LO STRUTTURALISMO NICHILISTICO AVANGUSTO DELLE PENE .

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LO STRUTTURALISMO NICHILISTICOAVANGUSTO DELLE PENE DELL’INFERNO:Sarte, Ricoeur e L vy-Straussd. CURZIO NITOGLIA9 novembre 2011http://www.doncurzionitoglia.com/struttur nichil sartrericoeurstr.htmJEAN PAUL SARTRE Nacque a Parigi nel 1905. Nel primo dopoguerra - specialmente negli anniCinquanta/Sessanta - fu il pensatore pi celebre in Francia, a partire dalla quale haammorbato l’Europa intera. Molto vicino al ‘Partito Comunista Francese’, anche se inmaniera critica, ha svolto il ruolo del contestatore feroce della “civilt borghese”, puravendone tutti i difetti e nessuna qualit . ‡ morto nel 1980, dopo avere spinto alsuicidio, tramite i suoi libri, molti giovani sbandati e disorientati. Le sue opereprincipali sono La nausea (1938); L’essere e il nulla (1943); Critica della ragionedialettica (1960); La trascendenza dell’Io (1962).*Esistenzialismo nichilistico e disperato Sartre oltrepassa il nichilismo di Nietzsche senza averne la genialit seppur malignae col suo esistenzialismo negativo, volgare, di bassa lega e distruttore di ogni cosa

(l’essere, la conoscenza razionale, la morale, l’uomo animale razionale e sociale) ègiunto colla rivoluzione del maggio Sessantotto a dissolvere l’individuo sin ininteriore homine. Secondo Sartre la coscienza è un’Idra negativa che distruggel’essere umano e quindi va combattuta in primis et ante omnia. L’essere, che per San Tommaso è “la perfezione di ogni perfezione”, per Sartre è“una massa inerte, informe, gonfia, fastidiosa, vale a dire un’enorme marmellatagelatinosa” (La nausea, 1938). In breve Sartre confonde l’essere o l’atto con lamateria prima priva di ogni attualità. Infatti secondo il filosofo sessantottino l’essereè “qualcosa di troppo”, di “ripugnante e disgustoso” per due ragioni: a) innanzituttoperché la coscienza non riesce mai ad esaurirne tutta la portata, ragione scioccapoiché anche l’infinito, che è perfezione assoluta, sarebbe sartrianamenteripugnante; b) in secondo luogo perché possiede più di quanto occorre, come unobeso; ragione stupida poiché l’essere non è quantità, ma perfezione suprema. Siscorge qui nella teoria sartriana l’influsso sia del materialismo comunista chedell’odio metafisico per l’essere, il quale accompagna i dannati dell’inferno, chevorrebbero non-essere piuttosto che subire il rimorso di coscienza, che li divoracome un verme (“ubi vermis eorum non morietur”). È per questo che il nichilismodisperato di Sartre è paragonabile all’avangusto della dannazione eterna, il quale èstato fatto sperimentare ai giovani sessantottini e alla Società europea, che è natadai princìpi del Sessantotto, i quali grazie alla globalizzazione oramai sono sparsi nelmondo intero. Un’altra caratteristica dell’essere è la contingenza e la finitudine. Sartrecompletamente digiuno di sana metafisica ignora la distinzione tra ‘Essere peressenza’ (‘Necessario’) ed ‘essere per partecipazione’ (‘contingente’). Egli negal’esistenza dell’Essere necessario o Dio e disdegna – gnosticamente – la contingenzadel creato come qualcosa di ripugnante, non ammette limiti né imperfezioni e nellostesso tempo rifiuta anche l’Atto puro o l’Essere perfettissimo, ritrovandosi cosìsenza creature e senza Creatore, come i dannati nell’inferno. La cara eris ca più importante dell’essere, secondo Sartre, è l’assurdità o lacontraddittorietà. Egli scorge nell’assurdità la chiave dell’esistenza di ogni cosa. Tuttoè assurdo, il mondo e Dio. Ciò che esiste non ha alcuna spiegazione, significato,ragion d’essere, finalità, è un “non senso”[1]. Non è difficile capire come tali ideeabbiano spinto tanti poveri giovani, privati di ogni scopo e ideale, al suicidio e come –se applicate alla Società – la portino all’anarchia e al caos totale, come avviene inquesti ultimi anni nel mondo intero: le crisi economiche che attanagliano gli Usa el’Europa, le rivolte sociali, le guerre in tutto il mondo sono l’effetto terminale di unamalattia letale scoppiata nel Sessantotto. La crisi comatica del mondocontemporaneo e post-moderno è l’effetto di certe idee impazzite, che hannotrionfato nel Sessantotto e travolto come un fiume in piena quasi ogni cosa. Nel suo libro del 1943 L’essere e il nulla Sartre approfondisce quanto aveva scrittonel 1939 e si sofferma sulla funzione nullificatrice e distruttrice della coscienza (comePinocchio che la schiacciò nella figura del “grillo parlante”). La coscienza per la sanafilosofia è la voce dell’anima, che ci condanna se abbiamo agito male e ci loda se

abbiamo fatto il bene. Ora per il nichilismo, che è votato alla distruzione dell’essere edella morale, all’esaltazione dell’errore e del male, la coscienza dev’essereschiacciata come il “grillo parlante” di Pinocchio. Sartre è convinto che la coscienzadivori l’essere ed abbia come sbocco immancabile la “nausea”, poiché la coscienzatrova davanti a sé qualcosa di troppo[2] (il male, il rimprovero), ed è paragonataepicureamente da lui ad un’indigestione. Per Sartre la fase cronologica piùimportante dell’uomo non è il futuro, ma il presente accompagnatoindissolubilmente da nausea, egli è continuamente disgustato da tutto ciò che locirconda. Sartre è un egocentrico fastidioso, che disprezza e disdegna tutti tranne sestesso. Anche il liberalismo ha influito sul pensiero di Sartre. Infa per lui la naturadell’uomo è la libertà. Invece per la retta ragione la libertà è una facoltà o proprietàdi cui l’uomo può servirsi per fare liberamente il bene ed evitare il male. Addiritturaper Sartre la libertà produce la natura umana ed essa è illimitata, tutto è lecito: “nonsiamo liberi di cessare di essere liberi”[3]. La libertà non è vincolata da nessuna leggemorale, l’unica regola cui è sottoposta è la libertà stessa[4]. La conclusione cuigiunge è la stessa cui era arrivato Ivan Karamazov: “se Dio non esiste, allora tutto èpermesso”, da questa massima Ivan arriva a spingere un servo (Smerdiakov) aduccidere suo Padre Feodor Karamazov, ma poi presi dal rimorso di coscienza Ivanimpazzisce e il servo si impicca. Sartre no. La coscienza non gli appartiene, l’haaffogata nel culto del suo Io che - secondo lui - è trascendente; tra tante macerie sisalva e si erge come un ancora di salvezza solo l’Io trascendente di Sartre, poichéquello degli altri è l’inferno. Sartre ha lanciato lo slogan dell’Ateismo coerente sino infondo, secondo cui se Dio non esiste è inutile rimpiazzarlo kantianamente con unanostra idea o bisogno subconscio di Lui, ma occorre giungere coerentemente allaconclusione che nessun ordine, essere, valore possono sussistere e quindi occorredistruggerli: è il Deicidio pianificato. L’egoismo patologico di Sartre giunge al ver ce quando afferma che “l’altro èl’inferno”, opprimendo la nostra individualità e tenendoci sotto il suo sguardo[5].Allora l’unico modo per sottrarsi all’invadenza dell’altro è quello di renderlo unnostro oggetto, uno schiavo, togliendoli la sua libertà e soggettività. Come si vede tu a la filosofia di Sartre, che ha influenzato il modo di essere, dipensare e di agire dell’Europa dal Sessantotto ad oggi, è caratterizzata da unnichilismo pessimistico e disperato, che non può non farci pensare alla pena deldanno dell’inferno, che non è “l’altro”, ma è “il luogo di ogni male senza alcun bene”.Sartre non ha indicato, come i rivoluzionari prima di lui, un modo – anche se erroneo– di costruire utopisticamente un mondo nuovo, ma ha voluto soltanto spingere specialmente la gioventù - a distruggere ogni cosa e se tessa, l’altro, Dio e il mondocircostante. Sartre rappresenta bene il mondo contemporaneo caratterizzato dalladissoluzione di ogni valore, di ogni istituzione e dell’uomo stesso. Tale progetto nonpuò che produrre angoscia, dolore e morte. I frutti della semina di Sartre li stiamoraccogliendo proprio ora[6].*

PAUL RICOEUR Nacque a Valence in Francia nel 1913 ed è morto nel 2005. Ha studiato Jaspers,Husserl e Marcel. Negli anni Settanta ha insegnato anche a Chicago. Le sue opere piùfamose sono Karl Jaspers (1947); Gabriel Marcel e Karl Jaspers (1948); Dellainterpretazione. Saggio su Freud (1965); Se stesso come un altro (1990). È il menoprofondo dei tre esistenzialisti qui studiati.Esistenzialismo fenomenologico e psicoanalitico Ricoeur muove dalla fenomenologia di Husserl e dall’esistenzialismo di Jaspers eMarcel per sfociare in una sorta di sincretismo in cui tenta di far coabitare Husserl,Marcel, Spinoza, Kant, Freud, Hegel, Marx, Nietzsche, Heidegger; il tutto alla lucedella psicoanalisi[7]. Lo storicismo è il filo conduttore del pensiero di Ricoeur. Infatti secondo lui ogniconoscenza della verità umana è essenzialmente storicistica poiché ha luogo entroun determinato tempo, che libera la dottrina o conoscenza umana da ogni valoreassoluto, stabile, immutabile e lo sottomette al relativismo e soggettivismo, inquanto “la verità cambia col cambiare del tempo”: ciò che era vero ieri non lo è oggie ciò che lo è oggi non lo sarà domani[8]. Come si vede egli toglie ogni base stabilealla verità e alla certezza della conoscenza raziocinativa, gettando l’uomo nel dubbioperpetuo e nell’incertezza agnostica. Il cri cismo kan ano è un’altra componente del pensiero di Ricoeur. Secondo luinon possiamo conoscere la realtà in sé, ma come ci appare, in un intreccio dielementi soggettivi e oggettivi. Quindi la realtà non essendo razionalmenteconoscibile può essere compresa attraverso il simbolismo, ossia un paragone, una

rappresentazione simbolica, figurativa o immaginativa di un sentimento umano, chediventa regola di azione. Il simbolismo in Ricoeur ha un carattere essenzialmentereligioso, mutuato dal modernismo. Infatti secondo lui è il sentimento che tramite larappresentazione immaginativa produce la ‘prassi’ o l’esperienza religiosa. Solo ilsimbolismo (modernistico e psicanalitico) permette all’uomo di mettersi in rapportocon la “divinità”. I simboli rinviano ad una realtà occulta e misteriosa (esoterica) edhanno, perciò, bisogno d’interpretazione. La Fede per Ricoeur non è la virtùteologale cristiana, ma l’interpretazione o l’ermeneutica come condizione modernadel credere[9]. L’ermeneutica è un dono della modernità, che aiuta l’uomocontemporaneo ad avere la sua “credenza” o interpretazione religiosasoggettivistica. L’uomo da Ricoeur è visto soprattutto nei suoi limiti e deficienze: sproporzione,fragilità e fallibilità[10], e va studiato mediante la psicologia del profondo o delsubconscio, ove la psicanalisi prevale sulla filosofia e ne decreta la crisi. Infatti lapsicanalisi ci aiuta a dubitare persino del Cogito e a de-costruirlo, è tutto il contrariodel Cartesianismo. Freud è il padre della crisi e della morte della filosofia moderna odella crisi della coscienza di sé. Infatti per Ricoeur la filosofia post-moderna ritieneche la coscienza non sia più un ‘dato di fatto’ (esser conscio di sapere) ma un‘compito’ (dover divenire conscio, dubitando della coscienza, senza esserlo mai inatto). Ricoeur ha fondato la “ermeneutica della demistificazione” ossia lo studio dicoloro che sono chiamati da lui “Maestri del sospetto” (Marx, Nietzsche e Freud)[11],la quale va completata e sorpassata dall’ermeneutica restauratrice, tipica dei filosofidel simbolismo (modernisti ed esoteristi)[12]. In ciò è prefigurativo di JosephRatzinger, che prima (1960-70) ha applicato la teologia demistificatrice allaTradizione apostolica, la quale era un mito da abbattere, e poi (1975-2011) harispolverato la teologia o ermeneutica restauratrice - simbolicamente e nonrealmente – della Tradizione, la quale è un mito da far rivivere per poter reggersi agalla. L’e ca di Ricoeur si basa su quella di Lévinas; essa è molto critica verso la filosofiamoderna, che si fonda sulla soggettività e il soggettivismo relativistico, ma nonintende assolutamente tornare al realismo della conoscenza e si accontenta conLévinas di sposare la filosofia dell’alterità ove il tu sta avanti all’io[13]. La carenza di una solida metafisica rende l’ermeneu ca di Ricoeur una sorta didiscorso monco e incompiuto, parziale e distorto, che non riesce a cogliere l’essenzadelle cose. Infatti egli assume come punto di partenza non l’essere, ma l’intimitàdell’io e la sua responsabilità di fronte all’altro. Ma l’io e l’altro senza l’essere nonhanno una base o sostanza stabile sulla quale posare[14].*CLAUDE L‚VY-STRAUSS

‡ nato a Bruxelles nel 1908 da genitori francesi e hatrascorso l’infanzia e la giovinezza a Parigi. Si ˆlaureato in filosofia alla Sorbona. Nel 1935 hainsegnato sociologia all’Universit di San Paolo delBrasile. Da quel momento si ˆ dato all’antropologia.Nel 1941 si ˆ trasferito a New York, poi nel 1947 ˆtornato in Francia a Parigi ove ha iniziato la suaproduzione “scientifica” strutturalistica. Il suo pensierostrutturalistico antropologico ˆ caratterizzato da “unavera e propria opzione anti-filosofica”[15]. L‰vyStrauss si allontana radicalmente dall’idealismo e sisposta verso “un’etnologia in sintonia con marxismo epsicanalisi. [ ]. Freud gli rivela come proprio icomportamenti in apparenza pi affettivi, gli atti menorazionali, le manifestazioni pre-logiche, sono appunto ipi significanti[16]”. Marx invece lo invita a costruireun’antropologia sociale e anti-filosofica ove predomina l’elemento dello scambioeconomico, che unito all’inconscio freudiano produce lo strutturalismo francese. Nelsuo libro Les structures ‰l‰maintaires de la parent‰ (Parigi, PUF, 1949; tr. it., Milano,Feltrinelli, 1969) L‰vy-Strauss parla positivamente dell’incesto e mette in dubbio leconsiderazioni fatte su di esso dalla precedente ricerca scientifico filosofica. Un altroelemento della sua dottrina strutturalistica ˆ la “svalutazione radicale dello stessosoggetto umano, in nome delle strutture o relazioni che lo qualificano, per cui,quando si parla di uomo, si parla di forme o strutture e non di sostanza”[17].Secondo lui ha ragione Michel Focault quando scrive che “l’uomo ˆ un’invenzione”(Les mots et les choses, Parigi, Gallimard, 1966, tr. it., Milano, Rizzoli, 1967, p. 414).Nel 1962 col suo “capolavoro” La pens‰e sauvage (Parigi, Plon) egli “contrappone lamentalit primitiva e selvaggia a quella ‘civilizzata’ in base all’idea della superiorit affettiva, di stampo emotivo e irrazionale”[18]. Il suo influsso lo si nota ancor oggispecialmente sui figli del Sessantotto nei quali l’elemento razionale e volontariolibero ha ceduto il posto all’emotivit sentimentalistica ed irrazionale.*Esistenzialismo strutturalistico Lo strutturalismo francese ˆ la dottrina secondo la quale si debbono studiare lerelazioni (o “strutture”) tra i vari termini, senza conoscere i termini stessi. Ilfondatore dello strutturalismo Claude L‰vy-Strauss scrive: ‹lo strutturalismo prelevai fatti sociali nell’esperienza e li trasporta in laboratorio. L li rappresenta sottoforma di modelli, prendendo in considerazione non i termini, ma le relazioni tra iterminiŒ[19]. ‡ come se si volesse parlare della relazione di paternit o figliolanza,che intercorre tra padre e figlio e viceversa, senza conoscere e prendere inconsiderazione il padre e il figlio. S. Tommaso D’Aquino (S. Th., I, q. 13, a. 7) spiegache i termini della relazione o rapporto di una cosa all’altra sono quattro: 1 ) ilsoggetto: l’ente al quale la relazione si riferisce (p. es. paternit -padre); 2 ) iltermine: con il quale il soggetto ˆ posto in relazione (figlio); 3 ) fondamento: del

rapporto tra soggetto e termine (generazione attiva); 4 ) il rapporto o vincolo chelega soggetto e termine (parentela o paternità). La relazione (paternità) ha un essereaccidentale proprio, che è l’inerire (“esse in”) alla sostanza (padre). Quindi se non c’èun padre non esiste un figlio e non sussiste relazione di paternità; se non c’è un figlionon esiste un padre e non sussiste relazione o “struttura” di figliolanza. Quindi èimpossibile studiare la paternità se non c’è il padre (S. Th., II-II, q. 23, a. 3). Lostrutturalismo, perciò, è una relazione che non ha fondamento nella realtà. La prima cara eris ca dello stru uralismo è una metodologia nichilistica chestudia “strutture” fondate sul nulla. Esso cerca di costruire o meglio “creare exnihilo” – come fa la mente del pazzo allucinato – schemi di relazioni o strutture,facendo astrazione dai termini reali che fondano la relazione, soprattutto in campoantropologico e sociologico con Lévy-Strauss, (che rilancia il marxismo classicosecondo cui l’economia è la struttura su cui si basano le sovrastrutture) e in campopsicologico con Jacques Lacan (elaborando schemi di relazioni oscure dell’inconscio,affiancandosi al freudismo e sorpassandolo nell’elogio del folle). Il metodo dello stru uralismo si fonda sulla teoria della conoscenza secondo cui laragione umana può conoscere solo le relazioni (o “strutture”) e non le sostanze oessenze delle cose, che - se esistono - sono inconoscibili. Niente di nuovo: è solo laestensione del soggettivismo moderno specialmente kantiano, secondo cui nonconosco la cosa in sé (noumeno), ma come essa mi appare (fenomeno), al campodella sociologia materialista (Marx) e della psicanalisi del subconscio o dell’inconscio(Freud). Lo strutturalismo oltrepassa, tuttavia, la modernità kantiano-hegeliana e sicolloca in piena post-modernità nichilistica in quanto nega non solo la possibilità diconoscere la realtà oggettiva (Kant) o la sua esistenza (Hegel), i fenomeni (sensismoo empirismo inglese), i fatti o esperienze individuali (positivismo), ma anche laconoscenza e l’esistenza di un Soggetto (esistenzialismo classico), un Io o Spiritoassoluto, poiché non conosciamo termini o soggetti, ma solo le loro relazioni, il che èassurdo perché senza soggetto o termine non c’è relazione. Perciò lo strutturalismocome metodo e come gnoseologia è essenzialmente nichilistico e postmoderno. La“contro-filosofia” strutturalista è stata ben definita dal suo fondatore Claude LévyStrauss come Pensiero selvaggio[20]. Infatti – secondo lui – la logica, la ragionestessa dell’uomo è una mistificazione, un’invenzione fondata sulla filosofia realisticae la metafisica dell’essere, secondo le quali esiste una realtà oggettiva, un soggettoconoscente e dei termini; invece per lo strutturalismo esistono solo le strutture o lerelazioni, che si manifestano psicanaliticamente (Freud) nel subconscio umano osociologicamente (Marx) nelle relazioni dei popoli selvaggi, che non sono stati deviatidal pensiero logico e dalla metafisica classica (il marxismo dalla lotta di classe delproletariato è trasposto all’irrazionale e al delirio, che distruggono la cultura europeameglio di quanto abbia fatto la lotta e l’odio di classe). Il compito dello strutturalismoè quello di cancellare anche in Europa il ricordo della logica e della metafisica, perrendere il “vecchio Continente” simile ai selvaggi aborigeni delle tribù primitive. Èquello che porterà a compimento entro breve la crisi economico-finanziaria della‘Comunità Europea’ diretta da Usa e Israele. Quindi Lévy-Strauss propone unacontro-evangelizzazione, che renda selvaggia anche l’Europa, la quale primaevangelizzava e civilizzava i selvaggi, mentre adesso sta per essere tribalizzata e

imbarbarita dall’invasione di massa dei nuovi selvaggi, che vengono - anzi sonochiamati - d’oltre Oceano a inselvatichire la vecchia Europa. La conclusione teore ca cui giunge lo stru uralismo è il nichilismo metafisico, la cuiconseguenza pratica è quello morale. Infatti, se per la filosofia moderna più spintaossia l’hegelismo esiste uno Spirito o Io assoluto, lo strutturalismo decreta la mortedella realtà di ogni realtà non solo oggettiva, ma anche del soggetto o Io assoluto.Non c’è oggetto né soggetto, materia o spirito, vi sono solo strutture o relazionifondate sul nulla. Ora ex nixilo nihil fit. Quindi la stessa struttura è impossibile. Se lostrutturalismo decreta teoreticamente la morte del reale oggettivo e soggettivo,dell’uomo, della conoscenza, praticamente ne segue la morte o il ribaltamento dellamorale rimpiazzata dalla psicanalisi dell’inconscio, che rende lecite tutte le azioni piùimmorali e perverse, in quanto st

L’egoismo patologico di Sartre giunge al verce quando afferma che “l’altro è l’inferno”, opprimendo la nostra individualità e tenendoci sotto il suo sguardo[5]. Allora l’unico modo per sottrarsi all’invadenza dell’altro è quello di renderlo un nostro oggetto, uno schiavo, togliendoli la sua libertà e soggettività. Come si .

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