Direzione Infrastrutture Di Trasporto

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Direzione Infrastrutture di TrasportoLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLAMOBILITÀ(settembre 2003)UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVADIPARTIMENTO DI COSTRUZIONI ETRASPORTI35131 PADOVA (Italy) - Via Marzolo, 9A cura di:Luca DELLA LUCIARiccardo ROSSI

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀINDICEPARTE I – ASPETTI GENERALI E DEFINIZIONI . 21Generalità . 22Obiettivi del PUM e misure di efficacia . 42.1Finalità ed obiettivi generali . 72.2Le informazioni . 83Aspetti normativi . 94Gli ambiti di applicazione previsti dalla normativa nazionale . 105Gli ambiti della Regione Veneto . 106Integrazione e coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione . 11PARTE II – LINEE GUIDA REGIONALI PER LA REDAZIONE DEI PUM . 131Generalità . 132Finalità del PUM . 143Gli ambiti di applicazione. 144Analisi delle criticità del sistema di trasporto attuale. 165Strategie di intervento, indicatori di obiettivo e valori attuali . 176Obiettivi di qualità oltre che obiettivi di quantità . 187Coordinamento con altri strumenti di pianificazione . 188Gli scenari di riferimento e scenari di progetto . 199Conseguimento degli obiettivi del PUM . 1910 Effetti complessivi, valutazioni economiche ed ambientali . 1911 Metodologia, modelli utilizzati. . 2012 Procedura di adozione del piano . 20Appendice A – “Best practices”Appendice B – L’esperienza dei PDU (Plans des Déplacements Urbains)francesiAppendice C – Il coordinamento tra urbanistica e trasporti: spuntidall’esperienza svizzeraAppendice D – La procedura per il finanziamento nelle bozze ministerialisettembre 2003pag. 1

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀPARTE I – ASPETTI GENERALI E DEFINIZIONI1GeneralitàLa normativa nazionale sui temi della programmazione dei trasporti haintrodotto un nuovo strumento identificato come Piano Urbano della Mobilità.Si tratta di uno strumento caratterizzato da un riferimento temporale di mediolungo periodo e da un riferimento spaziale concernente le realtà urbane piùimportanti (comuni o gruppi di comuni con popolazione superiore ai 100.000abitanti).In accordo con quanto stabilito dall’articolo di legge istitutivo1 la definizione diPiano Urbano della Mobilità data dal Piano Generale dei Trasporti e della logisticanazionale (PGT), configura tale strumento come “progetto di sistema” fondato suun insieme di investimenti e di innovazioni organizzative-gestionali da attuarsi perfasi in un definito arco temporale (nell’ordine della decina d’anni), in grado dimettere le Amministrazioni Locali in condizione di gestire più efficacemente i temidella mobilità.Tale strumento costituisce, negli intenti del PGT, la risposta “normativa” aiproblemi di mobilità tipici delle aree densamente urbanizzate caratterizzate da unelevato numero di spostamenti cui è associata, generalmente, una ridotta velocitàcommerciale media. Allo scopo, come viene sottolineato, occorre mettere in attoun processo di pianificazione integrato tra l'assetto del territorio ed il sistema deitrasporti.Il PUM è identificato, pertanto, come nuovo strumento per la pianificazionedella mobilità nel medio-lungo periodo, con un ruolo di complementarietà con il1L’ articolo 22 della legge n. 340 del 2000 ("Disposizioni per la delegificazione di norme e perla semplificazione di procedimenti amministrativi – Legge di semplificazione 1999") al comma 1recita quanto segue:“Al fine di soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, assicurarel’abbattimento dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, la riduzione deiconsumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto e della circolazionestradale, la minimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e lamoderazione del traffico, l’incremento della capacità di trasporto, l’aumento dellapercentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di carpooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane,sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi come progetti del sistemadella mobilità comprendenti l’insieme organico degli interventi sulle infrastrutture ditrasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie, sulparco veicoli, sul governo della domanda di trasporto attraverso la struttura deimobility manager, i sistemi di controllo e regolazione del traffico, l’informazioneall’utenza, la logistica e le tecnologie destinate alla riorganizzazione delladistribuzione delle merci nelle città.”Settembre 2003pag. 2

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀPUT (Piano Urbano del traffico) il quale fa riferimento al breve periodo coninterventi di tipo organizzativo piuttosto che infrastrutturale.Il PUM si presenta come strumento integrato con:gli altri strumenti di programmazione settoriale: il PUT (strumento digestione settoriale di breve periodo) il PRIT (regionale), Piani di Bacino(provinciali);gli strumenti di programmazione urbanistica (PRG, PTP, PRUSST, Pianid’area, )Dagli attuali riferimenti normativi (ancora incompleti per l’attesa emanazionedello specifico regolamento previsto dalla legge 340/2000) si evince che lostrumento del PUM è stato concepito per la necessità di razionalizzare l’assettodecisionale i cui limiti attuali sono in prima istanza riconducibili alla difficoltà digovernare il sistema attraverso i soli strumenti di pianificazione e programmazioneurbanistica, nonché alla scarsa efficacia degli approcci monotematici evidenziatidall’esperienza di applicazione delle leggi speciali di finanziamento (122/89parcheggi, 211/92-tram e metro, 66/98 piste ciclabili, ). Il PUM viene, sottoquesto aspetto, identificato quale modalità operativa per la richiesta dicofinanziamento per progetti complessi che devono avere la caratteristica diessere legati ad una sequenza di obiettivi (obiettivi di mobilità e generali stabilitidagli enti di governo alla scala regionale, nazionale, europea).Si vuole accentuare l’importanza di un approccio di tipo strategicointroducendo il principio del finanziamento per obiettivi piuttosto che per progetti.L’elaborazione del PUM dovrà favorire l’Identificazione delle criticità delsistema con riferimento ad una serie di obiettivi dichiarati e l’effettuazione dellavalutazione delle soluzioni mediante interventi per i quali si prevedeesplicitamente la misurazione degli effetti.In una situazione in cui il percorso decisionale si fa sempre più complesso,per la necessità di integrare l’azione e l’interesse di più soggetti, è opportuno cheil Piano si faccia carico, oltre che della rappresentazione del progetto, anche dellarappresentazione dell’assetto delle decisioni e del contenuto informativonecessario.Pertanto il Piano dovrà preoccuparsi di rappresentare oltre che i progettianche le due dimensioni degli attori e degli obiettivi.Secondo queste premesse il PUM dovrà possedere tre requisiti fondamentali:1. Elaborare e presentare uno scenario di riferimento integrato a livellocomunale o sovracomunale delle politiche della mobilità;2. Identificare gruppi di azioni (progetti ed interventi) sui quali fare convergererisorse di diversa provenienza (interventi con forme di cofinanziamento);3. Prevedere e monitorare gli effetti degli interventi.Settembre 2003pag. 3

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀLa bozza di regolamento ministeriale2 stabilisce che il procedimento diformazione e di approvazione dei PUM è di competenza delle Regioni; nellostesso documento si fa riferimento alla necessità di costituire un fondo stataleriservato al cofinanziamento di elaborazione del PUM, che si aggiunge a quelloper il cofinanziamento della realizzazione dei PUM stessi. Vengono inoltreidentificati il procedimento di formazione ed approvazione del PUM, i requisitiminimi dei relativi contenuti, i criteri di priorità nell’assegnazione delle risorse, lemodalità di erogazione del finanziamento statale, di controllo dei risultati e lerelative procedure3.2Obiettivi del PUM e misure di efficaciaLo scopo principale delle linee guida regionali per la realizzazione dei PUMriguarda la definizione degli elementi minimi necessari alla costruzione di unapproccio strategico alla programmazione degli interventi nel campo del trasportodi merci e di persone.L’esperienza dimostra la necessità di spostare l’attenzione dai progetti agliobiettivi. Troppe volte il progetto di intervento tecnico si identifica quale obiettivoprimario dell’azione tecnica e politica. Le attività per l’acquisizione delfinanziamento (redazione del progetto e definizione degli accordi) assorbe lamaggior parte delle risorse dedicate ad ogni iniziativa.Il progetto di intervento non è pertanto concepito come strumento perperseguire il miglioramento di certi aspetti e di un certo assetto del sistema(assetto definito negli strumenti di programmazione), ma costituisce per se stessol’obiettivo da raggiungere. Questo succede per la difficoltà di rendere organiche ecoordinate le programmazioni dei diversi soggetti competenti, insieme al costanteriferimento alla necessità di agire con urgenza. Ogni intervento rimane così autoreferenziato e la correlazione agli obiettivi generali di funzionamento del sistemapassa in secondo piano o viene data per scontata.L’isolamento del singolo progetto appare a volte come un vantaggio disemplificazione delle procedure, soprattutto quando si opera in condizioni diurgenza o emergenza. Tuttavia la carenza di riferimenti concreti alla strategiagenerale (obiettivi di livello superiore ed indicatori di stato del sistema) è spesso lacausa della difficoltà di costituire la necessaria convergenza di interessi e diconsenso da parte dei diversi attori coinvolti. Infatti al singolo intervento tecnicorestano associati numerosi motivi di conflittualità che sarebbero sensibilmente2Una bozza di regolamento è rintracciabile nel documento “Regolamento per ilcofinanziamento statale dei Piani Urbani della Mobilità (PUM). Prime indicazioni”, aprile2003.3Non siamo in grado di prevedere quale sarà l’effettivo ruolo combinato di stato e regioni perla costruzione e finanziamento dei PUM. Allo stato attuale il dibattito tecnico-politico sembra averprodotto uno stallo fra le posizioni di chi sostiene la necessità di una guida centrale alle iniziative ela posizione di chi sostiene la necessità di attuare il principio della delega pressoché totale alleregioni.Settembre 2003pag. 4

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀridotti attuando preventivamente una condivisione degli obiettivi di livellosuperiore.Per spiegare gli effetti di una eccessiva semplificazione del percorsodecisionale facciamo riferimento ai due schemi di fig. 1.Il primo schema (fig 1.a) corrisponde alla rappresentazione di una strategianella quale sono identificati quattro livelli strettamente correlati che comprendono:1.Finalità generali (es. il miglioramento della qualità ambientale, lapromozione dello sviluppo, migliorare il trasporto pubblico, aumentarel’efficienza, la sicurezza );2.Obiettivi specifici (es. la riduzione degli incidenti stradali checoinvolgono pedoni, la riduzione delle giornate di superamento delleconcentrazioni di inquinanti, l’aumento della regolarità delle corse delservizio di trasporto, ). Si tratta di obiettivi caratterizzati dallacorrelabilità a precisi indicatori e quindi di tipo “misurabile”.3.I progetti di intervento, cioè le azioni proposte (es. realizzazione diopere, riassetto tariffario, altri interventi)4.Serie di indicatori (es. numero di incidenti, concentrazione di inquinanti,numero di passeggeri trasportati, introiti tariffari )Il secondo schema (fig. 1.b) identifica una strategia semplificata a due livellidove sono rappresentate le finalità/obiettivi generali e la serie di azioni (oprogetti) proposte dal piano. Corrispondono a questo approccio semplificato molteiniziative che partono dal presupposto della necessità di potenziamento delsistema infrastrutturale e dove la realizzazione di interventi di tipo infrastrutturalecostituisce l’obiettivo operativo.Le attività per la gestione di una strategia a quattro livelli sono sicuramente piùcomplesse e richiedono la predisposizione di specifiche risorse. Tuttavia ivantaggi sono considerevoli e riguardano principalmente:- Una maggiore efficacia del dibattito tecnico-politico, per la possibileseparazione del momento politico (identificazione degli obiettivi) dalmomento tecnico (identificazione delle soluzioni);- Una maggiore conoscenza dei fenomeni e decisioni più informate;- La crescita di una competenza sui problemi oltre che sui progetti;- Una minore conflittualità delle decisioni, per una possibilecondivisione degli obiettivi rispetto alle soluzioni prospettate.Una strategia orientata alla semplificazione delle procedure che non precisa ilsistema degli obiettivi specifici e degli indicatori di efficacia è finalizzata a rendererapida l’attuabilità gli interventi ed a ridurre i tempi di elaborazione dei documenti.Il vantaggio di questo approccio “semplificato”, alla luce dei risultati osservabili sudiverse iniziative condotte nel periodo passato o recente appare piuttosto illusorio.E’ frequente riscontrare che un progetto in avanzata fase di elaborazione vengamesso in discussione, con la necessità di costosissimi interventi di aggiornamentoSettembre 2003pag. 5

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀed integrazione, a causa di carenze (tecniche o politiche) di informazione e/o dicomunicazione.Uno degli elementi caratterizzanti l’approccio strategico alla pianificazione deitrasporti è costituito dal carattere normativo della stessa: in sostanza nonvengono solo identificati gli obiettivi (aspetto politico) ma vengono anche dettatele modalità (aspetto normativo) per il perseguimento degli stessi. In tal senso èutile operare una classificazione degli obiettivi: in generale essi derivano dasuccessive specificazioni di valori e finalità: i valori rappresentano i punti diriferimento a carattere etico che riflettono alcune aspirazioni dell’uomo; la lorospecificazione in forma atta ad essere perseguiti con azioni umane èrappresentata dalle finalità. La specificazione operativa delle finalità in relazionead un determinato contesto spazio-temporale porta all’identificazione degliobiettivi. In questo contesto gli obiettivi hanno la caratteristica di essere associabilia degli indicatori misurabili.(b)(a)Fig. 1 – Pianificazione per obiettivi (a) o per progetti (b).Un esempio esplicito del processo descritto riferito ad un ambito urbano èmostrato in fig. 2.Settembre 2003pag. 6

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀFig. 2 – Esempio di rappresentazione della strategia per un piano della mobilità in ambito urbano.2.1Finalità ed obiettivi generaliLe linee guida nazionali e regionali forniscono le indicazioni circa gli obiettivigenerali (finalità) del Piano. Nella bozza di regolamento di cui si è detto sonosuggeriti alcuni di essi; è evidente il richiamo ai temi dell’accessibilità, del rispettodell’ambiente e della sicurezza in coerenza con le attuali tendenze delle politichenazionali e comunitarie. In sostanza gli obiettivi da perseguire con il Pianopotranno essere ricondotti ai seguenti gruppi:1. favorire l’approccio strategico alle decisioni (finanziamento per obiettivi e nonper progetti)2. soddisfare i bisogni di mobilità della popolazione (obiettivo ovvio?);3. abbattere i livelli di inquinamento acustico ed atmosferico;4. ridurre i consumi energetici;5. aumentare i livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale;6. minimizzare l’uso individuale dell’automobile privata;7. incrementare la capacità di trasporto (obiettivo ovvio?);8. aumentare la percentuale di cittadini trasportati con mezzi alternativi all’autoprivata (anche con carpooling e car-sharing);9. ridurre i fenomeni di congestione nelle aree urbane;Settembre 2003pag. 7

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀ10. internalizzazione dei costi esterni del trasporto (cioè far percepire il costodelle esternalità);11. sviluppare gli strumenti per effettuare un bilancio del costo della mobilitànelle diverse componenti (investimenti, manutenzioni, consumi, ecc.);12. attuazione di strumenti per la valutazione/verifica degli impatti delle politicheurbanistiche.Altri obiettivi generali possono essere dedotti dalla conoscenza della realtàterritoriale locale e delle situazioni problematiche ad essa associate:- identificazione e messa in sicurezza dei punti neri della rete stradale ed inparticolare negli attraversamenti dei siti sensibili (attraversamenti abitati eluoghi centrali dei quartieri);- gestione del traffico pesante (attraversamenti);- migliorare le condizioni per gli spostamenti delle componenti “deboli”(spostamenti a piedi, bicicletta, persone a ridotta capacità motoria);- migliorare l’offerta di trasporto collettivo verso i comuni di cintura e per ilraccordo dei luoghi centrali dei quartieri;- favorire l’addensamento urbanistico sugli assi serviti dal TPL erazionalizzare gli accessi sulla rete stradale (coordinamento con lepolitiche urbanistiche).2.2Le informazioniL’identificazione degli obiettivi propriamente detti, nonché delle misure diintervento su cui misurare l’efficacia delle decisioni mediante indicatori significativiopportunamente costruiti, costituisce uno degli elementi centrali dell’attività delPUM.Si tratta di un’attività piuttosto complessa che deve essere accompagnata daun adeguato livello di informazione (strumenti informativi).Le linee guida regionali potranno individuare una serie di indicatori da adottarenell’ambito del Piano quali strumenti per la caratterizzazione dello stato attuale delsistema e come misura dell’efficacia degli interventi programmati sia in faseprevisionale che di verifica. Tali grandezze richiedono elementi di conoscenza chepotranno essere dedotti da un sistema informativo appropriato che il Piano dovràprevedere quale strumento centrale sia della fase di analisi e valutazione dellediverse situazioni problematiche, sia dell’attività di monitoraggio che deveaccompagnare le diverse fasi di sviluppo del piano.In fase di formazione del PUM, sarà opportuno individuare (per quantopossibile) realtà nazionali od internazionali simili a quelle dell’ambito territoriale diinteresse cui riferirsi in un’analisi di tipo “benchmarking” in relazione ai valori degliindicatori da assumere come riferimento.Settembre 2003pag. 8

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀ3Aspetti normativiL’articolo istitutivo della legge 340/2000 al comma 4 prevede la redazione diun regolamento nazionale in cui devono essere definiti l’elenco delleautorizzazioni legislative di spesa di cui al comma 1, il procedimento diformazione e di approvazione dei PUM, i requisiti minimi dei relativi contenuti, icriteri di priorità nell’assegnazione delle somme, nonché le modalità di erogazionedel finanziamento statale, di controllo dei risultati e delle relative procedure.Attualmente è in fase di definizione da parte del Ministero delle Infrastrutture edei Trasporti in coordinamento con la conferenza delle Regioni un “Regolamentoper il cofinanziamento statale dei Piani Urbani della Mobilità (PUM): primeindicazioni” che contiene le indicazioni sulle procedure ed i requisiti necessari perl’ammissione al cofinanziamento statale sia per la redazione che per larealizzazione degli interventi dei PUM.Nel documento viene posto in evidenza come il quadro legislativo attualeimponga una revisione di quanto stabilito dal comma 4 precedentemente citato. Inparticolare, facendo riferimento alle modifiche introdotte all’art. 17 dellaCostituzione con legge costituzionale nr. 3 del 18 ottobre 2001, si è stabilito comeil procedimento di formazione e di approvazione dei PUM sia di competenzadelle Regioni; lo Stato, d’altro canto, deve dettare le linee di indirizzo utili agarantire su tutto il territorio nazionale eguali condizioni di accessibilità ai soggetti.In virtù di quest’ultima considerazione, deve assumere il ruolo di cofinanziatore dispecifici interventi dei PUM: in sostanza agli enti locali è lasciato il compito didefinire le soluzioni di intervento che vengono cofinanziate dallo Stato laddove taliinterventi consentano di raggiungere precisi e quantificabili obiettivi prefissati,nell’ambito di PUM redatti con opportune metodologie e coinvolgenti ampi bacinidi mobilità.Nel documento citato si auspica, inoltre, il finanziamento di un apposito fondoper la redazione dei PUM e per la realizzazione degli interventi e delle attivitàpreviste dai medesimi, come conseguenza della piena attuazione della modificacostituzionale e, quindi, del passaggio alle Regioni dei fondi previsti dall’art. 22della legge 340/2000, ferme restando quanto stabilito dall’art. 19 dellaCostituzione.L’istituzione di tale fondo per il cofinanziamento degli interventi nei PUM e perla redazione dei medesimi ha determinato la necessità di definire una proposta diregolamento sui criteri di ammissibilità degli interventi al cofinaziamento statale.Coerentemente con quanto stabilito dall’art. 22 della legge 340/2000, nellasuddetta proposta di regolamento vengono stabiliti:- i requisiti minimi dei contenuti dei PUM;- l’elenco delle autorizzazioni di spesa;- i criteri di priorità nell’assegnazione delle somme;- le modalità di erogazione del finanziamento;- le modalità di controllo dei risultati e delle relative procedure.Settembre 2003pag. 9

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀNel documento citato si pone in evidenza la necessità che il PUM sia redattotenendo conto di quanto previsto dalla legislazione della regione in cui ricadel’area oggetto di intervento.In generale si richiama l’attenzione sull’importanza del più ampiocoinvolgimento sia di soggetti pubblici che privati nella redazione del piano.La compatibilità e la coerenza del piano con le previsioni degli strumenti dipianificazione a valenza locale devono essere verificate ed eventualmentecertificate secondo le procedure stabilite dagli enti locali.4Gli ambiti di applicazione previsti dalla normativa nazionaleIl comma 2 dell’art. 22 della legge 340/2000 identifica i soggetti che possonopresentare richiesta di cofinanziamento sul fondo ministeriale in misura nonsuperiore al 60% per la redazione del PUM e per la realizzazione degli interventirelativi:a) singoli comuni o aggregazioni di comuni limitrofi con popolazione complessivasuperiore ai 100.000 abitanti;b) le province aggreganti comuni limitrofi con popolazione superiore ai 100.000abitanti d’intesa con in comuni stessi;c) le regioni nel caso di aree metropolitane di tipo policentrico e diffuso, d’intesacon in comuni interessati;d) i comuni con popolazione inferiore ai 100.000 che per ragioni tecniche,geografiche o socio-economiche adeguatamente motivate non possono fareparte delle aggregazioni di cui sopra.5Gli ambiti della Regione VenetoPer quanto riguarda il Veneto, in prima analisi, possono essere identificati duelivelli territoriali significativi ai fini della definizione degli ambiti di applicazione deiPiani Urbani della Mobilità.Nella nostra realtà si percepisce la necessità di razionalizzare la pianificazionesettoriale considerando almeno due livelli:- un primo livello costituito dai centri urbani più significativi e dai sistemi urbanicomprendenti i comuni della cintura aventi relazioni importanti con gli stessi(potremmo parlare in questo caso di PUM “di area urbana”)- un secondo livello può comprendere ambiti allargati come ad esempio tutta oparte dell’area centrale veneta con il territorio servito dal sistema ferroviariometropolitano regionale (SFMR) in fase di realizzazione (potremmo parlare inquesto caso di PUM “di area vasta”).Rimane il problema di precisare la diversità e complementarietà dei duestrumenti: PUM di area urbana e PUM di area vasta.Ribadiamo il concetto generale in base al quale il PUM si caratterizza peressere uno strumento di coordinamento decisionale senza alterare le prerogativedi responsabilità dei singoli enti che aderiscono alla iniziativa. Pertanto restaSettembre 2003pag. 10

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀaperta la possibilità per i vari enti di valutare come più efficace l’adesione alprogetto di un PUM di area urbana oppure al progetto di un PUM di area vasta.Una ulteriore possibilità riguarda la utilizzazione contemporanea (sullo stessoterritorio) dei due strumenti, sviluppando i PUM a livello di polo urbano (secondoun approccio integrato multiobiettivo) e proponendo inziative di area vasta (PUMdi area vasta) caratterizzate da obiettivi circoscritti ad ambiti tematici (ad esempiocon riferimento alle singole problematiche del trasporto pubblico, del trasportomerci, dell’ assetto della grande viabilità, del coordinamento delle strategieambientali, ). In questo caso il PUM tematico di area vasta assume il ruolo distrumento attuativo degli indirizzi del Piano Regionale dei trasporti PRT4.6Integrazione e coordinamento con gli altri strumenti di pianificazioneNella bozza di regolamento ministeriale viene messo in evidenza come ilPiano Urbano della Mobilità, in analogia con esperienze internazionali dipianificazione dei trasporti in area urbana, debba integrarsi con le altre forme dipianificazione urbanistico territoriale, ambientale, economica e igienico-sanitaria.Tale affermazione è coerente con quanto affermato nel PGT (Piano Generale deiTrasporti nazionale) in cui si precisano le relazioni che devono essere garantitetra il PUM e le altre forme di pianificazione trasportistiche e non-trasportistiche. Intal senso nel PGT viene precisato come il PUM sia nettamente differenziato dalPUT (Piano Urbano del Traffico) ma con esso interagente. Il PUM è un pianostrategico di medio-lungo termine, con il quale si affrontano problemi di mobilità lacui soluzione richiede “investimenti” e quindi risorse finanziarie e tempi tecnici direalizzazione. Gli obiettivi, ancorché complanari con quelli previsti dai PUT,vengono perseguiti “non a risorse infrastrutturali inalterate”. Il PUT, invece,essendo un piano tattico di breve periodo, assume “risorse infrastrutturaliinalterate” ed organizza al meglio l’esistente; esso è, quindi, sostanzialmente unpiano di gestione. In tale ottica è evidente che, spesso dall'analisi delle criticitàirrisolvibili con il PUT nascono le opere previste dal PUM e che il PUT, una voltarealizzate le opere del PUM, dovrà essere rivisto poiché risulta mutato l’insiemedelle infrastrutture disponibili.4Per chiarezza si riportano le definizioni del Piano Generale dei Trasporti dove simette in risalto il fatto che il piano regionale PRT si riferisce ad un ambitoterritoriale esteso (regione) mentre i PUM si riferiscono ad aree più ristrette, inmodo specifico nel cap.10 si dice: “Il PUM si differenzia nettamente anche dalPiani Regionale dei Trasporti (PRT). Quest'ultimo, infatti, è un piano alla scalaregionale nel quale sono previste opere di ben più ampio ambito territorialerispetto a quelle previste dal PUM che sono, invece, alla scala urbana e/ometropolitana. Le opere normalmente previste nei PRT per il trasporto terrestredelle persone sono essenzialmente ferroviarie e/o stradali d'interesse regionale oalmeno interprovinciale.”Settembre 2003pag. 11

Regione del VenetoDirezione Infrastrutture di TrasportoUniversità di PadovaDipartimento di Costruzioni e TrasportiLINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEI PIANI URBANI DELLA MOBILITÀNel medesimo documento di pianificazione nazionale viene osservato come ilPUM debba trovare una integrazione sinergica con i programmi di riqualificazioneurbana e di sviluppo sostenibile del territorio.Inoltre, per

sono istituiti appositi piani urbani di mobilità (PUM) intesi come progetti del sistema della mobilità comprendenti l'insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie, sul parco veicoli, sul governo della domanda di trasporto attraverso la struttura dei

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It WAS a powerful good adventure, and Tom Sawyer had to work his bullet-wound mighty lively to hold his own against it. Well, by and by Tom's glory got to paling down gradu'ly, on account of other things turning up for the people to talk about--first a horse-race, and on top of that a house afire, and on top of that the circus, and on top of that the eclipse; and that started a revival, same .