Coppie E Bambini Nelle Adozioni Internazionali

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Coppie e bambini nelle adozioni internazionaliRapporto della Commissionedal 16/11/2000 al 31/12/2005realizzato in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti

IndiceCoppie e bambini nelle adozioni internazionaliNota introduttivaLe coppie richiedenti adozioneI bambini nell’adozione internazionaleGli enti autorizzatiTavole statisticheLe coppieI bambiniGli enti autorizzatiAutorizzazione all’ingresso in Italia ed enti autorizzatiGrafici

Coppie e bambini nelle adozioni internazionaliNota introduttivaA partire dal 16/11/2000 la Commissione per le Adozioni Internazionali(C.A.I.) nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali ha promosso e realizzatoun costante monitoraggio dei flussi di ingresso dei minori stranieri a scopoadottivo di cui il presente lavoro testimonia le principali risultanze. L’attività diindagine a carattere censuario si basa sugli elementi conoscitivi desumibili daifascicoli dei minori stranieri autorizzati all’ingresso ed alla residenza permanentenel nostro Paese a scopo di adozione (ex art. 32 della legge n. 476/98), in possessodella Commissione per le Adozioni Internazionali. I fascicoli, oggetto di analisi, siriferiscono alle richieste di ingresso di minori stranieri presentate dalle coppieadottive nel periodo compreso tra il 16 novembre 2000 (giorno successivo allapubblicazione in G.U. dell’Albo degli Enti autorizzati, che ha reso concretamenteapplicabile la nuova normativa) e il 31 dicembre 2005.Al fine della raccolta dei dati è stata messa a punto una scheda suddivisa in dueparti, la prima dedicata alle coppie adottive, la seconda relativa ai minori stranieriadottati. Rispetto alle coppie adottive sono presenti informazioni in merito: alladata di nascita, al titolo di studio e alla professione dei coniugi, oltre che allaresidenza, agli anni di matrimonio, al numero di figli o altri eventuali familiariconviventi, alla data di presentazione della dichiarazione di disponibilitàall’adozione internazionale e alle indicazioni contenute nel decreto di idoneitàdelle stesse coppie oltre alla data di conferimento incarico all’ente prescelto.Rispetto ai minori stranieri adottati sono presenti, invece, informazioni relative:alla data di nascita e alla data di adozione del bambino, oltre che alla data delprovvedimento di adozione del tribunale straniero, alla data di presentazione delladomanda di ingresso, alla data di accoglimento della domanda e al Paese diprovenienza dello stesso bambino.Nella sezione dei minori stranieri adottati vengono, inoltre, rilevati i datiriguardanti gli Enti autorizzati e il loro coinvolgimento nei diversi paesi interessatidal fenomeno adottivo.

Le coppie richiedenti adozioneLe coppie che hanno fatto richiesta alla C.A.I. di autorizzazioneall’ingresso in Italia di minori stranieri, ovvero le coppie che in possesso deldecreto di idoneità hanno concluso con successo l’iter adottivo sono state 11.025nell’intero periodo di monitoraggio 16/11/2000 – 31/12/2005. La distribuzionetemporale delle coppie richiedenti evidenzia un picco in alto nel corso del 2004 euna lieve flessione nel corso del 2005 in cui si registra un numero di coppierichiedenti l’autorizzazione all’ingresso di un minore straniero a scopo adottivoanalogo a quello del 2003. Nel dettaglio 386 coppie hanno fatto richiestanell’anno 2000, e specificamente nel periodo 16 novembre – 31 dicembre, 1.843hanno fatto richiesta nel 2001, 1.529 nel corso del 2002, 2.300 nel 2003, 2.764 nel2004, e, infine, 2.203 coppie nel 2005. La causa principale della flessione occorsanel 2005 è ascrivibile al blocco delle adozioni verificatosi in alcuni Paesidell’Europa orientale, di cui si dirà in maniera approfondita nel successivoparagrafo relativo ai minori stranieri entrati in Italia a scopo adottivo.Per valutare l’effettiva variabilità sul territorio italiano delle coppierichiedenti l’ingresso in Italia di un minore a scopo adottivo, si è proceduto arapportare le coppie per regione di residenza alla popolazione teorica diriferimento, ovvero la popolazione residente di 30-59 anni. I tassi medio annuicosì calcolati evidenziano che in Italia hanno richiesto l’autorizzazioneall’ingresso in Italia di minori stranieri circa 8,8 coppie ogni 100mila residenti di30-59 anni, con differenze regionali piuttosto significative e valori massimidell’indice addensati per lo più nelle regioni centro-settentrionali (13,5 coppieogni 100mila residenti di 30-59 anni in Liguria, 12 in Toscana, 11,5 in Veneto,10,6 in Lombardia, 10,5 in Umbria, 10,2 in Emilia Romagna e 10,1 nelle Marche),sebbene si segnalano alcuni alti valori anche nel sud Italia e in particolare ilMolise con 12,9 coppie ogni 100mila residenti di 30-59 anni).La gran parte delle coppie richiedenti l’ingresso in Italia di un minorestraniero – 10.417 delle 11.025 complessive, ovvero il 94,5% - ha ottenuto ildecreto di idoneità a seguito di un provvedimento del Tribunale per i Minorennicompetente. Le restanti 608 coppie, che rappresentano il 5,5% delle coppierichiedenti, invece, hanno ottenuto l’idoneità ricorrendo in Corte d’Appello. Tra le

coppie richiedenti prevalgono quante sono in possesso di un decreto di idoneitàgenerico (76,5%), sebbene in crescita siano quelle con un decreto di idoneitàmirato1 (15,4% del totale). Sempre più marginali risultano, invece, le coppieadottive in possesso di un decreto di idoneità nominativo2 (8,1%).Molto spesso la motivazione “mirata” del decreto di idoneità può comportare unallungamento dei tempi dell’adozione a causa della più difficile individuazionedel minore in stato di abbandono all’estero, anche in considerazione del fatto che idecreti mirati a volte comprendono anche più di una delle caratteristiche riportatein nota, e per questo ad un decreto così limitato consegue una attesa sicuramentepiù lunga per la realizzazione del progetto adottivo.Tali considerazioni sui tempi di attesa sono tutt’altro che accademiche sesi considera che l’età media delle coppie adottanti al decreto di idoneità è andatocostantemente crescendo nel corso del periodo monitorato. Sull’età mediaall’adozione influiscono molti fattori, tra i quali, in negativo, il sempre minorricorso al matrimonio – sebbene la lieve ripresa degli ultimi anni - e il suoprocrastinamento verso età via via più mature. Il numero di matrimoni annuicelebrati in Italia sono oramai stabilmente al di sotto della soglia dei 300milal’anno - a fronte dei 400mila all’anno degli anni Settanta - con quozienti dinuzialità di poco inferiori al valore di 5 matrimoni all’anno per 1.000 abitanti.L’età media al primo matrimonio ha superato i 30 anni per gli uomini ed èprossima ai 28 anni per le donne, cosa che finisce per incidere anche sull’accessoal percorso adottivo.E’ necessario precisare però che sebbene l’adozione è consentita ai coniugiuniti in matrimonio da almeno tre anni, la legge 149/01 ha introdotto modifichesostanziali, cosicché le coppie di aspiranti genitori adottivi possono essere sposateanche da un periodo di tempo inferiore, purché risultino unite in convivenzastabile complessivamente da almeno tre anni – sommando il periodo antecedente1Si intende per mirato un provvedimento in cui si fa menzione di un certo paese diprovenienza, di una specifica appartenenza etnica, del genere del minore, dello stato di salute, diuna particolare età, spesso compresa tra zero e tre anni o più in generale in età prescolare, o alcuneindicazioni più o meno specifiche.2Si intende per nominativo quel provvedimento nel quale viene fatto riferimento ad unospecifico bambino.

e quello successivo al matrimonio – nella quale non deve avere avuto luogo negliultimi tre anni separazione personale, neppure di fatto.E’ ipotizzabile che tale misura inizi a dare i suoi frutti considerando cheproprio nell’ultimo anno di monitoraggio si è avuta una significativa riduzionedelle età medie dei coniugi adottanti al decreto di idoneità, in particolare deimariti (40 anni), ma anche delle mogli (39,1).In merito alle distribuzioni per età dei mariti e delle mogli richiedentil’ingresso di minori stranieri a scopo adottivo resta, comunque, per i primi unosbilanciamento verso le classi di età anziane molto più marcato di quanto nonavvenga per le mogli. Infatti, sebbene la classe di età a maggiore frequenza è siaper i mariti (33,9%) che per le mogli (36,2%) la 35-39 anni, sotto i 30 anni c’èsoltanto lo 0,9% dei mariti e un più consistente 2,7% delle mogli, mentre sopra ai45 anni si ha il 21,6% dei mariti e solo il 14% delle mogli. Le età medie dellecoppie adottanti a livello regionale alla data del provvedimento di idoneitàmettono in evidenza situazioni piuttosto differenziate sul territorio nazionale convalori medi che oscillano in un ampio range che va dai 39,8 anni dei maritilombardi ai 44,3 di quelli sardi e dai 38 anni delle mogli venete ai 42,4 anni dellemogli sarde.

Tavola 1 – Età media delle coppie alla data del decreto di idoneità per regioneal 31/12/2005Età mediaRegioniPiemonteValle d'AostaLombardiaTrentino-Alto AdigeVenetoFriuli-Venezia 8,338,241,640,939,539,740,140,640,639,942,439,2La presenza di figli si conferma molto limitata nei nuclei familiari che hannorichiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori stranieri, e tale risultato siconferma anche nell’ultimo anno di monitoraggio. Il 90,3% delle coppie nonhanno figli – 9.953 su 11.025 -, mentre le restanti 1.072 coppie, il 9,7% dellecoppie, hanno già uno o più figli. La distribuzione dei figli delle coppie con figlievidenzia una netta prevalenza di quelle con un solo figlio che rappresentano oltreil 79,3% del totale, difatti: 850 coppie con figli ne hanno uno, 178 ne hanno due,32 ne hanno tre, 9 ne hanno quattro, e 3 ne hanno cinque.Le famiglie adottive sono dunque piccoli nuclei, più piccoli in media delle giàpiccole, in termini di componenti medi, famiglie italiane. A livello nazionale,infatti, l’incidenza delle coppie con un solo figlio sul totale delle coppie con figli èpari al 45%, percentuale che per quanto alta è pur sempre molto più bassa diquella registrata tra le coppie richiedenti adozione.

Ma proprio nell’ultimo anno di monitoraggio, ovvero il 2005, si evidenzianodue elementi estremamente positivi in merito alla propensione all’adozione dellecoppie richiedenti: aumentano in misura significativa rispetto agli anni precedenti lecoppie che richiedono l’ingresso di più di un bambino a scopoadottivo. In particolare nel 2005 si ha l’incidenza massima di coppierichiedenti l’ingresso di 2 minori, pari al 18,7% del totale. A ciò siaggiunga che nello stesso 2005 le coppie che richiedono l’ingresso di 3bambini sono pari al 3,6% del totale, valore mediamente doppiorispetto a quanto avviene nei precedenti anni di monitoraggio. I paesidai quali giungono gruppi significativamente rilevanti di fratelli e/osorelle sono: il Brasile (il 51,9% dei bambini/e ne ha uno/a, il 16,7%due); la Lituania (il 47,7% e il 18,3%), la Polonia (il 43,4% e il21,4%), il Cile (36,7% e il 16,5%), la Colombia (il 30,1% e il 13,9%) el’Etiopia (il 33,8% e il 7%); a fronte di un valore medio, a prescinderedunque dalla nazionalità, rispettivamente del 26% e del 6%; considerato che nell’intero arco di monitoraggio 16/11/2000 uccessivamente richiesto una nuova adozione – segno certo econcreto di soddisfazione rispetto all’esperienza adottiva – poco menodella metà (69 casi) hanno richiesto l’autorizzazione all’ingresso delminore proprio nel 2005.

I bambini nell’adozione internazionaleL’autorizzazione all’ingresso del minore straniero in Italia, in conformitàalla disciplina normativa in materia, viene rilasciata solo se l’adozionepronunciata nello stato estero è avvenuta nel rispetto dei principi stabiliti nellaConvenzione de L’Aja del 1993 sulla tutela dei minori e la cooperazione inmateria di adozione internazionale e se ricorrono le condizioni di abbandono e dicessazione degli effetti giuridici indicate nell’art. 31 legge n. 184/1983. Stante ciòad ogni visto d’ingresso corrisponde il riconoscimento di un’adozione pronunciataall’estero.I bambini stranieri per i quali è stata, dunque, pronunciata una adozione inuno stato estero a favore di una coppia italiana e per i quali è statasuccessivamente richiesta l’autorizzazione all’ingresso in Italia, alla data del31/12/2005, sono stati 13.388.Considerando che le coppie adottive sono state 11.025, si ha che ognicoppia ha adottato, in media, 1,2 bambini. In merito si evidenzia che 8.964 hannofatto richiesta per un bambino, 1.776 per due bambini, 269 per tre bambini, 15 perquattro bambini e 1 per cinque bambini.Dunque, se si considera che il 90% delle coppie adottive non ha figli e chel’81,3% delle stesse ha fatto richiesta di autorizzazione per l’ingresso di un solominore risulta evidente che esse esprimono una fecondità del tutto in linea conquella del complesso delle coppie italiane, che come noto esprimonocomportamenti riproduttivi improntati a un forte contenimento della fecondità,sintetizzabile in un valore di 1,33 figli per donna.A livello regionale così come per il numero medio di figli per donna ancheper il numero medio di figli adottati per coppia adottante si ravvisano oscillazioniintorno alla media nazionale piuttosto contenute che vanno dai valori, minimi,della Val d’Aosta (1,07) e del Piemonte (1,09) ai valori, massimi, della Sardegna(1,35) e della Basilicata (1,41).

Tavola 2 – Numero medio di figli per donna al 2004 e numero medio di bambiniadottati per coppia, per regione al 31/12/2005RegioniPiemonteValle d'AostaLombardiaTrentino-Alto AdigeVenetoFriuli-Venezia liaSardegnaITALIANumero medio di Numero medio di minori adottatifigli per donna per coppia adottante - dalanno 200416/11/2000 al 1,331,421,311,031,351,331,21Relativamente al periodo di ingresso dei bambini adottati dalle coppieitaliane, la distribuzione di frequenza delle autorizzazioni per mese di concessionenel periodo di monitoraggio conferma quanto precedentemente detto sul numerocrescente di adozioni nei più recenti anni, con un valore massimo raggiunto nel2004. Il dettaglio della distribuzione evidenzia il seguente andamento: nel primo periodo di rilevazione, ovvero dal novembre 2000 al dicembre2001, si sono avute mediamente poco meno di 153 autorizzazioni al mese,con un massimo di 265 autorizzazioni concesse nel dicembre 2000. Questopicco è correlato alle prime settimane di effettiva vigenza della nuovadisciplina normativa, contraddistinte da un enorme carico di lavoro per laC.A.I., sul quale ha verosimilmente inciso almeno in parte la scelta dellecoppie di portare a termine le procedure adottive sotto l’egida e con legaranzie assicurate dalla nuova normativa;

già nel corso del 2002 la media mensile di autorizzazioni concesse sale a185, con alcuni valori mensili anche molto superiori alla media: giugno(243), luglio (222), settembre (205) e ottobre (228); un ulteriore e ancor più cospicuo balzo in avanti si ha nel 2003, anno in cuila media raggiunge le 231 autorizzazioni mensili con picchi in aprile(275), giugno (287) e dicembre (266); sono, però, i mesi di marzo e dicembre 2004 quelli in cui si registrano ivalori massimi dell’intero periodo di monitoraggio, con rispettivamente321 e 372 autorizzazioni rilasciate, cosicché la media mensile nell’anno2004 si è assestata su una quota mai prima raggiunta e pari a 283autorizzazioni; nel 2005 la media si stabilizza sulle 237 autorizzazioni mensili, con picchidi autorizzazioni nei mesi di luglio (297), e dicembre (307).Al primo posto della graduatoria dei Paesi di provenienza dei minori stranierientrati a scopo adottivo c’è l’Ucraina (20,6%) che risulta peraltro nettamentestaccata dalle altre nazioni di provenienza, facendo segnare in termini assoluti2.761 ingressi di minori stranieri. Seguendo in ordine percentuale: la Russia(15,5%), la Colombia (9,2%), il Brasile (6,9%), la Bielorussia e la Bulgaria(6,1%), la Polonia (5,7%). Su questi livelli differenziati di flussi adottivi secondola provenienza incidono, come si accennava, anche alcune situazioni di bloccodelle adozioni che in taluni casi si sono protratte per periodi ancheconsiderevolmente lunghi.Di seguito sono forniti in sintesi gli elementi che hanno più specificatamentecaratterizzato tali situazioni, condizionando negativamente i livelli dei flussi diingresso in Italia di bambini stranieri a scopo adottivo, riscontrati in flessione nel2005 rispetto al 2004: La Federazione Russa. Nel 2005 si registra una rallentamento delleadozioni che passano dalle 738 del 2004 alle 622 del 2005, con unadifferenza quindi di 116 minori. In particolare, la flessione registrata èrelativa al secondo semestre del 2005 mentre nel primo semestre si èregistrato un aumento rispetto allo stesso semestre del 2004. La riduzione

del secondo semestre è da ascrivere ad una interruzione delle attività deglienti dovuta al rallentamento delle procedure di accreditamento tuttora nonconcluse. La Commissione per le Adozioni Internazionali prevede unrecupero già nei primi mesi del 2006 a seguito del perfezionamentoprogressivo delle procedure di accreditamento. L’Ucraina. Il numero delle adozioni è diminuito da 655 del 2004 alle 461del 2005, con una differenza di 194 minori. In questo Paese si registra iltrasferimento in corso delle competenze in materia di adozioni dalMinistero dell’Educazione a quello della Famiglia e la costituzione, pressotale dicastero, di un apposito Dipartimento per le adozioni internazionali ela tutela dei minori; a tale Dipartimento sono attribuite le attuali funzionidel Centro per le adozioni che ha temporaneamente interrotto le proprieattività. La transizione in corso potrà creare difficoltà per coloro che hannoprocedure adottive pendenti, ma il Ministro Pavlenko ha assicurato cheverrà fatto il possibile per facilitare la loro conclusione. In data 12-012006 è stata approvata la legge che proroga al 01-05-2006 l’operatività delCentro Adozioni al fine di evitare il blocco delle adozioni. Bielorussia. Si è rilevata nel primo semestre 2005 l’assenza diautorizzazioni all’ingresso, dovuta al fatto che il Paese dall’ottobre 2004ha bloccato le adozioni per il cambiamento della normativa che miraa promuovere soprattutto le adozioni nazionali. La positiva evoluzionedegli intensi rapporti tra l’Italia e la Bielorussia ha portato il 12 dicembredel 2005 alla firma del nuovo protocollo bilaterale di cooperazione sulleadozioni internazionali dopo un lungo negoziato fra le Parti. Le Autoritàbielorusse, al punto 30 del protocollo, hanno quindi assunto precisiimpegni nella valutazione delle pratiche depositate presso il CentroAdozioni di Minsk prima del 30 ottobre 2004 e di tutte quelle giacenti alladata della firma del protocollo. Nel 2006, quindi, è possibile prevederel’ingresso dei minori abbinati alle coppie che erano state oggetto disospensione per tutto il 2005.Tenendo in considerazione quanto detto è importante sottolineare che la riduzionedel numero di minori nel corso del 2005 rispetto all’anno precedente appare,

dunque, prevalentemente riconducibile al cambiamento degli assetti interni dialcuni Paesi, nonché al fatto, altrettanto degno di nota, che le 118 adozioniconteggiate nell’anno 2004 per la Romania, sono in realtà autorizzazioni cheandrebbero distribuite negli anni precedenti.I dati sono quindi da leggersi come oscillazioni, in aumento o indiminuzione, dei flussi delle adozioni da alcuni Paesi e non come una tendenzagenerale al loro calo.A seguito delle situazioni problematiche sopravvenute in tali Paesi, laC

Nota introduttiva A partire dal 16/11/2000 la Commissione per le Adozioni Internazionali (C.A.I.) nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali ha promosso e realizzato un costante monitoraggio dei flussi di ingresso dei minori stranieri a scopo adottivo di cui il presente lavoro testimonia le principali risultanze. L’attività di

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