MANUALE Del SISTEMA DI GESTIONE

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MANUALE del SISTEMA DI GESTIONEDEL PRODOTTO BIOLOGICOFiliera erbe officinali

A cura di:Coordinamento:D. Petruzzella (IAMB)I. Tarelli (Ministero dell’Agricoltura, Alimentazione e Protezionedei consumatori - Albania)G. Paparella (ICEA)Gruppo di lavoro:Xhevaire Dulja (ICEA)Andrea Primavera (Agronomi senza Frontiere)Tatiana Dismica (Ministero dell’Agricoltura, Alimentazione eProtezione dei consumatori - Albania)Gezim Xhixha (Ministero dell’Agricoltura, Alimentazione eProtezione dei consumatori - Albania)

INDICE GENERALESezioneTitolo01Obiettivi DEL MANUALE E NORMATIVE DI RIFERIMENTO02INQUADRAMENTO GENERALE DEL SETTORE2303ASPETTI GESTIONALI ED ORGANIZZATIVI NELLA FILIERA PRODUTTIVA3504LINEE GUIDA PER IL PIANO DI GESTIONE DELLA PRODUZIONE AGRICOLA5905LINEE GUIDA PER IL PIANO DI GESTIONE DELLA TRASFORMAZIONE8906IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITÀ DEL PRODOTTO, GESTIONEDEL PRODOTTO NON CONFORME E PROCEDURA DI RICHIAMO11307 ETICHETTATURA DEI PRODOTTI71213

PrefazioneLa collaborazione dello IAM di Bari con l’Albania ha avuto inizio nel 1992,all’indomani dell’adesione del Paese delle Aquile al CIHEAM. Si è cominciato con laformazione dei giovani tecnici albanesi, ammessi a frequentare i corsi annuali e biennalidi formazione post-universitaria che si tengono nel campus di Bari. Successivamente,con il coinvolgimento degli stessi ex allievi e delle istituzioni scientifiche locali, si è passatiallo studio di problemi specifici dell’agricoltura albanese ed all’elaborazione di progettiper la loro soluzione.Con la Regione Puglia la collaborazione dell’IAM di Bari si è sviluppata soprattuttonel campo dell’agricoltura biologica, con risultati che hanno consentito alla Puglia diporsi all’avanguardia delle Regioni italiane in questo settore. E’ appunto l’agricolturabiologica uno dei principali campi scelti dalla Regione Puglia per la cooperazione conl’Albania nell’ambito dei PIC Interreg.L’IAM di Bari ha operato con il suo abituale metodo di lavoro, mobilitando le risorsedi entrambi i Paesi in grado di contribuire efficacemente all’elaborazione progettuale edalla fase realizzativa.Il partner albanese del progetto, nel cui ambito è pubblicata questa collana dimanuali del sistema di gestione del prodotto biologico, è il Ministero dell’Agricoltura,Alimentazione e Protezione dei consumatori. Hanno collaborato, inoltre, per la partealbanese l’associazione di produttori biologici BIO ADRIA e per la parte italiana l’ICEA el’associazione Agronomi senza Frontiere (ASF).A tutti desidero esprimere l’apprezzamento dell’IAM di Bari per il contributo chestanno dando al rafforzamento della collaborazione scientifica italo-albanese ed alconseguimento degli obiettivi progettuali di organizzazione e qualificazione dei servizitecnici di supporto all’agricoltura biologica.Cosimo LacirignolaDirettore dello IAM di Bari del CIHEAM5

SEZIONE 01 – OBIETTIVI DEL MANUALEE NORMATIVE DI RIFERIMENTOSOMMARIO1.11.21.31.41.5Motivazione e obiettivi del ManualePolitica della QualitàIl Patto di FilieraAssunto dei documenti di riferimentoDefinizioni e Abbreviazioni1.1MOTIVAZIONE E OBIETTIVI DEL MANUALECONTESTO PRODUTTIVO DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICAI prodotti da agricoltura biologica della filiera delle piante officinali sono ottenuti sottola supervisione e la gestione del controllo da parte del Titolare/Rappresentante Legalecominciando dai terreni della sua stessa azienda agricola e di aziende affiliate, e/o dallezone della raccolta spontanea, e continua con il prodotto di prima elaborazione o prodottofinito. Il Titolare/Rappresentate Legale deve prendersi cura del controllo della gestione ditutte le operazioni legate alla coltivazione e/o la raccolta, cominciando dalle materie primeo “input”, fino alle tecniche agronomiche e alle fasi post-raccolta. Ciò deve avvenire nelpieno rispetto della legge di Agricoltura Biologica in Albania ed in Italia nel rispetto dellanorma comunitaria Reg. CEE 2092/91. Altri vincoli sono dati dalle legislazioni nazionalie regionali e di altri standard in materia di agricoltura biologica possono essere richiestidai mercati di destinazione.Per tutti i prodotti deve essere possibile conoscere l’intera storia, dall’approvvigionamentodelle materie prime, dalla coltivazione in campo e/o alla raccolta nella zona di raccolta,fino al luogo di distribuzione più prossimo al consumatore.La produzione dell’intera filiera avviene con un sistema di autocontrollo soggetto asupervisione da parte dell’organismo di controllo, tale da assicurare criteri di sicurezzaigienico sanitaria dei prodotti verso tutti i clienti finali e svolgendo, comunque, un’azionepositiva sull’ambiente, sotto forma di salvaguardi della fertilità dei suoli, riduzione degliinput chimici ovvero minimizzando la dispersione dei rifiuti e proteggendo gli elementipresenti nell’ecosistema.Obiettivo del manuale è quello di definire dei riferimenti tecnici, metodologici e normativinell’ambito dei quali deve essere sviluppata una politica aziendale della qualità.7

STANDARD DI RIFERIMENTO INTRODOTTI NEL MANUALENei capitoli successivi di questo manuale, verranno presentate le tecniche dellaproduzione e della trasformazione delle piante officinali e i sistemi della gestionedella produzione nel rispetto delle norme e standard nazionali dell’Albania ed dell’Italiaoltre che le norme internazionali. Quelle più importanti hanno come finalità quella delsuccesso sul mercato, è garantire la salvaguardia dell’ambiente, la sicurezza alimentaree la sicurezza degli operatori che lavorano con le piante officinali nonché la qualità delprodotti immesso sul mercato.In questo contesto, per la composizione ed il contenuto del manuale, si è tenuto contodei diversi standard di produzione che riguardano la filiera agroalimentare e stabiliscono irequisiti per la produzione secondo criteri di sicurezza, qualità alimentare, responsabilitàambientale e responsabilità sociale. Gli standard di riferimento sono:1. Reg. CE 834/07 e Reg. CE 889/08 e successive modifiche ed integrazioni;2. Leggi sull’Agricoltura Biologica secondo la legislazione nazionale e regionaleAlbanese ovvero il decreto n. 4179, del 23.03.2004, e la legge n. 9199 del 26.02.2004“Sulla produzione, trasformazione, certificazione e la commercializzazione degliprodotti “BIO”.;3. Reg 178/2002/CE sulla sicurezza alimentare;4. Norma UNI EN ISO 22005:2008 sui sistemi di tracciabilità;5. Standard GLOBALGAP sulla produzione primaria;6. National Organic Program (USA – USDA) NOP sull’agricoltura biologica negli USA;7. Standard JAS per i prodotti alimentari del Giappone;8. Standard per l’agricoltura biologica della Svizzera: Bio-Suisse;9. Standard globali IFOAM e altri standard volontari in materia di agricoltura biologicadiffusi in Europa;10. Standard ISSC-PAM sulla gestione della raccolta spontanea;11. Standard qualità ISO 22000 e 22003 che raggruppano e implementano l’IFS e ilBRC;12. Standard di responsabilità sociale e rispetto dei diritti umani e dei lavoratori (SA8000);13. Standard di responsabilità ambientale ISO 14000.1.2POLITICA DELLA QUALITÀIl Titolare/Rappresentate Legale, definisce ed enuncia nel proprio manuale la POLITICAPER LA QUALITÀ, nella quale sono illustrati gli indirizzi generali che tutta l’aziendaintende perseguire.Gli obiettivi generali che sono alla base di tutta l’impostazione del Sistema di Gestionedel Prodotto Biologico, fanno riferimento alle garanzie offerte sui propri prodotti, comedefinito al precedente paragrafo e precisamente:8

ªªªªªªªªªªªªªªl’utilizzo esclusivo di metodi di agricoltura biologica;la provenienza italiana o albanese dei prodotti;il controllo dell’igiene e della salubrità lungo tutta la filiera;la rintracciabilità del prodotto in tutti i passaggi all’interno della filiera;il rispetto dei principi contenuti negli standard di qualità agroalimentare;il rispetto e la salvaguardia dell’agroescosistema (ISSC-MAP);Il rispetto dei lavoratori e dell’uomo (SA 8000).Data l’importanza dei principi enunciati nella Politica della Qualità, l’azienda si attivaper favorire la conoscenza e la condivisione di tale Politica fra tutte le organizzazionicomponenti la filiera, attraverso la distribuzione della Politica stessa e la promozione diun del Patto di Filiera. In modo che anche altre aziende esterne possano concorrere alraggiungimento degli obiettivi generali.La Politica della Qualità, inoltre, viene comunicata a tutti i livelli aziendali e, in modoparticolare, a tutto il personale coinvolto nei controlli, affinché venga resa operativaattraverso la costante applicazione del SGPB.La Politica della Qualità viene periodicamente riesaminata dalla Direzione aziendale edal Titolare/Rappresentate Legale, per valutarne costantemente l’adeguatezza anche inrelazione alla evoluzione degli obiettivi generali sia della propria azienda e in subordinedell’intera filiera, e delle esigenze dei Clienti e dei consumatori finali.1.3IL PATTO DI FILIERAIl Patto di Filiera è un strumento con cui tutte le aziende affiliate del settore, consapevolidell’importanza di operare in stretta collaborazione tra tutti i soggetti, si impegnanodovrebbero impegnare a raggiungere gli obbiettivi prefissati dal Manuale e ad operaresecondo le modalità previste dallo stesso. Il Patto è anche lo strumento con cui sidovrebbe garantire che tutti i vantaggi derivanti dall’applicazione di quanto previsto sianoripartiti tra tutti i soggetti della filiera.Alla base del Patto c’è: La esplicita volontà ad aderire alla Politica della Qualità espressa da FILIERA, cosìcome riportata nel Manuale del Sistema di Gestione del Prodotto Biologico; L’obbligo di osservare, per quanto di competenza, tutte le norme che regolamentanoil rapporto tra la Capofila della FILIERA e le altre Aziende della Filiera, in rapportoalla fornitura di prodotti ortofrutticoli, ai sensi di quanto disposto dal Manuale; L’obbligo conferire il prodotto aziendale accompagnato dai documenti previsti dalManuale al fine di garantire il rispetto dei requisiti previsti; L’obbligo ad assoggettare la propria Azienda al sistema di controllo previsto dallaFILIERA secondo il Piano di Controllo definito nel Manuale, autorizzando il personaleFILIERA o di enti esterni da questi autorizzato, ad effettuare le opportune verifichesui campi, sulle strutture e alla documentazione;9

L’obbligo da parte dell’azienda Capofila ad informare tempestivamente tutte leaziende sulle novità normative e a predisporre strumenti idonei per la formazione el’ informazione;La esplicita disponibilità a favorire uno scambio continuo di informazioni tra i soggettiaderenti alla Filiera, nell’ottica del coinvolgimento delle parti interessate e delmiglioramento continuo del sistema Qualità della Filiera stessa.La condivisione degli obiettivi della filiera e l’impegno ad assolvere gli obblighi previstinell’ambito della filiera sono formalizzati mediante la sottoscrizione del documentodenominato “PATTO DI FILIERA”, stipulato tra la Capofiliera Titolare/RappresentateLegale e ciascuna organizzazione compresa nella filiera.1.4ASSUNTO DEI DOCUMENTI DI RIFERIMENTOL’agricoltura biologica: normativa nazionale ed europeaL’agricoltura biologica è un metodo di produzione definito a livello nazionale albanesedalla legge citata e a livello europeo dal Reg. CE 834/07 e Reg. CE 889/08. La normaattuativa italiana è il D.M. 220/95. Altre norme di importanza per il mercato internazionalesono : NOP nei Stati Uniti, JAS in Giappone e Bio-Suisse in Svizzera. Infine l’InternationalFederation of Organic Agriculture Movements (IFOAM) ha fissato standard internazionalisull’agricoltura biologica.In agricoltura biologica non si utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi e pesticidi),Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e ormoni. Alla difesa delle colture si provvedeinnanzitutto in via preventiva e se non si risolve il problema si passa nella difesa con ipreparati curativi sempre di base naturale.In agricoltura biologica si usano fertilizzanti naturali come il letame ed altre sostanzeorganiche compostate o si incorporano nel terreno piante leguminose.Gli impianti di trasformazione, magazzinaggio e condizionamento devono essere ingrado di consentire che la lavorazione dei prodotti da agricoltura biologica avvengaseparatamente da quelli convenzionali, e di permettere la chiara identificazione erintracciabilità delle materie prime e del prodotto finito.Il termine “biologico” deve essere sempre correlato al metodo di produzione agricolo,a prodotti alimentari, a mangimi o materie prime vegetali non trasformate. E’ vietatoindicare in etichetta “prodotto biologico”. L’indicazione corretta è “prodotto/ingredienteda agricoltura biologica” o, nei casi previsti, “in conversione all’agricoltura biologica”.Nell’etichettatura e nella pubblicità non devono esserci affermazioni che suggeriscanoall’acquirente che il metodo biologico costituisce garanzia di qualità organolettica,nutritiva o sanitaria superiore.10

I requisiti più significativi da rispettare ai fini della conformità alla normativa del biologicosono:¾¾ qualifica dei fornitori biologici (che devono dimostrare la certificazione di conformitàal metodo di produzione biologico rilasciata dall’ente di riferimento);¾¾ controlli al ricevimento dei prodotti biologici (possibili attraverso i codici di controllonelle etichette per i prodotti confezionati, indicazioni obbligatorie per i documenti dispedizione, certificati di lotto/partita);¾¾ separazione dei 2 cicli produttivi, biologico e convenzionale (cautela e prevenzionerispetto alle contaminazioni incrociate), compresa la fase di trasporto;¾¾ analisi presso laboratori certificati secondo lo standard SINAL o equiparati cheoperano con metodi analitici a elevata sensibilità (limite di determinazione 10 ppb);¾¾ procedure interne per la gestione delle non conformità (come si comporta l'operatoreverso il proprio fornitore qualora la partita consegnata sia risultata positiva all’analisi).In ogni caso devono essere prese tutte le precauzioni tese ad evitare la convivenza delbiologico con prodotti trattati.Hazard Analysis Critical Control Point (HACCP)Con l’acronimo H.A.C.C.P. si intende (l’analisi dei rischi e i punti critici di controllo) unametodologia di autocontrollo igienico che il produttore di sostanze alimentari implementanella sua azienda per ogni processo produttivo con la finalità di tutelare la salute delconsumatore e incrementare la qualità dei suoi prodotti.Il metodo HACCP intende assicurare un elevato livello di protezione della vita e dellasalute umana. Per rispettare i requisiti dell’HACCP, si prepara un Manuale di autocontrollo.I requisiti punti fondanti del piano sono:1. diagramma di flusso del prodotto/processo;2. punti di controllo dei rischi e classificazione della criticità;3. azioni preventive per l’eliminazione dei rischi igienico-sanitari;4. gestione delle non conformità;5. azioni correttive delle non conformità;6. tracciabilità dei prodotti/processi;7. formazione del personaleUNI EN ISO 22005:2008Questo standard definisce la progettazione e l’attuazione di un piano di rintracciabilitàall’interno della filiera agroalimentare, attestando con attendibilità l’identificazione e larintracciabilità del prodotto lungo tutte le fasi della sua elaborazione, coinvolgendo tutti isoggetti della filiera.11

ISO 14001La ISO 14001 è una norma internazionale ad adesione volontaria, applicabile a qualsiasitipologia di Organizzazione pubblica o privata, che specifica i requisiti di un sistemadi gestione ambientale. Questa norma, oltre ad avere il pregio di essere facilmenteintegrabile con altri sistemi di gestione conformi a norme specifiche (ISO 9000),rappresenta il requisito fondamentale per una eventuale registrazione EMAS.ISO 22000L’ISO 22000 (Food safety management systems- Requirements) è uno standard volontarioper la certificazione di sistemi di gestione della sicurezza in campo alimentare.Gli obiettivi principali della norma ISO 22000 sono: armonizzare i differenti standardspecifici riguardanti la qualità della produzione e sicurezza alimentare in un unicostrumento sviluppare che includa il metodo HACCP in tutto il sistema produttivo delsettore alimentare.Lo standard si rivolge a tutti gli componenti coinvolti nella catena alimentare: aziendeagricole, mangimifici, allevamenti, aziende agroalimentari, supermercati, rivenditorial dettaglio e all’ingrosso, aziende di trasporto, produttori di packaging e macchinarialimentari, aziende fornitrici di prodotti per la pulizia e sanificazione, fornitori di servizi.Questa norma prevede il controllo del processo rispettando la metodologia HACCP,applicata secondo quanto previsto dal documento FAO/OMS Codex Alimentarius , conparticolare attenzione rivolta all’analisi ed alla gestione dei pericoli che diventa lo strumentoguida per la politica di sicurezza alimentare aziendale. Le ISO 22000 incorporano i criteridel BRC e dell’IFS (vedi oltre).GLOBAL GAPIl protocollo Global GAP definisce le buone pratiche agricole ( G.A.P. Good AgriculturalPractice ) relative agli elementi essenziali per lo sviluppo della migliori tecniche conosciuteapplicabili ad aziende agricole, coltivazioni e prodotti della terra e allevamenti.Il protocollo è stato creato dall’Eurep (Euro -Retailer Producers Working Group), cheunisce alcune tra le più importanti catene commerciali europee, al fine di rispondere allecrescenti esigenze di sicurezza alimentare e di rispetto dell’ambiente.12

BRCLo Standard BRC (Global Standard-Food) costituisce un modello riconosciuto inInghilterra da British Retail Consortium, che rappresenta i maggiori rivenditori britannicie oggi in rapida diffusione nel resto dei paesi europei. BRC garantisce che i prodotti amarchio siano ottenuti secondo standard qualitativi ben definiti e nel rispetto di requisitiminimi. Può essere paragonato ad un capitolato che lega i fornitori qualificati all’aziendadi distribuzione.Esso infatti dettaglia per l’azienda produttrice dell’alimento le specifiche strutturali per gliambienti produttivi, le specifiche di prodotto e di processo le norme comportamentali peril personale. Può essere considerato integrato nell’ISO 22000IFS LOGISTIC (ILS)Lo standard IFS Logistic (o ILS - International Logistic Standard) applica alle aziende diservizi di logistica e trasporti marittimi e intermodali, spedizionieri nazionali e internazionali,e quindi a tutto quello che concerne l’outsourcing della logistica dei trasporti.E’ stato redatto dai retailer tedeschi e francesi, in collaborazione con esperti internazionali,con l’obiettivo principale di poter monitorare quanto succede tra la produzione e ladistribuzione.L’IFS Logistic è applicabile ai prodotti alimentari e non, e copre tutte le attività di trasporto,stoccaggio, distribuzione, carico/scarico, ecc. Anche un gran numero di dettaglianti inItalia, Polonia, Austria, Svizzera, Ungheria e di molti altri paesi supporta l’IFS-LogisticStandard - IFSLS. L’IFS è integrato nell’ ISO 22000.ISSC-MAPE’ un protocollo per la gestione dei sistemi di raccolta dei non wood forest products, fracui piante medicinali ed aromatiche. Il protocollo è stato elaborato da una commissionedi esperti della International Union for Conservation of Nature (IUCN).SA 8000E’ uno standard di qualità a ricaduta indiretta ovvero aggiunge qualità al prodotto sottoforma di un comportamento corretto dell’azienda nei confronti della collettività.La Social Accountability (SA 8000) è uno standard di responsabilità sociale ovverodi rispetto dei diritti dei lavoratori in fatto di sicurezza sul lavoro, di equiparazione dei13

compensi al livello della contrattazione nazionale, ovvero a parametri di reddito fissatida organizzazioni internazionali di riferimento, e di garanzie accessorie (disoccupazione,salute, etc.). Lo standard è basato sul rispetto delle convenzioni sul lavoro dell’ILO(International Labour Organisation), della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dellaConvenzione sui Diritti del Bambino.1.5DEFINIZIONI E a

L’agricoltura biologica: normativa nazionale ed europea L’agricoltura biologica è un metodo di produzione definito a livello nazionale albanese dalla legge citata e a livello europeo dal Reg. Ce 834/07 e Reg. Ce 889/08. La norma attuativa italiana è il D.M. 220/95. Altre norme di importanza per il mercato internazionale

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