Fra Sinestesia E Cinestesi

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Disponível em http://www.letras.ufmg.br/poslitEAZIONE EFFICACE NEL TEATRO DEL NOVECENTOfra sinestesia e cinestesiMarco De MarinisUniversità de BolognaRESUMENA partire dalle esperienze fin de siecle dei simbolisti, e dallericerche sinestetiche fra pittura musica e teatro di WassilyKandinsky, l'articolo prende in esame alcuni fra i principalitentativi intrapresi dai maestri della scena contemporaneaper fare dei teatro e dello spettacolo gli strumenti diun'azione efficace sullo spcttatore e, prima ancora, sullostesso attore, soffermandosi in particolare su Eisenstcin,Artaud e Grotowski.s enllio de,nte,: iro::s de.0de1.Qualcuno ha detto che la sinestesia costituisce "un paradigma dell'cspressione'teatrale')).l Una cosa e sicura: uno dei tanti modi di leggere le esperienze e le teorizzazioniteatrali dei Novecento (in particolare, quelle legate all'avvento della regia e alia cosiddettariteatralizzazione) potrebbe consistere proprio nel considerarle globalmente come untentativa (enormemente diversificato da caso a caso - e ovvio) di restituire ai teatro laricchezza sinestetica, e la plurisensorialità che avevano caratterizzato lo spettacolooccidentale fra XV e XVII secolo (per non parlare delle epoche precedenti) e che daiSettecento in pai si erano venute riducendo drasticamente, per effetto dei progressivoaffermarsi dell'ideologia testocentrica e di un buon gusto improntato a canoni di raffinatae realistica letterarietà .Ne avevano fatto le spese soprattutto i sensi bassi (dall'olfatto ai gusto ai tatto),quasi sempre invece fortemente sollecitati e comunque tenuti in grande considerazionein precedenza: basterebbe pensare all'importanza dei profumi e dei cibi nella civiltàteatrale rinascimentale e barocca (tutta impostata sulla serie banchetto-festa-commedia)- ma un discorso analogo andrebbe fatto - ad esempio - per la coeva civiltà teatralegiapponese, la quale ha conserva to quasi immutato fino ad oggi questo tipo dicaratteristiche, che propongono lo spettacolo come una vera e propria festa dei sensi.U nica, vera eccezione alia deprivazione sensoriale che cara tterizza il teatroottocentesco (ma in tanto nascevano e si imponevano gli incunaboli dei cinematografo:diorami, panorami etc.)e forse l'opera, con il tipo di fruizione discontinua cui essa davaluogo nei teatri all'italiana e in particolare nei palchi, vere e proprie estensioni dei salottoborghese, dei quale surrogavano tutte le funzioni, a cominciare da quelle piu piacevoli,trasgressive e sinesteticamente appaganti, che andavano ben oltre il leopardiano, ecomunque fondamentale, mirare ed essere mirati (cibo, vi ta di relazione, giochi dised uzione, corteggiamento, sesso). 2IMILANI.2efr.Il tema delle corrispondenze artistiche e il pensiero cosmologico di Etienne Souriau, p.27.T AVIANI. Teatro e spettaco/o nel primo Ottocento, cap.I!.MELDüLESI,2000'A L ET R I A1 93

Disponível em http://www.letras.ufmg.br/poslitNon a caso, interi filoni della sperimentazione e della ricerca artisticancontemporanea si sono caratterizzati per illoro tentativo di riscattare i sensi bassi (rimossie censurati anche per ragioni antropologiche dalla civiltà delle buone maniere) e restituirlialio spettacolo e all'esperienza dello spettatore: penso, ad esempio, alia linea che dalleserate futuriste e surrealiste porta agli happenings americani ed europei e poi aliaperformance degli anni Settanta e penso anche alia tematica dei coinvolgimento e deicontatto fisico, sviluppatasi in tutt'altro ambito ma sfociante in un' analoga rivalutazioneqdi dimensioni percettive come il tatto, il gusto (il pane del Bread and Puppet Theatre) eanche l'olfatto.Sembrano filoni inariditi oggi, e probabilmente lo sono per davvero (oppure che e lo stesso vengono sottoposti ad un'accelerazione vertiginosa dalle tecnologiemulti media li ed informatiche: ma che cosa diventa la sinestesia nel mondo virtuale ?).Tuttavia, negli ultimi anni si possono cogliere dei segnali interessanti di un ritomod'interesse per il teatro come esperienza fisica plurisensoriale. Mi riferisco, in primoluogo, all'ormai celebre Oracoli di Enrique Vargas (consistente in una sorta di itinerarioiniziatico che lo spettatore percorre da solo, o in compagnia di pochissimi altri"viaggiatori", sottoponendosi a una lunga serie di sollecitazioni sensoriali oltre che diprove e di incontri enigmatici, tutti oscillanti fra le polarità dolce/violento, leggero/forte, gradevole/sgradevole pur nella complessiva prevalenza della prima) o all' Edipodel Teatro dei Lemming (sottotitolo: "Tragedia dei sensi per uno spettatore"), per il qualesi puà parlare di una situazione analoga, sia pure molto piu circoscritta spazialmente,SlpdI'dqirsIS)SIdSIche perà lo spettatore vive in una condizione di non-visione, venendo bendato all'inizioe restando cOSI sino alla fine del breve spettacolo.2. Tuttavia, nel mio intervento odiemo, non mi occuperà di queste esperienzerecenti, nelle quali il recupero dell'attività sinestetica dello spettatore rischia spesso direalizzarsi a prezzo del venir meno del teatro ( lo spettatore cieco del Lemming, nel suoessere un caso limite, risulta estremamente significativo ai riguardo ). Preferisco invecesoffermarmi brevemente su alcuni momenti chiave del nuovo teatro del Novecento, neiquali le instanze sinestetiche e le esigenze di un'attivazione psicofisica dello spettatorevengono ripensate all'intemo di una rigorosa rifondazione del fatto teatrale a partire daisuoi ele menti primari, essenziali: l'attore, la parola, il movimento, lo spazio.A questo scopo conviene partire dall'epoca d'oro delle sinestesie, che e stata come si sa la seconda metà dell'Ottocento (con le Corrispondenze di Baudelaire e ilSonetto sulle vocali di Rimbaud a contrassegname l'inizio ). Anche il teatro partecipà aquesto entusiasmo sinestetico, che non a caso risulta coevo dei primi, convinti tentatividi teatro sintetico o tocale (Wagner: Gesamtkunstwerk, Worttondrama) - anche sesinestesia e sintesi non sono ovviamente la stessa cosa.Ma e con i! Simbolismo, e la sua violenta reazione alla messa in scena naturalistica,che le sinestesie fanno illoro ingresso trionfale nel teatro europeo. Esse incamano infattila permanente oscillazione delle teoriche e delle esperienze sceniche simboliste fra la(polemica) rivendicazione di un mallarmeano "teatro mentale", basato unicamentesull'onnipotenza evocativa della parola ("La parola crea la scena come il resto", scriveQuillard), e l'opposta tentazione sincretica, cioe "i! sogno di una contaminazione dei194ALETRIA 2000cntecdec ili6

Disponível em o porta il Simbolismo teatrale ad imboccare quello che si profilerà come illirlisuo esito conclusivo, e cioe "I'identificazione di teatro e pittura", e a nutrire una vera elHe111 adeipropria ossessione per i fenomeni sinestetici, "nella ricerca di una simultanea stimolazionedei materiali dei sensorio umano".4mel'a1lestimento dei Cantico dei Cantici di Salomone, a cura di Paul Fort (ai Théâtre d'Art ) edi Parigi l' 11 dicembre 1891), basato -materiali artistici per una sorta di espressione totale".3 Il graduale prevalere diBasterà limitarsi a un solo esempio, che ha anche il pregio di essere inaugurale:a partire dai sonetto rimbaudiano -su di '" unaquadruplice orchestrazione della parola , della musica, dei colore e dei profumo' cosi chein ogni sezione dell'opera i materiali impiegati agissero simultaneamente come fonti di19ie?) .moimolrio.ltri distimolo di tutte le modalità sensoriali".5 Riportiamo la partitura della prima sezione dellospettacolo (erano otto in tutto). Essa comportaUna orchestrazionedella parola: in i illuminata dalla odella musica: in dodei colore: chiaro porporadei profumo: incenso. 6 ro/E' evidente, in questa e in altre proposte consimili, I'intenzione di ricondurre laiiposcena a una dimensione magico-sacrale, di restituire alio spettacolo I'aspetto e la funzionelaledi una cerimonia, di un rituale, riattivando anche "Ia presunta originaria unità deilte,sensorio umano". 7izio3. Con il secondo esempio restiamo nell'ambito dei Simbolismo, comprese le sueipoteche orfico-esoteriche, ma ci spostiamo nel cuore delle rivoluzioni artistiche deinzeNovecento, negli anni dell'avvento dell'arte astratta e della musica atonale. Si tratta deD diIl suono giallo, opera scenica sinestetica composta da Wassily Kandinskij nel1909, con lasuocollaborazione musicale di Thomas de Hartmann, e pubblicata tre anni dopo'eceneinell'almanacco "Der Blaue Reiter" assieme ad uno scritto teorico molto importante, daititolo Sulla composizione scenica. 8:oreRispetto a Paul Fort mancano i profumi ma in compenso i singoli elementi acusticidaie visivi risultano molto piu elaborati e soprattutto moI to piu complesso e il gioco dellecorrispondenze fra di essi. [opera, la composizione scenica appunto, si basa sul montaggiol eil 0 a:tivi seica, ttia la:nterivedeidi suoni (musiche e parole), movimenti (di esseri umani e di oggetti) e colori (scene, oggettie luci) , secondo una serie di possibilità che va dall'accordo, la "cooperazione" armoniosa,) ARTIOLI. Teorie della scena dai Naturalismo ai Surrealismo, p.175. Per la citazione di Pierre Quillard,dr. il suo articolo "De I'inutilité absolue de la mise en scene exacte", La Revue d'Art Dramatique, 1maggio, 1891, p. 181. (Per la trad. it. cfr. CARANDINI, Silvia. La melagrana spaccata. arte dei teatroin Francia dai naturalismo alle avanguardie storiche. Roma: Valerio Levi Ed., 1988, p.74-75.)4 ARTIOLI. Teorie della scena dai Naturalismo ai Surrealismo, p.171.5 Iv!. p.1 76-7. La frase riportata da Artioli appartiene ai classico studio di Denis Bablet, Le décorde théatre de 1870 à 1914. Paris: CNRS, 1965. p.154.6 BABLET. Le décor de théatre de 1870 à 1914, p.154.7 ARTIOLI. Teorie delia scena daI Naturalismo ai Surrealismo, p.1 76.8 Per una versione italiana di entrambi questi testi, cfr. KANDIN5Klj, Wassily. Tutti gli scritti. A curadi Philippe Sers. Milano: Feltrinelli, 1974. p.265-70, 281-315. (Ma si veda anche KANDIN5Klj,SCHOENBERG. Musica e pittura. Torino: Einaudi, 1988.)2000 ALETRIA195

Disponível em http://www.letras.ufmg.br/poslita11' "azione contraria" (contrasto, dissonanza) -in coerenza con il prinCIpIO esteticofondamentale di Kandinskij, secondo il quale in arte non vigono le stesse regolede11'algebra e quindi 2 puà essere ottenuto non da 1 1 ma da 1-1. EddIple soprattutto ilmovimento ritmico a essere montato in una sorta di antitesi costante rispetto alia musicae aI colore. 9se(A questo proposito vale la pena di notare che il testo di Schoenberg per il Drammadicon musica La mano felice, scritto fra il 1909 e il 1913, "per quanto elaborato in modocompletamente autonomo, si presenta strutturalmente simile a LI SU0110 giallo ", consistendosoprattutto di "istruzioni per le luci e il cambiamento dei colori e de11e ombre coloratesu11a scena".) 10ir:Caltra differenza fondamentale rispetto aI Gesamtkunstwerk wagneriano consisteSlnel fatto che in Suono giallo (e piu in generale ne11a composizione scenica teorizzata daIflgrande artista russo) i diversi mezzi sono legati da una necessità (e dunque da unaq:unitarietà) non esteriore ma interiore : in altri termini, la loro unitarietà non risponde aHscopi rapprcsentativi ma espressivi, mirando a suscitare determina te "vibrazioni psichiche"aIne110 spettatore. Anzi, come scrive appunto Kandinskij, "il dramma consta qui indefinitiva deI complesso delle esperienze interiori (vibrazioni psichiche) dellospettatore".11 Ma di quali vibrazioni si tratta e ottenute come? I suoi accenni in propositoappaiono di estremo interesse anche perché, come vedremo, si collegano ad esperimentie proposte teatrali di tutt'altro ambito e tradizione.A11'inizio di Sulla composizione scenica, egli afferma:il processo psichico, indefinibile e nondimeno preciso (vibrazione), e il fine deisingoli mezzi artistici. Un determinato complcsso di vibrazioni e il fine di un'opera.[. ] 11 mezzo trovato nel modo opportuno dall'artista e una forma materiale dellasua vibrazione psichica, alla quale egli e costretto a travare un'espressione. Se questofiCZZO e quello giusto, produce una vibrazione quasi identica nell'anima deiricevcntc. [. ] Ogni opera e ogni singolo fiCZZO dell'opera causano in ogni uomosenza eccezione una vibrazione che e sostanzialmente identica a que lla dell'artista. 124. Cipotesi kandinskiana di una corrispondenza oggettiva, anzi quasi di unainduzione automatica, tra vibrazioni psichiche de11'artista e vibrazioni psichiche deIfmitore appartiene a un vasto versante de11a ricerca e de11e teorizzazioni artistichecontemporanee riguardante il segno efficace e I'elaborazione (o la scoperta) di una vera epropria sócnza degli effetti in arte. Questo versante e caratterizzato da un retroterra talvoltateosofico e comunque quasi sempre spiritualistico ed esoterico -deI resto, a un taleretroterra ben pochi artisti de11e avanguardie storiche sono stati estranei o avversi, anchenel belmezzo de11a palingenesi de11a Rivoluzione d'Ottobre.li teatro non poteva non rappresentare un terreno privilegiato, un luogo d'elezione,per la problematica dei segno efficace (vista, fra I'altro, la compresenza fisica di artista efruitore nel suo caso) e cOSIe stato infatti,a cominciare proprio da11a grande stagioneMISLER. Per una liturgia dei sensi, pAG.Iv!. Anche per la trad. ir. deI testo di La mano felice si veda KANDINSKIJ, SCHOENIlERG.pittura. Torino: Einaudi, 1988.11 KANDINSKIJ. Sulla composizione scenica, p.269.12 Iv!. p.265-6.910196ALETRIA ' 2000Musica e

Disponível em eialmaeale"in110iito:ntideiera.ella stodeIImo:a. 12madei:hera e)ltatalechedelle avanguardie russe a cavallo della Rivoluzione. Ma esiste almeno un grossoprecedente in proposito, quello costituito dai Futurismo italiano di Marinetti e compagni.I futuristi italiani, con i loro manifesti, i loro testi drammatici e le loro propostesceniche (te letture pubbliche, le conferenze, gli spettacoli ma soprattutto le famose"serate", "dove si alternavano arringhe, atti di provocazione, scene sintetiche, esibizionid' opere d'arte figurativa, parapiglia fra palcoscenico e piate a") ,13 sono stati fra i primi aspostare il fulcro de11a problematica teatrale dai piano de11a rappresentazione a que110de11'azione, cioe a "pensare lo spettacolo come azione diretta su11a mente, sui nervi, sulfisico degli spettatori, non come la rappresentazione di un'azione".14 E' un contributoimportante della storiografia teatrale recente que11a di aver messo in luce come dietro lasuperficialità chiassosa, provocatoria e spesso ideologicamente inaccettabile dei teatrofuturista italiano ci fosse anche ricerca e addirittura scienza. E anche se poi nessuno diquesti obiettivi si puà dire che sia stato veramente raggiunto, resta pur vero che "i!teatro dei futuristi ne mise a punto l'annuncio e ne suscità il bisogno", esercitando ancheai riguardo un'influenza indubbia su11e avanguardie russe prima e dopo l'Ottobre. 155. La stagione teatrale che si sviluppa in Russia nei primi tre decenni dei nuovosecolo e, notoriamente, una de11e non numerosissime età d'oro dei teatro di tutti i tempi.E lo e anche per il problema che sto cercando di mettere a fuoco in questa sede: il teatrocome azione efficace basata su di una manipolazione percettiva, sinestetica, de110spettatore. Dopo il fragoroso preannuncio dei futuristi italiani, ma in realtà quasi incontemporanea con essi, anche le avanguardie russe affrontano questo problema, chediventa oggetto di numerose esperienze di forte radicalità e anche di grande rigoresistematico. Dietro di esse si intravede, fra l'altro, l'humus antroposofico nel qualeaffondavano le radiei tentativi piu strettamente sinestetici come que11i di Kandinskij(penso agli esperimenti di Monaco), 16 dei musicista Skrjabin, di Alexandre de Salzmanne di Thomas de Hartmann (che diventeranno i principali co11aboratori di Gurdjieff, dopoaver co11aborato con Jaques-Dalcroze, ma anche con Kandinskij, il secondo - comeabbiamo visto), dei principe Sergej Volkonskij, che era stato il principale interlocutorea11a conferenza di Kandinskij su Lo spirituale nell'arte e, dopo aver lavorato con Dalcroze,aveva pubblicato saggi sul movimento ritmico come "qualità universale de11'espressioneumana", diventando maestro di Ritmica addirittura per Stanislavskij YNon v'e dubbio che due siano gli artisti-teorici che piu hanno contribuito a portareavanti, concettualmente e sul piano pratico, la problematica de11'azione efficace a teatro.T AVIANI. Uomini di scena, uomini di libra, pA4.pA6.15 IvI. pA 7. Anche nei futuristi italiani e rintracciabile la già menzionata componente esotericae pure loro, ovviamente, si occuparono in maniera piu specifica di sinestesie (si pensi, almeno,aI manifesto di Carlo Carrà, del 1913, La pittura dei suoni, rumori e odori).16 "Feci esperimenti con un giovane musicista e un ballerino. Il musicista sceglieva a caso fra imiei acquarelli quello che gli sembrava il piu chiara rispetto alla musica. Senza la presenza deIballerino, egli suonava questo acquarello. Poi il ballerino ci raggiungeva, il pezzo musicale venivasuonato per lui, che lo interpretava can la danza e infine cercava di indovinare l'acquarello cheaveva danzato." (Si tratta di un ricordo di Kandinskij, del 1921, relativo agli anni della suapermanenza a Monaco. Cfr. MISLER. Per una liturgia dei sensi, pAi.)13me,ta eDneica e14 IVI.17 I VI.2ooo ALETRIA197

Disponível em http://www.letras.ufmg.br/poslitSi tratta di Mejerchol'd e di Ejzenstejn. Nel primo caso, ci troviamo in presenza di unodegli uomini di teatro piu grandi dell' intero secolo, con un suo percorso piu chequarantennale, che parte dai Teatro d'Arte di Mosca e dai magistero di Stanislavskij perapprodare alla teoria biomeccanica, attraverso la progressiva messa a fuoco dei movimentiscenici, e dunque dell'allenamento dell'attore, come questione chiave per un radical erinnovamento dei fatto teatrale. Nel secondo caso, con Ejzenstejn siamo invece di frontea uno di coloro che - come si sa - hanno contribui to a inventare il cinema e il suolinguaggio ma che, prima di passare alla decima Musa (considerata "illivello attuale deiteatro"), ancora molto giovane, ha vissuto un' intensissima stagione teatrale, fra 1919 e1924, fatta di spettacoli realizzati, moita audaci anche se non sempre riusciti, di progettiper spettacoli non realizzati, di un decisivo incontro con Mejerchol'd nell'autunno dei'21, e di due importantissimi scritti teorici. Mi soffermerà su Ejzenstejn piuttosto che suMejerchol'd sia perché il suo apporto ai teatro e, tutto sommato, ancora sottovalutato esia per l'originalità e la forza dei concetti che egli mette in campo fra il '22 e il '24.Sono soprattutto i due scritti teorici a interessarci qui; ma non dobbiamodimenticare che la teorizzazione di Ejzenstejn sull'azione efficace a teatro va di pari passocon gli spettacoli: fra questi, il primo, Il messicano (da un racconto di Jack London),dell'autunno dell921, ospità un vero incontro di boxe (anche se dai risultato prestabilito)in un ring posto sul palcoscenico (ma che Ejzenstejn avrebbe voluto originariamente insala, in mezzo ai pubblico); l'ultimo Maschere antigas, dei '24, fu ospitato in una verafabbrica di gas. In mezzo, lo spettacolo piu importante, Il saggio , del '23, in cui il drammadi Ostrovskij Anche il piu furbo ci casca venne trasformato - con la collaborazionedrammaturgica di Tret'jakov - in una sorta di "rivista politica circense" (Fevral'skij),con c1assici numeri acrobatici, pantomime, café-chantant e c1owneries, in una salatrasformata in una specie di arena da circO. 18A proposito dei Saggio, Omella Calvarese ha scritto:Cefficacia teatrale era innanzitutto il ris ui tato di una qualità temporale empaticadelle linee-movimento tracciate dagli attori, senza la quale sarebbe stato impossibilemettere lo spettatore in condizione di accettare l'evento "stra-ordinario" creatodall'azione scenica: il verbale si tramutava

EAZIONE EFFICACE NEL TEATRO DEL NOVECENTO . . ricerche sinestetiche fra pittura musica e teatro di Wassily Kandinsky, l'articolo prende in esame alcuni fra i principali . Suono giallo (e piu .

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