Bollettino Salesiano - Novembre 1940

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BOLLETTINOSALESIANOAnno LXIV-N . 11NOVEMBRE1940 - XIX1 SOMMARIO : La Comunione dei Santi . - In famiglia : Italia, Argentina . - S . Giovanni Bosco e la Compagnia diGesù . - Lettera di D . Giulivo ai giovani . - Il personale dell'Oratorio Festivo (continua) . - Il «Catechismo Salesiano » . - Dalle nostre Missioni : Giappone . Congo Belga . - Necrologio . - Crociata missionaria .La Comunione dei Santi .Uno dei dogmi più consolanti della nostraFede è senza dubbio quello della Comunionedei Santi, che noi professiamo esplicitamentenel Credo colle parole : Credo nella Comunionedei santi . San Paolo lo illustra molto bene colparagone del corpo e delle membra : « Multi- scrive nella sua lettera ai Romani, capo XII,versetto 5 - unum corpus sumus in Christo,singuli autem alter alterius membra : Molticome siamo, noi formiamo un sol corpo inCristo, e, pei rapporti reciproci, siamo membri gli uni degli altri» . Bellissima imaginedi una realtà ancor più splendida.La santa Chiesa cattolica comprende infatti non solo tutti i cristiani validamente battezzati che le sono fedeli nel corso della vitaterrena, ma anche quelli che hanno già raggiunto la patria beata in Paradiso e quelliche stanno ancora espiando la loro pena inPurgatorio . Per questo la si distingue in Chiesamilitante, Chiesa trionfante, e Chiesa purgante . Ma, grazie al vincolo della carità, cioèdell'amor di Dio, e della comune vita soprannaturale, pur essendo tanti, noi formiamo unsolo corpo, un corpo mistico ma reale, di cuiNostro Signore Gesù Cristo è il capo e noisiamo le membra . E, come nel corpo umanoogni membro gode della vitalità di tutto l'organismo e coopera, per parte sua, al benesseredel resto : così noi godiamo, ciascuno per contonostro, del bene di tutto il corpo mistico, ecooperiamo, ciascuno per conto nostro, al benedi tutti gli altri membri . Sicchè ogni atto buonodei singoli fedeli giova a tutta quanta laChiesa, ridonda a gloria di Dio e a beneficiodi tutti i cristiani, eccetto i dannati .Questa verità dovrebbe infervorarci a moltiplicare il più possibile le nostre opere buone,per concorrere al bene comune di tutta la Chiesa,che è la gloria di Dio e la partecipazione deifedeli alla vita ed alla felicità divina, come appare analizzando anche solo schematicamentei rapporti che corrono, per la comunione deiSanti, tra la Chiesa militante, la Chiesa purgante e la Chiesa trionfante . Per questo sublime mistero : 1) tutti i membri della Chiesagodono della divina assistenza della SS . Trinità e della persona di Cristo in particolare,nonchè degli ineffabili doni divini di graziae di gloria ; 2) tutti i membri della Chiesa aloro volta offrono alla SS . Trinità, ed alla persona di Cristo in particolare, lodi, ringraziamenti e preghiere ; 3) i Santi e gli Angelidel Cielo intercedono per i fedeli della terrae per le anime del Purgatorio ; 4) i fedeli dellaterra rivolgono preghiere ai Santi ed agli Angeli del Cielo e fanno suffragi- offerta dipreghiere, opere soddisfattorie, indulgenze -per le anime del Purgatorio ; 5) le anime delPurgatorio pregano per i fedeli della terra .Così trionfa nella Chiesa quella carità che èvincolo di perfezione e che tende a sublimartutti nella gloria con Dio per l'eternità . Sene escludono volontariamente soltanto i peccatori ostinati che vanno alla perdizione . Ringraziamo pertanto Iddio di averci fatti cristianie procuriamo di essere figli devoti della santaChiesa . Animiamoci al massimo fervore nelrendere il culto dovuto a Dio, a N . S . GesùCristo, alla Beata Vergine, agli Angeli ed aiSanti ; e siamo generosi nel far suffragi perle anime del Purgatorio . Le ricordiamo inmodo particolare in questo mese di novembreche si apre colla festa dei Santi e continuacolla pietosa memoria dei morti .La Chiesa ci invita a prodigare la nostracarità a tutti i fedeli defunti ; ma se ci sonoanime che in questi tempi meritano più copiosi suffragi sono le anime dei nostri cariCaduti in guerra .

La risurrezione dei corpi .Mentre nei cuori è un'anelito di pace e perl'aria con fremiti di vittoria, attestiamo la nostragratitudine a quanti per l'una e per l'altra handato o danno la vita . Noi sappiamo, e ce lo ripetela Chiesa nella Messa dei defunti, che la mortenon toglie ai fedeli la vita ; la muta soltanto :T uis enim fidelibus, Domine, vita mutatur non tollitur. E se ci raccapriccia lo scempio di tanti poveri corpi umani, straziati, dispersi, polverizzatio volatilizzati dai moderni ordigni di distruzione, ravviviamo la nostra fede : anch'essi, nonostante le mille trasformazioni della materia,saranno un giorno risuscitati dall'onnipotenzadel Creatore in tutta la perfezione della lorocostituzione organica, a somiglianza del corpoglorioso di Cristo risorto, per quell'eternitàbeata per cui vennero creati ed informati diun'anima spirituale ed immortale . È il granmistero confermato dalla rivelazione di NostroSignore che disse : Io sono la risurrezione e lavita ; chi crede in me, anche dopo morte vivrà,e chi vive e crede in me non morirà in eterno(Vang . di S . Giov ., XI, 25) . È il gran misteroampiamente illustrato dall'Apostolo S . Paolonelle sue lettere e sintetizzato nella prima aiCorinti con queste testuali parole : « Fratelli,ecco io vi rivelo un mistero : risorgeremo veramente tutti, ma non tutti saremo cambiati .In un momento, in un batter d'occhio, al suonodell'ultima tromba ; poichè suonerà la trombaed i morti risusciteranno incorrotti, e noi saremo trasformati . Poichè bisogna che questocorpo corruttibile rivesta l'incorruttibilità, e chequesto corpo mortale rivesta l'immortalità . Equando questo corpo mortale si sarà rivestitodell'immortalità, allora si avvererà la parolache è scritta : " La morte è stata assorbitanella vittoria " » . (1 Cor . XV) .Sarà il trionfo completo di Cristo su tuttigli uomini e su tutte le cose, sulle vicende deltempo e perfin sulla morte, per l'eternità .Verità ben consolante! Iddio, che nel pianomeraviglioso della creazione ha fuso nell'uomolo spirito e la materia e ne ha fatto l'anello dicongiunzione tra il mondo materiale e il mondospirituale, ci ha predestinati alla immortalitàed alla vita eterna in corpo ed anima . Sicchèl'immortalità dell'anima e la risurrezione deicorpi è certa per tutti . Varierà però lo stato,la forma di vita nell'eternità, secondochè morremo cristianamente o no : in grazia o in disgrazia di Dio . Perché il Signore ci lascial'uso completo della nostra libertà . Soccorrendoci di tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, ci lascia sempre arbitri della scelta dellanostra felicità od infelicità eterna .Tremenda realtà che, mentre ci fa conscidella responsabilità che assumiamo colla nostra condotta di fronte al giudizio divino e cifa comprendere la necessità del Purgatorioper purificarci di ogni neo di colpa e farcidegni della beatitudine eterna, deve spronarciad esser larghi di suffragi per le povere animeche vi scontano la loro pena in attesa del Cielo .E deve pur preoccuparci di vivere e morire ingrazia di Dio per sfuggire noi stessi l'eterna condanna richiesta dal peccato mortale, e ridurre alminimo la pena del Purgatorio richiesta dalpeccato veniale deliberato e dalla commutazionedella pena eterna dopo il perdono dei peccatimortali .L'atto di contrizione perfetta .Per questo, vorremmo raccomandare, a conclusione dei salutari richiami, l'abitudine difar bene e sovente l'atto di contrizione perfetta .L'atto di contrizione, o di dolore perfetto,è un gran segreto di fronte alle sorprese dellamorte : poichè, quando dovessimo morire senzapossibilità di confessarci, supplisce alla stessaconfessione . E perchè sia perfetto basta cheil motivo del nostro dolore sia unicamentequello di aver offeso la bontà e l'amore infinito di Dio . che è giunto fino alla passionee morte di Nostro Signor Gesù Cristo .Èciò che noi esprimiamo colle prime paroledell'Atto di dolore del piccolo Catechismo :M io Dio, mi pento con tutto il cuore dei mieipeccati e li odio e detesto come offesa della vostra maestà infinita, cagione della morte del vostro divin Figliuolo Gesù .Ma la sua essenza sta nella disposizione delcuore ; sicché, quand'anche non potessimo pronunciare questa formula, basta un palpitosincero del nostro cuore che si penta dei peccati perchè sono offesa di Dio, bontà e misericordia e amore infinito, per dare al nostro dolore la perfezione richiesta . Giova fare quest'atto, il più fervorosamente possibile, ognisera prima d'andare a riposo, in tutti i pericoli,ed ogniqualvolta ci capita di commettere unpeccato mortale e non abbiamo subito la comodità di confessarci ; perchè sebbene, in quest'ultimo caso, non sopravvenendo la morte, ciresti l'obbligo di confessarcene al più presto, cidisponiamo almeno col cuore alla misericordiadivina . Sia quindi questo il frutto pratico delricordo del dogma della Comunione dei Santi,della festa di Ognissanti e del Mese dei morti .Così, mentre tendiamo alla vittoria che vale ilsacrificio dei nostri soldati di terra, di aria edi mare, ci assicureremo anche la supremavittoria sulla morte per l'eterna felicità .

IN FAMIGLIAIl Museo Biblico del Pontificio AteneoSalesiano .Abbiamo presentato nel numero precedenteil nostro Ateneo Pontificio . Diciamo ora qualche cosa ai nostri Cooperatori del preziosissimo Museo Biblico realizzato dal nostro venerato Rettor Maggiore colla caratteristicasua genialità e tenacia di volontà ed affidatoalla direzione del paziente raccoglitore, il nostro confratello Libanese D . Giorgio Scialhub .Fu inaugurato alla fine dell'anno scolastico1938-39, alla presenza di Sua Em . il CardinalVincenzo La Puma, Protettore della SocietàSalesiana e dell'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice ; ma continuò ad arricchirsi di materiale archeologico fino ad acquistare unaspetto nuovo e quasi completo .L'ampio salone è infatti pieno zeppo dioggetti accuratamente ordinati nelle singolevetrine e c'è solo da dolersi che le condizioniattuali e la tirannia dello spazio non permettano per ora uno sviluppo ulteriore . Per apprezzarlo adeguatamente, il visitatore devenaturalmente tener presente lo scopo per cuifu ideato ed allestito . Il Rettor Maggiore intese arricchire il Pontificio Ateneo Salesianodi un sussidio didattico di prim'ordine, perlo studio della Sacra Scrittura .Scopo quindi eminentemente pratico, cheperò non impedì la preferenza del materialearcheologico autentico, quando lo si potè ottenere, sulle riproduzioni .G li usi e i costumi della terra Santa, sianei tempi che precedettero la venuta del Messia, che al tempo della venuta del Salvatore,sono per distanze di luogo e di secoli, e per ladiversità dell'indole di quella stirpe, così lontani dai nostri, che la Sacra Scrittura rimanemoltev,acusdei rticolari, poco inpatelligibile . Occorre quindi uno studio supplementare nell'esegesi del sacro testo . Questostudio lo si può certamente condurre su autori e su libri che oggidì non mancano ; mauna raccolta abbondante di materiale archeologico vale molto più di una semplice descrizione, non sempre chiara, o di una riproduzione a stampa .Allestito quindi per far amare gli studi sacri e in particolare la Storia Sacra, il Museo,anche in ordine alla didattica catechistica, sipresenta oggi come uno dei pochi del genereche esistono in Italia .Anche in questo il nostro Rettor Maggioreha voluto seguire l'esempio del nostro Santofondatore Don Bosco, che, quando composeil testo divulgatissimo della Storia Sacra, viaggiunse l'appendice del dizionarietto dei vocaboli che riguardano la geografia della 'l'erraSanta e gli uffici e i riti religiosi del popoloeletto .I numerosi visitatori della Mostra Catechistica, inaugurata nel maggio ultimo scorsonell'Istituto Internazionale D . Bosco, sededel nostro Ateneo Pontificio per le Facoltà diTeologia e di Diritto Canonico, poterono visitare anche il Museo, e rimasero stupiti findalle prime vetrine, nelle quali in ordine cronologico sono disposte fotografie, oggetti, monete ecc . nominati nei Santi Vangeli, in modod a poter ricostruire attraverso quella documentazione tutta la vita pubblica di Gesù . Vorremmo offrire ai nostri Cooperatori una descrizione particolareggiata ; ma dobbiamo limitarci ad un cenno sommario .Va segnalata anzitutto una raccolta completadi silici palestinesi interessantissima per glistudiosi delle civiltà preistoriche .Un ricco reparto è dedicato alla civiltà babilonese, ittita, sumera, con 80 tavolette cuneiformi, cilindri ecc .Interessantissima la raccolta di vasi di terracotta (calici, tazze, bulbul, anfore) dell'epocadei bronzo, del ferro, ecc .Ben presentata la fauna e la flora babilonese e palestinese ; gli strumenti musicalimenzionati nella S . Scrittura ; una bella raccolta di vetri fenici dai colori iridescenti, edun grande assortimento di lampade cananee,ebree, cristiane .La tenda dei patriarchi Abramo, Isacco,Giacobbe, ricostruita fedelmente, trasportaindietro a quei secoli remoti tanto in antitesicolla civiltà moderna, e ricrea colla semplicitàdei costumi, prospettive piane e riposanti .Il siclo, il denaro di Giuda, l'obolo dellavedova rievocano nei visitatori ricordi quantomai salutari, mentre richiamano alla beneficenza, alla fedeltà, ed alla retta intenzione .Le filatterie e la mesusa spronano all'osservanza della legge di Dio in spirito e verità .Numerosi cimeli, amuleti, cornustibi, specchi ecc. completano il quadro della vita d'allora .La documentazione paleografica ha un valore straordinario : ci son due rotoli del Pentateuco scritti a mano su pelle, che rimontano a circa 5 secoli e mezzo addietro . E poiil Pentateuco samaritano, manoscritto ; la riproduzione fotografica del Codice Sinaitico ;la Pescitta, parte manoscritta e parte stam-

pata ; le bibbie, ebraica, armena, araba, abissina, col talmud gerosolimitano ; e due coranimanoscritti di sette secoli fa .La vista del sommo sacerdote trasportaquasi instintivamente, col pensiero, alla festadell'espiazione e si vedono ricostruiti i riti ele cerimonie venerande dell'antico patto . Penetrando nei cortili del tempio, sulla fedelericostruzione, par di sentire il poderoso corodei cantori, il chiassoso vociferare dei sacrificatori ed il viavai dei leviti .Ècurioso e quanto mai espressivo l'atteggiamento e lo sguardo del fariseo che fiero epieno di millanteria squadra i sacri libri .Attirano ancora in particolare l'attenzione :due ossuari, del tempo dei Maccabei ; due fornied un molino ; varie collane di pietre incise,statuette, frecce, aghi, spilli di bronzo, unoscettro in pietra, un frammento di diadema,crogiuoli, pesi, ed un mosaico con iscrizionein fenicio, proveniente da Sueda, montagnadei Drusi ; un trofeo di armi ed una granatain maiolica durissima destinata al fuoco greco .Esatta è la riproduzione del talento autenticoGerosolimitano che si trova a Sant'Anna deiPadri Bianchi, e quella d'una casa di Nazarethpresa dallo stesso museo . Ci son dei manoscritti ebraici non antichi, ma pregevoli perl'eleganza della calligrafia e della pergamena ;vari vasi e anfore di Cipro, ed un vasellamedi pregio dell'epoca araba acquistato dagliscavi fatti nel palazzo di Harun-El-Raschida Racca .Accuratissimi plastici riproducono la cittàSanta antica, la V ia Crucis, il mosaico diMadaba e soprattutto il sepolcro di NostroSignore secondo la scuola tedesca e francese .Questi sono sezionati e mostrano chiaramentecome doveva muoversi la grossa pietra rotondache chiudeva il sepolcro, mentre interna-mente lasciano vedere il l oculo in cui vennedeposto il corpo di Nostro Signore .Una piccola testa in terra cotta del vitello diBetel, e diverse forme di incensieri trasportano ai luoghi alti della Palestina, dove gl'Israeliti offrivano sacrifizi, nonostante i ripetutirichiami e le minacce dei Profeti .Il tutto poi è documentato con un passobiblico in italiano e in latino .Sicchè i visitatori che hanno un po' di familiarità con lo studio della Storia Sacra si sentono ambientare ; ed i semplici fedeli che frequentano le spiegazioni del Santo Vangelo e lascuola di Religione si danno maggior ragionedelle figure, delle parabole e dei simboli delsacro testo . Gli studiosi naturalmente si trovano di fronte ad un vero tesoro di singolarerarità e valore .I nostri Cappellani militari .Fin dall'inizio della guerra, i nostri Confratelli richiamati sono corsi volentieri sui diversifronti di Europa a prestare il sacro ministeroalle truppe nei reggimenti, negli ospedali e suitreni attrezzati . E tutti hanno incontrato le piùaffettuose accoglienze dagli ufficiali e tra i soldati . Dalle lettere che inviano al Rettor Maggiorerileviamo le grandi consolazioni che provanonel prodigare il ministero sacerdotale in mezzoad anime che sentono profondamente la graziadi Dio e danno magnifico spettacolo, nel compimento del dovere, di uno spirito soprannaturale e di un fervore di pietà cristiana che lisublima .Attualmente, nella sola nostra Italia, prestanoservizio come Cappellani militari ben 38 Salesiani . In Cirenaica poi sono impegnati tutti inostri Parroci e Confratelli di Derna, Beda,Littoria, Battisti, Cirene, Luigi di Savoia,

Luigi Razza, Apollonia, Berta, Tobruk, Bardia, col Vicario Apostolico di Derna S . E.Mons . Lucato .Li raccomandiamo in modo particolare, insieme a tutti gli altri Salesiani e Figlie diMaria Ausiliatrice che si trovano in zone diguerra o di operazioni, alle preghiere dei nostri Cooperatori perchè possano compiere laloro missione di assistenza spirituale con tuttolo spirito di S . Giovanni Bosco per il benedelle anime di tanti figliuoli doppiamente cari .Sasso di Bordighera S . Giovanni Bosco .La protezione diIn occasione del suo giubileo d'oro sacerdotale i parrocchiani hanno donato al Parroco Don Basso Felice, per la chiesa, unastatua di San Giovanni Bosco che il festeggiato benedisse il 2 giugno u . s . e lapopolazione portò in processione per le viedel paese . Intervenne numerosa folla anchedai paesi vicini, il Podestà ed il SegretarioPolitico di Bordighera e numeroso clero . IlParroco Abbate di Bordighera, in due fervididiscorsi, esaltò la grande figura di Don Boscoe la popolazione, che ha una venerazione entusiasta pel Santo, di concerto col Parroco,stabilì di celebrarne tutti gli anni la festa . IlSanto non tardò a far sentire la sua protezione . Scoppiata la guerra e venuto l'ordinedi evacuazione, il paese fu abbandonato . Maper poco, perchè, dopo circa dieci giorni,tutti tornarono sani e salvi, trovando le caseintatte e senza alcun danno alle campagne .Subito pensarono a San Giovanni Bosco edimmediatamente, coll'incoraggiamento del Vescovo diocesano S . E . Mons . Rousset, organizzarono fervide funzioni di ringraziamento .ARGENTINA - Comodoro Rivadavia Inaugurazione delle nuove Scuole Professionali al Collegio « Dean Funes » .Il 17 maggio u . s . il nostro venerato vescovodi Viedma di Patagonia S . E. Mons . NicolaEsandi ha benedetto solennemente le nuoveScuole professionali salesiane . del Collegio« Dean Funes », sorte su uno spazio di 2450metri quadrati ad ospitare le modernissimeofficine per allievi modellatori, fonditori diferro, bronzo e acciaio, meccanici, aggiustatori, fabbri ferrai, elettrotecnici, falegnami, ecc .L'impianto . una volta completato, potrà rivaleggiare colle scuole similari meglio organizzate dell'America .I giornali locali hanno dedicato ampie co-lonne ad esaltare la nuova Opera Salesianache deve la sua realizzazione all'aiuto dei Cooperatori e specialmente dell'AmministrazioneAutonoma Argentina denominata Y acimientos Petroliferos Fiscales. È una gloria dei nostri missionari l'aver preparato l'ambiente eil personale direttivo per un'opera di previdenza sociale e patriottica che va tutta a benaficio dei figli delle migliaia di operai impiegati nelle miniere petrolifere di quella isolatae lontana regione . I braccianti e gli operaivedono ormai assicurato l'avvenire delle lorofamiglie e dei loro figliuoli . E si tratta di unapopolazione non indifferente, occupata nellosfruttamento di un bacino petrolifero che perun pendio di oltre 500 .000 kmq ., dai piedi delleCordigliere all'Oceano Atlantico, da nord a sud,ha già in e

prezzarlo adeguatamente, il visitatore deve naturalmente tener presente lo scopo per cui fu ideato ed allestito. Il Rettor Maggiore in-tese arricchire il Pontificio Ateneo Salesiano di un sussidio didattico di prim'ordine, per lo studio della Sacra Scrittura. Scopo quindi eminentemente

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