09 Mondo Indiano - Zanichelli Online Per La Scuola

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Unità 14Geografia fisicae climaStoria, religione,societàIl mondo indianoGeografia fisica e climaPopolazione, città,vita politicaL’economiaUn «subcontinente»Altri stati delsubcontinenteindianoIndia è il nome di uno stato, ma è anche quello di una regione geografica che per la suavastità, la quantità della sua popolazione,la sua omogeneità fisica è stata definita un«subcontinente». Un continente di secondaclasse, insomma, ma pur sempre un continente: e l’uso di un simile termine vuol essereun omaggio alle dimensioni e all’originalitàdi questa regione.Complessivamente, il subcontinente indiano ospita oltre un miliardo e 400 milioni diabitanti (il 21% dell’intera popolazione mondiale), distribuiti su 4 milioni e mezzo di km2(circa 15 volte la superficie dell’Italia). Danord a sud, dalle vette nevose del Karakorumalla punta meridionale dell’isola di Ceylon,esso si estende per circa 3000 km e per 30gradi di latitudine. Questo significa che la suapunta settentrionale si trova all’altezza della Sicilia e quella meridionale all’altezza diYaoundé, la capitale dello stato africano delCamerun. Anche la massima larghezza delsubcontinente indiano, dal delta dell’Indo aquello del Gange, si aggira sui 3000 km.Il subcontinente indiano non è stato mai interamente unito politicamente, se non sotto ladominazione britannica. Oggi esso comprende molti stati: l’Unione Indiana, il Pakistan, ilBangladesh, Sri Lanka (Ceylon), gli stati himalayani (Nepal, Bhutan) e le isole Maldive.Il rilievoLa regione indiana ospita le più vaste ed elevate catene montuose del mondo: il Karakorum e l’Himalaya, formatesi circa 50 milionidi anni fa dall’incontro di due zolle che continuano anche oggi a spingere l’una control’altra. Ciò fa sì che l’Himalaya cresca ognianno di circa 1 millimetro in altezza.Il subcontinente indiano è suddivisibile inquattro grandi regioni.Q A nord si trova un grande arco. L’Himalaya, che in tibetano significa «la casa dellenevi», è la più grande catena montuosa delmondo, lunga 2700 km. La sua punta piùalta, «il tetto del mondo», è il Monte Everest, alto 8848 m, situato al confine tra Nepal e Tibet. La seconda montagna del mondoper altezza è il K2 (8616 m), che si trova nelKarakorum. Sono ben 14 in questa regionele cime che si spingono oltre gli 8000 metri(tutti gli «ottomila» della Terra). Si tratta dimontagne giovani, con vette aguzze, paretiverticali, rupi scoscese e forme movimentate.L’India dallo spazio. A sinistra la costa del Malabar, a destra lacosta del Coromandel, poi il Golfo del Bengala. Sempre a destra,si vede l’isola di Ceylon. Tra l’India e Ceylon, la sottile striscia diisole e secche chiamata «Ponte di Adamo», o anche «Ponte diRama» perché in un famoso poema epico indiano si raccontache lo costruì Rama per portare il suo esercito di scimmie inCeylon, a liberare la bella Sita. Il colore più chiaro rivela lascarsissima profondità del mare in questo tratto. Sulla Penisolaindiana piccoli cumuli si dispongono in lunghe file, parallele alladirezione del vento, addensandosi verso sinistra, dove sorge lacatena dei Ghati occidentali. Le zone di colore più scuro sonoforeste. [Worldspec/NASA/Alamy]1G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia 2011, Zanichelli editore SpA

NIn cima al mondo. Questa cima di roccia scuraè il punto più alto della crosta terrestre: la cimadell’Everest o Qomolangma, a 8846 m sul livello del mare. [Jon Arnold Images/Alamy]Passo KhyberRRPeshawarINARKashmir UMIslamabadIOK8126Nanga ParbatCK28616AAAKabulKA F G H A N I S TA NP a n j a bHBelucistanIndChandigarhoDeseALTOPIANODEL TIBETIndoP A K I S T A Nhadi TrtorMDelhiANKanpurAgraJaipurKarachiI7817Manda YANMAR(BIRMANIA)ALIGolfodel BengalaHyderabadTLIYangon(Rangun)IG H ATAT ariPuneONYEverest8846PatnaD E C C A NALhasaL ZangboAGangeNagpurMumbay(Bombay)AePantano del lomboINDIANO2G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia 2011, Zanichelli editore SpA

Il mondo indianoGeografia fisicae climaStoria, religione,societàPopolazione, città,vita politicaL’economiaAltri stati delsubcontinenteindianoQ Subito a sud di questo gigantesco anfiteatro montuoso, un’enorme pianura (La pianura indo-gangetica), anch’essa a forma diarco, formata dai sedimenti recenti dei tregrandi fiumi e di altri minori.Q Ancora più a sud, una penisola a forma ditriangolo isoscele, il Deccan. Si tratta di ungrande altopiano di rocce antiche, chiuso suidue lati da orli rialzati, due catene di montagne che si chiamano Ghati («scalini»). I Ghati occidentali sono più alti (si spingono fino a2700 m). Le forme del rilievo sono qui quelletipiche delle terre più antiche (o scudi): pocheondulazioni, forme arrotondate e monotone.Q Un ambiente a sé quello delle pianure costiere del Deccan, estese soprattutto a est,formate dalle alluvioni dei fiumi.I monsoni e il climaPiù di 1000 mmdi pioggia all’annoDa 500 a 1000 mmdi pioggia all’annoMeno di 500 mmdi pioggia all’annoMonsone estivoBuona parte dell’India, come le altre terre chesi estendono attorno al Tropico del Cancro(dal Sahara alla Penisola araba), sarebbe undeserto se a influenzarne il clima non ci fossero due elementi molto importanti:Q i grandi fiumi che portano a sud le acque discioglimento di nevi e di ghiacci himalayani;Q i monsoni, e cioè un tipo particolare divento. Il monsone estivo soffia dal mare allaterra, carico di umidità, da maggio a ottobre.Quello invernale, secco, si dirige invece dalcontinente verso il mare. Esso prende il nomeda una parola araba che significa «stagione».Non a caso, perchési può dire che l’India conosca soltantodue stagioni: quellasecca, quella umida.Nella prima, soprattutto tra marzo emaggio le temperature medie possonoraggiungere anche i35 C, mentre l’estate è la stagione dellegrandi piogge, chearrivano per lo piùin modo violento,nella forma di tifoniche gonfiano i fiumifino a farli straripare,e che scoperchianocase e capanne. MaLe precipitazioni nelsubcontinente indiano.con l’arrivo delle grandi piogge finalmente sipuò seminare e la natura rivive.Questa dipendenza dai monsoni rende dasempre l’agricoltura indiana fragile, a causadell’imprevedibilità dell’arrivo delle piogge edella loro quantità a seconda degli anni. Inondazioni e la siccità sono due flagelli, oppostima ugualmente disastrosi, che gli abitanti diquesta regione non hanno ancora vinto.La vegetazioneA sudovest e a nordest, dove i fiumi e il monsone estivo forniscono la maggior quantità diacque, è il regno della giungla, lussureggiante foresta abitata da elefanti, tigri e serpenti.Le specie vegetali sono numerose: dai bananiall’albero della gomma, dalle palme ai bambù, dalle liane alle piante acquatiche, fino altek e al sandalo dai legni pregiati.Nel Deccan prevale la savana umida dallealte erbe, alternata a foreste. La steppa e laboscaglia caratterizzano invece le zone piùaride della penisola, così come buona partedel nordovest, dove accompagnano il corsodell’Indo e circondano il deserto di Thar.Infine, la foresta di conifere caratterizza laregione himalayana fino al limite delle nevipermanenti, che si trova molto in alto, oltre i4000 m, per la bassa latitudine di queste montagne (27-35 N, contro 44-48 N delle Alpi).Questo quadro della vegetazione naturale è stato però profondamente mutato dagliuomini, che hanno sostituito la savana e lesteppe con i campi coltivati: grazie a fertilisuoli alluvionali e a una rete di canali d’irrigazione. Hanno però anche ridotto le foreste, diminuendo così la protezione da frane einondazioni.I fiumiI maggiori fiumi sono quelli che hanno dato vitaalla piana indogangetica, la più vasta pianuraalluvionale del mondo tropicale: l’Indo (3200km), il Gange (2700 km) e il Brahmaputra(2900 km). Quest’ultimo ha la maggior portata media tra tutti i fiumi asiatici: 25000 metricubi al secondo. Le sue periodiche inondazioni,come quelle del Gange, sono disastrose: possono provocare migliaia di vittime e milioni disenza tetto. Nati dall’Himalaya, o addiritturapiù a nord di esso, in territorio cinese, i tre fiumi portano a sud le acque di scioglimento deighiacciai, rendendo possibile l’agricoltura.Il Gange è, tra tutti i fiumi indiani, il piùsacro e venerato. L’Indo forma, con quattrosuoi grandi affluenti, una regione detta appunto Panjab, la «terra dei cinque fiumi».3G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia 2011, Zanichelli editore SpA

Storia, religione, societàLe religioni indianeIl bagno nel fiume sacroa Benares. La riva sinistradel Gange, a Benares, èperennemente occupatada folle di pellegrini checompiono il «bagnopurificatore» nel fiume sacro.Benares è infatti la città sacraper gli induisti ed è dedicataa Shiva, uno dei tre grandidèi di questa religione (glialtri sono Brahma e Vishnu).Sul fiume, al di là dellegrandi scalinate di pietra,sorgono templi, case diricchi maharaja, alberghi perpellegrini, cliniche. La rivadestra è invece consideratainfausta e nessun indùoserebbe bagnarvisi. [EdwardNorth/Alamy]L’India è stata la culla di alcune grandi religioni. La più antica religione dell’India è documentata in libri sacri, come i Veda, e in poemi epici scritti in sanscrito. Presto comparel’idea, che sarà poi sempre centrale nel pensiero religioso indiano, della trasmigrazionedelle anime, dopo la morte, in un altro esserevivente o anche in un corpo inanimato.Nel VI-V secolo a.C. si assiste al sorgeredi grandi riformatori religiosi. Il più celebredi essi è Gautama Siddharta, noto come ilBuddha («l’illuminato»). Meditando sul dolore e sull’infelicità umana, Siddharta scoprìche essi nascono dal desiderio di ricchezza,di poteri, di successo, di onori. Non desiderare queste cose, rinunciare alle lusinghedel mondo, significa raggiungere la perfettaserenità dell’animo, il Nirvana, e sottrarsi al ciclo doloroso delle trasmigrazioni. Ilbuddismo diffuse una morale di serenità edi dolcezza, di amore universale, di purezza,di non-violenza, di distacco dalle cose delmondo.Un contemporaneo del Buddha, Mahaviradetto anche Jina, fu il fondatore del giainismo, che predicava anch’esso l’ascetismo el’assoluta non-violenza: ancora oggi i monaci giainisti, quando camminano, spazzano lavia davanti a sé, per non rischiare di ucciderequalche animaletto.Queste due religioni sono però oggi in India fortemente minoritarie, anche se i loromonaci godono di grande rispetto. Più chein India, il buddismo è diffuso soprattuttonell’Asia orientale e sudorientale, in Tibet, inMongolia.L’induismo, e cioè la religione della maggior parte degli indiani, non è facile da definire. Non è, innanzitutto, una Chiesa, nel sensoche noi attribuiamo a questa parola, ma uninsieme complesso e vario di mitologie e diriti, di filosofie e di culti locali.C’è un induismo colto, di impronta mistica o filosofica, e un induismo popolare, fattosoprattutto di consuetudini rituali e sociali. Lostesso buddismo vi ha lasciato la sua impronta,nel rispetto per il sannyasi, «colui che rinuncia», che sceglie la via della povertà voluta, delperfezionamento spirituale, dell’abbandonodelle gioie terrene per una più profonda verità.Il pantheon induista è quanto mai popolato,ma dominato da una triade, la «Sacra Trimurti»: Brahma, il creatore; Shiva, il distruttore,Signore della Morte; Vishnu, il benevolo conservatore della Vita. Tuttavia, ogni singolo indiano può scegliere la divinità che preferisceper adorarla e affidarle la propria protezione.Anche le usanze e le forme del culto sonovarie e complesse. La presenza del sacro accompagna ogni momento della vita quotidiana, regolata da preghiere, riti, superstizioni, talismani. Si compiono pellegrinaggi di migliaiadi kilometri per recarsi a pregare in luoghi particolarmente venerati o per andare a purificarsinelle acque del Gange, soprattutto nella cittàsacra di Benares (Varanasi). I morti vengonocremati. L’induismo rappresenta il sostegnoprincipale del sistema delle caste, sul quale lasocietà indiana si fonda da due millenni.Le casteFin dalla sua nascita, ogni indiano appartienea una casta. Una casta è un gruppo socialeche presenta varie caratteristiche:Q l’endogamia, e cioè il dovere di sposarsisolo all’interno della propria casta;Q l’esercizio da parte di tutti i suoi membridella stessa attività lavorativa;Q l’osservanza di riti religiosi, consuetudini,regole alimentari specifiche della casta;Q l’essere inserito all’interno di una rigidagerarchia tra i diversi gruppi sociali.4G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia 2011, Zanichelli editore SpA

Il mondo indianoGeografia fisicae climaStoria, religione,societàPopolazione, città,vita politicaL’economiaAltri stati delsubcontinenteindianoLe caste sono gruppi chiusi: è impossibile, perun singolo individuo, passare alla casta superiore. Chi nasce in una casta, morirà in essa,a meno che un suo cattivo comportamento lofaccia precipitare nello stato di «senza casta»,e cioè in un gruppo sociale considerato inferiore a tutti gli altri. Le grandi caste (dette varna,che significa «colore») indiane sono quattro:in primo luogo i sacerdoti o bramini; poi i guerrieri o kshatriya; ivaisya artigiani e mercanti, i sudracontadini, artigiani più poveri, servitori. Più in basso di tutti nellascala sociale sono i senza casta, iparia, gli intoccabili: Gandhi, che lottava perla loro emancipazione, li chiamò harijan, «figli di Dio». Oggi i fuori casta preferisconodefinirsi dalit, «gli oppressi»: un termine chevuol segnalare il passaggio da oggetti di unatteggiamento umano e caritatevole a soggetti attivi di una rivendicazione di diritti.Le popolazioni e la storiaL’India attuale è il risultato di un continuopassare e mescolarsi fra loro di popolazionidiverse. È probabile che le più antiche di cuici sia traccia siano i Dravidi, che un tempodovettero essere diffusi in tutta l’India, mentre oggi i loro eredi popolano la parte meridionale del Subcontinente. Alla metà delsecondo millennio a.C. giunsero a ondatesuccessive tribù di Arya: una popolazione indoeuropea, imparentata quindi, sia pure allalontana, anche con noi. Dall’antica linguacolta degli Arya, il sanscrito, sono derivatele lingue parlate dalla maggior parte degliodierni abitanti dell’India del nord.Nel corso dei secoli, l’India (soprattuttoquella settentrionale) venne raggiunta di volta in volta da altri popoli, vuoi per saccheggiarla attraverso razzie, vuoi per occuparnea lungo parti più o meno vaste; o, ancora,per instaurare con i suoi sovrani rapporticommerciali. Arrivarono così in India Alessandro Magno e gli arabi, turchi e mongolie infine, questa volta dal mare, i portoghesie poi altri europei. L’arrivo del portogheseVasco da Gama, alla fine del Quattrocento, aprì un’epoca, destinata a durare più diquattro secoli, caratterizzata sia da una fortedivisione del subcontinente indiano in unagran quantità di statipiccoli e grandi, siada una crescente presenza europea. Dalla competizione frale potenze europeeemersero fra Sette eOttocento gli inglesi,che imposero sull’India la propria dominazione coloniale.L’India divenne indipendente nel 1947,ma nello stesso momento si divise in due stati: l’India, a prevalenza induista (ma con piùdel 10% di musulmani) e il Pakistan, a decisa prevalenza musulmana. Il conseguimentodell’indipendenza fu il risultato di decenni dilotte di numerosi movimenti e leader politici.Tra questi ultimi emerse la figura di M. K.Gandhi detto il Mahatma («la grande anima»), destinato a diventare noto e popolarein tutto il mondo per la sua convinzione chenessuna conquista politica potesse essere veramente valida e duratura se non raggiuntaattraverso il metodo della non-violenza. Lasua figura e la sua mite predicazione riuscirono a unire buona parte degli indiani (anchese non tutti) e a svolgere un ruolo molto importante nella conquista dell’indipendenza.Residenza del maharaja. Il Rajasthan è la piùaristocratica fra le regioni storiche dell’India. Il suoterritorio, in buona parte arido, era percorso davie carovaniere che collegavano l’Asia occidentalee centrale alla piana indo-gangetica e al Deccan:lungo queste vie sorsero castelli e centri mercantili.I suoi abitanti, i Rajput, sono un popolo di tradizioniguerriere e dalle misteriose origini: risultato,forse, di incroci fra gli antichi abitanti dell’India egruppi di invasori, come Sciti e Unni. L’aristocraziarajput dette vita per secoli a una ventina distati maharajali, ognuno dei quali aveva la suacorte raffinata e lussuosa in città come Ajmer,Jaipur, Jodhpur, Jaisalmer. Nella foto si vede unPadiglione d’estate, costruito nel XVIII secolo in stileindomusulmano da un maharaja di Jaipur, e oggiabbandonato. [John Mulroy/Alamy]5G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia 2011, Zanichelli editore SpAGandhi e Nehru. Gandhi (a destra) e Nehru (asinistra): il «padre dell’indipendenza» dell’India e ilsuo successore, primo ministro dall’indipendenza(1947) fino alla morte (1964).Sport d’importazione. Pur essendo un paesepovero, in campo sportivo l’India eccelle soloin alcuni giochi considerati aristocratici: tennis,cricket, hockey su prato, polo, golf. Furono gli inglesi a importare questi sport in India, ma con unaeccezione. Il gioco del polo (qui in una miniaturapersiana del XVI secolo) era praticato, già in tempiantichi, in Persia, e da qui passò all’India: furonogli indiani a insegnarlo agli inglesi.

Il Gange, dono di Brahma.Questo grandioso rilievo delVII secolo, su una parete diroccia lunga 27 metri e alta7, si trova a Mahaballipuram,presso Madras, nelTamil Nadu. Secondol’interpretazione più diffusa,rappresenta la discesa delGange dal cielo sulla Terra. Laleggenda vuole che il creatoreBrahma acconsentisse allepreghiere di un saggio asceta,inviando il Gange fra gliuomini per ridare vita allaterra assetata. Brahma poseperò la condizione che il dioShiva facesse scorrere il fiumetra i suoi capelli, per mitigaregli effetti devastanti dellacaduta delle sue acque. Nelrilievo di Mahaballipuram,lo scorrere verso il basso delfiume è rappresentato dallastretta fenditura nella roccia(la striscia verticale al centrodella foto) attorno alla qualesi accalcano in atteggiamentodi venerazione uomini eanimali. [Robert Preston/Alamy]È difficile stabilire a quando risalgano lecaste. Si sa che esistono da almeno duemilaanni. E si sa anche che in questo lungo periododi tempo ognuna delle quattro caste originarie si è venuta spezzettando in una moltitudine di raggruppamenti minori, che sono quelliche noi troviamo concretamente nell’India dioggi sotto il nome di jati (che vuol dire «nascita»). Ognuna delle jati presenta le stessecaratteristiche (chiusura, endogamia, specializzazione professionale, gerarchizzazioneecc.) che abbiamo già visto a proposito dellecaste. I nomi attuali delle jati sono in prevalenza di mestieri, ma anche di stirpi, di tribù,di sètte, di luoghi geografici. Essi variano dauna regione all’altra dell’India.La separazione tra le caste è nettissima. Inun villaggio, ogni casta abita un suo quartiere ed evita ogni contatto con le caste inferiori, in particolare con gli intoccabili. Perfinoil casuale contatto con un uomo di una castainferiore è una macchia che deve essere lavata con particolari riti. Nessun bramino mangerebbe mai del cibo che sia stato cotto da unmembro di una bassa casta. Gli intoccabilisono i soli a poter esercitare i mestieri più disprezzati perché impuri: cacciatori, pescatori,macellai, cuoiai, spazzini, becchini.A mantenere in vita il sistema delle castecontribuisce soprattutto l’induismo, e in particolare la dottrina della trasmigrazione delleIndù, induisti, indianiQuando si parla di induisti si vuole indicare l’appartenenza a una religione,l’induismo. Il termine indù (assai più diffuso in India, nella forma inglese hindu)sottolinea invece il vario insieme di credenze, culture, tradizioni e consuetudini sociali legate all’induismo. Ma poichél’induismo è una religione che permeadi sé la cultura, la vita quotidiana, l’intera vita sociale, i due termini tendonoa essere sinonimi. Tutt’altra cosa vuoldire invece indiani, parola che ha unaconnotazione essenzialmente geo

esso si estende per circa 3000 km e per 30 Geografi a fi sica e clima Storia, religione, società Popolazione, città, vita politica L’economia Altri stati del subcontinente indiano Il mondo indiano Geografi a fi sica e clima L’India dallo spazio. A sinistra la costa del Malabar, a

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