Oggi La Salvezza è Entrata In Questa Casa

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21Quindicinale della Diocesi di Matera - Irsina - Iscrizione n 1/2009 - registro della stampa del Tribunale del 03/02/2009 - Anno II - 15/11/2010Contributo libero 0,80 - Abbonamento 15,00Oggi la salvezzaè entrata in questa casaLa vita buona del Vangelo è la vita di chi ha incontratoil Signore e lo ha accolto nella sua casa come Zaccheo. L’incontro con Gesù cambia la vita, la rinnova e larende bella e degna di essere vissuta. È la vita dei santi,non solo quelli riconosciuti tali dalla chiesa, ma anche ditante persone che nel segreto della vita quotidiana testimoniano la gioia di vivere nella fedeltà alla Parola di Dioe nell’esercizio delle virtù.Educare alla vita buona del Vangelo è il compito di ognieducatore, dei genitori che hanno costruito la loro famiglia sul sacramento del matrimonio, dei catechisti, deisacerdoti, degli insegnanti cristiani. In questo tempo di“emergenza educativa”, il cui punto cruciale sta nel superamento di quella falsa idea di autonomia che inducel’uomo a concepirsi come un “io” completo in se stesso,laddove, invece, egli diventa “io” nella relazione con il“tu” e con il “noi”, è necessario offrire punti di riferimento sicuri nel generale disorientamento in cui l’uomovive.In una società caratterizzata dalla molteplicità di messaggi e dalla grande offerta di beni di consumo, il compitopiù urgente diventa, dunque, educare a scelte responsabili. Per questo, sin dai primi anni di vita, l’educazione nonpuò pensare di essere neutrale, illudendosi di non condizionare la libertà del soggetto. Il proprio comportamentoe stile di vita – lo si voglia o meno – rappresentano di fattouna proposta di valori o disvalori. È ingiusto non trasmettere agli altri ciò che costituisce il senso profondo dellapropria esistenza. Un simile travisamento restringerebbel’educazione nei confini angusti del sentire individuale edistruggerebbe ogni possibile profilo pedagogico.L’arte di educare richiede una capacità di mettere in discussione le opinioni personali e di confrontarsi con quanti hanno a cuore il bene integrale della persona, la sua piena e duratura felicità. Il Vangelo offre a tutti questo puntodi riferimento, perché comunica non una dottrina o unsistema di valori ma educa il senso stesso della vita, checonsiste nel dono di sé, nella capacità di vivere non perse stessi ma per Colui che è l’origine e il fine della vita.Gli incontri con le persone che Gesù vive sono incontriche svelano il senso della vita ed educano a scegliere inlibertà il proprio destino di bene e di felicità. L’invito aseguire il Maestro non è altro che invito a vivere la vitain pienezza in una relazione di amore con Dio e con glialtri.Filippo Lombardi

LOGOSLe ragioni della veritàL’anno pastorale che iniziaUn solo santuario: Chiesa, Famiglia e ScuolaL’anno in preparazione allaVisita pastorale che inaugura il decennio 2011-2020sull’educazione, entra nel vivo.In tre incontri zonali i sacerdotisi sono confrontati sulle schedeapprontate perché le parrocchiefacciano il punto sulla situazione pastorale della diocesi. Ilprimato di Dio, L’appartenenzaecclesiale, La testimonianzadella carità: questi i temi cruciali su cui tastare il polso dellecomunità cristiane e la base diun primo vivace confronto trapreti responsabili dell’azionepastorale.Come viviamo il primato diDio, l’appartenenza ecclesiale,la testimonianza della carità,noi sacerdoti? Come li vivonole nostre comunità? Domandeprovocatorie, ma che hannopermesso una prima letturareale della vita delle comunità.Siamo immersi in un clima disecolarizzazione, di relativismo e anche preti e comunitàrisentono di questo disorientamento. La gente cerca una salvezza a buon mercato e siamolontani da un’accoglienza delVangelo come realtà che interpella la vita. Il culto appaga ilbisogno di religiosità ma la vitaè presa da altri pensieri e preoccupazioni. Dobbiamo ritornarea parlare con più convinzionedella grazia di Dio e aiutare lepersone a conoscere un Vangelo vivo, fatto carne nella persona stessa di Gesù.Così l’appartenenza ecclesialeè sempre più debole, manca ilsenso di obbedienza e il riconoscimento dell’autorità delVescovo. Bisogna puntare dipiù su relazioni buone tra pretie con i fedeli, riconquistando lafiducia nel Signore che agiscein ogni battezzato.La testimonianza della carità èquella che maggiormente interpella la dimensione educativa,la carità educa al dono di sé,educa il cuore che vede, fondarelazioni autentiche e umane,crea disponibilità all’accoglienza e al riconoscimento dell’altro come valore, libera da unaconcezione assistenzialisticadella carità e la ripropone comemanifestazione di una vita difede e di speranza.Siamo alle prime battute e giàsi raccoglie l’esigenza di unacomunione più profonda e diun’apertura alla dimensionein questo numero.Educare è la missione del decennioIstituto Superiore di Scienze ReligioseGiù la mascheraFamiglie che ascoltano, famiglie che dialoganoGesù è ancora sulla nostra stradaDon Bruno, prete per semprePartire dai poveri per costruire comunitàSegni di solidarietàPer una cultura dell’altroSara, colei che fa ridere di sèDislessiaIl Museo Virtuale della Memoria CollettivaMusica e TerapiaGiovani e. la pena di morteRecensioni pag. 3pag. 3pag. 4pag. 4pag. 5pag. 5pag. 6pag. 7pag. 7pag. 8pag. 9pag. 10pag. 10pag. 11pag. 12diocesana della Chiesa, che hanel Vescovo, successore degliapostoli, e nell’Eucaristia il suopunto di riferimento essenzialee imprescindibile.Mentre si approfondisce questocammino iniziato l’11 settembre 2010, con l’accento su Educare oggi: la chiesa diocesanail dialogo con famiglia, scuola,istituzioni e associazioni, unaLettera Pastorale per la Quaresima del 1930, di S.E. Mons.Anselmo Filippo Pecci O.S.B.,che divulga l’Enciclica del PapaPio XI “Sulla Cristiana Educazione della Gioventù” pone lestesse priorità per la Chiesa diquel tempo. Facendo eco all’Enciclica si domanda: a chispetta la missione di educare?“L’educazione è opera necessariamente sociale, non solitaria. [ ] i primi diritti e doveridi educare (vanno riconosciuti)alla famiglia. [ ] L’opera dieducare appartiene in modosovreminente alla Chiesa, perdue titoli di ordine superiore.La Chiesa è Madre, la Chiesaè Maestra”. Quale il compito delle istituzioni nell’operaeducativa? “Tra la Chiesa ela famiglia v’è facile e spontanea concordia earmonia. L’alleanza e l’unione traquelle due societàche tanto si assomigliano è infrangibile. Appartieneallo Stato l’altocompito di rispettare e circondaredelle sue premure,della sua assistenza operosa quellanaturale e divinaunione”. Chi èil soggetto dell’educazione? “Lanecessità di unaconcorde, armonica cooperazionetra gli educatoridei cennati diversiFloiordini scaturisce dalla delicatezza estrema, epperò dalladifficoltà del compito educativo; il quale riguarda l’uomointero, anima e corpo, tempoed eternità: l’uomo qual è, nonquale lo sognano falsi sistemifilosofici [ ] l’uomo insommaquale ce lo fanno conoscere laretta ragione e la Rivelazione”.Quali gli ambienti dell’educazione? “Un solo santuario:Chiesa, Famiglia e Scuola”.Questi pochi cenni ci fanno intravedere quanto siano comunii problemi dell’educazione inogni tempo e già allora venivadenunciato “il massimo erroredel liberalismo, della religione affare privato” e “la cosìdetta scuola neutra. Neutralità impossibile, perché nellarealtà scuola siffatta riesce aessere semplicemente irreligiosa, atea; con Dio si è o amicio nemici: una via di mezzo nonesiste”.Ritorna allora l’attualità deltema: “Educare oggi”, dove“oggi” sta per compito permanente, diuturno, quotidiano,imprescindibile, sempre attuale, sia nell’emergenza educativa che in tempi più sereni.

MagisteroLe ragioni della veritàLOGOSEducare è la missione del decennioGiuditta CorettiIl tema dell’educazione scelto dalla CEI per il decennio2010-2020 è di vitale importanza per l’attuale società.Non è nuovo, anzi si inseriscenel solco della “Gravissumeducationis” del ConcilioVaticano II e degli Orientamenti pastorali della CEI deidecenni precedenti. Il testo“Educare alla vita buona delVangelo”, pubblicato lo scorso 28 ottobre, è articolato inquattro capitoli, che evidenziano i fondamenti teologicie i riferimenti socio-culturalidell’educazione. Vengono anche indicati dei percorsi pedagogici e pastorali alla scuoladi Gesù, il vero Maestro.La tradizione cattolica arricchita dai più recenti studi delsettore, pone al centro dell’attoeducativo l’autorevolezza dell’educatore, la centralità dellarelazione personale, l’educazione come atto di amore,la formazione integrale dellapersona, la corresponsabilitàper la costruzione del benecomune. Gli OrientamentiCei, partendo da queste considerazioni, offrono un percorso scandito in tappe checostituisce un nuovo impegnoper il bene comune, in primalinea a servizio dell’uomo edel suo sviluppo integrale.Presentando l’iniziativa ilcard. Bagnasco, presidentedella Conferenza EpiscopaleItaliana, ha affermato: «GliOrientamenti pastorali per ildecennio 2010-2020 intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concordedelle Chiese in Italia nell’artedelicata e sublime dell’educazione. In essa noi Vescoviriconosciamo una sfida culturale e un segno dei tempi, maprima ancora una dimensionecostitutiva e permanente della nostra missione di rendereDio presente in questo mondoe di far sì che ogni uomo possaincontrarlo, scoprendo la forza trasformante del suo amoree della sua verità, in una vitanuova caratterizzata da tuttociò che è bello, buono e vero.È questo un tema a cui piùvolte ci ha richiamato PapaBenedetto XVI, il cui magistero costituisce il riferimentosicuro per il nostro camminoecclesiale e una fonte di ispirazione per la nostra propostapastorale».Anima dell’educazione èquindi la missione: la proposta di una speranza di vitapiena. Alla radice della crisidell’educazione c’è, infatti,una crisi di fiducia nella vita.Ogni atto educativo è primadi tutto un atto di amore e difiducia, come insegna Cristo:“Gesù fissò lo sguardo su dilui, lo amò” (Mc. 10,21). Lavera preoccupazione pastorale allora, è che tutti scopranola grandezza della propriaesperienza umana, che tutti“abbiano la vita, e l’abbianoin abbondanza” (Gv. 10,10).È questo il contributo nuovoe originale che il cristianesimo porta al mondo: la testimonianza della stima perl’uomo, per la sua storia, peril suo destino.L’Istituto Superiore di Scienze Religiose:l’offerta formativaAnche quest’anno l’Istituto Superiore diScienze Religiose “Mons. A. Pecci” diMatera è in prima linea nel promuoverela formazione religiosa dei laici e dellepersone consacrate, affinché partecipino più attivamente all’evangelizzazione nel mondo attuale, favorendo anchel’assunzione di impegni professionalinella vita ecclesiale e nell’animazionecristiana della società. Tra queste finalità risulta fondamentale la qualificazione dei docenti di religione cattolicanelle scuole di ogni ordine e grado. A talproposito l’Istituto, dopo aver inoltratoapposita istanza alla Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale di Napoli e allaCongregazione per l’Educazione Cattolica, ha ottenuto il riconoscimento delbiennio di specializzazione.L’attuale pianodi studi prevede un primopercorso triennale, al termine del qualesiconseguela Laurea inScienze Religiose, e un successivo percorso biennale di specializzazione, peril conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Religiose. Per quantoconcerne quest’ultimo aspetto, a differenza degli altri Istituti, questo offre lapossibilità, agli studenti che ne fannorichiesta, di iscriversi non solo al biennio con indirizzo pedagogico-didatticoo pastorale-catechetico-liturgico, ma,novità assoluta nell’Italia Centro-meridionale, anche all’indirizzo di architettura-arti sacre-liturgia.Per la spendibilità dei titoli conseguiti,allo stato attuale, l’indirizzo pedagogico-didattico ha come finalità la formazione dei futuri insegnanti di ReligioneCattolica, attraverso un percorso cheprevede discipline caratterizzanti dinatura pedagogico-didattica, laboratoripratici e tirocini nelle scuole. Questopercorso offrirà un miglior profilo professionale agli insegnanti di religionerispetto al passato. L’indirizzo pastorale-catechetico-liturgico, continuerà aformare gli operatori pastorali, tra i quali anche il Diaconato permanente. Infinel’indirizzo di architettura-arti sacre-liturgia, si propone di rendere possibilel’acquisizione del grande patrimonio diesperienza e riflessione della tradizionecristiana, in merito alla bellezza e allacreatività artistica, favorendo la formazione di operatori pastorali capaci diporsi come guide turistiche competenti.L’Istituto può dunque proporsi comeluogo “privilegiato” per la formazionecritica delle coscienze del popolo diDio, chiamato oggi più che mai, a rendere testimonianza del Cristo Risorto,speranza del mondo.Prof. Consuelo Manzoli - Direttoredell’ISSR “Mons. A. Pecci” di Matera

LOGOSLe ragioni della veritàGiù la mascheraIl cristiano è un uomo vero e l’uomo vero è un uomo autenticoMarianna MitidieriParlare oggi di autenticitàè usuale in alcuni ambitie meno in altri dove potrebbesembrare addirittura sconveniente. Si ricorre spesso alconcetto di autenticità nell’arte o nella finanza, mentreè inusuale parlarne riferendosi alla vita, alle relazioni, a sestessi. Eppure, come scriveMancuso in “La vita autentica”, “la vita è un teatro, avolte tragico, a volte comico,e chi la conosce sa che devecambiare maschera ogni volta che cambia la scena e perquesto ne possiede una riccacollezione che mette e togliecon disinvoltura: con i piùdeboli la maschera del duro,con i più forti quella del simpatico, nelle circostanze sentimentali quella del galante,alle manifestazioni culturaliquella dell’appassionato, e avolte persino quella del devoto”. Perché porsi il problema dell’autenticità? Perchéun uomo, ancor più il cristiano, per essere vero deveessere “autentico”. “Fedelee se stesso”. Quanto più unuomo è se stesso, tanto più èautentico. L’autenticità comefedeltà a se stessi richiedeuna sincera conoscenza di sé.Guardandosi dentro ognunoscopre valori e ideali autentici ai quali è giusto rimanerefedeli, ma altrettanti interessimeno nobili che sarebbe meglio tradire. A tal propositoS. Paolo scrive: “faccio nonquello che voglio ma quelloche detesto infatti io noncompio il bene che voglio,ma il male che non voglio”.(Romani 7, 13-24). E Gesù:“Ciò che esce dall’uomorende impuro l’uomo. Dal didentro, infatti, cioè dal cuoredell’uomo, escono i propositi di male” (Marco 7, 2023). Se è vero che, per essereautentici, dobbiamo essere fedeli a noi stessi, è altrettanto necessario diffidare di noistessi. Il grande paradosso èche l’inautenticità nasce proprio dall’interno dell’uomo,dal proprio sé. Gesù invita a“rinnegare se stessi” (Matteo16, 24-25) non nel senso dinegarsi ma di superarsi, ditrascendersi. Per far questoè necessario trovare un punto di equilibrio che consistenel cercare sempre e solo laverità, dentro e fuori di sé.Le menzogne che diciamoagli altri non sono altro chemenzogne dette a noi stessi. Mentiamo dicendo dinoi quello che non siamo onascondendoci ciò che realmente siamo. La menzognain realtà è un espediente dievasione: la mente mentisceper smentire la realtà.L’autenticità indica il rapporto tra la mente che produce il linguaggio e la realtà.La realtà è di per se stessaautentica, la sua rappresentazione mediante il linguaggionon sempre lo è. L’inautenticità dunque è una produzione della mente, occorre controllare la mente riportandolasempre alla realtà.Se bisogna cercare sempre esolo la verità sia dentro chefuori di sé per essere pienamente autentici, viene dachiedersi: cos’è la verità? Laverità è una persona, Gesù:“Io sono la Via, la Verità,la Vita” (Giovanni 14, 6-7).Questa Verità ci abita dalgiorno del battesimo. Cercare la Verità significa cercareGesù Cristo. Egli è il puntodi equilibrio tra il proprio séa cui rimanere fedeli e il sédi cui diffidare. Ma anchecercare la Verità nella realtàe negli altri per il cristianosignifica cercare Gesù Cristo nella giustizia, nel benecomune, nella promozione edifesa della vita, della pace,della dignità umana. “La verità vi farà liberi” (Giovanni8, 31-38). L’uomo autenticoin definitiva è un uomo libero da se stesso e che sa farebuon uso della sua libertàorientandola alla Verità.Famiglie che ascoltano, famiglie che dialoganoNon è stato difficile diventareamici, ognuno di noi ha sentito il desiderio, ha chiestodi più e ha voluto tramutareuna timida conoscenza in unlegame più ampio, tessutopoco a poco in uno scambioreciproco di confidenze, disituazioni, di riflessioni, diconsigli, di affetti. Così, conmolta semplicità e spontaneità, dai nostri nomi comuni, un gruppo, il gruppo difamiglie, nato sotto il segnodella fede, sta crescendo,maturando, diventando adulto. Sentire l’urgenza ognimese di ritrovarci,aprire le porte delle nostre case peravere il piacere didialogare, confrontarci e anche sorridere, non è pocacosa se si considera che la diffidenza, la mediocrità,la chiusura inte-riore la fanno da padronein questo mondo arido, cosìpovero di valori spirituali.Fu in occasione dell’annosacerdotale dedicato alla famiglia che il nostro parrococi propose: “Mi piacerebbeincontrare le vostre famigliein quest’anno pastorale a voidedicato”. Quello fu solo ilprimo appuntamento cheancora si rinnova ogni mesecon lo stesso entusiasmo,ma con una maggiore consapevolezza del nostro esse-Giusy Vegliare cristiani. La lettura di unbrano del Vangelo diventaattualità, strumento di confronto, ci educa all’ascolto emette da parte i nostri egoismi. Così constatiamo che leparole del Vangelo sono parole di vita che ogni giornosi manifestano in speranze,in certezze, ci rassicurano eci danno gioia. Tutto acquista un sapore diverso, tuttodiventa vero, niente è piùbanale e ci sentiamo fortinell’amore di Dio.

Vivere di SacramentiLe ragioni della veritàGesù è ancora sulla nostra stradaQuando pensiamo alGesù storico, l’uomo,Dio vissuto circa 2000 annifa, riusciamo ad individuarnei tratti grazie ai racconti deivangeli. Gesù vive la sua vitaattraversando le strade dellasua terra, intessendo rapporti umani, conversando con lagente, incrociando sguardi,guarendo malattie di ogni genere. Il suo vivere sulla terraè un continuo rapportarsi allastoria umana, che egli ha assunto per migliorarla da dentro.Ogni incontro che Gesù vivesi risolve in un miglioramentodella vita per chi lo incontra.Ma questo “miglioramento”è possibile se chi incontra ilSignore lo fa con la disponibilità di chi si fida, avendo ilcuore abitato dal desiderioardente di essere guarito.Beati quei ciechi e quellistorpi, quei pubblicani e queipeccatori che hanno potutoincontrarlo ed essere sanati!E per noi, uomini del terzomillennio, è possibile realizzare quell’incontro capacedi rendere la vita migliore,quell’incontro rigenerante,che rinnova e accompagna lavita nel bene?Sì, e anche a noi, come agliuomini del tempo di Gesù, èrichiesta la fede, cioè la fiducia e l’affidamento, il desiderio di incontrarlo per essereguariti.Il luogo eccellente ed esclusivo in cui incontrare Cristooggi sono i sacramenti: gestiche la Chiesa fa e che Diostesso nella persona di Gesùha voluto; essi sono la strada, la casa, il letto, la mensadove incontrarlo.Luoghi che dicono tutta lavita dell’uomo, nel suo svolgersi ordinario. Attraversoi sacramenti noi facciamoesperienza di quel Gesù chesi dona e si mostra in segnisemplici come il pane, l’acqua, il vino, l’olio, segni capaci di portare nella nostra vitalo stesso bene che ricevetterogli uomini che incontraronoil Maestro. Ogni rapportoche si instaurava tra Gesù egli uomini del suo tempo eraqualificato da un’unica volontà, quella della guarigionee del progresso della vita verso il vero bene. Gesù avevaben chiara la sua missione enella sua vita non esistonoincontri banali; ogni dialogo,ogni contatto aveva la qualitàdel “bene” trasmesso a coloro che incontrava. Nella vitasacramentale non possonoessere ammesse facilonerieo banalizzazioni. Ogni sacramento è dato per una finalitàserissima che vale quanto lapersona stessa.L’uomo di oggi ha urgentemente bisogno di

Oggi la salvezza è entrata in questa casa. L’anno pastorale che inizia Un solo santuario: Chiesa, Famiglia e Scuola Floi L ’anno in preparazione alla Visita pastorale che inau-gura il decennio 2011-2020 sull’educa

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