LABORATORIO DI STORIA DELL’ARTE I LINGUAGGI DELLA

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LABORATORIO DI STORIA DELL’ARTEI LINGUAGGI DELLA BELLEZZAAnche quest'anno proponiamo un percorso di educazione all'immagine curato da TizianaMarino, esperta di storia dell'arte e di didattica museale, intitolato “I linguaggi della bellezza”.Il linguaggio dell’arte trova strade diverse per parlare al cuore e alla mente dell’uomo.Ci aspetta un piccolo viaggio per scoprire come il senso della proporzione o l’armonia fra icolori, la corrispondenza tra la forma e la funzione o il rapporto organico tra l’opera dell’uomoe quella della natura siano declinazioni diverse del concetto di bello nell’arte. Ma c’è anche unaBellezza che stupisce, che ci provoca o, più semplicemente, che ci fa sorridere, rendendo piùlievi le nostre giornate.Molteplici i modi di creare Bellezza e differenti le emozioni che mente e cuore possono provare,leggere o più intense, piacevoli o esaltanti, distensive o eccitanti, ma comune quel “senso dimeraviglia e appagamento che solo l’esperienza del bello è capace di trasmettere”.Buon viaggio nella. BELLEZZA!

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 1BELLEZZA. come PRINCIPIO VITALEPuò sembrare provocatorio iniziare un percorso sulla Bellezza con l’immagine diuna Venere preistorica. Il nostro progenitore del paleolitico, scolpendo questastatuetta, non cercava né fini estetici, né decorativi, ma pratici. Le Veneriavevano un significato magico-propiziatorio. Infatti si credeva che potesserofavorire la fertilità della donna e della terra.La Venere del paleolitico non appare consona ai nostri criteri di Bellezza? Forsevuole liberarci da pregiudizi e stereotipi che ci condizionano e ci impedirebberodi comprendere i diversi linguaggi con cui la Bellezza ci parla.BELLEZZA. come FASCINOIl nome stesso della sovrana ricorda laBellezza in quanto “nèfer”, in egizianoantico, significa bella ed ella dovevaessere una donna di straordinaria Bellezza.L’accento è posto sul suo fascino umano enon sulla sacralità del suo ruolo.Testa della regina Nefertiti, attribuita a Thutmose,circa 1345 a.C., pietra calcarea e stuccoaltezza 50 cm, Berlino, Neues MuseumVenere preistorica. Statuetta rinvenutaa Willendorf (Austria), circa 20000 a.C.,pietra calcare, altezza 11 cmVienna, Museo di Storia NaturaleIl viso è elegante e austero e il lunghissimo collo le conferisce dolcezzae regalità. Contrariamente alle rigide e astratte regole dell’arte egizia,c’è una resa realistica inconsueta e la colorazione del volto appareveristicamente bruna, mentre gli occhi e le sopracciglia sono enfatizzatedalla linea sinuosa del trucco.BELLEZZA. come ARMONIA e PROPORZIONECon i Greci, l’arte si libera dai condizionamenti della magia e dellareligione, diventa libera espressione della mente e razionale ricercadegli ideali di Bellezza e perfezione. Gli dei greci, a differenza di quellidelle civiltà precedenti, sono concepiti a immagine e somiglianza degliuomini. L’architettura dei templi risente di questo atteggiamento. Gliedifici avranno proporzioni talmente armoniose da risultare sempreperfettamente equilibrati, comprensibili, umani appunti. E, proprioperché l’uomo rimane punto di riferimento fondamentale, l’arte greca,per la prima volta, tiene conto delle esigenze della vista e quindi dellanecessità di adattare proporzioni e regole alle necessità di chi guarda.Exechias, Achille e Aiace che giocano ai dadicirca 550-530 a.C., ceramica dipinta a figure nerealtezza 61 cm, Città del Vaticano,Museo Etrusco-GregorianoArmoniosa è la corrispondenza tra la decorazione e l’oggetto decorato. Tutta la scena risulta perfettamenteequilibrata e i due personaggi si adattano così bene alla forma panciuta dell’anfora che sembrano quasiampliarla e modellarvisi sopra. Le lance poste in diagonale e gli scudi visti di tre quarti sono collocati in mododa proseguire idealmente la direzione dei manici, creando così un’inscindibile unità tra i soggetti rappresentatie l’anfora.2

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 2La scultura greca ricerca una Bellezza ideale che armonizzi l’anima e il corpo, il buonoe il bello e che si esprima in forme equilibrate e in sentimenti pacati, come vediamoraffigurato nelle opere di Prassitele.Nell’Afrodite Cnidia, per la prima volta una dea viene raffigurata nuda, mentre, dopoil bagno, prende un panno appoggiato sopra un’anfora. Proprio per l’articolarsi dellemembra a S, è necessaria, ai fini statici, la presenza dell’anfora con il panno drappeggiatoper fornire un appoggio adeguato. Le pieghe del drappo, colpite dalla luce, generanoombre che contrastano, ma anche bilanciano laluminosità della superficie morbida e levigatissimadel corpo della dea. Tale la bellezza sensuale diquesta statua che, si narra, un nobile giovane sene innamorò perdutamente.Prassitele, Afrodite Cnidia, copia romana del I-II secolo d.C. da un originalein marmo del 363-364 a.C., Città del Vaticano, Museo Pio-ClementinoBELLEZZA. come RICCHEZZA INTERIOREMausoleo di Galla Placidia, metà del V secolo, Ravenna (veduta esterna e interna)Il piccolo edificio è semplicissimo all’esterno, di mattoni a vista. Ma l’interno lascia stupefatti. Tutto èrivestito di marmi preziosi e mosaici splendenti. I motivi decorativi e le tessere colorate fanno dimenticarel’esistenza delle pareti, che appaiono puri supporti della decorazione. La tecnica del mosaico, utilizzandotessere vitree di diversa grandezza, forma, trasparenza e inclinazione, ottiene una superficie ineguale cherifrange la luce in infiniti raggi, creando un’intensa vibrazione cromatica. Questo contrasto tra l’estremamodestia dell’esterno e l’intenso splendore dell’interno riflette un concetto di Bellezza legato al messaggiocristiano: l’anima tanto più spende quanto più è dimesso l’involucro corporeo.3

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 3BELLEZZA. MOSTRUOSASeppure esistono esseri e cose brutte, l’arte ha il potere di rappresentarlein modo bello e la fedeltà realistica di questa imitazione rende il Bruttoaccettabile e persino affascinante.La scultura romanica mostra un fantasioso repertorio di mostri e bestieinfernali con i quali venivano ornati molti particolari architettonici. Ilpopolo, per lo più analfabeta e superstizioso, doveva rimanere moltoimpressionato, ma anche affascinato da questo tipo di raffigurazioni.Esse infatti davano alla visione cristiana del peccato le forme repellentidei demoni pagani. San Bernardo di Chiaravalle (XII sec.) condannaquesti mostri di pietra che ornano le chiese e distraggono i fedeli, mane riconosce il fascino e il potere seduttivo.BELLEZZA. come LUCE e COLOREVetrata rosone lato nord,Cattedrale di Chartres (Francia), XIII sec.Capitello con drago che divora un uomoChiesa di Saint Pierre a Chauvigny (Francia), XII sec.Nel Medioevo la luminosità è considerata qualità fondamentale della Bellezzae, del resto, in numerose civiltà Dio veniva identificato con la luce. Leminiature medievali sono piene di luce generata dall’accostamento di coloripuri. I fondi oro in pittura, con la loro preziosità e lucentezza, conferivano aidipinti un senso di spiritualità, come se emanassero una luminosità propria,in sintonia con le scene sacre dipinte. È proprio il Medioevo a elaborare latecnica figurativa che maggiormente sfrutta la vivacità dei colori, esaltatadalla luce che la compenetra. La luminosità delle vetrate gotiche multicolorirappresenta, nella mentalità del tempo, una via per arrivare a Dio in quantoimmagine terrena e visibile della luce divina.BELLEZZA. IDEALEAutore anonimo, La città ideale, 1480-1490, tempera su tavola, Urbino, Galleria Nazionale delle MarcheNel Rinascimento giunge al più alto grado di perfezione la teoria secondo la quale la Bellezza consiste nellaproporzione delle parti. Opera emblematica, diventata una delle immagini simbolo della corrente più matematicae razionale del Rinascimento italiano, è la CITTÁ IDEALE, una silenziosa veduta architettonica dove le geometrieperfette degli edifici misurano e scandiscono lo spazio. È il modello perfetto della città rinascimentale, quelloa “scacchiera”, dove il pavimento delle strade riflette la struttura urbana in cui gli edifici, come i pezzi diuna scacchiera, sono collocati e ordinati a intervalli di spazio regolari e prestabiliti. La non presenza di figureumane e la luce tersa e limpidissima proiettano questa immagine in una dimensione irreale.4

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 4BELLEZZA. come GRAZIAEppure la cultura rinascimentale non è solo misura e razionalità.Sono presenti anche concezioni più particolaristiche delbello, che viene così sottratto ai criteri oggettivi di misura eproporzione, per essere affidato a criteri di giudizio personali.Così scrive un autore del XVI sec.: “Noi vediamo assai volteun viso, che non ha le parti secondo le comuni misure dellaBellezza, spargere nondimeno splendore di grazia” che nasceda un certo ”non so che”, difficile da spiegare. La Venere diBotticelli è tanto bella e piena di grazia che non rileviamol’innaturale lunghezza del collo, le spalle spioventi e lo stranoSandro Botticelli, Nascita di Venere, 1482-1485 circamodo con cui il braccio sinistro è raccordato al corpo. Botticellitempera su tela inchiodata su tavola, Firenze, Galleria degli Uffizisi prese indubbiamente delle libertà nel creare questa figurafragile e delicata, la cui grazia è tutta affidata al gioco armonioso della linea fluida.BELLEZZA. come MERAVIGLIAParco della villa Orsini, fatto costruire da Vicino Orsini tra il 1552 ed il 1580, particolari (la casa pendente e il drago), Bomarzo (Viterbo)La Bellezza manierista è raffinata, colta e cosmopolita come l’aristocrazia che ne commissiona le opere.È una Bellezza complessa, ricca di artifici, dove viene dato più spazio all’immaginazione e al fantastico.“Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua ove tutto vi parlad’amore e d’arte.”La scritta è posta all’ingresso di un particolare giardino, dove nel verde del bosco venne realizzato unlabirinto di “mostruose meraviglie”. All’architetto Pirro Ligorio venne affidato il compito di creare un luogodove fosse possibile “sfogare” il core, ma anche stupire gli occhi dei visitatori, conducendoli in un regnodi sogno, tra richiami mitologici ed enigmi che stimolassero la loro intelligenza e cultura, tra statue disirene, mostri marini, tartarughe giganti, satiri, sfingi, draghi, maschere, tempietti, falsi sepolcri e giochiillusionistici. L’inganno, l’arte, la meraviglia a Bomarzo si fondono in un percorso che incanta e, al tempostesso, disorienta il visitatore.5

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 5BELLEZZA. come SUBLIMESpesso l’arte era stata lodata per aver rappresentato in bel modo ilbrutto, ma solo con l’età romantica si arriverà ad affermare che ciòche fa paura può essere bello di per se stesso. È il fascino per le distesesenza confini, che ci fanno immaginare più di quello che si vede e cifanno sentire capaci di volere cose che non possiamo avere. È il fascinoper tutto ciò che in natura ci fa provare forti emozioni e dimostra lagrandezza del nostro animo. La vastità di un cielo stellato, i profondidirupi di un paesaggio alpino, il mare infuriato dalla tempesta Èil fascino del Sublime, un concetto nato più di duecento anni fa, lostesso che ci porta oggi al cinema a vedere film catastrofici in 3D erimanere inchiodati sulla poltrona con il fiato sospeso, sapendo checomunque ciò che vediamo non può farci direttamente del male.Nel quadro di Friedrich, la donna e i due uomini guardano lostrapiombo della scogliera e l’infinita distesa del mare che si unisceal cielo. Le figure sono messe in scena di spalle, in modo che nondobbiamo guardare loro, ma, mettendoci al loro posto, vedere quelloche loro vedono e provare le stesse emozioni, sentendoci come loroun elemento trascurabile nel grande spettacolo della natura.Caspar David Friedrich, Scogliere a Rügen, 1818olio su tela, Winterthur (Svizzera)Museum Oskar Reinhart am StadtgartenBELLEZZA. TECNICADalla seconda metà dell’Ottocento, la produzione di nuovimateriali come la ghisa, l’acciaio, il vetro rivoluziona nonsolo il modo di costruire, ma soprattutto le tipologie degliedifici. Queste nuove architetture dovranno esprimere nonuna bellezza ideale, ma le aspirazioni sociali della genteche fruirà dell’edificio. Uno dei campi dove l’architettura delferro trovò modo di esprimere meglio le sue caratteristichefu quello delle “grandi strutture”, in particolare la tipologiadei padiglioni realizzati per le Esposizioni Universali, dove siavranno i risultati più straordinari. Nel 1889, in occasionedel primo anniversario della Rivoluzione francese, Parigiorganizza la sua quarta Esposizione. Una delle tre strutturerealizzate è la gigantesca Torre, su progetto dell’ingegnereGustave Eiffel (1832-1923), una costruzione grandiosa checon i suoi oltre 300 metri diventava di fatto il più alto edificiodella Terra. La forma non dipende dall’estro del progettistao da considerazioni estetiche, ma dalla necessità di dovercontrastare l’azione del vento che, stante l’altezza, avrebbecompromesso l’equilibrio della struttura. Si tratta di unacostruzione essenziale e funzionale in ogni suo elemento.Non necessita di alcun intervento decorativo perché la suaGustave Eiffel, La Torre Eiffel, 1887-1889, ferro e ghisa, Parigifinalità è proprio quella di visualizzare ed esaltare gli elementidella sua struttura e la loro potenzialità estetica. Chiusasi l’Esposizione, la Torre non fu smontata perché cisi accorse che ormai caratterizzava il panorama della città, tanto da divenire il simbolo della Parigi moderna.6

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 6BELLEZZA. come PROVOCAZIONEIl corpo umano è da sempre al centro dell’interesse degli artisti, ma èsoprattutto nel Novecento che essi ne hanno stravolto l’immagine. Unruolo non secondario in tale evoluzione fu giocato dalla pubblicazione nel1900 del saggio “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud: la scopertadell’inconscio stimolò infatti gli artisti a indagare i mille volti nascosti dietroun’unica identità. In “Nudo di donna”, studio preparatorio per la realizzazionedelle “Demoiselles d’Avignon”, Pablo Picasso sovverte i tradizionali canonidella Bellezza classica, basata sull’armonia e sulla proporzione. Per lui l’artenon è una rigida applicazione di regole, “ma ciò che l’istinto e il cervellopossono concepire indipendentemente da ogni canone. Quando si ama unadonna non si fa ricorso a strumenti di misura per conoscere le sue forme: lasi ama con tutto il desiderio possibile ”Pablo Picasso, Donna nuda, 1907olio su tela, Milano, Museo del NovecentoQuesto nudo di donna, ostentatamente primitivo, ha fattezze spiacevoli,movenze contorte e lineamenti che sembrano scavati nel legno, come lemaschere tribali africane cui l’artista si ispirava. Rispetto ai corpi classici (pensiamo alla seducente Afrodite di Prassitele o a quella eterea di Botticelli), lafigura di Picasso esibisce la propria sessualità in modo provocatorio. La donnasembra mettersi in posa come se fosse in vetrina. Il volto, con la fissità di unamaschera tribale, non vuole mostrare sentimenti e stati d’animo. Vuole apparirediversa da ciò che è e, restando sulla scena, assumere un’identità diversa. DietroL’aspetto provocatorio, si cela un profondo malessere esistenziale.BELLEZZA. FUNZIONALEL’arte del Novecento ha una costante attenzione verso gli oggettid’uso quotidiano. Nasce il ”design” come disciplina il cui scopo èla progettazione di oggetti destinati alla produzione industriale.Caratteristica imprescindibile del design è il connubio fra datotecnico e valore estetico. Fondamentale l’esperienza del Bauhaus(1919-1933) che contribuì alla formazione di una vera cultura deldesign. Uno degli intenti programmatici della scuola era quello difavorire l’incontro fra arte e industria allo scopo di produrre oggettinon solo funzionali, ma anche belli e riproducibili in serie. E’proprio dal Bauhaus che escono alcuni oggetti di arredamento neiMarcel Breuer, Poltrona Vasilij, 1925quali la purezza della forma e l’evidenza della funzione si unisconotubolare di acciaio cromato e cuoioin modo così perfetto da essere diventati dei punti di riferimento del gusto contemporaneo. A Marcel Breuer(1902-1981), prima allievo e poi insegnante al Bauhaus, dobbiamo lo studio e la progettazione di sediee poltrone in tubolare metallico, ancora oggi non solo prodotte, ma anche imitate. In particolare, la suapoltrona più famosa prende il nome da Vasilij Kandinskij, anch’egli professore al Bauhaus, che ne volle ilprototipo per la propria abitazione. Dinamica ed elegante, essenziale nel disegno, la poltrona si componedi sei elementi di tubolare sagomato, assemblati con semplici vite cromate. Da notare la cura progettualeche motiva funzionalmente ogni forma: le piegature del tubo, ad esempio, sono fatte in modo che né legambe, né la schiena vadano a scontrarsi con esso.7

LABORATORIODI STORIA DELL’ARTEIl percorso artistico: “I LINGUAGGI DELLA BELLEZZA” / 7BELLEZZA. come ORGANICITÀL’opera rappresenta uno dei migliori esempi diarchitettura organica per lo straordinario rapportoche l’edificio instaura con la natura circostante. Lavilla si trova immersa all’interno di un bosco e sorgedirettamente su di uno spuntone di roccia, nel punto incui un torrentello precipita per alcuni metri creando unasuggestiva cascata. Il livello principale dell’abitazionesi articola proprio attorno al macigno roccioso cheall’interno affiora dal pavimento in ruvide lastre.La continuità dello spazio interno non è interrotta daseparazioni nette, mentre le terrazze e le grandi aperturesu ogni lato della costruzione garantiscono un perfettodialogo con la natura. L’edificio è realizzato utilizzandoFrank Lloyd Wright, Casa Kaufmann detta “Casa sulla cascata”, 1935-37i semplici materiali del luogo e sfruttando le nuoveBear Run (Pennsylvania, USA)potenzialità offerte dal cemento armato. Avanzatissimesono infatti le tecnologie impiegate per le terrazze aggettanti sul ciglio della cascata, che richiamano lestratificazioni delle pietre sulle sponde del torrente. L’inserimento nell’ambiente risulta straordinariamentearmonioso, in quanto la struttura, nel suo complesso, non si presenta come un corpo estraneo costituito daun volume chiuso, ma come perfetta integrazione tra luogo naturale e artefatto umano.BELLEZZA. che CAMBIA LA CITTÀNelle città diventate metropoli, luoghi spesso anonimi e inospitali, dove muri e cemento sono interrotti solodal colore dei cartelloni pubblicitari, nasce il Graffitismo e la Street Art, un modo per cambiare la visionedel quotidiano, restituendo spazi alla fantasia, alla creatività, all’ironia.Pao (Paolo Bordino), paracarro-pinguino, Milano, 2000Pao (Paolo Bordino), dissuasori-delfini, Milano, 2006Tombini Art, Via Tortona, Milano, 2009Oggi, la grande rilevanza che questo fenomeno sociale ha assunto, ha spinto le istituzioni cittadine anchealla promozione di eventi loro dedicati e la Street Art è diventata di fatto una manifestazione di arte urbanacontemporanea. In circa trent’anni, il favore sempre maggiore incontrato e il riconoscimento ufficialeottenuto, hanno cambiato il ruolo della Street Art, sempre più strumento di “decoro” urbano, soprattuttonei luoghi più degradati della città, strappandoli al grigiore, per restituire agli abitanti una visione anche unpo’ sognante, ludica e ironica del luogo in cui vivono.8

ContattiPer qualsiasi ulteriore informazione, visitate il nostro sito www.xmasproject.ito mettevi in contatto con la nostra responsabile dei progetti scolastici:Responsabile progetto Xmas Project per le Scuole: SARAH NOCITAinfo@xmasproject.org sarah.nocita@libero.itcell. 347.1993093Grazie per la partecipazione e buon lavoro!Associazione Xmas Project ONLUSC.F. 97297830156Fax 39 0270030857 – info@xmasproject.orgwww.xmasproject.it

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