Dipartimento Di Scienze Politiche Tesi Di Dottorato In .

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UNIVERSITÀ DI PISADipartimento di Scienze PoliticheTesi di Dottorato in Storia e Sociologia della ModernitàSettore Scientifico Disciplinare: SPS/07Dalla sociologia della devianza alla sociologia della vittima:teorie, percorsi e prassi operativeCandidatoRelatoreD.ssa Cristina GalavottiChiar.mo Prof. Andrea BorghiniANNO ACCADEMICO 2013/2014

A LetiziaAmica e sorella di cuore

Indicepag. 13IntroduzioneParte IDalla sociologia della devianza alla sociologia della vittimaPremessapag. 22Cap.1 Il Paradigma illuministico e il paradigma positivistico1.1. Il pensiero penale liberale: Cesare Beccaria e Jeremy Benthampag. 231.2. La scuola classicapag. 251.2.1. La vittima nel sistema di giustiziapag. 261.3. I precursori della Scuola Positiva: la Scuola di Lione, la Scuola pag. 28Frenologica, la Scuola Statistica1.3.1. Le indagini vittimologichepag. 311.4. La Scuola Positivista: Cesare Lombroso, Enrico Ferri, Raffaele Garofalo pag. 331.4.1. La vittima nata e le neuroscienzepag. 37Cap.2 Il paradigma sociale2.1. E. Durkheim: densità morale e anomia. Le vittime nella riflessione sulla pag. 40penalità2.2. Strutturalfunzionalismo e devianza: R.K. Merton, T.Parsons.pag. 432.2.1. Conformità e vittimità.pag. 512.3.Le teorie della disorganizzazione sociale: E.H. Sutherland, H.M.Johnson, pag. 53G. LaFree2.4. Sutherland e la teoria delle associazioni differenziali. I “withe collar pag. 55crime”2.4.1. Crimini economici e vittimepag. 612.5. La scuola di Chicago. W.I. Thomas, R.Park, C.Shawe, H. Mckeypag. 622.5.1. Social problems e vittimitàpag. 682.6. La figura dello straniero: G. Simmel, R. Park, A. Schutz.pag. 702.6.1. Lo straniero e la vittimapag. 74

Cap. 3 Devianza come costruzione sociale: l’Interazionismo Simbolico3.1. Nuovi approcci teorici: la devianza come costruzione sociale e la pag. 77sociologia fenomenologica3.2. L‟interazionismo simbolico. Le radici di G.H. Mead, la teorizzazione di pag. 79H.Blummer3.3. L‟influenza criminologica di stampo interazionistapag. 833.4.“Outsiders” di H.S.Becker.pag. 863.4.1. L‟etichettamento tramite vittimizzazione secondariapag. 893.5. E. Goffman. Lo stigma e il biasimopag. 913.6. Identità e vittimitàpag. 933.7. La teoria degli stili di vita e delle attività di routine: le vittimepag. 963.8. L. Athens. La costruzione sociale della violenza e il ruolo della vittimapag. 98Cap. 4 Le subculture giovanili.4.1. A Cohen: la cultura delle gangs.pag. 1024.2. D.Matza: le tecniche di neutralizzazione dell‟agire aggressivo contro la pag. 103vittima.4.3. A. Bandura: i meccanismi di disimpegno morale vero la vittimapag. 1054.4. R. Cloward e L. Ohlin: la teoria delle opportunità differenzialipag. 1074.5. W. Miller: la cultura delle classi inferiori.pag. 1094.6. La teoria non direzionale: Sheldon e Eleanor Glueckpag. 1094.7. Delinquenza giovanilepag. 110Cap.5 Le teorie del controllo sociale5.1. Natura, istinto e controllo sociale: A.J.Reiss jr., F.I.Nyepag. 1135.2. La teoria dei contenitori. W.C. RecKlesspag. 1145.3. Rational Chois Perspective: T. Hirschipag. 1155.4. La teoria del deterrentepag. 117Cap.6 Le teorie del conflitto6.1. Criminologia del conflitto e criminologia radicalepag. 1186.2. Le teorie del conflitto non marxiste. La vittima nella teorizzazione di R. pag. 118Quinney

6.3. Marxismo e criminalitàpag. 1236.4. La criminologia radicale statunitense. Il deviante vittima del sistema.pag. 1266.5. La criminologia radicale inglesepag. 1286.6. La criminologia radicale italianapag. 131Cap.7 Globalizzazione e vittime collettive7.1. La globalizzazione e gli aspetti criminalipag. 1367.2. Z. Bauman: La vittimizzazione collettiva dell‟Olocaustopag. 139Parte IIVittimologiaPremessapag. 144Cap. 8 Vittimologia8.1. Alcune definizioni: vittima e vittimologiapag. 1468.2. Scopo e oggetto di studiopag. 1488.3. La vittima nella storiapag. 1498.3.1. Vittima sacralizzatapag. 1508.3.2. Vittima ignoratapag. 1528.3.3. Vittima criminalizzatapag. 1538.3.4. Vittima tutelatapag. 1558.3.5. Vittima valorizzatapag. 156Cap. 9 Le Scuole di Pensiero9.1. L‟evoluzione del pensiero criminologicopag. 1589.2. La vittimologia “positivista”, la vittimologia “radicale” e la vittimologia pag. 159“critica”9.3. La vittimologia generalepag. 1619.3.1. D.L.Smith e K. Weis: l‟evoluzione della teoria vittimologica generalepag. 1659.4. La vittimologia criminalepag. 1679.5. La vittimagogia o vittimologia clinicapag. 169

Cap. 10 Gli Autori10.1. La nascita della vittimologia: inquadramento teoricopag. 17110.2. Hans von Hentingpag. 17210.3. Frederic Werthampag. 17810.4. Benjamin Mendelsohnpag. 18010.5. Ezzat Fattahpag. 18310.6. Marvin E.Wolfgangpag. 18610.7. Menachem Amirpag. 18710.8. Richard F. Sparkspag. 18810.9. Guglielmo Gullottapag. 18910.10. Henri F. Ellenbergerpag. 19010.11. Andrew Karmenpag. 19110.12. Stephen Schaferpag. 192Cap. 11 La vittimizzazione11.1. Vittima ideale e vittima realepag. 19511.2. La colpevolizzazione della vittima: il biasimopag. 19611.3. Precipitazione e facilitazionepag. 19711.4. Caratteristiche vittimologichepag. 19911.5. Vittimizzazione primaria e secondariapag. 20011.6. Vittimizzazione secondaria legata alle ripercussioni familiari e pag. 204coniugali11.7. Rivittimizzazionepag. 20511.8. Vittimizzazione allargatapag. 20611.8.1. La supervisione specialisticapag. 20711.9. Le reazioni alla vittimizzazionepag. 21011.10. Fattori che influiscono sulla risposta della vittima al traumapag. 21211.11. Il riconoscimento della vittimapag. 219Cap. 12 Classificazione delle tipologie di vittime12.1. Le predisposizioni vittimologichepag. 22312.2. Ruolo della vittima nell‟evento criminalepag. 22412.2.1. Il ruolo della vittima. Vittima latente, vittima per vocazione, vittima pag. 225

immaginaria, vittima che simula e dissimula12.2.2. Tipologia della vittima nell‟evento criminalepag. 228Cap. 13 Ruolo interscambiabile tra vittima e carnefice. Gli aspetti clinicidella vittimizzazione13.1. Dicotomia aggressore-vittimapag. 23513.2. Schemi comportamentali tra criminale e vittima: complementari e non pag. 237complementari13.3. Reazioni emotive della vittima nei confronti dell‟aggressorepag. 24113.4. Reazioni emotive dell‟aggressore nei confronti della vittimapag. 24813.5. Semiotica della clinica vittimologicapag. 25213.6. Vittima, evento traumatico e conseguenze psichichepag. 25813.7. Aspetti clinicipag. 2260Cap. 14 I diritti delle vittime14.1. La vittima nel sistema della giustiziapag. 26514.2. Disposizioni internazionalipag. 26814.2.1. Le disposizioni ONUpag. 26814.2.2. Le disposizioni europeepag. 27414.2.3. Le vittime nel sistema dei diritti in Italiapag. 28514.3. L‟indennizzo economico alle vittime e il sistema risarcitoriopag. 28714.3.1. L‟Italia e il Decreto Legislativo 204/06 sull‟indennizzo alle vittimepag. 290Cap. 15 La vittima nelle investigazioni15.1. Il ruolo della vittima nelle investigazionipag. 29815.2. L‟autopsia psicologicapag. 29815.3. Analisi vittimologicapag. 31115.4. La psicologia investigativapag. 313Cap. 16 La giustizia riparativa16.1.La giustizia riparativapag. 32316.2.Il quadro normativopag. 32816.3. Reo, comunità e vittimapag. 333

16.4. La mediazione penalepag. 33416.5. VOM (Victim-Offender Mediation) e le pratiche di mediazionepag. 340Parte IIIPrassi OperativePremessapag. 346Cap. 17 Vittime Fragili17.1. I minori: maltrattamenti, atti commissivi ed atti omissivipag. 34817.1.1. Fattori di rischio e di protezione per i minori nei processi di pag. 350vittimizzazione17.1.2. Minori vittime di abuso sessualepag. 35217.1.3. La violenza assistitapag. 35517.1.4. Il profilo della vittima di bullismopag. 35617.1.5. La testimonianza dei minori vittime di abusopag. 35817.1.6. La carta di Noto e la Convenzione di Lanzarotepag. 35917.2. Le donne vittime fragili: alcune premesse criminologichepag. 36217.2.1. La violenza nelle relazioni familiari: l‟omicidiopag. 36417.2.2. La violenza di generepag. 36517.2.3. Le caratteristiche della violenza di generepag. 36817.2.4. La violenza domesticapag. 37117.2.5. Lo stalkingpag. 37317.2.6. Diritti e tutelapag. 37517.3. La disabilità: gli anzianipag. 38817.3.1. Malati psichiatrici vittime fragilipag. 38617.3.2. Fattori di rischio e di protezione per i soggetti disabili nei processi di pag. 386vittimizzazioneCap. 18 Il trattamento della vittima18.1. Colloquio con la vittima in situazione di crisipag. 38918.2. Errori emotivi e comportamentali nel colloquio con la vittimapag. 39618.3. Vittime fragili: colloqui con minori, donne, anzianipag. 403

18.3.1. Il colloquio con il minore vittima di abusopag. 40318.3.2. Il colloquio con la donna vittima di abusopag. 41218.3.3. Il colloquio con l‟anziano o il disabile vittima di abusopag. 41618.4. La perizia vittimologicapag. 41918.5. I centri di supporto alle vittimepag. 42518.5.1. I CSV (Victim Support)pag. 429Conclusionepag. 432Bibliografiapag. 447

12

IntroduzioneQuesto lavoro, attraverso una ricognizione teorica e una sistematizzazione tecnicooperativa, propone una riflessione sui processi di vittimizzazione e sulle dinamiche che adessi sottendono, la cui lettura non può essere solo criminologica, psicologica e giuridica maanche sociale.Oggetto di studio sono le vittime di reato e la vittimologia, disciplina che nasce allafine degli anni ‟40 del secolo scorso, come branca della criminologia1 e che oggi haottenuto da essa autonomia teorica. La vittimologia è infatti la disciplina che studia l‟agitoviolento dalla prospettiva della vittima, tenendo conto anche della personalità delcarnefice, della relazione che intercorre tra questi due soggetti, del loro ambiente e delcontesto in cui l‟evento delittuoso avviene. Ma è anche lo studio delle interazioni travittima, aggressore, sistemi di giustizia penale, mass media, agenzie di controllo sociale edi aiuto, con lo scopo di prevenire e ridurre i processi di vittimizzazione primari, cioècausati direttamente dal reato, e secondari, determinati dalla reazione sociale allavittimizzazione stessa e identificativi di conseguenze a breve, medio e lungo termine.La vittima di reato è la persona che ha subito un danno fisico, psicologico, morale,economico, a causa di un agito violento, espressione della distruttività, dell‟incapacitàcomunicativa, della perdita di significatività dell‟altro, in violazione di una norma penale.È una persona che necessita di un supporto specifico ed appropriato per riuscire adaffrontare e, dove possibile, superare le conseguenze del trauma subito. È la persona che haperso il controllo sulla propria vita a causa di un comportamento lesivo altrui, che spessodeve riadattarsi al proprio ambiente, che è portatrice di un patimento fisico e psicologico,che ha subito un danno inaspettato e immeritato, che soffre conseguenze materiali,finanziarie, di salute fisica e mentale.Vi è un rischio legato all‟espansione della “categoria di vittima”, che sempre piùtende a comprendere non solo chi ha subito una violenza o un crimine, ma anche coloroche sono stati coinvolti in fatti di diversa portata o natura o in catastrofi naturali, ma anchecoloro che soffrono ingiustizie diverse o discriminazioni. L‟identità fluida e soggettivadella vittima, che si adatta a qualsiasi tipo di rivendicazione, rischia di legittimare qualsiasirichiesta di riconoscimento o di risarcimento economico o morale.La criminologia è lo studio scientifico del fenomeno della criminalità, del delinquente e delcomportamento criminale. Più in particolare i criminologi studiano la natura e la dimensione delcrimine, i tipi di criminalità e cercano di individuare e spiegare le cause del reato, del comportamentoantisociale, e la connessa relazione sociale (Marotta, 2004).113

Ci è apparso necessario, quindi, ripartire in questa nostra analisi dai diritti dellevittime di reato, sanciti universalmente per la prima volta dall‟ONU nel 19852, come ildiritto a ricevere giustizia, il diritto al risarcimento e alla restituzione, il diritto di poteresprimere il proprio parere e di avere un ruolo nel procedimento penale, il diritto alla curae all‟assistenza. In Europa è stata di fondamentale importanza la Decisione Quadro2001/220/GAI, la cui indicazione per gli Stati Membri di affermare il riconoscimento deidiritti delle vittime entro il 2006 non è stata però recepita completamente. La Direttiva del25 ottobre 2012, n. 29 (2012/29/UE) del Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituiscenorme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, chesostituisce la Decisione Quadro del 2001, dichiara come un reato sia non solo un torto allasocietà, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime, che dovrebbero esserericonosciute e trattate in maniera rispettosa, sensibile e professionale, senzadiscriminazioni di sorta (razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristichegenetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altranatura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, età,genere, espressione e identità di genere, orientamento sessuale, status in materia disoggiorno o salute), tenendo conto della loro situazione personale e delle loro necessitàimmediate. Le vittime di reato dovrebbero essere protette dalla vittimizzazione secondariae ripetuta, dall'intimidazione e dalle ritorsioni, dovrebbero ricevere adeguata assistenza perfacilitarne il recupero e dovrebbe essere garantito loro un adeguato accesso eaccompagnamento nel processo giudiziario.Questa Direttiva, che gli Stati Membri devono recepire entro il novembre 2015,stabilisce di fatto norme minime di tutela dei diritti delle vittime, che devono essereampliate in ogni Stato Membro, per assicurare il livello di protezione più elevato.In Italia ad oggi l‟assenza di una normativa nazionale di tutela delle vittime direato, indipendentemente dal tipo di crimine che le ha colpite (e dalla sua definizionegiuridica), dalla natura del danno e degli esiti, dalla criminogenesi e criminodinamica delfatto reato, dalle caratteristiche della vittima, non rende esigibili i fondamentali diritti dicittadinanza di cura, assistenza e risarcimento che sono riconosciuti dalla nostraCostituzione.Vi sono ancora vittime non tutelate, la cui voce e il cui riconoscimento, soprattuttoin termini di diritti non è ascoltata, affermata. Abbiamo ancora una cultura lontana dalDichiarazione dei principi base della giustizia per le Vittime di Crimini e abusi di potere, votata con laRisoluzione 40/34 del 29 novembre 1985 dall’Assemblea Generale ONU214

riconoscimento della vittimizzazione come danno sociale, nonostante determini costialtissimi. Ci si deve chiedere quando per una vittima essere sostenuta, orientata, protetta,curata, diventerà un diritto esigibile.Di fatto si deve prendere atto dell‟assenza di politiche mirate che abbiano come“oggetto” le vittime e come processo gli interventi di aiuto e sostegno socio-psicologico,relazionale e della salute. Qualsiasi intervento progettato o di programmazione locale nonpuò prescindere da una modificazione culturale che non tenga conto del “riconoscimento”della vittima in quanto soggetto di diritto.La legge 328/00 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato diinterventi e servizi sociali” pur avendo la finalità di rendere esigibili i diritti proclamatidalla Costituzione attraverso la creazione di servizi e interventi tra loro integrati su baselocale e attraverso la responsabilizzazione di tutta la comunità davanti ai propri problemisociali, in realtà all‟art. 22 individua alcune categorie di cittadini come maggiormenteportatori di bisogni complessi ed alcune priorità di interventi, non menzionandoassolutamente né i soggetti che hanno commesso crimini né le vittime. Queste spessoappartengono a quei gruppi di cittadini portatori dei maggiori disagi, per i quali il dannodovuto alla vittimizzazione primaria e secondaria rappresenta una forma in più dioppressione sociale, che si somma alla fragilità di cui già sono portatori. I danni chelamentano le vittime sono espressione di bisogni complessi, che non possono esseresottovalutati in termini di politiche sociali. Lo “sguardo” non può più essere rivolto solo alreo (abbiamo ancora in Italia un sistema giudiziario e penale sostanzialmente reocentrico)ma allargato ad un orizzonte sociale che coinvolga i servizi preposti alla prevenzione, allacura e all‟accoglienza delle persone più bisognose. Sono infatti più a rischio divittimizzazione i cittadini più “deboli” come i minori, gli anziani, le donne, i disabili fisicio psichici e coloro che vivono in marginalità. Sono le vittime fragili.La violentizzazione di soggetti fragili (l‟abuso commissivo od omissivo su minori,donne, anziani e portatori di disabilità fisica e psichica o la violenza nelle relazioni strette),e quindi i processi di vittimizzazione in genere, hanno caratteristiche oggettive a cui diamosignificato attraverso processi diagnostici diversi. Le vittime hanno di fatto riconoscimentosociale se ciò che subiscono viene percepito e considerato dalla società e dalla collettivitàcome danno, se cioè al comportamento dannoso che subiscono viene dato un significatolesivo della loro integrità soprattutto se fisica ed economica, meno se psicologica o morale.15

Nuove norme, come la L.119/13 in materia di contrasto alla violenza di genere o laL.67/14 in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorioche introduce il procedimento di messa alla prova nel sistema dei condannati adulti,propongono, anche se ancora parzialmente, una centralità della “vittima”, indicando comeil Legislatore stia rivalutandone il ruolo nel sistema giudiziale, penale e dell‟assistenza.Ma questo non basta. Ancora oggi, nel nostro tempo, il sistema culturale reocentrico èl‟unico sistema di riferimento, basti pensare a come la vittima sia dimenticata nei nostricodici, e non sia soggetto di diritto, o come il nostro sistema giudiziario e dell‟esecuzionepenale trascuri nei percorsi di responsabilizzazione e reinseimento dei detenuti la suafigura. Questa impostazione ha determinato spesso la convinzione che per prevenire iprocessi di vittimizzazione bastasse studiare il carnefice e capire le cause che ne hannodeterminato il suo agito violento. È necessario modificare la cultura, data dalla solarelazione tra Stato e reo, trasformando l‟ottica di intervento in un sistema relazionale cheveda come attori lo Stato, il carnefice e la vittima.In attesa di una legge quadro che tuteli i diritti di tutte le vittime di reato e orienti lediversificate ed eterogenee realtà del sistema dell‟assistenza, appare sempre più necessarioripartire dal territorio come unità di analisi, contenitore di risorse da mettere in rete,promotore di politiche locali efficaci ed appropriate, sostenendo la gratuità e l‟esigibilitàdelle prestazioni di assistenza, la trasparenza dei finanziamenti, facilitando l‟accesso aiservizi pubblici e del privato sociale, favorendo l‟integrazione di questi ultimi eindividuando strumenti di intervento e valutazione dei servizi scientificamentericonosciuti, promuovendo politiche locali e nazionali di tutela.La sensibilizzazione culturale creata sul tema della violenza e l‟evoluzione delsistema di welfare ha generato l‟attuale consapevolezza della necessità di risposte e diservizi appropriati ai bisogni delle vittime e soprattutto l‟esplicitazione di scelte e digovernance che siano rispettose dei loro diritti di cittadinanza. L‟interesse ai temi dellaprevenzione e dell‟assistenza a tutte le vittime di reato, indipendentemente dal crimine cheha determinato il danno e indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche, psicologichee sociali, pone la “vittima persona” al centro del dibattito culturale e operativo e con essaanche le vittime collettive lese nei propri diritti umani, con un‟attenzione specifica agliesiti di tipo diverso e al danno che non è considerato più solo con indicatori clinici maanche psicologici, morali ed economici.Nonostante questo le politiche sociali tardano, soprattutto in Italia, a tener contode

Dalla sociologia della devianza alla sociologia della vittima Premessa pag. 22 Cap.1 Il Paradigma illuministico e il paradigma positivistico 1.1. Il pensiero penale liberale: Cesare Beccaria e Jeremy Bentham pag. 23 1.2. La scuola classica pag. 25 1.2.1. La vittima nel sistema di giustizia pag. 26 1.3.

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English Language Arts & Literacy in History/Social Studies, Science, and Technical Subjects ISBN 978-0-8011-17 40-4 . ISBN 978-0-8011-1740-4. Bar code to be printed here. California Common Core State Standards. English Language Arts & Literacy in . History/Social Studies, Science, and Technical Subjects. Adopted by the. California State Board of Education . August 2010 and modified March 2013 .