1984 (Nineteen Eighty-Four) - WordPress

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SommarioParte prima.41.52.153.204.255.316.397.438.50Parte .127Parte terza.1311.1322.1403.1524.1605.1656.168La vita e le opere (da Wikipedia, l'enciclopedia libera).174Biografia .174Le opere .175

GeorgeOrwell1984Traduzione di Gabriele BaldiniTitolo dell'opera originale: Nineteen Eighty-Four

Parte prima

E1ra una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una. Winston Smith, colmento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lentofra i battenti di vetro dell'ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da impedireche una folata di polvere e sabbia entrasse con lui.L'ingresso rimandava odore di cavoli bolliti e di vecchi tappeti sfilacciati. Nel fondo, un cartello ne a colori, troppo grande per essere affisso all'interno, era stato inchiodato al muro. Rappresentavauna faccia enorme, più larga d'un metro: la faccia d'un uomo di circa quarantacinque anni, con gros si baffi neri e lineamenti rudi ma non sgradevoli. Winston s'avviò per le scale. Era inutile tentare l'a scensore. Anche nei giorni buoni funzionava di rado, e nelle ore diurne la corrente elettrica era in terrotta. Faceva parte del progetto economico in preparazione della Settimana dell'Odio. L'apparta mento era al settimo piano, e Winston, che aveva i suoi trentanove anni e un'ulcera varicosa sullacaviglia destra, saliva lentamente, fermandosi ogni tanto per riposare. A ciascun pianerottolo, pro prio di fronte allo sportello dell'ascensore il cartellone con la faccia enorme riguardava dalla parete.Era di quelle fotografie prese in modo che gli occhi vi seguono mentre vi muovete. IL GRANDEFRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta appostavi sotto.Dentro all'appartamento una voce dolciastra leggeva un elenco di cifre che aveva qualche cosa ache fare con la produzione della ghisa. La voce veniva da una placca di metallo oblunga, simile auno specchio opaco, che faceva parte della superficie della parete di destra. Winston girò un inter ruttore e la voce si abbassò un poco, ma le parole si potevano distinguere, tuttavia, sempre assaichiaramente. Quell'apparecchio (che veniva chiamato teleschermo) si poteva bensì abbassare manon mai annullare del tutto. Si diresse alla finestra, piccola fragile figuretta, la cui magrezza era ac centuata tuta azzurra in cui consisteva l'uniforme del Partito. I capelli erano biondi, molto chiari, ilcolorito della faccia lievemente sanguigno, la pelle raschiata da ruvide saponette e da lamette cheavevano perso il filo da tempo, e dal freddo dell'inverno che proprio allora era finito.Fuori, anche attraverso i vetri chiusi della finestra, il mondo pareva freddo. Giù, nella strada, mu linelli di vento giravano polvere e carta straccia a spirale e, sebbene splendesse il sole e il cielo fos se d'un luminoso azzurro, nessun oggetto all'intorno sembrava rimandare il colore, con l'eccezionedei cartelloni che erano incollati da per tutto. La faccia dai baffi neri riguardava da ogni cantone.Ce n'era una proprio nella casa di fronte. IL GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva lascritta, mentre gli occhi neri fissavano con penetrazione quelli di Winston.Più sotto, a livello della strada, un altro cartellone, stracciato a un angolo, sbatteva col vento, sco prendo e nascondendo, alternativamente, la parola SOCING. Lontano, un elicottero volava fra untetto e l'altro, se ne restava librato per qualche istante come un moscone, e poi saettava con una cur va in altra direzione. Era la squadra di polizia, che curiosava nelle finestre della gente. Le squadrenon erano gran che importanti tuttavia.Quella che soprattutto contava era la polizia del pensiero, la cosiddetta Psicopolizia.Alle spalle di Winston, la voce dal teleschermo barbugliava ancora qualcosa sulla produzionedella ghisa e il completamento del Nono Piano Triennale. Il teleschermo riceveva e trasmetteva si multaneamente. Qualsiasi suono che Winston avesse prodotto, al disopra d'un sommesso bisbiglio,sarebbe stato colto; per tutto il tempo, inoltre, in cui egli fosse rimasto nel campo visivo comandatodalla placca di metallo, avrebbe potuto essere, oltre che udito, anche veduto. Naturalmente non viera nessun modo per sapere esattamente in quale determinato momento vi si stava guardando.Quanto spesso e con quali principi la Psicopolizia veniva a interferire sui cavi che vi riguardavano,era pura materia per congetture. E sarebbe stato anche possibile che guardasse tutti, e continuata

mente. Ad ogni modo avrebbe potuto cogliervi sul vostro cavo in qualsiasi momento avesse voluto.Si doveva vivere (o meglio si viveva, per un'abitudine che era diventata, infine, istinto) tenendo pre sente che qualsiasi suono prodotto sarebbe stato udito, e che, a meno di essere al buio, ogni movi mento sarebbe stato visto.Winston teneva le spalle voltate al teleschermo. Era più sicuro: sebbene, come anche lui sapevabenissimo, perfino un paio di spalle può essere rivelatore. Un chilometro lontano, il Ministero dellaVerità, da cui dipendeva il suo impiego, si levava alto e bianco sul tetro paesaggio. Questa, pensòcon una sorta di vaga nausea, questa era Londra, la città principale di Pista Prima, che era la terzadelle più popolose province di Oceania. Cercava di spremere dal cervello quelle memorie dell'infan zia che gli dicessero se Londra era sempre stata proprio così.C'erano sempre stati quei panorami di case novecento in rovina, coi fianchi tenuti su a mala penada travi di legno, con le finestre turate da carta incatramata e con i tetti di ferro ondulato, e quellestaccionate intorno ai giardini che pendevano sghembe da tutte le parti? E i luoghi bombardati dovela polvere di calcestruzzo mulinava nell'aria, e le erbacce crescevano sparse sui mucchi di sassi? equegli altri luoghi in cui le bombe avevano aperto dei buchi più larghi e dov'erano germogliate mi serabili colonie di capanne di legno simili a pollai? Ma era inutile, non riusciva a ricordare: non re stava nulla della sua infanzia, se non una serie di quadri senza sfondo e per la maggior parte incom prensibili.Il Ministero della Verità, Miniver in neolingua1, era molto diverso da ogni altra costruzione che sipotesse vedere all'intorno. Consisteva, infatti, in una enorme piramide di lucido, candido cemento,che saliva, a gradini, per cento metri. Dal luogo dove si trovava Winston si potevano leggere, stam pati in eleganti caratteri sulla sua bianca facciata, i tre slogans del Partito:LA GUERRA È PACELA LIBERTÀ È SCHIAVITÚL'IGNORANZA È FORZASi diceva che il Ministero della Verità contasse tremila locali sul livello del terreno e altrettanti inramificazioni sotterranee. Sparsi nel centro di Londra, c'erano altri tre edifici d'aspetto e di mole si mili.Essi facevano parere così microscopiche tutte le altre case, che dal tetto degli Appartamenti dellaVittoria avreste potuto abbracciarli tutt'e quattro con la stessa occhiata. Erano le sedi dei quattro Mi nisteri nei quali era divisa tutta l'organizzazione governativa. Il Ministero della Verità che si occu pava della stampa, dei divertimenti, delle scuole e delle arti. Il Ministero della Pace, che si occupavadella guerra. Il Ministero dell'Amore che manteneva l'ordine e faceva rispettare la legge. E il Mini stero dell'Abbondanza che era responsabile dei problemi economici. Ecco i loro nomi in neolingua:Miniver, Minipax, Minamor, Minabbon.Il Ministero dell'Amore era quello che più incuteva paura. Sulle sue pareti non s'aprivano fine stre. Winston non era mai stato dentro al Ministero dell'Amore, e nemmeno s'era mai azzardato aentrare nel raggio d'un mezzo chilometro da esso. Era impossibile entrarci altro che per rigorose ra gioni d'ufficio, e anche allora attraverso un labirinto di passaggi protetti dal filo spinato, porte d'ac ciaio e feritoie nascoste, provvedute di mitragliatrici. Anche le strade che conducevano ai recintierano sorvegliate da un corpo di guardia in uniforme nera, con spaventevoli facce di gorilla e arma to di pesanti mazze.Winston si volse di scatto. Fece assumere alla sua fisionomia l'espressione di tranquillo ottimi smo che era opportuno mantenere allorché ci si rivolgeva verso il teleschermo. Attraversò la stanza1 Neolingua si chiama la lingua ufficiale in Oceania.

diretto alla minuscola cucina. Uscendo dal Ministero, a quell'ora, aveva sacrificato la colazione allamensa, e sapeva bene che non c'era alcun cibo, in cucina, se non un pezzo di pane nero che avrebbedovuto far arrivare all'indomani per la prima colazione. Prese dalla scansia una bottiglia d'un liquidoincolore con sopra una etichetta bianca e l'iscrizione “Gin della Vittoria”. Rimandava un sentoreoleoso e malsano, simile a quello dell'alcool di riso cinese. Winston se ne riempì quasi una tazza datè, si dispose alla scossa e l'ingoiò tutt'intera come fosse una dose di medicina.La sua faccia divenne subito rossa, e gocce d'acqua gli uscirono per gli occhi.Quella bevanda sapeva di acido nitrico, e ingoiandola si aveva la sensazione d'essere colpiti allanuca da uno sfollagente. Un momento appresso, tuttavia, il bruciore nel ventre s'attutì, e il mondocominciò a sembrare un pó più allegro. Prese una sigaretta da un pacchetto schiacciato con la scritta“Sigarette della Vittoria” e incautamente la tenne diritta, così che tutto il tabacco cadde per terra.Con la seconda ebbe maggior successo. Se ne tornò nella stanza di soggiorno e sedette a un tavo lino che stava a destra del teleschermo. Trasse dal cassetto una penna, una boccetta d'inchiostro euno spesso quaderno rilegato, con la costa rossa e la copertina marmorizzata.Il teleschermo della stanza di soggiorno si trovava, per caso, in una posizione fuor del comune.Invece che nella parete dì fondo, donde avrebbe potuto spaziare per tutta la stanza, era stato colloca to sulla parete più lunga, proprio d

Titolo dell'opera originale: Nineteen Eighty-Four. Parte prima. 1 ra una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento

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