TESI DI LAUREA IN DIRITTO PENALE

2y ago
27 Views
2 Downloads
1.11 MB
164 Pages
Last View : 1m ago
Last Download : 3m ago
Upload by : Maleah Dent
Transcription

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA“TOR VERGATA” FACOLTÀ DIGIURISPRUDENZATESI DI LAUREA IN DIRITTO PENALECONFRONTO TRA IL CODICE PENALEE IL CODICE WADA NELL’OTTICA DIUN’ARMONIZZAZIONE DELLANORMATIVA ANTIDOPINGRELATORECHIAR.MO PROF.ROBERTO RAMPIONILAUREANDOANDREA NADALMATR. 0235508ANNO ACCADEMICO 2017 / 2018

“Alla mia famiglia”

CONFRONTO TRA IL CODICE PENALE E IL CODICEWADA NELL’OTTICA DI UN’ARMONIZZAZIONE DELLANORMATIVA ANTIDOPING1 ABSTRACT . 62 LA STORIA DEL DOPING E DELL’ANTIDOPING. 82.1 STORIA DEL DOPING . 82.2 STORIA DELL’ANTIDOPING . 163 ARTICOLO 586 BIS CODICE PENALE . 243.1 DEFINIZIONE DI DOPING . 243.2 BENE TUTELATO . 283.3 I SOGGETTI . 303.4 CONDOTTA ILLECITA . 333.5 ELEMENTO SOGGETTIVO . 403.6 IL CORREDO SANZIONATORIO . 423.7 RAPPORTOTRALECONDOTTEPREVISTEDALL’ARTICOLO 586 BIS C.P. E LE ALTREFATTISPECIE DEL CODICE PENALE . 483.8 IL SISTEMA ANTIDOPING NAZIONALE . 513.9 CENNI DI DIRITTO PENALE COMPARATO . 544 LA DISCIPLINA DEL DOPING NELL’ORDINAMENTOSPORTIVO . 59Pag. 3 a 164

4.1 QUADRONORMATIVO GENERALE E SUOSVILUPPO STORICO . 594.2 DEFINIZIONE DI DOPING . 634.3 ANALISI DELLE SINGOLE CONDOTTE PREVISTEDALL’ARTICOLO 2 CODICE WADA . 684.4 SOGGETTI DESTINATARI DELLA DISCIPILINAPREVISTA DAL CODICE WADA . 754.5 L’ELEMENTO SOGGETTIVO . 794.5.1 LA STRICT LIABILITY . 804.6 SANZIONI. 854.6.1 INVALIDAZIONE DEI RISULTATI SPORTIVI . 864.6.2 SQUALIFICA . 884.7 GLI ORGANI DI CONTROLLO E LE PROCEDURE DICONTROLLO . 925 LE DIFFERENZE TRA L’ARTICOLO 586 BIS CP ECODICE WADA. 1035.1 IMPUTABILITÀ NEI CONFRONTI DEI MINORI 1035.2 ELEMENTO SOGGETTIVO . 1095.3 LIMITI TERRITORIALI . 1125.4 LE DIVERSE CONDOTTE . 1175.4.1 ILRICORSO A SOSTANZE O PRATICHEVIETATE . 1195.4.2 CONFIGURABILITÀ DEL TENTATIVO . 1215.4.3 ELUSIONE DEI CONTROLLI . 124Pag. 4 a 164

5.4.4 MANCATA REPERIBILITÀ . 1265.4.5 MANOMISSIONE . 1275.4.6 ASSOCIAZIONE . 1296 CASI GIURIDICI. 1316.1 CASO VALVERDE . 1316.2 CASO SCHWAZER . 1387 CONCLUSIONI . 149BIBLIOGRAFIA . 154SOGGETTI INTERVISTATI . 159Pag. 5 a 164

1. ABSTRACT“Il doping è un problema etico:è come convincere tutti a pagare le tassequando non le paga nessuno.”Cit. Marco PantaniLa tesi di laurea non deve essere vista solo come l’ultima incombenzaprima di chiudere l’esperienza accademica per intraprendere un nuovocammino, ma deve essere intesa come una possibilità per lo studente diapprofondire quanto trattato durante il suo percorso di studi, lasciandogli lapossibilità di seguire le sue passioni e le sue inclinazioni nella sceltadell’argomento da trattare. In accordo con questa chiave di lettura perl’argomento della tesi ho scelto di fondere il mio percorso giuridico con lamia passione per il mondo sportivo ed ho individuato come temad’approfondimento la disciplina antidoping nazionale ed internazionale.Dopo un breve inquadramento storico della lotta al doping, misoffermerò sull’analisi distinta della disciplina penale italiana e del CodiceWADA. Lo studio delle fonti normative non può essere eseguito in modocompleto senza prima approfondire il percorso fatto per giungere all’attualeordinamento, perché solo attraverso uno sguardo al passato possiamo capirequale era l’intento del legislatore, ma soprattutto quella che è la linea guidada seguire per le future riforme normative. Il codice penale italiano e ilCodice WADA sono le due pietre miliari su cui si fonda il sistema antidopingnazionale ed internazionale, motivo per cui saranno esaminati le condottesanzionate e le relative pene previste. Nella scelta della fonte normativasportiva di riferimento ho preso in esame il codice internazionale e non leNorme Sportive Antidoping (NSA) del CONI, poiché ritengo che il contrastoal doping debba essere eseguito a livello internazionale al fine di garantire ilmassimo coordinamento tra le varie agenzie nazionali.Pag. 6 a 164

Dopo aver analizzato in modo disgiunto le due fonti normative,compirò un’analisi comparatistica tra i due ordinamenti mettendo in evidenzai punti di contatto, ma soprattutto le loro divergenze. Proprio quest’ultimesono piccole brecce del sistema nazionale ed internazionale antidoping chepurtroppo, nel tempo, hanno creato un effetto “butterfly” che ha permesso ildilagare di questo fenomeno. Per queste ragioni ho scelto di analizzare duecasi giuridici, “Valverde” e “Schwazer”, con l’intento di mettere in luce le“zone grigie” ed i loro effetti distorsivi sul sistema di contrasto al doping.Nello specifico il caso “Valverde” mi permetterà di evidenziare leproblematiche derivanti da una disciplina antidoping non sempre uniforme alivello internazionale, mentre il caso “Schwazer” metterà in luce le numeroseproblematiche derivanti dall’applicazione al medesimo caso giuridico dellanormativa penale e del Codice WADA.Concluderò il mio lavoro evidenziando quali sono state le linee guidaseguite in materia di lotta al doping, ma soprattutto individuerò quelli che, amio parare, devono essere i punti di maggior interesse su cui il legislatoredeve intervenire per proseguire il processo di armonizzazione tra lanormativa penale e sportiva, al fine di rendere più efficace ed efficientel’attuale sistema antidoping. Per queste ragioni ho scelto di scrivere quellache potrebbe essere una proposta di riforma della materia penale peravvicinarla alla normativa sportiva, e quindi superare questa discrasia tra ledue fonti.Pag. 7 a 164

2LASTORIADELDOPINGEDELL’ANTIDOPING2.1STORIA DEL DOPINGIl termine “doping” è un evidente prestito linguistico dalla lingua inglese “todope”, ovvero drogaggio, tuttavia la sua origine etimologica è molto dibattuta tantoda esserci diverse chiavi interpretative. La dottrina maggioritaria vede comeantenato del termine in questione la parola “doop”, utilizzato per indicare unabevanda stimolante largamente diffusa tra i marinai olandesi di inizio ‘800. Questabevanda, la cui ricetta è andata persa, serviva a rendere l’equipaggio più coraggiosoe forte nei momenti di pericolo durante le traversate oceaniche svolte dai velieridell’epoca. Una tesi minoritaria identifica l’origine del termine “doping” dallaparola “dop”, utilizzata dagli indigeni africani della tribù Kafir per indicare unabevanda alcolica e stimolante, consumata durante danze cerimoniali sciamaniche eriti religiosi propri della cultura africana.Alla fine dell’800 con il termine “doping” si indicava una mistura di oppioe narcotici utilizzata per alterare le capacità fisica dei cavalli ampiamente diffusa inInghilterra. Infatti solo all’inizio del’900 il verbo “to dope” (sostantivato “doping”)è stato utilizzato in maniera universale con il significato semantico attuale, ovverola pratica o l’uso di sostanze atte a modificare il normale rendimento psico-fisicoumano, finalizzati al miglioramento della prestazione agonistica.La storia del doping ha origini antichissime, tanto quanto il desiderio umanodi primeggiare di fronte agli avversari sportivi o ai nemici militari.Le prime testimonianze dell’utilizzo di sostanze risalgono alle Olimpiadi del776 a. C. nell’antica Grecia, quando era frequente l’utilizzo di primitive pozioni abase di erba e funghi per alterare le proprie capacità fisiche. Già gli antichi grecivietarono l’utilizzo di queste sostanze, infatti se un atleta veniva trovato in possessodi semi di sesamo, all’epoca ritenuti dopanti, veniva immediatamente escluso daogni competizione e giustiziato per aver violato i doveri di lealtà e correttezza cuiPag. 8 a 164

doveva essere improntata ogni competizione sportiva. Lo scrittore romano Galeno1in numerosi suoi scritti documenta l’utilizzo di sostanze dopanti da parte degli atletie dei gladiatori. Infatti, anche tra gli antichi romani vi erano tentativi artigianali dimodificare le capacità fisiche degli atleti, in particolare, i lottatori assumevanogrande quantità di carne cruda, al fine di acquisire le qualità sovrannaturalidell’animale di cui si nutrivano, e bevevano una miscela composta dal sudore deivincitori degli scontri precedenti e la sabbia del campo da gioco bagnata dal sanguedei vinti. La storia ci fornisce altri esempi dalle civiltà e dalle culture più varie,come ad esempio gli Aztechi, che mangiavano il cuore della vittima sacrificale peracquisire le sue forze, così come nella Cina imperiale venivano consumati estrattidi edera contenenti efedrina2 o nelle civiltà nordiche si faceva uso di bevande a basedi amanita falloide3. Questi esempi storici celano un tentativo, primordiale esemplicistico, di migliorare artificialmente le proprie capacità psico-fisiche pur diprimeggiare sugli avversari ed essere divinizzati al pari dei grandi eroi.Nel 1896 la passione del barone de Coubertin4 per lo sport gli permise di farrivivere il mito delle Olimpiadi, che l’imperatore Teodosio aveva sospeso nel 393d. C., tuttavia la natura “romantica” dello sport, intesa come sfida cavalleresca traatleti, lasciò ben presto posto ad una concezione di sport inteso come fonte possibiledi enormi profitti e di grande prestigio sociale sia per gli atleti che per i relativisponsor.La nascita delle Olimpiadi moderne e il rilancio delle competizioni sportivestimolarono la ripresa delle pratiche dopanti, infatti già agli inizi del ‘900 si diffuse,prima in Francia e poi nel resto del mondo, l’utilizzo del vin Mariani, una mistura1Galeno di Pergamo (Pergamo, 129 – Roma, 201 circa) è stato un medico greco antico,famoso per i suoi scritti in materia farmaceutica.2L’efedrina è un alcaloide presente nelle piante di Ephedra con struttura chimica ed effettisimili alle anfetamine. L’efedrina rientra nella famiglia delle sostanze eccitanti, tuttavia un suoabuso può causare ictus o ischemia cerebrale.3L’amanita falloide (Amanita phalloides) è un fungo basidiomicete della famigliadelle Amanitaceae con effetti mortali in caso di assunzione.4 Pierre de Frédy, barone di Coubertin, chiamato Pierre de Coubertin (Parigi, 1ºgennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937), è stato un pedagogista e storico francese, conosciutocome il fondatore dei moderni Giochi olimpici.Pag. 9 a 164

stimolante a base di vino5 e foglie di coca6 in grado di ridurre la percezione dellafatica. Lo sviluppo delle conoscenze mediche favorì l’utilizzo e l’estensione delricorso a sostanze dopanti, infatti a cavallo tra l’800 ed il ‘900 ci fu un incrementoesponenziale dell’utilizzo di sostanze farmacologiche come etere7, stricnina8 ococaina.L’abuso di queste sostanze da parte del mondo dello sport portòimmediatamente ai primi decessi. Uno dei casi più eclatanti è quello di ArthurLinton,9 considerato da molti la prima vittima ufficiale del doping, nel 1896, dopoaver fatto un eccesivo uso di etere e cocaina, vinse la Parigi-Roubaix, ma morì dioverdose qualche mese dopo il successo nella prestigiosa classica.Nel 1904 l’americano Thomas Hicks10 fu protagonista del primo caso didoping in diretta mondiale, infatti durante la maratona olimpica di St. Louis, accusòun malore a causa del preventivo uso di stricnina e il suo allenatore, per farloriprendere da due svenimenti, gli iniettò due ulteriori dosi di stricnina e gli feceassumere del brandy.Nel 1936, durante le olimpiadi di Berlino furono numerosi i casi comprovatidi uso di sostanze dopanti, quali efedrina e stricnina, a dimostrazione di come ormail’utilizzo di sostanze dopanti fosse diffuso a livello mondiale, pur essendovi giàstati i primi casi di morte a causa di un loro smodato utilizzo.Le due guerre mondiali favorirono lo sviluppo delle anfetamine,11 infattidurante questo periodo storico furono studiati i loro effetti sull’organismo umano.5Le sostanze alcoliche possono apparire come uno stimolante a causa della precocedisinibizione dovuta alla soppressione dei meccanismi di controllo inibitori. In realtà, diminuiscesignificativamente il rendimento sportivo in quanto deprime il sistema nervoso centrale.6 La cocaina veniva considerata una sostanza stimolante, tuttavia le ricerche medichemoderne hanno dimostrato come la sua assunzione liberi catecolamine, che aumentanola glicogenolisi e la produzione di lattato con conseguente affaticamento precoce.7 L’etere è un composto chimico utilizzato per diminuire la percezione del dolore. Inpassato era facilmente reperibile nel libero mercato perché utilizzato come anestetico, poi sostituitodal cloroformio8 La stricnina è comunemente conosciuta come veleno per topi, tuttavia veniva utilizzata inambito sportivo perché in grado di accrescere la sensibilità neuromuscolare.9 Arthur Vincent Linton (Seavigton St Michael, 28 November 1868 – Aberaman, 23 July1896) è stato un ciclista gallese morto a causa dell’assunzione di stricnina.10 Thomas Hicks (Birmingham, 6 maggio 1872 – Winnipeg, 2 dicembre 1963) è stato unmaratoneta statunitense, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Saint Louis 1904.11 L’anfetamina è una sostanza in grado di stimolare il sistema nervoso centrale riducendola percezione del dolore e della fatica. La ricerca medica ha evidenziato i gravi danni cardiovascolarie celebrali connessi all’uso di una di queste droghe.Pag. 10 a 164

Prima delle grandi battaglie ai militari di tutte le nazioni venivano fornite sostanzealcoliche (il cordiale per l’esercito italiano) o droghe in grado di alterare lapercezione della paura. La sostanza maggiormente utilizzata dalle truppe era lasimpamina12, in particolare, i piloti della Lutwaffe furono tra i principali assuntoridi questa nuova droga, poiché era in grado di migliorare le capacità di volo.Nel secondo dopoguerra, proprio l’uso di queste nuove sostanze introdottedurante i conflitti mondiali, fu esteso all’ambito sportivo, con una conseguentecrescita esponenziale delle morti dovute ad un loro abuso, soprattutto perchéall’epoca non vi era una completa conoscenza dei loro effetti collaterali. Talisostanze avevano l’effetto di non far avvertire la stanchezza e il dolore, permettendoall’atleta di superare la soglia naturale della fatica e del dolore in modo tale damassimizzare i risultati sportivi.Le anfetamine furono la principale forma di doping degli anni 50 comeevidenziato dalle morti di numerosi atleti: Alfredo Falzini, ciclista deceduto nel1949 alla conclusione della corsa Milano-Rapallo; Knud Jensen13, ciclista mortodurante le olimpiadi di Roma del 1960; Tom Simpson14, anch’egli ciclista, decedutodurante l’ascesa del Mont Ventoux del Tour de France del 1967; Louis Quadri,15calciatore morto per overdose nel 1968.A cavallo tra gli anni ’50 e ’60 la ricerca biochimica e farmacologica scoprìgli anabolizzanti rivoluzionando il mondo del doping. Queste nuove sostanzepermisero di spostare l’assunzione della sostanza in un periodo antecedente lacompetizione, permettendo agli atleti di presentarsi “puliti” al momento della gara.Nello stesso periodo ci fu una notevole riduzione dell’uso delle anfetamine dovutonon ad una lotta efficace al doping, ma ad una mera valutazione dei costi/beneficiderivanti dall’utilizzo di queste sostanze, infatti proprio in questo periodo furonodimostrati gli effetti collaterali legati ad un abuso di doping.12La simpamina rientra nella famiglia delle anfetamine ed è in grado di stimolare il sistemanervoso centrale. Nel dopoguerra fu facilmente reperibile nel libero mercato perché veniva prescrittacome sostanza dimagrante.13Knud Enemark Jensen (Århus, 30 novembre 1936– Roma, 26 agosto 1960) è statoun ciclista su strada danese, deceduto a causa di un malore occorsogli durante la 100 km a squadreolimpica dei Giochi della XVII Olimpiade di Roma.14Thomas "Tom" Simpson (Haswell, 30 novembre 1937 – Mont Ventoux, 13 luglio 1967)è stato un ciclista su strada e pistarda britannico.15Louis Quadri è stato un calciatore francese deceduto nel 1968 per overdose di anfetamineassunte per migliorare le proprie prestazioni sportive.Pag. 11 a 164

La guerra fredda aprì una nuova stagione del doping, infatti si passò da unconcetto di doping individuale al doping di stato, dove erano le federazioninazionali a far pressione sugli atleti affinché quest’ultimi assumessero sostanzeillecite. Inoltre, le stesse federazioni, per garantire l’impunità degli atleti, facevanoesaminare i campioni dei propri atleti da parte di laboratori compiacenti, come peresempio il laboratorio di Kreischa per la DDR. Il doping di stato deve essere lettonel contesto storico della guerra fredda, motivo per cui i risultati sportivi venivanoutilizzati per esaltare un modello politico rispetto a quello politicamentecontrapposto. L’esempio più emblematico di questa fase storica è sicuramentel’U.R.S.S. dove giovanissimi atleti promettenti venivano sottoposti ad ingentisovradosaggi di ormoni, al fine di creare schiere di campioni pressoché imbattibili.Il caso più clamoroso è quello di Heidi Krieger16, ex detentrice del lancio del peso,divenuta uomo per l’abuso di anabolizzanti, infatti l’inchiesta rilevò un assunzionemedia giornaliera di circa 3000 milligrammi di ormoni. Il grande utilizzo di dopingdurante la guerra fredda è evidente anche dall’analisi di numerosi record mondialistabiliti all’epoca e non ancora migliorati: il record sugli 800 metri femminili siglatodalla cecoslovacca Jarmila Kratochvilovà17 nel 1983; il record del lancio del discomaschile siglato da Jurgen Schult18 nel 1986; il record sui 100 metri femminiliottenuto da Florence Griffith-Joyner19 nel 1988.Dopo le olimpiadi invernali di Sochi (2014) emerse un nuovo caso di dopingdi stato da parte della Russia, infatti la testimonianza del dottor GrigoryRodchenkov20 e il rapporto McLaren21 evidenziarono come la federazione russafosse in grado di alterare i risultati delle analisi antidoping eseguiti dal laboratori diMosca. Le investigazioni dimostrarono come dal 2011 al 2015 circa mille atletirussi abbiano beneficiato di questo sistema potendo utilizzare impunemente16Andreas Krieger, nato come Heidi Krieger (Berlino, 20 luglio 1966), è un ex pesista ediscobola tedesca (DDR).17Jarmila Kratochvílová (Golčův Jeníkov, 26 gennaio 1951) è un'ex mezzofondista evelocista cecoslovacca.18Jürgen Schult (Amt Neuhaus, 11 maggio 1960) è un ex discobolo tedesco (DDR).19Florence Delorez Griffith-Joyner (Los Angeles, 21 dicembre 1959 – Mission Viejo, 21settembre 1998) è stata una velocista statunitense.20Dottor Grigory Rodchenkov (Mosca, 24 ottobre 1958) direttore del laboratorio antidopingrusso durante il periodo delle manipolazioni dei risultati.21La com

Il codice penale italiano e il Codice WADA sono le due pietre miliari su cui si fonda il sistema antidoping nazionale ed internazionale, motivo per cui saranno esaminati le condotte sanzionate e le relative pene previste. Nella scelta della fonte normativa sportiva di riferimento ho preso in

Related Documents:

Diritto e giustizia L'equità Classificazione 1.5.1 I criteri 1.5.2 Diritto positivo e diritto naturale 1.5.3 Diritto pubblico e diritto privato Fonti Classificazione L'ordine gerarchico delle fonti 2.2.1 Concetto 2.2.2 il rapporto odierno tra le diverse fonti La Costituzione La Costituzione e il diritto privato Diritto comunitario 2.5.1 2.5.2

2. Corso di laurea in Scienze giuridiche (31) 9 3. Laurea specialistica in . - Filosofia del diritto 34 - Istituzione di filosofia del diritto 36 - Istituzioni di diritto privato 36 - Istituzioni di diritto pubblico 41 - Istituzioni di diritto romano 46 . spagnolo tenuto presso la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza. .

diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto comunitario ed internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento giudiziario e penitenziario. Per la valutazione di ciascuna prova scritta, ogni compone

Corso di Laurea in Fisica Tesi di Laurea Triennale Abrikosov lattice states in type-II superconductors within the Ginzburg-Landau theory (a mathematical approach) Candidato: Alessandro Proserpio Matricola 916752 Rela

1 DIRITTO PRIVATO Appunti liberamente tratti dal testo di Diritto Privato di Francesco Galgano I: Il diritto privato-Il diritto-Il termine diritto identifica un sistema di regole finalizzato alla composizione dei conflitti di interesse che sorgono tra soggetti; queste regole sono correlate fra loro poiché concorrono insieme ad assolvere una

Diritto civile e commerciale / Francesco Galgano. - Padova : CEDAM 7 DIRITTO 26-2 Diritto civile / Alfredo Galasso, Giuseppa Palmeri ; con eBook ipertestuale. - Bologna : Zanichelli, 2013 2 DIRITTO 28-1 Diritto privato / Francesco Galgano. - 6. ed. - Padova : CEDAM, 1990 1 DIRITTO 28-2

1. Diritto e norma giuridica 3 2. L'ordinamento giuridico 7 Capitolo II - Diritto privato e diritto pubblico 1. Il criterio distintivo 11 2. Derogabilità e inderogabilità della norma di diritto privato 13 Capitolo III - Le fonti del diritto privato 1. In generale 19 2. Le fonti di cognizione 19 3. La Carta costituzionale e le leggi .

Mario Libertini, Diritto della concorrenza dell'Unione europea, Milano, Giuffrè, 2014 343.4504 DIRITTO TRIBUTARIO IN ITALIA Raffaello Lupi, Compendio di diritto tributario, Roma, Dike giuridica, 2017 343.450721 DIRITTO IN MATERIA MILITARE, DIRITTO TRIBUTARIO, DIRITTO IN MATER