Rewind: There’s A Way To Do It Better

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Rewind:there’s away to doit betterGli otto punti per innovarela sanità italianaAdvisorykpmg.com/it

2 Rewind: there’s a way to do it better 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Rewind: there’s a way to do it better 3Una ricetta semplice ed ancoraattuale, ma non facileLa pandemia esplosa nel nostro Paese ha visto tutti inostri interlocutori impegnati nel fronteggiarla e noi stessiconcentrati nel supportare, più di sempre, i nostri clienti(regioni, ASL e ospedali in primis). In questo momentopensiamo che sia necessario più di prima impostare unastrategia coraggiosa per affrontare il futuro con un obiettivoprioritario: riqualificare le strutture sanitarie in modo daattuare per tempo le necessarie innovazioni di processoe di sistema capaci di trasformare i modelli di servizio,recependo i flussi di innovazioni di prodotto.Il lavoro che segue è introdotto dalle parole illuminanti delprof. Cingolani - “Basterebbe una regola semplice: il tempoha un costo”.Riteniamo che questo momento debba essere vissutocome occasione per “cercare un sano bilanciamento trala necessaria accuratezza ed il tempo che si impiega aterminare un processo amministrativo. Se resteremo lenti,perderemo competitività.” e probabilmente questa voltanon saremo più in grado di riprenderci.Partiamo da questa domanda: siamo tutti a rischio allostesso modo? In verità no. È emerso con chiarezza nelperiodo dell’emergenza. Ancora una volta i più a rischiosono le persone più fragili, gli anziani più di tutti, e lepersone affette da patologie quali l’ipertensione arteriosa, ildiabete, i disturbi cardiovascolari e quelle che determinanoun deterioramento cognitivo. Sono tanti, tantissimi se ciconfrontiamo con altri Paesi, il doppio ogni 100 abitantirispetto alla Cina. Nonostante questo, invecchiamoe pensiamo che sia sufficiente aumentare posti lettoall’interno di una qualche struttura.Basta dotarsi di un ospedale in più? Probabilmente nose non abbiamo del personale sanitario adeguatamentepreparato a curare chi in questi luoghi si presenta edomanda assistenza e cura. Il personale non c’è. Lacarenza di risorse umane è un’emergenza che travolgele strutture sanitarie di tutto il mondo. Dobbiamonecessariamente ripensare i modelli di servizio, cambiareil mix di competenze, riqualificare le responsabilità e leattività con l’obiettivo di migliorare l’esito complessivo dellecure prestate.Tutto è molto semplice, in guerra: maciò che è semplicissimo non è facile. Ledifficoltà si accumulano e producono, nelloro complesso, un attrito, che non ci sipuò raffigurare esattamente senza averveduto la guerra.Della Guerra. Carl von ClausewitzIn questo lavoro presentiamo 8 spunti di riflessione che siaggiungono ai tanti di questi giorni. Inutile dire che, primadel Coronavirus, eravamo in tanti a segnalare che quelloche stava succedendo non ci andava bene. Avevamo tutti lasensazione che il settore non stava andando nella direzioneche avrebbe dovuto. Abbiamo imparato a tenere sottocontrollo i costi. L’innovazione arriva ad una velocità che ilmondo non aveva mai sperimentato prima.È arrivato il momento di approfittare dell’innovazioneper rivedere le nostre organizzazioni, le nostre strutturesanitarie, i nostri processi, i nostri sistemi informativi, ilnostro mestiere.La sanità deve trovare il coraggio di disegnare nuovi modellidi servizio valorizzando le proprie eccellenze con progettiambiziosi e pragmatici, facendo evolvere la relazione conil paziente ed il suo caregiver. Dovrebbe riqualificare gliambienti di vita e valorizzare gli asset intangibili e studiarenuovi istituti giuridici inclusivi e coraggiosi. Provider (siapubblici sia privati) e supplier dovrebbero guardare al di làdei tradizionali confini del loro business, investire sui datie porre maggiore attenzione ai bisogni dei pazienti. Infine,forse non ce lo stiamo dicendo abbastanza, facciamomaggiore attenzione all’ambiente.La ricetta come spesso accade è semplice anche senon sarà facile da realizzare: diamo un costo al tempo e,con serietà e severità, facciamo in modo di far diventarel’innovazione un’opportunità.Alberto De NegriPartner, Head of HealthcareDonato ScolozziAssociate Partner, Healthcare 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

4 Rewind: there’s a way to do it better 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Rewind: there’s a way to do it better 5Indice"Basterebbe una regola semplice: il tempo ha un costo"Intervista a Roberto Cingolani6Invecchiamo, ma non basterà aumentare i posti lettonegli ospedali10La carenza di personale sanitario è un problema globale14L'innovazione è un'opportunità, non un costo: 8 spuntidi riflessione18Serve il coraggio di avviare progetti ambiziosi20Coinvolgiamo i pazienti: sono sempre più smart22Tuteliamo l’esercito nascosto dei caregiver24Servono regole coraggiose per approfittare delleinnovazioni e condividere le competenze26I big data sono un’opportunità per conoscere e supportareil paziente28Tra offerta dei servizi e fabbisogno dei pazienti c’è spazioper nuovi servizi30L’industria potrebbe investire nell’evoluzione dei modelli diservizio32Abbiamo bisogno di un servizio sanitario più rispettosodell’ambiente34"There’s a way to do it better. Find it."37 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

6 Rewind: there’s a way to do it betterBasterebbe unaregola semplice: iltempo ha un costo.Intervista a Roberto CingolaniFisico e Chief Technology andInnovation Officer di LeonardoRoberto Cingolani, fisico italiano, è ChiefTechnology and Innovation Officer diLeonardo ed è stato direttore scientificodell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) diGenova, secondo la comunità scientifica,una realtà eccezionale nel campo degliistituti di ricerca di tutto il mondo.Nel suo discorso di saluto all’Istitutoil prof. Cingolani ha esortato a lottarecontro la burocrazia inutile e immotivata,la mediocrità e l’ipocrisia. La sua è unapersonalità visionaria fondamentale nelloscenario di innovazione attuale. 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Rewind: there’s a way to do it better 7D: Nelle aziende il passato è spesso fonte di stabilizzazione poichèfornisce le routine operative e cognitive che consentono di affrontare ilfuturo. Oggi però l’innovazione ci obbliga a guardare al futuro e cercaredei punti di riferimento ai quali ‘agganciare dei tensori’ per interveniresulle direzioni intraprese nel passato. Professore, a cosa ci consigliadi agganciare i nostri tensori? Guardando alla ricerca, su quali settoridobbiamo orientare la nostra attenzione?R: Sicuramente uno dei grandi settori su cui c’è tanto da fare e da studiare èla sostenibilità. Questo è un problema globale che riguarda tutti. Un problemache va dal cambiamento climatico alla biodegradabilità della plastica al ciclodell’acqua. Il livello di emergenza che stiamo raggiungendo è alto. Un altrosettore è quello della salute: sfide enormi, battaglie quotidiane contro malattieinvalidanti e/o mortali, la genetica, l’ingresso del digitale, degli algoritmiin medicina, l’imaging: sono una frontiera enorme. Poi c’è tutta la partedell’intelligenza artificiale che entra trasversalmente su manifattura, sistemiautonomi intelligenti e anche organizzazione sociale attraverso i big data per lafiscalità ad esempio. Poi credo che un’altra grande frontiera sia lo spazio. Quandosi parla di spazio c’è da riscrivere tutto, questo perché quello che funziona sullaTerra non funziona fuori (dai materiali, all’elettronica, alla tecnologia). Quando siesce dalla Terra cambiano le regole ed è tutto da riscrivere.“Credo che un’altra grandefrontiera sia lo spazio. Quandosi esce dalla Terra cambiano leregole ed è da riscrivere tutto.”D: Se penso a ciò che ci indica mi chiedo se e quando la ricerca inquesti settori sarà in grado di condizionare l’economia reale. Forsesemplifico, ma ho l’impressione che, soprattutto quando si parla diinnovazione, si potrebbe provare ad orientare gli investimenti in ricercacoerentemente con il tempo necessario affinché questi possano avereun impatto. Mi sbaglio?R: Esiste un livello di conoscenza, di ricerca assolutamente pura. Questaricerca è spinta dalla curiosità e riguarda materie scientifiche ed umanistiche.Serve per creare il substrato culturale da cui può scaturire poi l’innovazione.Quindi, fermo restando che deve esserci una ricerca culturale spinta dallacuriosità, questo non vuol dire che si possa fare quello che si vuole. Se sifa una ricerca di natura, diciamo ‘esclusivamente culturale’, ci si aspetta chequesta porti dei contenuti epocali dal punto di vista della cultura. Quando siparla di innovazione, ed in particolare l’innovazione tecnologica, se da un latonon possiamo aspettarci un trasferimento di quello che si fa dopo un anno,penso che sarebbe opportuno darci una ‘regola’ chiara: non basta che a mepiaccia una cosa che sia tecnologicamente rilevante perché io possa farlaper 30 anni senza che venga utilizzata e nessuno la metta in discussione.Dipende molto dal tipo di piano che si ha. Sono questioni delicate, difficili dasemplificare, però se uno fa una ricerca tecnologica, o di tipo più applicativo,ci si aspetta che questa poi venga in qualche modo applicata. Ci deve essereun bilanciamento tra la ragionevolezza dell’investimento ed il valore di ciò chesi trasferisce, perché il tempo ha un costo. In tecnologia è molto importanteavere un piano, una road map, per sapere dove si va a parare, altrimenti il tuttodiventa un ‘gioco’ molto costoso e basta.“Ci deve essere un bilanciamentotra la ragionevolezza dell’investimentoed il valore di ciò che si trasferisce,perché il tempo ha un costo.” 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

8 Rewind: there’s a way to do it betterD: Un grande tema che affligge il nostro Paese in generale e la sanità inparticolare è la presenza di ‘contenitori eccessivamente burocratizzati’non adatti alla spinta d’innovazione che sta travolgendo il mondo. Leiha vissuto la complessità di fare innovazione tecnologica nel nostroPaese e nel mondo pubblico. Quali sono le sue esperienze e come ciconsiglia di agire a riguardo?“Il problema è quando laburocrazia da meccanismodi controllo diventa il finedelle azioni.”R: Per quanto riguarda il tema della burocrazia in Italia, essa è garanzia checerte procedure e certi processi siano sviluppati correttamente, quindi serve.Il problema è quando la burocrazia da meccanismo di controllo diventa il finedelle azioni. In alcune situazioni all’intrinseca complessità delle aziende chesi gestiscono, se ne genera dell’altra e si finisce che i processi, più che perprodurre un risultato, servano all’adempimento di un percorso burocratico.Basterebbe una regola semplice: il tempo ha un costo. Se si desse un costoal tempo impiegato per portare a termine un processo amministrativo, ci sirenderebbe conto che, se eccessiva, la burocrazia rischia di diventare dannosa.Si dovrebbe cercare un sano bilanciamento tra la necessaria accuratezza edil tempo che si impiega a terminare il processo stesso. Se resteremo lenti,perderemo competitività. Chi fa il mio mestiere, in Italia, deve impegnarsi aridurre al massimo i tempi, per quello che si riesce, considerando i tempi fissidi alcune procedure.D. Le rivoluzioni in azienda camminano sulle gambe dei dipendenti.Oggi si ha come l’impressione che la modalità con cui si accede allestrutture pubbliche non sia del tutto adeguata per reggere la sfida. Leiperò ci è riuscito. Cosa ci suggerisce?“I dipendenti di strutturepubbliche si devono sentireparte di un disegno più grande.”L’Istituto Italiano di Tecnologia è una fondazione di tipo privato, dunque leregole di reclutamento sono agili e permettono la selezione in manierapiù rapida ed efficace rispetto al settore pubblico, dove invece si colloca ilLaboratorio Nazionale di Nanotecnologie. Quindi se ritenete di successo ledue strutture allora significa che si può fare, a prescindere dal ‘contenitore’. Iopenso che il problema più rilevante sia l’assenza di motivazione che spessoderiva dall’assenza di un progetto condiviso. A mia opinione è fondamentaleche i posti pubblici rappresentino l’opportunità di lavorare in strutture conun target di interesse pubblico e con dipendenti che si sentano parte di ‘undisegno più grande’. Stiamo parlando di un tema culturale. 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Rewind: there’s a way to do it better 9D: Esistono grandi dibattiti su chi dovrebbe gestire una strutturasanitaria. Il direttore generale di un ospedale dovrebbe essere unmedico? Un infermiere? Un manager? Il medico conosce la cura,l’infermiere sa come prendersi cura del paziente, il manager conosce ilcontrollo di gestione. Ma chi di loro è più adatto a gestire tutti questiaspetti insieme? Lei è uno scienziato ma è stato anche consideratouna sorta di amministratore delegato dell’IIT. Quindi è così: chi gestiscedeve essere un tecnico?R: Il problema, secondo me, è che la dicotomia tra tecnico e manager èartificiosa. Esistono due tipi di persone: quelle serie e quelle non serie, eio assumo che una persona seria sappia gestire una struttura complessacapendo di cosa si tratta e avendo consapevolezza della gestione del budget.Mi disturba un po’ che esista il dubbio che uno scienziato sappia gestire lecose, poiché secondo me spesso accade il contrario: chi pretende di gestire, inrealtà non sa cosa gestisce. Sento dire: “Per guidare una struttura complessanon serve sapere cosa fa nel dettaglio”. Non sono d’accordo: la conoscenzaaiuta a gestire bene. Soprattutto a livello di grandi attività sperimentali etecnologiche, è necessario esser bravi a gestire la parte scientifica anchedal punto di vista organizzativo. Nonostante nelle strutture complesse nonci sia un solo uomo al comando, bensì una struttura a suo supporto chepuò compensare le sue debolezze, non è accettabile che chi gestisce nonconosca strumenti, tema e prodotto di questo sistema. Non importa se nascimanager o tecnico: nella classe delle persone competenti a capo di unagrande infrastruttura, il tuo profilo deve essere completo e, se necessario araggiungere tale obiettivo, un manager deve imparare contenuti tecnici e untecnico deve imparare la metodologia manageriale.“Non importa se nasci managero tecnico: nella classe dellepersone competenti a capo diuna grande infrastruttura, il tuoprofilo deve essere completo.”D: Lei ha girato e gira il mondo. Da uomo e padre cosa pensa del nostroServizio Sanitario Nazionale confrontandolo con le sue esperienzeinternazionali? È questo il Paese giusto dove far crescere i nostri figli?R: Quando si parla di servizio sanitario, io penso che l’Italia sia un riferimentoanche per gli altri Paesi nel mondo, sia per qualità dei medici ed in generaledegli operatori sanitari, sia per il livello di socializzazione del costo dello stesso.Dal punto di vista delle capacità organizzative e dell’efficienza dell’utilizzo dirisorse, di fatto, è vero: potremmo migliorare. Dobbiamo essere onesti però: ilnostro Servizio Sanitario Nazionale è uno dei sistemi sanitari migliori al mondo.Da questo punto di vista siamo un buon Paese in cui crescere e il nostroSistema Sanitario va tutelato. Dopodiché c’è ampio margine di miglioramento.Si pensi a quanto abbiamo detto sopra sulla burocrazia (al dare un costo altempo), sulla gestione dei costi, sull’applicazione delle tecnologie (ad esempioi big data). È vero ci sono tante cose di cui dovremmo discutere. Ma sono benaltre le cose che mi preoccupano del Paese, per i miei figli.“Dobbiamo essere onesti:il nostro Servizio SanitarioNazionale è uno dei sistemisanitari migliori al mondo.” 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

10 Rewind: there’s a way to do it betterInvecchiamo,ma non basteràaumentare iposti letto negliospedali 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

Rewind: there’s a way to do it better 11Negli ultimi anni la popolazione italiana è invecchiatae i trend previsionali mostrano che nel futuro saremosempre meno e sempre più anziani. Ipotizzare che‘anziano’ faccia rima con ‘paziente’ è una semplificazionefatta da chi sottovaluta il fenomeno. La sostenibilità delsistema sarà legata alla capacità che avremo di adeguarei luoghi dove viviamo e le nostre abitudini ai bisogni deinostri cariAttenzione ai reali bisogni degli anzianiGli ultrasessantenni costituiscono ormai, in molti Paesi, una parte semprepiù rilevante della società, anche in termini di incisività valoriale e influenzaeconomica. I loro bisogni si stanno evolvendo coerentemente con queivalori di libertà, indipendenza, intraprendenza e pensiero critico checaratterizzano la loro generazione. Non è detto che chi parla di loro neconosca davvero aspettative e bisogni.I nonni saranno tre volte i nipotiLa struttura della popolazione sta cambiando: saremo meno e soprattuttomeno giovani. Nel 2019 la popolazione italiana è stata stimata pari a60,4 milioni di abitanti. Tuttavia è previsto un calo del 10% entro il 2065che porterebbe l’Italia ad una popolazione di 54,2 milioni di abitanti.Soffriranno maggiormente il calo di popolazione le Regioni meridionali e leIsole (rispettivamente 24 e 23%). La popolazione attiva (tra 15 e 64 anni)diminuirà a ritmi sostenuti tra il 2019 e il 2065, passando da 39 a meno di30 milioni; mentre quella anziana avrà una crescita rapida, passando da15 a 18 milioni. L’indice di vecchiaia impennerà da 171 a 278: gli anzianisaranno quasi il triplo degli under14.Previsioni della struttura della popolazione italiana, 2019-2065Previsioni della struttura della popolazione 2%55%33%Popolazione 0-14 anni64%63%Popolazione 15-64 anni23%25%Popolazione 65 anni e piùFonte: elaborazione KPMG su dati Istat 2020 KPMG Advisory S.p.A. è una società per azioni di diritto italiano e fa parte del network KPMG di entità indipendenti affiliate a KPMG International Cooperative (“KPMGInternational”), entità di diritto svizzero. Tutti i diritti riservati.

12 Rewind: there’s a way to do it betterItalia: 1 in Europa per % over65A livello europeo, la più alta percentuale di over65 è registrata proprio inItalia (22,8%), seguita da Grecia, Germania e Portogallo. A livello globale,siamo secondi solo al Giappone10 per aspettativa di vita in buona saluteL’Italia si colloca terza tra i 15 Paesi

L’innovazione arriva ad una velocità che il mondo non aveva mai sperimentato prima. È arrivato il momento di approfittare dell’innovazione per rivedere le nostre organizzazioni, le nostre strutture sanitarie, i nostri processi, i nostri sistemi informativi, il nostro mestiere. La sanità deve trovare il coraggio di disegnare nuovi modelli

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