L’architettura Religiosa Di Luis Moya Blanco . - Unibo.it

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Alma Mater Studiorum - Università di BolognaScuola di Dottorato in Ingegneria Civile e ArchitetturaDottorato di ricerca in ArchitetturaCoordinatore del Dottorato: prof. Gianni BraghieriXXIV cicloL’architettura religiosa di Luis Moya BlancoLa costruzione come principio compositivoDottoranda: Agnese FantiniRelatore: Prof. Francesco Saverio FeraCorrelatore: Prof. Antón CapitelEsame finale 2013

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AbstractThis research, entitled L’architettura religiosa di Luis Moya Blanco. Lacostruzione come principio compositivo, is about the building of placesof Christian worship the Spanish architect has designed and built from1945 to 1970.The dissertation aims at identifying those principles pervading all thearchitectural composition which seem to be constant throughout thearchitect’s activity. The research starts from analysing his education andwritings, and focuses on the latest church projects, especially the onesthe critics have not dealt with in depth so far.The objective of the research is thus to gie a new contribution to thecompositional aspect of his architecture. Still, analysing composition inMoya means analysing the construction that, despite the succession ofdifferent languages, remains the most important aspect in his work. Thestudy of the manufacture through the categories taken from his ownwritings – such as mathematics, number, geometry, planning schemes– allows to find connections and continuity between the first churches,strongly characterised by a baroque structure, and the most recentprojects, which seem to meet marked modern shapes.Such reflections, contextualized in his considerable essay output,bring to the conclusion that construction becomes, in Moya’s view, acomposition principle that cannot be set aside, the rule that puts numberand geometry into substance. If construction means petrifaction ofgeometric and mathematical rules implying planning schemes, the useof the space of central origin does not answer the purpose of improvingliturgy, but it is suggested by philosophical and idealistic issues:the supreme naturalness of divine perfection matches the supremeperfection of the circular shape – or, in some cases, of one of its offshoots,the ellipse. Construction also represents the synthesis of two differentworlds: the humanistic one, linked to classical studies of geometries andproportions, and the technical one of boveda tabicada and the buildingtechniques of the Spanish tradition, dualism expressing both in projectsand writings. In Moya’s view there are no intermediate steps betweenarchitecture and construction, as the architect does not design projectsin an early stage, to lock it up in a rigid structure afterwards.3

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L’ARCHITETTURA RELIGIOSA DI LUIS MOYA BLANCOLa costruzione come principio compositivoPrefazione p. 7PRIMA PARTE.Tra tecnica ed estetica. La costruzione di una teoria1.1 Gli anni della formazionep. 171.1.1 Contesto familiare p. 191.1.2 Anni universitari. Il Cuaderno de apuntes de construcciónp. 231.1.3 Riflessioni giovanili p. 311.1.4 Il concorso per il Faro in memoria di Cristoforo Colombop. 371.1.5 Il viaggio in Nord Americap. 551.2. Gli scritti p. 791.2.1 Rafael Guastavino e le Bóvedas tabicadas p. 811.2.2 La Architettura Cortés e la Architecttura descortésp. 931.2.3 La proporzione come principio della Architettura Cortésp. 1031.2.4 Osservazioni sulla geometria: dalla misura alla formap. 109SECONDA PARTEArchitettura religiosa2.1. L’idea dello spazio sacrop. 1252.1.1 L’idea dello spazio sacrop. 1272.1.2 I mutamenti delle condizioni sociali e liturgichenella Spagna franchista p. 1332.1.3 La pianta centrale: declinazioni e variantip. 1412.1.4 Matematica, geometria e tracciati regolatorip. 1452.1.5 Il numero come espressione del divinop. 1512.2 Casi studio p. 1572.2.1 Casi studio p. 1592.2.2 Chiesa di San Agustín, Madrid (1945-1955)p. 1652.2.3 Chiesa di Santa María del Pilar, Madrid (1959-1960)p. 1852.2.4 Chiesa di Santa María Madre de la Iglesia, Madrid (1966-1969)p. 1992.2.5 Chiesa di Nuestra Señora de la Araucana, Madrid (1970-1971)p. 211Bibliografia ragionata p. 225Apparati p. 251Regesto progetti p. 253Antologia degli scritti p. 263Fonti documentali p. 3335

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PrefazioneLa presente ricerca, dal titolo L’architettura religiosa di Luis MoyaBlanco. La costruzione come principio compositivo, tratta i temiinerenti l’edificazione di spazi per il culto della religione cristianache l’architetto spagnolo progetta e realizza a Madrid dal 1945 al1970.La tesi è volta ad indagare quali siano i principi alla base dellacomposizione architettonica che si possano considerare immutati,nel lungo arco temporale in cui l’autore si trova ad operare. Taleindagine, partendo da una prima analisi riguardante gli anni dellaformazione e gli scritti da lui prodotti, verte in particolar modosullo studio dei progetti ecclesiastici più recenti e ancora pocotrattati dalla critica.L’obbiettivo della presente tesi è dunque quello di apportare uncontributo originale sull’aspetto compositivo della sua architettura.Ma analizzare la composizione significa, in Moya, analizzare lacostruzione che, a dispetto del susseguirsi dei linguaggi, rimarràsempre l’aspetto principale delle sue opere.Lo studio dei manufatti mediante categorie estrapolate daisuoi stessi scritti – la matematica, il numero, la geometria e itracciati regolatori - permette di evidenziare una serie di punti dicontatto, di elementi di continuità tra le prime chiese, fortementecaratterizzate da un impianto barocco, e gli ultimi progetti chesembrano cercare invece un confronto con forme decisamentemoderne.Queste riflessioni, parallelamente contestualizzate nell’ambitodella sua consistente produzione saggistica, andranno a confluirenell’idea finale per cui la costruzione diventi per Luis Moya Blancoil principio compositivo da cui non si può prescindere, la regolache sostanzia nella materia il numero e la geometria.Se la costruzione è dunque la pietrificazione di leggi geometrico-7

matematiche che sottendono schemi planimetrici; il ricorso allospazio di origine centrale non risponde all’intenzione di migliorarela liturgia, ma a questioni di tipo filosofico-idealista, che fannocorrispondere alla somma naturalezza della perfezione divina, lasomma perfezione della forma circolare o, in alcuni casi, di unodei suoi derivati come l’ellisse.La costruzione rappresenta inoltre la sintesi tra due mondi:quello umanistico, legato agli studi classici di geometrie eproporzioni, e quello tecnico della bóveda tabicada e dellepratiche costruttive della tradizione spagnola, dualismo che siesprime tanto nelle opere progettuali quanto negli scritti. Traarchitettura e costruzione per Moya infatti non ci sono passaggiintermedi, non disegna inizialmente il progetto architettonicoper racchiuderlo successivamente in una struttura rigida. Comescrive José Manuel Cabrero Ballarín: “La construcción en Moyacasi puede identificarsi con la estructura. Se da una profundacoherencia entre construcción, material empleado, estructura yforma dell’edificio1”.La produzione saggistica e critica su Luis Moya BlancoSulle ragioni che portano a studiare oggi l’architettura di LuisMoya - che spesso per motivi politici è stata a lungo discriminatae additata come architettura del regime franchista – si riportanodi seguito le parole che Rafael Moneo esprime nel prologo alla tesidi dottorato di Antón Capitel La arquitectura de Luis Moya Blanconel 1982:Hoy la obra de Luis Moya, al menos para un ciertosector de la crítica, ha dejado de ser tan sólo la inmediatatraducción arquitectónica de una ideología y ha cobradouna dimensión más personal, más íntima, quizá, cuandonos convertimos ante ella en espectadores de la tragediaque supone el intentar, en la segunda mitad del sigloXX, poner a prueba la validez de los principios de una1 José Manuel Cabrero Ballarín, Aprendiendo de las estructuras de Luis Moya, in MaríaAntonia Frías Sagardoy (a cura di), Luis Moya Blanco 1904 -1990, T6 Ediciones, Pamplona 2009, p. 74.«La costruzione in Moya la si può quasi identificare con la struttura. Egli conferisce unaprofonda coerenza tra costruzione, materiale impiegato, struttura e forma dell’edificio».8

arquitectura que se consideraba todavía como la herederade la arquitectura clásica, pero que, a pesar de la pretensiónde todo clasicismo de estar por encima de las contingenciastemporales, se batía ya en plena retirada. La grandezade una arquitectura imposible que intenta la defensaen el terreno de lo estrictamente disciplinar se ha hechoevidente, y ahora, al desprendernos de lo circunstancial, lamiramos con otros ojos, ojos que no excluyen el sobresalto,el que produce aquello que por menos conocido pareceanómalo, y al que siempre acompaña, sin embargo, undifuso sentimiento en el que se entrecruzan simpatía yrespeto.2La letteratura su questo tema vede infatti come testo di riferimentola pubblicazione del 1982 di Antón Capitel, docente della EscuelaTécnica Superior de Arquitectura di Madrid. Quest’opera,che nasce dalla tesi di dottorato dello stesso Capitel discussanell’ottobre del 1979, è la prima pubblicazione su Luis Moya ed hadunque un carattere monografico, offrendo un panorama generalesul pensiero e l’opera architettonica dell’autore madrileno.È importante sottolineare la pubblicazione di questo testopoichè costituisce una sorta di punto di partenza per lo studiodi un’architettura che, per ragioni spesso politiche, non venneapprezzata negli anni della sua realizzazione. Moya, come ènoto, si dovette confrontare non solo come architetto, ma anchecome docente e preside della escuela di Madrid, con una Spagnaprofondamente segnata da una guerra civile che lasciò nellamentalità collettiva un senso di rifiuto verso ogni rimando alpassato.2 Rafael Moneo, Prologo in Antón Capitel, La arquitectura de Luis Moya Blanco, Colegio Oficial de Arquitectos de Madrid, Madrid 1982, p. 7.«Oggi, l’opera di Luis Moya, almeno per un certo settore della critica, ha smesso diessere solamente l’immediata traduzione architettonica di un’ideologia, ed ha assuntouna dimensione più personale, forse più intima, nel momento in cui siamo diventatigli spettatori di una tragedia dove si è tentato, in questa seconda metà del XX secolo, dimettere alla prova la validità dei principi dell’architettura, erede dell’architettura classica.Ma che, a dispetto della pretesa di tutto il classicismo di poter sovrastare le contingenze temporali, batteva in piena ritirata. La grandezza di un’architettura impossibile, chetenta la propria difesa su un terreno strettamente disciplinare, adesso risulta evidente;ed oggi, sotto una nuova luce, la ammiriamo con altri occhi; occhi che non escludono ilsoprassalto che produce tutto ciò che, essendo poco noto, ci appare anomalo, e sempreaccompagnato, nonostante tutto, da un diffuso sentimento di simpatia e di rispetto».9

Capitel, in tal senso, gli dona nuova luce, non si sofferma surimandi ideologici ma pone l’accento sul suo essere classico nontanto nel linguaggio quanto classico di formazione, di una culturache ricorda l’Umanesimo e il Rinascimento italiano più chel’eclettismo degli architetti del regime franchista.La letteratura prosegue con il lavoro di un’altra tesi di dottoratoDibujo y proyecto en la obra de Luis Moya Blanco, discussa nel1996 da Javier García-Gutiérrez Mosteiro e diretta dal professorePedro Navascués sempre all’interno del dottorato di ricerca dellaEscuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid3. Questosecondo testo si occupa della vasta produzione grafica di Moyae del differente uso del disegno in relazione al suo pensieroarchitettonico.La tesi non si occupa del disegno tecnico inteso come semplicestrumento per la concezione e rappresentazione dell’operada costruire, bensì del disegno di architettura inteso comeprocedimento per la riflessione sul progetto architettonico.Data l’abbondanza e la varietà dell’opera grafica di Moya lo scrittosuddivide i disegni secondo le tematiche e la loro cronologia,in modo da ottenere un insieme di sezioni ognuna delle qualiespone un uso diverso del disegno in rapporto all’architetturarappresentata.Alcuni esempi di questi gruppi, o serie, come vengono definitedall’autore, sono: El Pilar: el dibujo como medio divulgador delpatrimonio arquitectónico, che comprende i primi disegni diedifici del barocco madrileno che Moya pubblica per la rivistadella scuola marianista “El Pilar” tra il 1923-1929. Altre seriesono El cuaderno del viaje a América: el dibujo como percepcióny memoria de la arquitectura, che raccoglie i disegni realizzatitra Stati Uniti, Messico, e America Centrale nel 1930; e ancorala serie El Sueño Arquitectónico para una Exaltación Nacional:la arquitectura de papel che comprende quei disegni di enormicomplessi monumentali, esercizi di architetture irrealizzabili,3 La tesi è stata parzialmente pubblicata da Javier García-Gutiérrez Mosteiro, sottoforma di articolo in “Boletin de la Real Academia de Bellas Arte de San Fernando”, Losdistintos usos del dibujo de arquitectura en Luis Moya Blanco, Madrid, n. 77, secondosemestre 1993, pp. 245-294.10

eseguiti nel corso la guerra civile. Il testo conta ancora molte altreserie che vanno dagli studi sulle proporzioni del Partenone allecartoline di auguri natalizi.L’utilità di questa pubblicazione è duplice: da un lato incrementaulteriormente l’interesse verso la figura di Luis Moya Blanco,dall’altra mette ordine e cataloga per la prima volta una partedell’Archivio Moya, conservato presso la biblioteca della EscuelaTécnica Superior de Arquitectura di Madrid, che conta dai 10000ai 12000 disegni.Le due pubblicazioni, La arquitectura de Luis Moya Blanco e Dibujoy proyecto en la obra de Luis Moya Blanco, trovano un punto diincontro nella mostra tenuta a Madrid dal 7 al 29 marzo del 2000.Quest’esposizione, dal titolo Luis Moya Blanco Arquitecto 19041990, curata dagli stessi Capitel e Gutiérrez Mosteiro, riscuote nonsolo dalla critica ma da tutti i visitatori un ampio consenso4. Sonopassati sessant’anni dalla conclusione della guerra civile, diecidalla morte di Luis Moya Blanco e, con il favore del tempo, la suaopera sembra essersi riscattata da un lungo periodo di oblio.Sono questi i tre momenti di indagine principale che, sino adoggi, hanno costituito la base e le premesse per ulteriori studi sullafigura dell’architetto spagnolo limitati ai soli confini nazionali.Se si analizza infatti la letteratura su Luis Moya Blanco al di fuoridella Spagna non sono presenti scritti ad eccezione di un’unicatesi di dottorato condotta all’interno della scuola di dottorato inComposizione Architettonica dello IUAV e discussa da SabrinaGreco nell’ottobre del 2004 dal titolo Composizione e movimentonel rapporto tra architettura e paesaggio. L’Universidad laboraldi Gijon, relatore Luciano Semerani, controrelatore GiovanniMarras.La struttura della tesiPer quello che concerne più specificatamente la struttura dellatesi, questa si compone di due parti principali. Gli anni della4Cfr. F. Samaniego, La arquitectura clasicista y moderna de Luis Moya se expone consus originales. Los proyectos de universidades, museos e iglesias quisieron formar una “ciudad ideal”, “El Pais”, Madrid 7 marzo 2000.11

formazione, fa riferimento alle sue prime esperienze professionali,che vedono nel viaggio in Nord America un importante momentoformativo.Nei primi anni successivi alla laurea Luis Moya Blanco indaga lerisorse espressive della forma architettonica. Si inserisce in questocontesto il progetto per il concorso internazionale del Faro inmemoria di Cristoforo Colombo, a Santo Domingo (1929 - 1932)al quale parteciperà insieme a Joaquín Vaquero vincendo il terzopremio.Questa prima parte si completa con il capitolo Gli scritti. In essisi esplicita una delle caratteristiche primarie di tutto il pensieroarchitettonico di Moya: la grande conoscenza tecnica, che siritrova in scritti come Bóvedas tabicadas 5(1957) – percorsaparallelamente alla costante ricerca di una ponderata teoria estetica– ultimo di una lunga serie di saggi e articoli Consideraciones parauna teoría de la estética6 (1991) pubblicato postumo. Attraverol’analisi di questi scritti si comprende come questi due ambiti diricerca non generino un conflitto all’interno della poetica di LuisMoya Blanco ma concorrano entrambe all’idea di costruzioneche, in quanto sintesi, risulta dunque il principio compositivoper eccelenza. La conclusione di questa prima sezione, attraversol’individualizzazione di temi specifici quali la geometria, lamatematica e il numero, determina i presupposti per introdurre iltema dell’architettura religiosa trattato nella seconda parte.In Idea dello spazio sacro si analizzano una serie di considerazionivolte a contestualizzare l’opera di Moya all’inteno del panoramanazionale Spagnolo – I mutamenti delle condizioni sociali eliturgiche nella Spagna franchista – attraverso l’analisi di vicendeconcorsuali legate al progetto eclessiastico che lo vedono ricoprireil ruolo di giurato in molti concorsi.Delineata la posizione di Luis Moya Blanco rispetto al contesto,la tesi cerca di chiarire, grazie all’analisi dei quattro casi di studio,5 Luis Moya Blanco, Bóvedas Tabicadas, Colegio Oficial de Arquitectos de Madrid,Madrid 1947, rist. anast. Antón Capitel (a cura di), Bóvedas Tabicadas, Colegio Oficialde Arquitectos de Madrid, Madrid 1993.6 Luis Moya Blanco, Consideraciones para una teoría de la Estética, Universidad deNavarra. Servicio de Publicaciones, Madrid 1991.12

come le sue architetture rispettino la premessa iniziale, ovvero, Lacostruzione come principio compositivo.I progetti presi ad esempio nel capitolo Casi studio esaminati escomposti mediante le categorie sopra descritte, rispondo acaratteristiche comuni come la costante predilezione per lo spaziocentrale a dispetto del linguaggio che va via via rarefacendosi.In questo continuo processo di riduzione degli elementi non è,però, ricompreso il tema della copertura o del quinto prospettoche, al contrario, rivestirà sempre per Moya il punto cruciale delprogetto. La simbolica volta celeste è risolta dall’autore caso percaso in maniera differente ma attraverso la medesima tecnicacostruttiva della bóvedas tabicadas.Il metodo di ricercaQuelle lunghe catene di ragioni così semplicie facili, di cui i geometri sogliono servirsi pergiungere alle loro dimostrazioni più difficili,mi avevano dato occasione d’immaginareche tutte le cose che possono cadere sotto laconoscenza degli uomini si succedono traloro nello stesso modo e che, purché ci siastenga dall’accogliere alcuna per vera, chetale non sia, e che si serbi sempre l’ordineoccorrente per dedurle le une dalle altre, nonve ne sarà alcuna tanto lontana a cui non sipossa arrivare, né così nascosta che non sipossa scoprire7Il metodo di analisi che ha condotto lo sviluppo della ricerca sistruttura in più fasi. Il punto di partenza è stato lo studio dell’operadell’architetto esteso all’intera produzione saggistica e progettuale.Da questo primo nucleo teorico e pratico è stato poi estrapolatoil tema più specifico dell’architettura religiosa ed il percorsocompositivo che ha guidato le relazioni spaziali e formali degliedifici presi in esame.Questo studio si è avvalso della lettura incrociata e trasversale7 René Descartes, Discorso sul metodo (1637), Guido De Ruggiero (a cura di) Mursia,Varese 1997, pp. 51-52.13

dei manufatti architettonici con i documenti di archivio e lefonti bibliografiche, recenti e passate, del contesto culturalee architettonico in cui i progetti si inseriscono nonché delcomplesso sistema di relazioni e corrispondenze di cui le operesono costituite.L’indagine nasce dunque dalla formulazione di alcune premessedi base, estrapolate dagli scritti di Moya, che cercano di esseredimostrate attraverso l’applicazione pratica nei progetti.Concludono dunque il ragionamento dell’intera ricerca glielaborati grafici.Il supporto della rappresentazione analitica come strument

2 Rafael Moneo, Prologo in Antón Capitel, La arquitectura de Luis Moya Blanco, Cole-gio Oficial de Arquitectos de Madrid, Madrid 1982, p. 7. «Oggi, l’opera di Luis Moya, almeno per un certo settore della critica, ha smesso di essere solamente l’immediata traduzione architettonica di un’ideologia, ed ha assunto

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