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AssociazioneGuastallesedi Storia PatriaSoprintendenzaArchivistica perl’Emilia RomagnaIstruzione, educazionee certificazione del sapere:dagli iter formativi in Antico Regimealla memoria documentariadelle scuole di Guastalla. 1890 – 2004Atti della IX Giornata di Studi Storici“Gli archivi scolastici di Guastalla.Progetto per la memoria: l’archivio dell’Istituto ‘Ferrante Gonzaga’Progetto per la conoscenza: la tradizione educativa in una capitale ducale”15 maggio 2004, in occasione della“III Settimana della didattica in archivio”GUASTALLA 2006

ASSOCIAZIONE GUASTALLESE DI STORIA PATRIA1933Istruzione, educazionee certificazione del sapere:dagli iter formativi in Antico Regimealla memoria documentariadelle scuole di Guastalla. 1890 – 2004COLLANAMOMENTI E LUOGHIVOLUME IIGUASTALLA 20062

Istruzione, educazione e certificazione del sapereLapide in memoria di Bernardino Baldi, primo abate secolare di Guastalla, posta nellaCattedrale per iniziativa del marchese abate Francesco Tirelli, colui che ripristinò l’autorità eindipendenza della Chiesa guastallese nella seconda metà del XVIII secolo. Il Baldi, diUrbino, fu certamente il maggior intellettuale che Guastalla abbia potuto annoverare tra ipropri figli, che furono della città per nascita o per elezione. Così, un volume e gli studi chelo abbiano preceduto, dedicati al tema dell’istruzione ed educazione in Guastalla, nonpossono che vedere la luce richiamandone il patrocinio.Collana: MOMENTI E LUOGHINumero: IITitolo: Istruzione, educazione e certificazione del sapere:dagli iter formativi in antico regime alla memoria documentaria delle scuole di Guastalla. 1890 – 2004 Copyright 2006: Associazione Guastallese di Storia Patria – www.storiapatriaguastalla.itEdizione a cura di: Eugenio Bartoli, presidente A.G.S.P.ISBN: 88‐88442‐05‐73

Istruzione, educazione e certificazione del sapereEugenio Bartoli *Gli ormai frequenti rapporti che A.G.S.P. ha istituito con la SoprintendenzaArchivistica per l’Emilia Romagna hanno portato alla partecipazione, inquesta circostanza per la prima volta, al progetto denominato “Settimanadella didattica in archivio”, giunto alle terza edizione.Si tratta di una iniziativa co‐organizzata appunto dalla SoprintendenzaArchivistica per l’Emilia Romagna, dall’Istituto Beni Culturali dellaRegione Emilia Romagna – Soprintendenza ai beni Librari e Documentari,dalla Provincia di Bologna e dall’A.N.A.I. – Associazione NazionaleArchivistica Italiana – Commissione per la didattica.I soggetti operativamente coinvolti sull’intero territorio regionale sono i piùvari, dagli Archivi di Stato ai comunali, dagli ecclesiastici ai provinciali,sino all’Archivio storico della Regione Emilia Romagna.Due sono gli istituti scolastici ad aver preso parte all’iniziativa con i propriarchivi, l’I.T.I. ‘Fermo Corni’ di Modena e l’ICOM ‘Ferrante Gonzaga’ diGuastalla.A.G.S.P. è poi l’unico ente di ricerca storica a partecipare a questa terzaedizione, il che porta a rilevare come il caso di Guastalla sia, nelle sue duecomponenti, un unicum.Naturalmente ciò è fonte di soddisfazione, personale in chi ha organizzatoquesta partecipazione, ma soprattutto riflessa nei confronti dell’insiemesinergico scolastico – archivistico – storiografico che anche nella nostra cittàha mostrato, volendo, di poter mettere a disposizione competenzeconcettuali, materiali documentari, comprensione del valore della memoriaquale canone nei processi di insegnamento.La prevista attivazione di un piccolo ma ben fornito museo di materialiscolastici (testimonianza di memoria materiale rilevante quanto quelladocumentaria) fortunosamente sopravvissuti a purtroppo consuetedispersioni o volute distruzioni, sta a significare che l’esempio concretodelle condizioni di vita e lavoro scolastici dei decenni passati non è ritenutouna sterile nostalgia di persone dall’età ormai avanzata.Si pone piuttosto quale immediata fonte di accesso alle forme del saperemateriale e procedurale del tempo passato, visione immediata di un modo4

Istruzione, educazione e certificazione del saperedi fare scuola e insegnamento che trova una rappresentazione fortementespeculare nelle iconografie didattiche proposte dalle immagini di materialiscolastici guastallesi conservate a Firenze presso l’archivio dell’INDIRE.La descrizione archivistica di quei materiali, e la loro riproduzione,potranno trovare ulteriore e ampia rappresentazione quando sarà possibileporre mano ad una sistematica ricerca iconografica sui fondi archivisticiconservati presso l’ICOM ‘Ferrante Gonzaga’, al momento bisognosi di unasia pur sommaria inventariazione.Così come necessiteranno di una più approfondita ricognizione i purtropponon molti materiali scolastici guastallesi conservati presso l’Archivio diStato di Reggio Emilia.D’Altra parte, anche se a dirlo piange il cuore, dove potremmo ormairitrovare quelle “Istruzione pubblica, buste n. 108 circa, 1807 – 1940” perdutenell’incendio dell’Archivio Storico Comunale avvenuto nel 1958?Là era la storia amministrativa e didattica delle scuole guastallesi, degliedifici, degli insegnanti, forse anche di quella ‘Scuola di mutuo insegnamento’alla quale accenno nel mio contributo di ricerca.Vicende ormai perdute e sulle quali è calato l’oblio, tanto che si puòparagonare ad una scoperta archeologica rinvenire qualche lapidecimiteriale del tempo, che riporta i meriti professionali di insegnanti i cuinomi nulla più ci dicono, né ci possono dire, se non dell’impegnoprofessionale profuso a favore di generazioni di scolari e studenti.Quindi è da salutare come un tesoro ritrovato la prospettiva di potergiungere a disporre degli archivi dell’ICOM, somma di scuola elementare emedia, non meno che delle tipologie scolastiche succedutesi nel tempo,dall’Unità d’Italia ai giorni nostri.Questo primo passo conoscitivo ci auguriamo possa favorire, dai piùgiovani scolari a tutto il corpo insegnate, l’acquisizione e comprensione delvalore della memoria.* Presidente Associazione Guastallese di Storia Patria5

Istruzione, educazione e certificazione del sapereLalla Spaggiari *Saluto le autorità e quanti oggi, con la loro presenza in questa sala,iniziano con l’istituto un percorso significativo, che fino ad ora nonrientrava nella consuetudine formativa e didattica di un Comprensivo.Ringrazio il dott. Bartoli, presidente dell’A.G.S.P., che ha curato l’iterorganizzativo, il dott. Zacchè, della Soprintendenza Archivistica perl’Emilia Romagna, che ha patrocinato l’iniziativa, i relatori el’Amministrazione Comunale, sempre più presente al nostro fianco nelsostenere le iniziative della scuola.Queste pareti trasudano storia, a partire da quel lontano 1643 quando suorLucia Ferrari scelse Guastalla per fondare un monastero di monacheCappuccine e vivere qui la sua missione di educatrice.“La nuova fabbrica”, come dice il Mori, nel giro di pochi decenni si ampliòa tal punto da estendersi su quello che oggi è un intero quartiere, chiarosegno del grande sostegno che la popolazione guastallese diede all’opera.La tradizione scolastica e culturale di Guastalla deve molto alleCappuccine, soprattutto in quei secoli in cui la parola laico era sinonimo di“analfabeta” e l’istruzione dei giovani, quando avveniva, era affidata aireligiosi.Il sistema educativo di suor Lucia, l’educandato femminile, divenne alloramodello per le terre confinanti ma ancora l’impegno morale delle monache– insegnanti è di grande attualità: “studiare l’indole, il temperamento diciascuna giovanetta, per affezionarla con modi opportuni alla virtù, allamodestia, al suo ruolo nella società ”.Noi oggi non parliamo più di “indole”, ma di individualizzazione, di pianidi studio personalizzati e insegniamo ai nostri ragazzi lo spirito dicollaborazione, il rispetto delle diversità, i valori di una società civile.Tra queste mura si sono avvicendate Regie scuole tecniche, L’Avviamentoal lavoro, Scuole di avviamento professionale di tipo Commerciale edAgrario, il Liceo scientifico “Passerini” e da ultima la Scuola media statale .Non ripercorro quella che ormai è storia degli ultimi decenni, attualmentel’ex monastero delle Cappuccine è sede amministrativa dell’IstitutoComprensivo “Ferrante Gonzaga” ed ospita le classi di scuola media.6

Istruzione, educazione e certificazione del sapereSiamo un grande complesso di 910 alunni, una popolazione scolastica inprogressivo aumento, vivace, multietnica, con una percentuale diimmigrazione del 15%.L’istituto comprensivo è una sorta di laboratorio per l’innovazione, è unluogo di ricerca, una organizzazione scolastica più vicina alla domandadella comunità e dei genitori, più capace di garantire attenzione ai tempi edai ritmi della crescita, più adatta a farsi carico di una personalizzazione inverticale.Il ragazzo è posto al centro dell’azione educativa, perché l’offerta formativasi adegua ai tempi e ai diversi stili cognitivi degli alunni.E’ una scuola che ha come interlocutori le famiglie e l’ente locale, poiché ilprocesso di autonomia passa necessariamente attraverso una strettacollaborazione col territorio e precise scelte di programmazione, decisiveper garantire e sostenere la qualità dell’educazione, a partire dagli ambientisociali e culturali più esposti a rischio di emarginazione o degrado.L’educazione diventa sempre più una sfida, ma la verticalità delcomprensivo dovrebbe consentire di realizzare quel curricolo verticale chesi concretizza nel profilo educativo di uscita dalla scuola di base.Nel percorso formativo dei nostri ragazzi la storia ha un ruolofondamentale, come storia locale, come coscienza di appartenere ad unanazione, come legame con la tradizione e, non da ultimo, come attività distudio e di consultazione dei documenti.Gli archivi storici scolastici saranno quindi un valido materiale di studio,oltre che un patrimonio di notevole valore.* Dirigente Scolastica ICOM ‘Ferrante Gonzaga’7

Istruzione, educazione e certificazione del sapereSommario9GLI ARCHIVI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E LA DIDATTICA DELLASTORIA NEL NUOVO QUADRO NORMATIVOdi Gilberto Zacchè15TRA PASSATO E PRESENTE:L’ARCHIVIO, FONTE VIVA PER CONOSCERE E COMPRENDERE LA STORIAdi Elena Righini18LʹARCHIVIO E LA FINE DEL TEMPOdi Renzo Franzini27INSEGNARE ED EDUCARE A GUASTALLA:UN PERCORSO ATTRAVERSO I SECOLIdi Eugenio Bartoli50I QUADERNI DI GUASTALLA A FIRENZEdi Giulia Verdi e Caterina Carmosino63ELABORATI DIDATTICI DEGLI ANNI ’30 CONSERVATI A FIRENZEImmagini71PER UNA MEMORIA ICONOGRAFICA DELLE SCUOLE DI GUASTALLAImmagini8

Istruzione, educazione e certificazione del sapereGilberto Zacchè *GLI ARCHIVI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E LA DIDATTICA DELLASTORIA NEL NUOVO QUADRO NORMATIVORingrazio innanzitutto il presidente dott. Eugenio Bartoli per avermiinvitato a questo convegno sugli archivi scolastici di Guastalla che siinserisce nell’ambito del programma della “Settimana della didattica inarchivio”, promossa dalla nostra Soprintendenza in collaborazione conl’Associazione nazionale archivistica italiana ‐ Sezione Emilia Romagna(che ho l’onore di presiedere), con l’IBC della Regione e con la Provincia diBologna. La novità di questa terza edizione è data dall’ampliamento delnumero dei partecipanti: non più solo archivi storici comunali (Bologna,Imola, Cento, Modena, Parma), e archivi degli enti promotori, qualil’Archivio storico della Regione e l’Archivio storico della Provincia diBologna, ma anche ecclesiastici, come l’Archivio storico del Capitolo dellaCattedrale di Modena, Archivi di Stato: Parma e Piacenza, istituzioniscolastiche: Istituto comprensivo “Ferrante Gonzaga” di Guastalla e Istitutotecnico industriale “Fermo Corni” di Modena”, associazioni culturali, comel’Associazione Guastallese di Storia Patria. A questo elenco già piuttostonutrito si aggiungono altre istituzioni coinvolte, quali gli Istituti storicidella Resistenza di Parma e di Piacenza, l’Archivio storico del Teatro Regiodi Parma, l’Archivio storico Barilla, varie associazioni culturali e sociali diParma e persino il Laboratorio di didattica della storia di Catania “HistoryStore”, presente con diverse classi degli istituti superiori della città etnea alconvegno modenese “Dalla storia locale alla storia nazionale: laboratorioper la storia della civiltà”.Questo fervore di iniziative non nasce dal nulla, ma trova solide radici inesperienze risalenti agli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso per lequali si rinvia ai contributi ormai classici di Isabella Zanni Rosiello:l’Archivio di Stato di Bologna, da lei diretto, e l’Archivio storico comunaledi Modena, diretto da Aldo Borsari (attivo sin dal 1973 e chesuccessivamente si è avvalso, per la didattica, della collaborazione diFranca Baldelli) furono antesignani, ma, in anni più recenti, molti altri9

Istruzione, educazione e certificazione del saperearchivi hanno intrapreso iniziative nel campo della didattica della storia,con risultati eccellenti. Non a caso, al convegno nazionale in programma aCatania alla fine di maggio sul tema archivi e laboratori di didattica dellastoria oltre la metà dei relatori proviene dalla nostra regione.Non intendo ripercorrere qui una vicenda già nota, studiata e dibattuta(rinvio al numero monografico della “Rassegna degli Archivi di Stato” sultema “Archivi e didattica”, pubblicato nel 1985 e al più recente contributodi Francesca Cavazzana Romanelli, Archivi e attività didattiche. Dibattiti edesperienze negli archivi italiani, nel numero monografico di “Archivum”,XLV), limiterò il mio excursus a partire dal 1998, che possiamo considerareun anno di svolta. Infatti il D. legisl. n. 112 del 1998 ha individuato i beniculturali come servizi al cittadino (impostazione recepita poi sia dal Testounico, D. legisl. n. 490 del 1999 che dal nuovo Codice dei beni culturali edel paesaggio, D. legisl. n. 42, del 22 gennaio 2004). Cito, al riguardo, leparole di Euride Fregni, ora Soprintendente archivistico per l’EmiliaRomagna, al seminario tenutosi a Carpi nella primavera del 1999: “Lanuova normativa, istituzionalizzando il rapporto tra archivi e scuola, hainserito il tempo “perso” nel rapporto con la scuola tra i compiti ufficialidell’archivista. Il Decreto legislativo 112/98 ha collocato i beni culturali tra iservizi alla “persona e alla comunità”, insieme alla tutela della salute, aiservizi sociali, all’istruzione scolastica, alla formazione professionale e allospettacolo. La legge ha altresì distinto tra la gestione dei beni culturali e laloro valorizzazione e promozione e tra le attività di valorizzazione haindicato espressamente “l’organizzazione di attività didattiche edivulgative anche in collaborazione con istituti di istruzione”; mentre traquelle di promozione ha inserito “l’organizzazione di iniziative dirette afavorire l’integrazione delle attività culturali con quelle relativeall’istruzione scolastica e alla formazione professionale”. La nuova visionegiuridica della funzione dei beni culturali da un lato e dall’altro la revisionedei programmi scolastici di storia e l’esigenza, fortemente rimarcata dalMinistero della Pubblica Istruzione, di rinnovare anche il metodo didattico,vanno delineando un nuovo rapporto tra archivi e scuola, tra archivi edidattica della storia: non più occasionale o spontaneo, ma obbligatorio edoveroso.”(Cfr. E. Fregni, Introduzione al volume La didattica negli archivi.Atti del seminario di studi “L’officina della storia. Le fonti della ricerca (Carpi, 2910

Istruzione, educazione e certificazione del sapereaprile 1999), a cura di E. Ficarelli e G. Zacchè, San Miniato, Archilab, 2000, p.10). Il seminario di Carpi consentì di registrare puntualmente le novitàdeterminate dal nuovo quadro normativo e, al tempo stesso favorì ilconfronto tra esperienze nazionali e locali (si veda, in particolare, nellostesso volume degli atti, il contributo di Francesca Cavazzana Romanelli,Come in un caleidoscopio: elaborati di didattica sulle fonti d’archivio al premio“Piccoli archivi crescono”, alle pp. 57 – 64). Non è un caso quindi che molteiniziative si siano sviluppate in quella temperie culturale e grazie allostimolo fornito da una legislazione sempre più attenta al rapporto tra gliarchivi e il mondo della scuola. Il Testo unico in materia di beni culturali eambientali (D. legisl. n. 490 del 29 ottobre 1999), all’art. 111 così recitava: “1)Il Ministero, le regioni e gli altri enti territoriali favoriscono la fruizione delpatrimonio culturale e scientifico da parte degli studenti, stipulando con lescuole di ogni ordine e grado apposite convenzioni nelle quali sono fissate,tra l’altro, le modalità per la disposizione di materiali, sussidi e percorsididattici. 2) Gli oneri derivanti dalle convenzioni sono ripartiti tra la scuolarichiedente ed il Ministero o l’ente interessato”. Ecco quindi che l’attivitàdidattica diviene a pieno titolo attività archivistica. In conseguenzal’archivio è tenuto a organizzarsi in modo da essere accessibile alle scuole.Il nuovo Codice dei beni culturali e del paesaggio, sopra citato, riprendequeste tematiche all’art. 119 nel rispetto dei principi ispiratori dell’impiantodel Codice stesso, reso necessario, in sostituzione del Testo unico da pocovigente, dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Così recita l’art. 119,dal titolo Diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle scuole: “1) IlMinistero, il Ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca, le regioni egli altri enti pubblici territoriali interessati possono concludere accordi perdiffondere la conoscenza e favorire la fruizione del patrimonio culturale daparte degli studenti. 2) Sulla base degli accordi previsti al comma 1, iresponsabili degli istituti e dei luoghi della cultura di cui all’art. 101possono stipulare con le scuole di ogni ordine e grado, appartenenti alsistema nazionale di istruzione, apposite convenzioni per la elaborazione dipercorsi didattici, la predisposizione di materiali e sussidi audiovisivi,nonché per la formazione e l’aggiornamento dei docenti. I percorsi, imateriali e i sussidi tengono conto della specificità della scuola richiedentee delle eventuali particolari esigenze determinate dalla presenza di alunni11

Istruzione, educazione e certificazione del saperedisabili”. Si nota un’attenuazione della volontà del legislatore statale:dall’espressione perentoria “favoriscono la fruizione” si passa alleconcessive introdotte dal verbo “possono”, in omaggio al principiodell’autonomia degli enti territoriali. Il Codice offre infatti molte possibilitàa chi le saprà e vorrà cogliere. Presumibilmente si accentuerà inconseguenza di ciò la situazione a “pelle di leopardo” che già oggicaratterizza le diverse realtà regionali. Sul piano della didattica della storiasi registrano esperienze a livello di eccellenza in Sicilia, Sardegna, Veneto,Emilia – Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Piemonte e Lombardia.Nell’ambito dell’ANAI nazionale sta nascendo infatti un coordinamento trai rappresentanti di queste realtà regionali. Altre zone del paese sono menorappresentate o, in ogni caso, non comunicano i risultati dei lavori svolti sulterritorio.L’iniziativa odierna è interessante anche per un motivo peculiare: si parlerànon tanto di didattica della storia (a questo argomento era dedicato ilconvegno di Modena sopra ricordato) quanto, piuttosto, di archiviscolastici. Argomento oggetto di attenzione solo da poco tempo e, anche inquesto caso grazie a sostanziali novità normative. Direi anzi che è la primavolta che mi è dato partecipare a un convegno sull’argomento specifico,nell’ambito della nostra regione. Con il DPR n. 275 del 1999 che sancival’autonomia scolastica conferendo personalità giuridica agli istitutiscolastici si sono registrate novità anche per gli archivi delle scuole. Inprimo luogo si sono verificati numerosi accorpamenti amministrativinell’ambito degli Istituti comprensivi, con spostamento anche fisico dimateriale documentario in conseguenza di aggregazioni o scorpori diistituti scolastici. Cosa pericolosa assai per le carte, a rischio di dispersione.In secondo luogo, essendo ormai le scu

“III Settimana della didattica in archivio” . si adegua ai tempi e ai diversi stili cognitivi degli alunni. E’ una scuola che ha come interlocutori le famiglie e l’ente locale, poiché il processo di autonomia passa necessariamente attraverso una stretta . Bologna, ma anche ecclesiastici, come l

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