ELEMENTI Di SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

3y ago
44 Views
3 Downloads
225.79 KB
25 Pages
Last View : 18d ago
Last Download : 3m ago
Upload by : Vicente Bone
Transcription

ORSICNI e COESAMCOLLANATIMONE213/4ELEMENTI diSOCIOLOGIADELLACOMUNICAZIONE Basi, modelli e scenaridella comunicazione Teorie più diffuse Evoluzioni tecnologichedei nuovi mediaSIMONEEDIZIONI Gruppo Editoriale Esselibri - Simone

TUTTI I DIRITTI RISERVATIVietata la riproduzione anche parzialeTutti i diritti di sfruttamento economico dell’opera appartengono alla Esselibri S.p.A.(art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)Di particolare interesse per i lettori di questo volume segnaliamo:213/1 - Storia del pensiero sociologico213/2 - Sociologia generale. Nozioni essenziali213/3 - Sociologia dei processi culturali213/5 - Elementi di sociologia politica213/6 - Elementi di politica socialeSC6 (cat. Ellissi)- Teoria dei media digitaliMC11 (cat. Ellissi) - La comunicazioneDirezione e coordinamento Gianni QuintoTesto a cura di Gianluca MiligiIl catalogo aggiornato è consultabile sul sito Internet: www.simone.itove è anche possibile scaricare alcune pagine saggio dei testi pubblicatiFinito di stampare nel mese di febbraio 2009dall’Officina Grafica Iride - Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Trav., 24 - Arzano (NA)per conto della Esselibri S.p.A. - Via F. Russo, 33/D - 80123 - (Na)Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno

PREMESSAQuesta sintesi è dedicata agli studenti dei corsi di Laurea in Sociologia ein Scienze della comunicazione, oltre che di tutte le discipline in cui siaprevista l’analisi della dimensione linguistico-comunicativa (Filosofia, Lettere, Scienze della Formazione). Vengono tracciate le linee storiche delladisciplina, articolate attorno agli autori, ai concetti e alle correnti principaliche ne hanno determinato lo sviluppo e la collocazione istituzionale. Si èmirato quindi a chiarire i fondamenti che stanno alla base dei più incisivimodelli concettuali di cui si sono servite le teorie della comunicazione nelloro percorso teorico e a definire contestualmente il pensiero e le opere degli studiosi che, di questo corpus concettuale, hanno determinato la genesi.Vengono affrontati, in ordine: il concetto e i modelli della comunicazione in generale; i vari approcci (semiotico, matematico, relazionale, pragmatico); la nascita e lo sviluppo della comunicazione di massa; le principaliipotesi sociologiche sui media (teoria critica, funzionalismo, massmediologia, teoria dei sistemi) e infine la rivoluzione culturale rappresentata dall’avvento delle nuove tecnologie (telematica, cyberspazio, rete internet, globalizzazione).Chiude il volume un sintetico ma esauriente glossario dei termini specifici delle scienze sociali.

CAPITOLO PRIMOLE BASI DELLA COMUNICAZIONESommario: 1. Considerazioni generali sul concetto di comunicazione. - 2. La struttura della comunicazione. - 3. La comunicazione interpersonale.1. CONSIDERAZIONI GENERALI SUL CONCETTO DI ‘COMUNICAZIONE’Quello della comunicazione può essere definito il fenomeno originariodella coesistenza, delle relazioni e interazioni umane ed è quindi antico quantola civiltà stessa dell’uomo. È diventato, specialmente nell’ultimo secolo,sempre più esteso, multidimensionale e complesso, ed è oggetto di studio didiverse, spesso convergenti, discipline. Data l’ampiezza semantica del termine “comunicazione”, è necessario chiedersi innanzi tutto quale sia il significato del termine stesso, per vedere poi in cosa essa consiste e come sipresenta la comunicazione, e in seguito indagare direttamente la sua diversificata dimensione sociologica.Dal punto di vista terminologico, la parola latina communicatio (in inglese communication, in francese comunication) deriva da cum, ‘con’, e munus, ‘dono’: esprime, si può dire,una particolare forma di “donazione”, il “mettere a parte” altri di qualcosa che si ha. Evidentemente in questa nozione è centrale il concetto di partecipazione, che, ad esempio, siesplicita chiaramente nella lingua tedesca nel vocabolo Mitteilung, il quale può esseretradotto, letteralmente, più che con “comunicazione”, con “compartecipazione” (da Mit,“con”, e Teil, “parte”). In origine ‘communico’ — da cui nella lingua latina il sostantivocommunio e l’aggettivo communis — significa complessivamente mettere qualcosa incomune con qualcuno: nel senso di “condividere qualcosa” l’accento è posto primariamente sul contenuto comunicato. Per ulteriore caratterizzazione semantica, dall’originarioe imprescindibile senso statico di condivisione si approda a una concezione che ne evidenzia invece il significato ‘dinamico’ di trasmissione di informazioni-messaggi. In generale,la comunicazione implica insieme anche l’istituzione o il riconoscimento di uno spaziocomune (di relazione tra i comunicanti), in cui il qualcosa stesso viene, appunto, trasmesso,comunicato.Da un punto di vista psicologico, nella dimensione dell’intersoggettività,si può intendere la comunicazione piuttosto come “uno scambio interattivo

6Capitolo Primoosservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e diun certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinatosignificato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione edi segnalazione secondo la cultura di riferimento” (L. ANOLLI).La comunicazione è, come accennato, intrinsecamente congiunta al concetto di relazione, secondo due possibili sensi:a) s’inscrive e si attua in una relazione sociale;b) è essa stessa ciò che stabilisce, o rafforza, una relazione di caratterepsicologico-sociale.Questi due sensi non sono reciprocamente esclusivi ma interconnessi ecomplementari; la comunicazione avviene in uno specifico e preesistentecontesto sociale e lo sviluppa, all’insegna di un’idea di comunicazione chepone l’accento sui soggetti in essa cooperanti (“metter in comune con qualcuno”).Un principio, molto importante, avanzato da Paul Watzlawick, è che«È impossibile non comunicare, non esiste un comportamento che non siacomunicativo». Come sostiene lo psicologo d’origine austriaca, infatti, parlare o restare in silenzio, tutto comunica, tutto crea un rapporto fra ilsoggetto e l’ambiente sociale, quindi con gli altri soggetti. Ogni comportamento è in sé stesso comunicativo — persino isolarsi dagli altri, un comportamento definibile ‘negativo’ — ed è impossibile pensare di avere unnon-comportamento: la comunicazione si rivela in ultima analisi comel’orizzonte, in quanto tale intrascendibile, dell’essere e agire umani. Cosa indica il termine comunicazione dal punto di vista storico?Dal punto di vista storico, invece, bisogna ricordare come il termine inglese communicationdesigni in un primo tempo propriamente l’atto del comunicare, mentre in seguito primariamente l’oggetto dell’atto del mettere in comune, fino a giungere, all’incirca nel XVII secolo, adesignare il mezzo attraverso il quale avviene la comunicazione: ‘mezzo’ in questo caso è untermine astratto usato per indicare vie di transito, canali, strade, ferrovie. Per chiudere queste rapide considerazioni generali, si può concepire lacomunicazione come svolgentesi lungo due assi fondamentali o secondouna doppia relazione: l’uno verticale, relativo al rapporto tra “messaggio” econtenuti del mondo o del pensiero; l’altro orizzontale, quello più propriamente comunicativo, concernente la relazione che s’instaura tra produttorie destinatari del messaggio (U. VOLLI).

Le basi della comunicazione72. LA STRUTTURA DELLA COMUNICAZIONEA) I fattori strutturaliPer quanto riguarda la configurazione o struttura elementare della comunicazione, essa comprende — l’esistenza di diversi fattori:a) un emittente: la “fonte”, il produttore di un messaggio;b) un messaggio (un segno, un testo ecc.): l’“oggetto di scambio” dell’attocomunicativo; al riguardo, si può anche isolare, come fattore autonomo,il contenuto del messaggio stesso;c) un destinatario del messaggio: il soggetto cui deve pervenire il messaggio, qualificato spesso anche come ricevente. Le due definizioni noncoincidono però totalmente, in quanto l’atto di ricezione del messaggiopuò effettivamente avvenire o, al contrario, fallire. Il destinatario diventa di fatto “ricevente” nel momento in cui effettivamente recepisce ecomprende il messaggio: è possibile però che il messaggio ricevuto differisca da quello inviato, differenza che si determina in base al livello diattenzione ma soprattutto in rapporto ai criteri di selezione, decodifica einterpretazione (come vedremo) usati, consapevolmente o meno, dal ricevente. Il processo della comunicazione comporta anche che il ricevente rimandi un altro segnale, con cui rende noto che il messaggio è stato(o non è stato) ricevuto e compreso.Questa configurazione “astratta” e minimale, a tre fattori, viene poi approfondita e complicata nel quadro delle diverse teorie comunicazionali, innanzitutto con la messa in evidenza di altri decisivi elementi-fattoriintermedi, in primo luogo di:d) un mezzo (medium) o canale: ciò entro cui e in virtù del quale vienetrasmesso il messaggio. Il mezzo-canale può essere perciò, più precisamente, inteso sia come “ciò che sta in mezzo” sia come “ciò che media”,mediazione che determina in atto la comunicazione. Si può però utilmente distinguere il mezzo dal canale, fermo rimanendo che un terminerimanda all’altro, nel senso che il mezzo è definibile come il canale attraverso il quale passa o transita il messaggio, mentre il canale come il“mezzo o apparato fisico-tecnologico” che questo transito effettua;e) un codice e, eventualmente, dei “sottocodici”. (avviene in un determinato (f) contesto o situazione). Un “codice” è un sistema di segni eregole di utilizzo dei segni usato nel processo comunicativo. Si assumein linea di principio come conditio sine qua non della effettiva riuscita

8Capitolo Primodello scambio comunicativo che l’emittente e il destinatario condividano il medesimo codice e ad esso si riferiscano nella composizione enella comprensione del messaggio. Quindi il messaggio della comunicazione, il suo contenuto, è elaborato dal lato dell’emittente medianteuna codifica: consiste in “una sequenza di segni o segnali risultante daoperazioni di selezione e di combinazione sulla base di un codice”. Schematicamente, all’emissione del messaggio corrisponde poi, come aspetto complementare della comunicazione, una (adeguata o meno) de-codifica da parte del destinatario;f) un contesto o situazione, cioè una dimensione linguistica, cognitiva eculturale che funziona come quadro di riferimento comune, senza cuiqualsiasi comunicazione sarebbe soggetta a continui rischi di fraintendimento.Sempre riguardo il messaggio, si possono individuare due distinti livelli di caratterizzazione: il contenuto referenziale o denotativo, a che cosa si riferisce il messaggio — un fatto,un oggetto, uno stato di cose, il contesto reale ecc. —, e il livello connotativo, genericamente il “modo” in cui esso viene presentato. Molto di quanto visto in termini di fattori efunzioni è ricompreso nel modello comunicazionale di Roman Jakobson (1963), che si èimposto nel tempo come un imprescindibile riferimento (v. cap. 2.2.A).B) Dimensioni del fenomeno comunicazionaleSempre su un piano generale, in ogni comunicazione possono esserecolti altri due aspetti: l’uno informativo, l’altro relazionale. Il primo si riferisce al senso letterale di un messaggio, all’informazione che questo veicola; il secondo concerne la rilevanza sociale di un atto comunicativo, dipendente dai significati impliciti del messaggio, tra cui i riferimenti a un immaginario comune, a particolare esperienze o conoscenze condivise dai soggetti comunicanti. In quest’ottica si delinea utilmente il seguente schema:Aspetti informativi della comunicazioneSapere esplicito/formalizzatoFonti riconosciute di legittimitàUniversalitàAspetti relazionali della comunicazioneSapere tacitoContesti, pratiche e usiParticolarità, Situazionalità (Situatedness)Analogamente, e con una connotazione più antropologica, la comunicazione può essere distinta in comunicazione trasmissiva e comunicazione

Le basi della comunicazione9rituale, a seconda che sia predominante il passaggio di determinate informazioni o il consolidamento attivo di determinati legami sociali. Nel rituale si manifesta perciò un’intenzione precomunicativa o ultracomunicativa in quanto la comunicazione è legata all’obiettivo di effettuare uno “scambio” che esplicita e rafforza un sistema simbolico, di valori, su cui vi è unmutuo accordo: il rituale favorisce, contemporaneamente, la progressiva costruzione di una realtà condivisa e di un’identità collettiva (ha una fortevalenza comunitaria).Una questione teorica, invece, la cui risposta diversifica gli approcci dell’analisi comunicazionale, è ben illustrata dal filosofo del linguaggio e della comunicazione Paolo Virno: eglisostiene che la comunicazione, in tal caso linguistica, è per sua natura (potenzialmente)intersoggettiva, cioè sussiste prima della formazione di veri e propri “soggetti”: è quindi“di tutti e di nessuno” e in essa primeggia l’anonimo “si”: “si parla”. È inizialmente statosoprattutto lo psicologo russo Lev S. Vygotskij (1934) a sottolineare il carattere preindividuale, o immediatamente sociale, della locuzione umana: l’uso della parola, in principio, èinterpsichico, pubblico, condiviso, impersonale. All’opposto di quanto riteneva il biologo e psicologo Jean Piaget, il padre dell’epistemologia genetica non si tratta di superareun’originaria condizione “autistica”, cioè iperindividuale, sulla strada di una progressivasocializzazione; al contrario, il fulcro dell’ontogenesi (analizzando in primo luogo lo sviluppo del pensiero infantile) consiste, per Vygotskij, nel passaggio da un’originaria etotale socialità all’individuazione del soggetto parlante.Per quanto concerne le diverse tipologie di comunicazione, in particolare dal punto di vista della specifica interazione che si configura nella comunicazione stessa, seguendo J.B. Thompson si possono distinguere tre livelli o modalità:1) “faccia a faccia” (interpersonale): sua caratteristica fondamentale è lacompresenza, ossia il sistema di riferimento spazio-temporale condiviso tra i comunicanti; la direzione è verso altri soggetti particolari;2) interazione mediata: c’è separazione dei contesti, accessibilità estesanel tempo e nello spazio, e la direzione è verso altri soggetti particolari;3) quasi-interazione mediata: c’è separazione dei contesti, accessibilitàestesa nel tempo e nello spazio, e la direzione è verso un insieme indefinito di destinatari potenziali.In seguito si vedranno da vicino queste tre modalità alla luce di diverseteorie della comunicazione e degli sviluppi delle nuove tecnologie.

10Capitolo Primo3. LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALEIl linea di principio si tratta di una comunicazione a carattere lineare esimmetrico (e complementare). Una “linea diretta” congiunge i comunicanti: entrambi rivestono i ruoli di emittente e di ricevente.La prima e più antica — si può anche dire “antropologicamente originaria” — dimensione della comunicazione interpersonale è quello che vienedefinita “faccia a faccia” (face to face) e che avviene per il tramite di unlinguaggio: linguaggio del corpo mimico-gestuale, linguaggio puramentevocale consistente nell’emissione di suoni o segnali sonori, linguaggio condiviso con il mondo animale, verbale orale, verbale scritto. Ricordiamo soltanto la svolta epocale avvenuta con il passaggio dall’oralità alla scrittura,passaggio cruciale in quanto con quest’ultima si genera un differimento spaziale e temporale della comunicazione (condotto all’estremo dall’invenzione della stampa).Ogni forma di linguaggio co-incide sul concreto processo della comunicazione interpersonale. Nel caso del linguaggio gestuale e puramente vocale agisce in primo piano l’elemento della “fisicità”, e si delinea così unacomunicazione di natura immediata: non esiste un “mezzo” altro rispettoalla dinamica espressiva del corpo medesimo; per altro verso, si può peròanche parlare di espressione comunicativa “mediante” il corpo; il termine“mediante” indica il farsi “mezzo” di quest’ultimo per la traduzione visibiledi determinati stati psichico-emozionali. Il dato irriducibile è il contatto tragli individui che stabiliscono questo tipo di relazione comunicativa (più specificamente, la reciproca visibilità). Nel quadro di una comunicazione “faccia a faccia”, ruoli importanti sono rivestiti dalla prossemica, ossia dall’analisidella disposizione dei corpi-interlocutori nello spazio, e dalla cinesica, chesi occupa dei movimenti che accompagnano e “potenziano” la comunicazione: sono tutti fattori, non verbali, molto rilevanti poiché interferisconodirettamente sui meccanismi di codifica e decodifica (e di feedback): «Quando la gente emette suoni e ascolta, muove e guarda, tocca e sente, emette ericeve odori ecc., tutte queste cose sono combinate in vario modo così daprender parte al sistema comunicativo» (R. BIRDWHISTELL).Si può ribadire che non vi è relazione-interazione tra individui che non consista in unaforma di comunicazione, anche in casi estremi: nella massima “vicinanza” nell’atto sessuale o, all’opposto, nel caso di due persone poste l’una di fronte all’altra in uno stato disilenzio e immobilità: si può infatti interpretare quest’ultima situazione in termini pura-

Le basi della comunicazione11mente negativi, ossia come comunicazione della volontà di ‘non comunicare’, (questoessendone il paradossale messaggio). Oppure: l’apparente non-comunicazione può essereindice di uno stato di sorpresa o di paura al cospetto della presenza dell’altro, stato cherappresenta però una sorta di “messaggio involontario”. Questo campo paralinguistico, insenso ampio “comportamentale”, della comunicazione, viene preso a oggetto da studio didiverse discipline, in primo luogo psicologia, antropologia e etnologia.Tra le caratteristiche fondamentali o costanti della comunicazione e dell’interazione interpersonale “faccia a faccia” mediante qualsiasi forma dilinguaggio c’è l’identità di spazio e di tempo (variabile 1), quindi condivisione di luogo e simultaneità, tra i soggetti comunicanti. Essa, più concretamente, “comporta un breve periodo di tempo, una limitata estensione dispazio e abbraccia quegli eventi che, una volta iniziati, debbono arrivare aconclusione. L’argomento è costituito da quella classe di eventi che si verificano durante una compresenza e per virtù di una compresenza” (E. GOFFMAN). Le variabili dello spazio e del tempo sono assolutamente determinanti: ciò verrà potentemente in luce con l’avvento epocale delle telecomunicazioni, ossia delle comunicazioni “a distanza”, che, si pensi solo al telefono, si svolgono in modalità analoga e praticamente in simultaneità, masuperano il limite della necessaria coincidenza spaziale degli interlocutori.La comunicazione mediante il linguaggio verbale si configura essenzialmente come dialogo (il suffisso dia, in greco, significa “attraverso” o “fra”),come un logos-discorso che si sviluppa attraverso la trasmissione di messaggida un polo soggettivo all’altro della relazione comunicativa. Su questo pianoemerge come fondamentale il fatto che i ruoli o posizioni dell’emittente e deldestinatario-ricevente sono interscambiabili (di qui il senso della “simmetria”). Si costruisce con il dialogo un processo comunicativo bidirezionale,così caratterizzato secondo la variabile (2) della direzione: l’emittente A emetteun messaggio in direzione di B, che a sua volta risponde ri-emettendo unnuovo messaggio (B diviene in atto “emittente”) in direzione di A (che diviene in atto “ricevente”): questo è lo schema elementare — pensabile anche intermini di circolarità — dell’interlocuzione e del dialogo, il livello più alto ecomplesso della comunicazione interpersonale.Sono stati Martin Buber in filosofia e Émile Benveniste in linguistica a sottolineare lastruttura dialogica della comunicazione, che si articola sempre su due grandi vettori del linguaggio complementari ed eterogenei: quello della prima e seconda persona verbale, che dalparlante va verso

SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE ESAMI e CONCORSI COLLANA TIMONE 213/4 ELEMENTI di Basi, modelli e scenari della comunicazione . di segnalazione secondo la cultura di riferimento” (L. ANOLLI). La comunicazione è, come accennato, intrinsecamente congiunta al con-

Related Documents:

Sociologia della comunicazione e della moda Modulo di Sociologia dei processi culturali Il fandom Prof. Romana Andò 2 marzo 2016 . Il fandom Il fandom è un tratto comune della cultura popolare nelle società industriali. Seleziona dal repertorio dell’intrattenimento prodotto e distribuito per la massa, certi artisti, racconti o .

2.1. La sociologia in quanto studio scientifico della società Cos’è la sociologia? Spiegare la visione sociologica della società Confrontare la sociologia con le altre scienze sociali Distinguere la microsociologia e la macrosociologia Definire la struttura sociale e l’azione sociale

COMUNICAZIONE NON-VERBALE LA COMUNICAZIONE Le Tipologie 3. COMUNICAZIONE VERBALE E’ LEGATA AL SIGNIFICATO . rispondenza nel linguaggio del corpo. . situazione e alle caratteristiche del nostro interlocutore. IL MESSAGGIO ASSERTIVO - CARATTERISTICHE. 1. SAPER DIRE DI NO

Nome doc: Specifiche Tecniche PdC - Allegato A MessaggioPdC Versione: 1.0 Data: 12 aprile 2012 2 La comunicazione tra le porte La comunicazione tra le porte avviene mediante lo scambio di messaggi che contengono le informazioni necessarie al coordinamento ed alla gestione della comunicazione ed i dati scambiati

una «sociologia della cultura materiale», non per inven-tare nuove sigle ma per ampliare l’ambito di interesse della sociologia della cultura. Il sociologo della cultura, colui che accentra i suoi interessi sugli operatori e i promotori di cultura, può a sua volta co - gliere il significato e il senso del valore semiotico della cul -

A cura del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede FORTI NELLA TRIBOLAZIONE La comunione della Chiesa sostegno nel tempo della prova PaPa Francesco DIVERSI E UNITI com-unico quindi sono Con prefazione del Justin P. Welby arcivescovo di canterbury Primate della chiesa anglicana 20_0385.indd 1 27/03/2020 19:08:39

Etapa científica: -Emile Durkheim- K. Marx y Max Weber La sociología continuó con un desarrollo intenso y regular a principio del siglo XX. Emile Durkheim, quien se inspiró en algunas teorías de Auguste Comte para renovar la sociología, quería en particular "estudiar los hechos sociales como si fueran cosas". Uno de los retos de la

Zecharia Sitchin these aliens had been coming here for a long time and even brought civilization to Planet Earth. Civilization? No, barbarism, cursed Roland. Today, with millions of claimed UFO sightings encounters with aliens alleged kidnappings investigators everywhere were coming right out and calling it an epidemic.