Nahtjak89 Dietrich Bonhoeffer RESISTENZA E RESA

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Nahtjak89Dietrich BonhoefferRESISTENZA E RESALettere e scritti dal carcere“Resistenza e Resa” raccoglie le lettere ed altri testi scritti da Bonhoeffer nelcarcere berlinese di Tegel, dove fu detenuto dall’aprile ’43 all’ottobre ’44,per poi essere trasferito nel carcere sotterraneo della Gestapo inPrinz-Albrecht-Strasse. Di lì i contatti furono molto difficili e rari, il 7febbraio ’45 fu trasferito al campo di concentramento di Buchenwald, il 3aprile fu a Regensburg, l’8 aprile passò da Schönberg a Flossenbürg, doveverrà giustiziato. La presente edizione alterna le lettere di Bonhoeffer aquelle inviatigli da parenti ed amici, suoi interlocutori sono i genitori, ilnipote quattordicenne Christoph von Dohnanyi, il fratello Karl-Friedrich,l’amico fraterno e pastore egli stesso Eberhard Bethge (che diverrà il suobiografo) con sua moglie Renate, nipote di Bonhoeffer e qualche altroparente. Non vi sono le lettere alla fidanzata Maria von Wedermeyer con laquale Bonhoeffer progettava di sposarsi, rimaste a lungo inedite (esiste ora ilvolume Lettere alla fidanzata-Cella 92. Dietrich Bonhoeffer-Maria vonWedermeyer 1943-45, Bologna, Queriniana). In carcere Bonhoeffer riesce aleggere, scrivere, riflettere, pregare, riceve pacchi dai familiari e lettere, siaufficialmente, sia clandestinamente. La corrispondenza con Bethge, checontiene le più importanti riflessioni teologiche di Bonhoeffer, inizia il 18

novembre ’43 durante la prima licenza di Bethge, militare in Italia, aBerlino, ed è clandestina.

Introduzione di Italo Mancini.Titolo originale: “WIDERSTAND UND ERGEBUNG”.Copyright 1951 by Chr. Kaiser Verlag, M nchen.Traduzione dal tedesco di Sergio Bologna.

Introduzione.APPUNTI PER UNA LETTURA CRITICA DELLE LETTERE DALCARCERE.Dietrich Bonhoeffer può essere letto, come infatti viene letto, su registridifferenti, e questo è un lato della sua complessità; l’altro, quello dei temi,aggiunge alla complessità l’enigma. Cominciamo alla larga, con la questionedei moduli interpretativi, e certamente incontreremo i temi che danno ragionedell’enigma.Esiste, per esempio, un modulo cattolico di lettura. In tutte e sei legrandi opere di Bonhoeffer è dato sorprendere qualche tema essenzialericonducibile alla interpretazione cattolica del cristianesimo. La Chiesa comeCristo presente e come consistenza sociologica in “Sanctorum communio”(1). Il recupero dell’ontologia di fronte all’attualismo barthiano della Parola edi fronte alla metafisica tomistica della partecipazione; una ontologia dunquesenza metafisica, ma intanto - di fronte all’attimo barthiano, che contraddiceparadossalmente il mondo - proprio una ontologia, significata e significanteepistemologicamente nell’essere ecclesiale, essere come sostanza dellaChiesa di fronte all’attimo come incontro nel soggetto, in “Akt und Sein” (2).Il motivo della sequela, il rifiuto della grazia a buon mercato, propria dellagiustificazione fiduciale luterana, la risoluzione della persuasione teologicanel circolo di obbedienza e di fede, in “Nachfolge” (3). La restaurazione dellaconfessione e la stima per la pratica del confessionale che ha conferito allaChiesa cattolica un enorme volume di esperienza nella dichiarazione moraledelle situazioni concrete, e la difesa della disciplina ecclesiastica, in“Gemeinsames Leben” (4). La valorizzazione del naturale, il riscatto delpenultimo, l’etica speciale, e, soprattutto, la densità mondana e secolarizzantedell’essere di Cristo, nell’”Etica” (5); e poi la disciplina dell’arcano, lanostalgia di Roma (6), la frequentazione dei teologi e dei padri della Chiesatrovati più attuali dei teologi riformatori, in “Resistenza e resa”(“Widerstand und Ergebung”), il fortunato libro che nel 1966 avevaraggiunto le ottantamila copie. Ecco altrettanti motivi che stanno al centro diquegli scritti maggiori che costituiscono, due a due, i tre momenti essenzialidella biografia bonhoefferiana, riconosciuti da tutti i critici, anche se non tutti

accettano la tesi della rottura, rappresentata da un filone dell’”Etica” e dallelettere del carcere, che, insieme ad altri frammenti, vengono presentate (7) inquesto volume.I tre periodi che scandiscono l’attività complessiva di Bonhoefferpossono essere così identificati (8) dapprima il periodo accademico, legatoall’università di Berlino, e rappresentato da “Sanctorum communio” e da“Akt und Sein”, durante il quale Bonhoeffer ventenne ha detto ai teologi: ilvostro tema è la Chiesa; e quindi, dopo il 1933, il periodo della lotta per laChiesa Confessante, durante il quale il Bonhoeffer trentenne ha detto allaChiesa: il tuo tema è il mondo (espressioni di questo messaggio sono, tral’altro, “Nachfolge” e “Gemeinsames Leben”); e, infine, il tempo dellaresistenza, coinciso con la guerra scatenata dalla furia nazista, durante ilquale Bonhoeffer, sulla soglia dei quarant’anni, ha detto al mondo non solo ilmessaggio della sua maturità, “die m ndige Welt”, che riprende la parola diKant, interprete dell’illuminismo (9), non solo la crisi radicale dellainterpretazione metafisica e religiosa di Dio e del cristianesimo, ma gli hadetto soprattutto come poter vivere questa sua maturità e questa suairreligiosità dentro una disciplina dell’arcano dove l’essere di Cristo esprimein modo dialettico (e quindi con il grande gioco del sì e del no, ribaltato neitermini abituali della interpretazione religiosa) una presenza di Dio nelmondo, sì che questo non rimane appiattito dalla eteronomia religiosa eneppure dalla totale secolarizzazione. Il modo di questa presenza incognita epur del tutto storicizzata è il fulcro del messaggio bonhoefferiano, qualecompare e si sviluppa nelle pagine di questo libro.Se così stanno le cose, è chiaro che il lettore dovrà distinguere tra varilivelli di lettura per questa raccolta, che a molti potrà sembrare rapsodica oteologicamente monca. Distinguerei quattro livelli. Dapprima quelloculturale, dove è in tema, sia pure in modo approssimativo, per quantoconcerne la verifica storica della ricostruzione, anche se altamente suggestivoper quello che significa nella comprensione del mondo, il motivo del mondoadulto, il processo di sganciamento delle scienze morali o spirituali dallaipotesi religiosa. E poi il livello metafisico e religioso, che rifiuta dimantenere in piedi la concezione di Dio e proclama il Dio è morto in sensoveramente ateo, ma soltanto sul piano determinato dalla religione e dalla metafisica con uno sponsale che ha solo danneggiato il cristianesimo, e cheva rigorosamente individuato, onde non esorbitare dai termini stabiliti dallo

stesso Bonhoeffer per la sua teoria secolarizzante, legata, come si vede,soltanto a questo livello del riscatto dei temi biblici dalla alienanteinterpretazione metafisica e religiosa. Viene poi il livello cristologico, dove il Dio è morto ha un significato profondamente diverso dal caso precedente,significando - diciamo per ora in via del tutto sommaria - qualcosa cheriprende la “theologia crucis” della tradizione luterana, e che non diffalca iltema, pur cristiano, della risurrezione. Per questo motivo cristologico, chenon riguarda più il tema della esistenza teologica, ormai fuori campo, dopo lamediazione del Cristo, ma solo quella della presenza di Dio nel mondo,Bonhoeffer corregge il precedente ateismo con una carica teologica che lo hafatto sconfinare in una situazione di mistica esuberanza: ritengo pertantofondamentale l’assunzione critica dell’anfibologia ora detta, per nonamputare semplicisticamente il discorso delle lettere di uno dei due termini inquestione, Cristo - e il mondo diventato adulto, che Bonhoeffer intendemantenere e comporre in una sintesi originale, entro cui stabilire il sensodell’avvenire del cristianesimo. C’è infine il livello della disciplinadell’arcano, che permette a Bonhoeffer di dare un senso alla vita cristiana,pur dentro l’orizzonte di un vivere con Dio il senza Dio dei due livelliprecedenti, riscattando così per il mondo secolarizzato un senso dellapreghiera, della sofferenza, della disciplina ecclesiastica, e della Chiesa.La corrispondenza ermeneutica di questa lettura può essere riscontratanella sequenza dei tre capitoli di quello “Schema per un saggio” (10), intornoal quale Bonhoeffer intendeva svolgere le meditazioni del carcere, che stavaaffidando alle lettere, per cui non prevedeva la pubblicazione. Lo “Schema”ha pertanto valore di un’ossatura teoretica e ha la forza di congiungere lesparse membra di questa teologia inconclusa; lo possiamo quindi assumerecome una chiave di lettura. In esso i quattro livelli indicati non sonopresentati come livelli paralleli, ma come tappe successive della ricerca, ilche conferisce al discorso un perfetto destino teoretico e organico. Sicomincia dalle considerazioni sullo stato adulto del mondo per passare alladistruzione della teologia metafisica e del cristianesimo come religione. Daquesto tema si arriva alla risoluzione della realtà di Dio nell’essere di Cristocome crocifisso, con un nuovo concetto di onnipotenza - dalla libertà da sèstesso, dall’’esistere-per-gli-altri’ fino alla morte scaturiscono l’onnipotenza,l’onniscienza, l’onnipresenza (11) -. Infine per conferire a questa risoluzioneil carattere teologico e biblico che le compete, per presentare cioè lo

sganciamento del cristianesimo dalla religione come un fenomeno che laBibbia stessa impone, si formula il metodo della interpretazione non religiosadei concetti biblici (creazione, caduta, riconciliazione, penitenza, fede, vitanuova, cose ultime). Si giunge così a quelle conclusioni sulla Chiesa troppomagre nello “Schema” e nella trattazione delle lettere, anche se arricchite diespressioni come la Chiesa è Chiesa solo se e in quanto esiste per gli altri(12).Nonostante le indicazioni che abbiamo suggerite, una lettura cattolica diBonhoeffer è senz’altro insufficiente e fuorviante. Bonhoeffer nacque erimase luterano. In “Sanctorum communio” attenua il tema del Cristopresente con la teoria, di ascendenza barthiana, dell’incognito di Dio nellaChiesa, per cui nessuna chiesa particolare sa quale veramente sia la Chiesa diDio. In “Akt und Sein” dura, nonostante l’ontologia, il fondo tipico dellaconcezione protestante, quella che Kierkegaard ha chiamato l’infinitadifferenza qualitativa tra il tempo e l’eternità e che Barth ha tradotto come ladottrina del “ganz Anderes”, capace di ridurre a cenere tutto quello che nelcristianesimo è evento storico, sviluppo nella storia della salvezza, e realtàdella istituzione. “Nachfolge” critica gli stati di vita perfetta, soprattuttoquelli monastici, come casi di grazia a buon mercato, grazia ridotta a luogo, edifende il gesto di Lutero di considerare monastero il mondo, proclamandocosì la totale indifferenza della realtà di fronte alla grazia, per cui non ci sononè luoghi nè tempi privilegiati, ma sempre e solo un partire da zero, checomporta la restaurazione della giustificazione attraverso la sola fede (anchese questa dottrina viene attenuata nel suo meccanicismo estrinseco con laseria proposta della sequela, che è imitazione ma non giustificazione, unaricerca di convivenza, da contrapporre alla brutale situazione nietzschianadell’uomo contro l’uomo). “Gemeinsames Leben” oppone volutamente lapratica pastorale di tipo cattolico al tema del nessuno è conduttore, nessunoha il compito di misurare la temperatura religiosa della comunità, nessunodeve credere alla necessità del suo zelo, nè deve presentarsi come unconvertitore, un sequestratore, un direttore di anime, ma tutti, animati dallasola Parola di Dio, considerata come quell’apriori divino in forza del qualesoltanto la comunità può essere suscitata, debbono puntare su di unacomunità basata non sull’amore come passione, come dedizione di energieevidenti e compensate, ma sulla forza unificante che la Parola di Dio

possiede; una comunità pneumatica, non una comunità psichica. L’”Ethik”presenta la luterana dottrina dei mandati con il suo pericolo autoritario econservatore, soprattutto per la permanenza del motivo borghese dellaconservazione, che Bonhoeffer non ha mai rinnegato; dottrina ribadita nelrilievo dato allo Stato come forma del regno di Dio, anche se questo temamette un argine alla rappresentatività esclusiva della Chiesa nei confronti delregno, argine che diventa ancor più restringente se si pensa che gli altri duemandati del regno sono il lavoro, la cultura e la famiglia. E infine, nellelettere dal carcere, luterano è il motivo della incoordinabilità totale tra Dio eil mondo, per cui la potenza dell’uno comporta necessariamente l’impotenzadell’altro (13), essendo del tutto esclusa la partecipazione nell’essere enell’operare (Barth diceva nel primo volume della “Dogmatik” che l’unicoserio motivo che lo tratteneva dal diventare cattolico era la dottrina dellapartecipazione o della “analogia entis”) (14). Questo tema dellaincoordinabilità delle due grandezze potrebbe essere considerato come lamolla teoretica segreta di quella che già ho chiamato la tangenza dialettica diDio e del mondo nell’essere di Cristo, in cui indicherei pertanto la cifrasuprema del discorso teologico e pastorale di Bonhoeffer. Quell’essere diCristo in forza del quale Bonhoeffer afferma che oramai è del tuttoimpossibile un riferimento a Dio nella sua immediatezza sovrana, come non èpiù possibile un riferimento immediato all’uomo nell’accezione ottimisticaroussoiana, perchè nella mediazione ineliminabile, che Dio ha prodotto,dell’essere di Cristo e nelle modalità, che esso ostende, della presenza di Dio(il discorso che interessa all’uomo), solo la mediazione esiste, e Dio diventa storico e l’uomo porta nel suo destino un riferimento a Cristo, anche nellamisura atea.Da queste pur sommarie indicazioni compare non solo che il problemacentrale dell’ermeneutica bonhoefferiana sta nel chiarimento delladimensione (storica, etica, dogmatica, secolarizzata?) dell’essere di Cristo,ma che questo segno indica un preciso superamento delladisontologizzazione (di fronte alla incarnazione, di fronte alla riconciliazione,di fronte alla istituzione) luterana; sì che anche questo modulo di lettura, perl’incombenza della umanità di Dio e per il legame che l’essere di Cristo tienecon il destino di tutto il mondo, credente e non credente, non può dirsi deltutto sufficiente. L’essere cristiano non è un sequestro della salvezza, ma laconsapevolezza che, nell’essere di Cristo, Dio ha dato la salvezza all’intero

mondo; e che quindi, per la peculiare situazione dell’essere di Cristo, ilmondo può vivere la salvezza di Cristo anche in modo ateo, purchè entri nellalogica del mondo che Dio ha riscattato e fatta sua, nell’arcano mistero di unapresenza che vuol essere assente, o - per l’anfibologia della morte soprachiarita - vuol essere presente in modo del tutto diverso dalla presenzasuggerita dalle prospettive religiose.Un terzo modulo di lettura è quello che ha fatto la fortuna di Bonhoeffersul piano della cultura generale. Il Bonhoeffer testimone è stato messo inrisalto dalle Chiese evangeliche (15), quello resistente dalla storia politica(16), quello ecumenico dalla teologia moderata (17). E’ il modulo di letturasecolarizzata, un metodo indicato dallo stesso Bonhoeffer, quando dopol’arresto da parte della Gestapo per motivi politici - dapprima l’accusa fu ditradimento, cambiata poi in quella più blanda di demoralizzazione dellatruppa (18) - avvenuto il 5 aprile 1943 (Bonhoeffer era da tempo vigilatodalla polizia, che gli aveva messo sotto controllo il telefono, gli avevaimpedito di parlare in pubblico e di pubblicare libri o saggi, e gli avevacomandato di notificare i suoi spostamenti entro il territorio nazionale; eglisarebbe potuto fuggire, ma non lo fece, oltre che per i motivi ideali cheincontreremo più avanti, anche per non danneggiare un fratello già carcerato),nei lunghi mesi di carcere passati dapprima nella prigione di Tegel, a Berlino,e poi, sempre a Berlino, in quella del quartier generale della Gestapo nellaPrinz-Albrecht-Strasse, dove venne portato nell’ottobre del ‘44 in seguito allacruda repressione seguita al fallimento dell’attentato a Hitler del 20 luglio, gliriuscì di mettere in lucido risalto il suo epilogo teologico e il problema dellacristianità uscita dalla guerra, quello di Cristo e il mondo diventato adulto(19) Il tema della secolarizzazione coincide con quello del cristianesimo nonreligioso, che il lettore potrà individuare a cominciare dalla grande lettera del30 aprile 1944. In questi mesi, secondo il biografo e amico Eberhard Bethge,cui sono destinate le Lettere a un amico che vengono pubblicate in questolibro, Bonhoeffer ebbe una specie di svolta scientifica; lasciò da parte leletture di romanzi e le ricerche morali, e puntò sui problemi della conoscenzae sulla filosofia della verità, tanto che scrisse un intero libro su questequestioni, che andò del tutto perduto (20). Il tema della svolta vienesviluppato nelle lettere successive fino a quelle decisive del giugno, esoprattutto del luglio dello stesso anno; le lettere del settembre furono

distrutte per precauzione, e con l’ottobre Bonhoeffer finì sepolto nellaPrinz-Albrecht-Strasse, donde poterono uscire ben pochi frammenti, come sipuò vedere dall’ultima parte delle Lettere ai genitori (21), fino a quandogiunse il silenzio totale di Buchenwald e di Flossenb rg (22). Se per noi iltema della secolarizzazione coincide con questo motivo centrale delcristianesimo senza religione, capace di annodare tutti i livelli suggeriti per lalettura delle lettere, c’è anche chi vuol far quadrare questo tema con l’interosviluppo della evoluzione bonhoefferiana, attraverso quei tre tempi cheabbiamo individuati. Intendo riferirmi alla ricostruzione di Hanfried M ller, ilquale, pur volendo aderire allo sviluppo globale di Bonhoeffer, deve purindicare una rottura che, echeggiando Althusser, critico di Marx, AndrèDumas chiama più volte rottura epistemologica, e precisamente la rotturache passa tra le lettere e i frammenti del carcere e quella parte luterana eprussiana dell’”Etica”, espressa nella dottrina dei mandati. Hanfried M ller,nella suggestiva e sconcertante monografia condotta con la metodologiapropria di un pensatore marxista, vede svolgersi il pensiero di Bonhoeffersecondo un dinamismo di progressiva de-ecclesializzazione, che egli indicafin nel titolo del libro come processo di uscita dalla Chiesa al mondo (23). Ingenere anche quella parte della teologia cosiddetta della morte di Dio, e cheio chiamerei soltanto radicale, che sembra e si dice uscita dalle pagine diBonhoeffer (24), fa perno, come facciamo anche noi qui, sulle lettere dalcarcere e sul tema del cristianesimo senza religione, sulla ripresa dell’AnticoTestamento e sull’atteggiamento non-religioso della Chiesa primitiva, che lefa da supporto (25). Ma la ricostruzione di Hanfried M ller non è senz’altropriva di valore esegetico; io stesso ho tentato la ricostruzione di unaevoluzione analoga, legandola al motivo dell’essere di Cristo.Tre dunque sarebbero secondo il M ller i tempi successivi nellaconcezione della Chiesa, che si libera del suo aspetto ecclesiale e organizzatoper aprirsi sempre più alle dimensioni adulte del mondo. Come si vede, laChiesa è il soggetto e il veicolo della evoluzione. Nel tempo degli scrittiaccademici, quelli dei vent’anni, durante il periodo nel quale Bonhoefferstudiò a Berlino e poi vi insegnò fino a quando nel ‘36 fu espulso perl’opposizione al regime, egli aveva ancora a che fare con una cristianità, siapure in forma attenuata, e intrisa di liberalismo riduttore e moraleggiante;aveva a che fare con la scristianizzazione di una grande città industriale comeBerlino, dove tentò, con poco successo, vari esperimenti pastorali. In questo

periodo egli richiama l’attenzione dei teologi sulla Chiesa costituita, laChiesa della moltitudine, per cui non disprezza la categoria sociologica; diessa si fa l’ardente avvocato contro le tendenze individualistiche edesistenzialistiche, e contro le tendenze del liberalismo imperante non

cristianesimo è evento storico, sviluppo nella storia della salvezza, e realtà della istituzione. “Nachfolge” critica gli stati di vita perfetta, soprattutto quelli monastici, come casi di grazia a buon mercato, grazia ridotta a luogo, e difende il gesto

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