 (2011) in un articolo della rivista della scuola ticinese in cui si discuteva diquesta problematica parlano anche di “creazione di una coscienza corporea” che “rendaresponsabili del proprio corpo gli allievi” e “che li protegga dai danni all’apparato locomotorenelle varie situazioni della vita quotidiana per le quali il corpo è chiamato a dare delle risposte”.Con questa visione, il metodo di richiamare verbalmente o di utilizzare lo specchio come strumentocorrettivo, non sono più funzionali, perché permettono solo un approccio superficiale, che non faanalizzare e non fa cambiare nulla nell’allievo. Attraverso questo nuovo approccio, piùintrospettivo, l’obiettivo è sensibilizzare l’allievo a “percepire” la propria posizione o il movimentoscorretto, e a correggerli da solo mediante l’aiuto dei docenti e la scelta di esercizi mirati perristabilire un equilibrio psico-fisico. Spesso, le posture scorrette diventano un’abitudine, al puntotale da non accorgersi più che sono disfunzionali e dannose per il proprio benessere, e questoaccade anche negli adulti. L’educazione al portamento si ripone quindi sui concetti di “correzionedello schema corporeo abituale” e di “riprogrammazione creando gli opportuni condizionamentiattraverso un allenamento psico-fisico costante e personalizzato” (Martinelli, 2012).12Direttore dell’Ufficio dell’educazione fisica scolastica (nel 2011)Collaboratore presso l’Ufficio dell’educazione fisica scolastica (nel 2011)4

Chiara RèL’obiettivo principale dei docenti di EF è dunque quello di fornire agli allievi degli stimoli in mododa modificare la loro percezione e la loro consapevolezza (rispetto a una postura corretta o non) epuntare ad un’applicazione degli stessi anche nella vita quotidiana. Risulta rilevante anchesensibilizzare gli allievi su alcuni aspetti esterni al contesto palestra, come le abitudini nello stareseduti, nell’eseguire delle attività quotidiane, nella routine di preparazione dello zaino (evitare pesoeccessivo riducendo allo stretto necessario per la giornata) e pure nel corretto trasporto dello zaino(sulle due spalle e regolando correttamente le spalline). Delle posture devianti mantenute durantetante ore in classe, quando il loro corpo in crescita invece necessiterebbe di muoversi, potrebberocreare dei problemi posturali non indifferenti negli allievi.Il portamento è anche strettamente legato all’aspetto esteriore dell’individuo. Attraverso degliesercizi mirati, oltre a migliorare la funzione dell’apparato locomotore (muscoli e ossa), si potrebbetrarre dei benefici a livello psico-emotivo in un’età difficile come l’adolescenza. Benefici comel’aumento dell’autostima e dell’auto-fiducia determinate dal rapporto con il proprio corpo (Scoppa,2002).2.2. Alterazioni posturali legate all'età evolutivaIn età preadolescenziale e adolescenziale gli allievi sono soggetti ad un’importante crescita chespesso si manifesta in modo alternato tra i vari segmenti corporei (Martinelli, 2012). Questocomporta il manifestarsi di una morfologia disarmonica e sgraziata nella persona, e aumental’insorgere di asimmetrie, alterazioni posturali e rigidità. È importante aiutare gli allievi ad abituarsial loro “nuovo corpo”, dandogli il tempo di assimilare nuovi schemi adattativi, con degli esercizimirati e funzionali.2.3. Concetto di posturaScoppa3 (2002), specialista del settore medico della posturologia, definisce la postura come segue.3Docente di Metodologia della Riabilitazione, Facoltà di Medicina e Chirurgia, D.U. Fisioterapista, Coordinatore Scientifico e Didattico, Corso diPerfezionamento in Posturologia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università “La Sapienza” di Roma5

Educazione fisica e ginnastica posturale – CORE training in ambito scolastico“La posizione del cor

più pertinenti della ginnastica posturale, attuabili all’interno dei programmi didattici svolti dai docenti di EF. Concettualmente, questo cambiamento ha implicato una modifica di paradigma, passando dalla ginnastica correttiva basata su degli interventi diagnostico-terapeutici, all’educazione posturale incentrata su un’azione preventiva.

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